"L'isolamento dalle persone, il rifiuto di convivere con gli altri porta inevitabilmente alla morte dell'individuo." (Raffaele Innato)
16 aprile 2008
Commento su L'espresso "Non mi avete convinto a votare PD. Purtroppo avevo ragione." (Roberto Buscetta) Palermo
Caro Roberto,chi è causa del suo mal pianga se stesso. Non mi esimo, ma provo a darti una risposta più dettagliata e articolata dopo i risultati elettorali. In termini di voti numerici il PD ha guadagnato e anche IDV di Di Pietro, mentre tutte le forze che si richiamavano al centrosinistra hanno perso. Questa legge elettorale è risaputo da tutti (all’infuori di B.) è una legge antidemocratica (progettata da un antidemocratico C.). Dimostrazione che molte forze esistenti e radicate nel territorio non sono rappresentate in Parlamento. La coalizione che ha vinto le elezioni PDL, Lega e altri, è stata votata da appena più di 1/3 degli elettori che hanno diritto al voto, cioè una minoranza del Paese. Questa anomalia italiana non esiste in altri paesi occidentali, sia per la legge elettorale e sia per l’enorme conflitto d’interesse del rieletto premier. Quindi, non si può fare un giusto paragone con altri paesi. Detto questo, dobbiamo dire che Veltroni, nel bene e nel male, ha fatto una scelta politica (giustificata dal fatto che una frammentazione di partiti porta ad un non governo del Paese) che ha portato al risultato che tutti sappiamo, cioè all’opposizione in Parlamento e alla vittoria della destra che era già in essere. I partiti di sinistra, o meglio dire, che sono collocate alla sinistra del quadro politico italiano, a loro volta hanno fatto un’altra scelta, quella di continuare nella frammentazione (all’infuori della SA che ha fatto solo il cartello elettorale) e nella critica alla critica di se stessi. Il risultato finale è che tutti partiti non sono più rappresentati in Parlamento. Ora, dare la colpa a Veltroni del disastro della sinistra, mi sembra troppo semplicistico e non corretto, anche, se avrà certamente altre colpe. Noi cittadini e noi persone di sinistra dobbiamo fare un “mea culpa”, perchè la dobbiamo smettere di dare sempre la colpa agli altri, invece, dovremmo guardare bene fuori dalla nostra visuale solita, affacciarci alla finestra e vedere come si presenta realmente il panorama, dopodichè capito in quale realtà ci troviamo, costruire una politica coerente al nostro modo di pensare, dimostrando con i gesti concreti, che le nostre idee riformatrici possono far vivere meglio tutte le persone da i meno abbienti ai più abbienti, che una società fondata sui diritti umani e civili è senz’altro meglio di una società dove il dio denaro è il padrone, che dare sostegno ai più deboli può essere benefico per far sentire moralmente meglio i più forti, che investire nell’intelligenza porta a benessere al contrario porta al malessere, che le armi e le guerre sono cause di disastri immani, che la pace è la migliore medicina dei popoli, che non siamo interessati al potere ma a far rispettare le giuste rivendicazioni di chi chiede giustizia, che ci interessa vivere in una società solidale, dove ognuno con le sue capacità e il suo contributo di lavoro crea i presupposti giusti del rispetto delle persone, della natura e di tutto ciò che serve a mantenere bene il panorama straordinario costruito da miliardi di anni. Se riusciamo ad avere questa intelligenza e capacità perchè lo sentiamo, non è importante oggi stare in Parlamento per riscaldare qualche poltrona, ma è importante che facciamo sentire a chi non sente, che la strada giusta da percorrere è un’altra, non l’individualismo per l’egoismo, ma l’individualismo come risorsa per un collettivismo capace di produrre persone umili, responsabili e pieni d’amore. Altrimenti, vedo solo tragedia e non solo per la sinistra.
Raffaele Innato ha scritto: 17 Aprile, 2008 09:59
Voglio rispondere ad Alessandro59 facendo alcune precisazioni. Certamente e lecitamente chi siede nel Parlamento italiano è eletto democraticamente dal popolo. Poi, diverso è che una volta in Parlamento l’eletto può dimostrarsi antidemocratico. Come è successo appunto con la legge elettorale varata in tutta fretta solo da una parte del Parlamento e chiamata poi dallo stesso C. “una porcata”, per non parlare di atteggiamenti e gesti inconsulti (?) che nulla hanno a che fare con la democrazia. Detto questo, io non sono del tutto d’accordo con chi dice che in Italia la maggioranza è votata al centrodestra. Teniamo presente che noi votiamo sia per le politiche e sia per le amministrative. Per cui c’è uno spostamento di preferenze miste che oscillano ora da una parte e ora dall’altra a seconda degli umori, dei bisogni e delle circostanze. Poi, la cosa più importante e significativa è che c’è il quasi 20% di non votanti che non si esprime e che sono lontani dalla politica, ma che hanno un peso non indifferente nella società del mugugnare e del divergere. Quindi, vedrei con più attenzione le motivazioni delle scelte elettorali. E, sulle scelte, io sono del parere (ho scritto anche un interessante libro che spiega come si può pensare ad una società realmente solidale) che bisognerebbe iniziare concretamente a riflettere sulla possibilità per l’umanità, di uscire da questa gabbia mortale che ci siamo impropriamente costruiti, che per qualcuno può sembrare dorata, ma per i molti è deleteria. Per cui non esiste in maniera netta il pensiero di sinistra e di destra, pur con le proprie diversità, ma esiste un mondo dove i pochi governano e consumano il 90% della ricchezza mondiale, e i molti che sono governati e consumano il 10% della ricchezza. In numeri significa che centinaia di milioni di ricchi si costruiscono le leggi e gestiscono, e più di 5 miliardi di persone che subiscono le scelte unilaterali, che poi sono la conseguenza dei disastri e della schizofrenia di un mondo che sta morendo, ma che nessuno tenta di fermare seriamente. Allora, la risoluzione di questa antidemocrazia globalizzata sta nel capovolgere i numeri, creando un sistema economico, sociale e politico equilibrato, dove tutti possano lavorare e godere del 100% della ricchezza in maniera oculata e duratura. Chi ha la bontà di leggere il mio libro spiego come questo può essere possibile, solo che bisogna volerlo convintamente perchè si realizzi. Quindi, Roberto non è il caso che tu ti scoraggi, perchè il modo di uscire dai labirinti c’è sempre, basta volerlo trovare prima che frani del tutto.
15 aprile 2008
Commento su L'espresso "Ciao sinistra..." (Emanuela Patassa, Foligno)
“Gli esami non finiscono mai.”: diceva il grandissimo Eduardo De Filippo. Nella vita come nella società, nessun diritto è mai acquisito. Ogni giorno bisogna conquistare lo spazio dove potersi esprimere e muoversi. L’errore che si commette è sempre quello di pensare di vivere sugli allori, ma non è così. La ennesima dimostrazione, in queste elezioni politiche, di come i partiti legati da sempre alla sinistra, sono assenti dalla vita parlamentare italiana. Bisogna fare un “mea culpa”, se si vuole uscire da questo pantano di una poltica espressa da una vecchia e usurata lunga contestazione. Si hanno bisogno di idee, di programmi e di maniche rimboccate, che tengano conto del contesto internazionale e della congiuntura del paese, che facciano sviluppare un movimento di persone, di uomini e di donne, in un aggregazione omogenea, per trascinare la politica verso traguardi di solidarietà e diritti civili da esportare nel mondo. Ma per fare questo, bisogna spogliarsi delle vesti di atteggiamenti intellettualmente ipocriti e indossare le vesti degli umili, convinti di perseguire un obbiettivo nobile di giustizia e di giusta causa, spiegando e dimostrando che c’è un nuovo modo di vivere e convivere su questa Terra, che non necessariamente è la conquista di un potere, ma che è invece l’essere e sentirsi tutti uniti in un abbraccio fraterno di tutte le genti, che lavorano per un fine altissimo, “amarsi”.
Lettera aperta al premier Silvio Berlusconi.

11 aprile 2008
Commento su L'espresso "Domenica voto per la prima volta" (Michele Pagnanelli)
Caro Alessandro59,
non mi pare che Michele, nella sua lettera, abbia offeso il sig.B., nè si evince che a 11 anni già seguiva la politica (più semplicemente è un ragazzo intelligente che si informa della storia recente). Anzi, la sua descrizione fotografa bene le uscite malsane di questo signore, che ha come solo obbiettivo fare i propri interessi e di quelli che lo circondano, come ha già ampiamente dimostrato nello scorso suo governo 2001/2006. Nel tuo commento, ci sono anche delle verità che non si possono nascondere, ma allo stesso tempo non puoi non tener conto che, in questa tornata elettorale, dove l’Italia si gioca molto del suo futuro, c’è una differenza abissale. Tra un vecchio illusionista che ripete sempre lo stesso esercizio, e un buon conoscitore della politica giovane, che cerca di dare una speranza di cambiamento e di rinascita ad un popolo italiano, che ha perso quel giusto interesse per un obbiettivo semplicissimo, che è quello di rimboccarsi le maniche tutti, perchè ognuno faccia la sua parte con onestà, dando il proprio serio contributo, affinchè si esca da una cattiva stagione durata molti anni di prevaricazioni e ingiustizie, e si creino i presupposti per governare con una politica intelligente che ci porti a traguardi più sereni e più solidali, dove il cittadino possa sentirsi al centro della politica e non ai margini, dove si è fatto confinare dai soliti furbetti e dalla sua incapacità di reagire alle facili lusinghe.Un caro saluto da chi cerca da sempre, con limitate possibilità, di lavorare per dare un futuro alle nuove generazioni, come fecero già i nostri predecessori che hanno sacrificato la vita per noi. E’ un nostro dovere creare i diritti ai più deboli.
Raffaele Innato ha scritto: 12 Aprile, 2008 17:23
Caro Alessandro59,
se ha letto bene il mio commento (le dò del lei visto che non ha accettato il tu), io non ho menzionato né la sinistra e né la destra. Né ho detto che la solidarietà appartiene solo alla sinistra. Io ho fatto una semplice constatazione, che da una parte c’è l’illusionista anziano72 (aveva promesso 2001/2006 benessere economico a tutti e un Pil all’8%) che abbiamo già avuto modo di conoscere durante il suo governato disastroso (crescita del Pil 0,0 e debito pubblico al massimo). Dall’altra parte un politico navigato giovane53, segretario di un nuovo grande partito democratico, che ci sta spiegando come si può cambiare e modernizzare in meglio l’Italia, senza usare promesse roboanti e senza offendere l’avversario. Facendo una politica più seria, più serena che possa coinvolgere tutta la società italiana a rimboccarsi le maniche per raggiungere l’obbiettivo di benessere, di cui un grande paese come l’Italia ha bisogno. Uno dei due sarà il Capo del Governo, piaccia o non piaccia.Detto questo, io sono di Taranto una città bellissima, nella quale una politica di centrodestra ha dissanguato l’intera popolazione, lasciandola nel grave dissesto finanziario (1000 milioni di euro, 50 anni di grosso debito, supertasse da pagare e con scarsi servizi), mai successo di quella proporzione in nessuna parte del mondo occidentale. Eppure, ci avevano promesso tutto il contrario e ci elargivano sorrisi e abbracci a non finire. Lei dice di essere uno che ha la partita IVA e si autodefinisce un “ladro”. Io credo che lei non lo sia. Ma, non può non essere d’accordo che una differenza esiste, tra un dipendente che paga le tasse alla fonte, ancora prima di fare la dichiarazione dei redditi nell’anno, e un lavoratore autonomo che paga le tasse dopo la sua dichiarazione. Il primo è sicuro che non può evadere, il secondo può fare la scelta. Come tanti furbi che non sono né di destra e né di sinistra, ma che creano molti emuli e molte ingiustizie e distorsioni. Ecco che, se vogliamo vivere in una società più giusta e più umana, dobbiamo premiare le idee e le intuizioni di quelle persone che fanno crescere in meglio le società, nelle quali affermare che la legalità, l’uguaglianza e i diritti umani e civili devono essere i principi, dai quali non si può prescindere, per vivere in quel mondo parallelo, nel quale trovare la nostra realizzazione di pace e di umanità solidale, che io ho avuto la bontà di sentire e di scrivere in un libro che le consiglio di leggere (sul mio blog troverà le informazioni necessarie) e da lei tanto auspicato. Un caro saluto e incoraggiamo i giovani con sane idee a lavorare per una società che salvaguardi sempre i più deboli.
Raffaele Innato ha scritto: 13 Aprile, 2008 19:09
Caro Alessandro59,
anch’io, quando intervengo nei commenti, parlo in linea generale per spiegare un mio pensiero o un mio parere. So per certo che i problemi che tu menzioni sulla tua categoria sono diversi e non semplici. Io, prima di essere assunto come dipendente a lavoro indeterminato, ho lavorato per 6 anni da lavoratore autonomo in giro per l’Italia e all’estero. Conosco abbastanza bene le problematiche e le dichiarazioni dei redditi.Ma, tornando al tema politico che più interessa agli italiani, so bene che nessuno dei pretendenti alla carica del governo italiano merita di essere votato con convinzione. Il problema è che noi viviamo in Italia, per cui dobbiamo decidere a chi dare la responsabilità di guidarla. Siccome non esiste un alternativa migliore, nè riusciamo a costruirla, dobbiamo democraticamente votare per qualcuno che diriga la barca al meglio o alla meno peggio. A molte persone che dichiarono di non votare, io chiedo: “non votando a quale situazione andiamo incontro?” Ebbene, non sanno dare una risposta esaustiva, perchè non hanno le idee chiare e perchè sono brave solo a contestare. Ti posso assicurare che io come contestatore sono difficile da battere, sono uno che ha partecipato attivamente al movimento studentesco del ‘68, ho esperienza. Siccome, è da tempo che ho finito di contestare, mi limito a trovare delle risposte e dei percorsi che possono dare un contributo positivo alla soluzione dei problemi.Ti voglio raccontare brevemente uno dei tanti miei interventi positivi da semplice cittadino quale io sono. Nei pressi della mia abitazione c’era un incrocio pericolosissimo. Tutti gli abitanti della zona lamentavano continuamente il problema, ma nessuno si muoveva. Un giorno decisi d’intervenire direttamente andando dalle istituzioni preposte. Spiegai il problema e loro mi risposero che erano al corrente, ma per questioni burocratiche non riuscivano ad intervenire. Alchè, con tono perentorio li consigliai di intervenire subito, altrimenti li avrei denunciati per concorso nelle morti da incidenti stradali. Ebbene, dopo aver interessato giornali, televisioni private, amministratori, sono riuscito da solo a far ripristinare quell’incrocio rendendolo più sicuro e più illuminato. Allora, noi italiani la dobbiamo smettere di piangerci addosso, quando poi siamo i primi a non avere comportamenti corretti e le nostre colpe le diamo sempre ad altri! Dobbiamo capire che la soluzione dei nostri problemi non dobbiamo solo delegarle ai nostri rappresentanti, ma dobbiamo essere partecipi a condizionare le persone preposte a fare il loro dovere. Perchè se mi lamento che sui marciapiedi c’è cacca di cani dappertutto, e poi sono uno di quelli che porta il cane a fare la cacca proprio lì, senza toglierla… Allora, non posso lamentarmi se contribuisco a fare tanta cacca e spendo soldi per vestire ed accudire il cane come una persona umana, lamentandomi che non arrivo alla fine del mese, per non aggiungere altro. A buon intenditore poche parole! Con simpatia un caro saluto da Raffaele (nome) Innato (cognome).
08 aprile 2008
Commento su L'espresso "Mi dichiaro albanese". (Emanuela Falappi)
Questo dimostra quanto una burocrazia ingarbugliata e complicata di leggi e leggine, porta a percorsi tortuosi in cui si avrebbe bisogno del filo di Arianna, per non perdersi e per trovare una via di uscita. Ecco perchè sarebbe opportuno e salutare dare un taglio, come ha proposto anche Veltroni, ad una serie di procedure inutili che fanno solo perdere tempo e creano seri disagi alla nostra quotidianetà. Perciò non albanesi (con tutto il rispetto), ma bravi, onesti e produttivi italiani.
07 aprile 2008
Commento su L'espresso "Il tifoso e il poliziotto". (Angela Taroni)
Cara Angela,
quante persone non eroi ma semplici lavoratori, casalinghe, insegnanti, carabinieri, giornalisti, poliziotti, finanzieri, artigiani, commercianti, imprenditori, liberi professionisti, sacerdoti…muoiono nel silenzio delle cronache, lontani dai flash dei fotografi. Eppure, ognuno di questi svolgeva il suo compito con onestà e abnegazione, servendo la famiglia, la nazione e aiutando persone bisognose. Sono milioni di persone che ogni giorno compiono il loro dovere sui luoghi di lavoro, rischiando di non tornare più a casa. Quando è morto mio padre, semplice operaio, il suo medico curante che lo conosceva da molti anni disse: “Oggi è morto un galantuomo!”. Mio padre non era un eroe, anche se ha combattuto la seconda guerra mondiale in un sottomarino (L. Manara) per 5 anni servendo fedelmente la sua Patria e ricevendo la medaglia di bronzo per merito di guerra e al valor militare, né si sentiva un eroe, né lo abbiamo considerato un eroe. Però, sapevamo di avere un ottimo padre, un onesto lavoratore e un uomo dedito interamente alla sua famiglia. Non basta una divisa e svolgere bene il proprio lavoro per essere considerati eroi. L’uomo poliziotto Mauro, morto nell’incidente, merita sicuramente rispetto e dignità, come uomo servizievole al suo lavoro e alla sua divisa, ma definirlo eroe, in contrasto con i balordi picchiatori degli stadi di calcio, gli fa sicuramente torto. Noi dobbiamo insegnare ai nostri figli a non essere degli eroi, ma semplicemente persone che devono amare il prossimo, il proprio lavoro, la pace e vivere con i giusti sacrifici e i giusti godimenti, facendo il proprio dovere e rispettando i diritti degli altri. Un caro saluto Raffaele Innato
06 aprile 2008
Commento su L'espresso "Bordelli e soldati". (Maresciallo Guido Guasconi E.I.)
Se invece di pensare alla guerra con tutte le sue storture e brutalità, provassimo a costruire la pace regalando ad ognuno la libertà di esprimersi a seconda della sua appartenenza sessuale, non sarebbe meglio? Un caro saluto da un ex ufficiale dell’Esercito Italiano.
04 aprile 2008
Commento su L'espresso "Troppi privilegi per le colf". (Mario Lauro)
Caro Mario,
poni una questione che certamente potrebbe essere rivista e non solo per il ceto medio. Prova ad immaginarti quelle persone anziane che sono rimaste sole e con una pensione di 500 o 600 euro. Allora, il problema nasce dal fatto che una società cosidetta evoluta come la nostra, non ha mai pensato e népensa a preoccuparsi delle persone anziane e con problemi. Basterebbe che si costruissero dei residence con verde apposta per gli anziani, dove ognuno in maniera autonoma ha il suo piccolo angolo per dormire e per la sua privacy. Dopodichè ci dovrebbero essere una serie di servizi (sale d’incontro, sala mensa, sala televisione, sala terapia, sala medicazione ecc…) con il personale addetto 24 ore su 24, che dovrebbero rendere la vita di queste persone più umana. Ognuno di questi anziani parteciperebbe economicamente col 75/80 per cento della propria pensione, riservando un 25/20 per cento alle esigenze prettamente personali.
Commento su L'espresso "Avvocati senza futuro". (Silvia Guardia)
Cara Silvia,ti dichiari intelligente e preparata, ed io ti prendo in parola. Ma, se tu sei la ragazza che dici, a maggior ragione dovresti sapere che la strada della vita è sempre in salita per chiunque. Anche per quelli che si sentono o pensano di godere dei privilegi. Sappi una cosa fondamentale, che i diritti si conquistano giorno dopo giorno. Non esistono diritti acquisiti, perchè ci sarà sempre qualcuno che vorrà abolirli. Quindi, se vuoi ottenere quello che cerchi, devi lavorare e fare sacrifici (non hai alternativa). Alla fine vedrai che anche tu troverai il tuo posto nella scala della vita. Chi si arrende è perduto!Sfrutta la tua intelligenza e auguri.
02 aprile 2008
Commento su L'espresso "Obiettori di coscienza? No, ignoranti." (Alessandro Chiometti)
La pillola del giorno dopo è un metodo di contraccezione d’emergenza che ha lo scopo di prevenire la gravidanza, in caso di rapporto sessuale non protetto o in caso di mancato funzionamento di un metodo anticoncezionale, bloccando l’ovulazione. In seguito alla sentenza del T.A.R. del Lazio n. 8465/2001 la ditta produttrice della pillola del giorno dopo è stata obbligata a scrivere nel foglio illustrativo che il farmaco impedisce l’impianto dell’ovulo eventualmente fecondato, ma nel 2005 il Dipartimento di Salute Riproduttiva dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiarito che “la contraccezione di emergenza con levonorgestrel ha dimostrato di prevenire l’ovulazione e di non avere alcun rilevabile effetto sull’endometrio (la mucosa uterina) o sui livelli di progesterone, quando somministrata dopo l’ovulazione”, escludendo quindi un effetto intercettivo su un eventuale ovulo fecondato.La pillola del giorno dopo in Italia, può essere venduta solo dietro prescrizione medica con ricetta non ripetibile. Per poter assumere il farmaco è quindi necessario rivolgersi a un medico generico o a un ginecologo. In Italia il diritto all’obiezione di coscienza è concesso per legge solo nell’ interruzione volontaria di gravidanza, mentre manca un’espressa indicazione per quanto riguarda la prescrizione della pillola del giorno dopo. Tuttavia, secondo un parere non vincolante del Comitato nazionale per la bioetica, è un diritto del medico scegliere di non prescrivere la pillola del giorno dopo (obiezione di coscienza).Quindi, è assolutamente inopportuna l’obiezione di coscienza di alcuni medici vaticanizzati, perchè non uccide nessuna vita, ma previene l’insorgere di una possibile fecondazione, che potrebbe portare problemi seri alla donna non pronta ad una difficile gravidanza. E comunque le decisioni sulla propria salute e sulla propria vita, lasciamo che le prendono in maniera autonoma le persone sulla loro pelle, aiutandoli a non esporsi clandestinamente, magari verso gli stessi medici che hanno espresso l’obiezione di coscienza di convenienza.
Commento su L'espresso “Tra monnezza e mozzarelle” (Salvatore Palladino)
Se sei una persona di sinistra dovresti votare a sinistra, è ovvio. Bassolino non rappresenta i valori della sinistra, la moglie non lo sappiamo.
01 aprile 2008
Commento su L'espresso "Una mattina alla radio con Berlusconi." (Graziano Camanzi)
Carissimo Graziano,
non ti sono bastati 14 anni di “Faccio tutto mi”? Ancora, trovi il tempo di perdere del tempo prezioso! Sono anni che io ho perso l’abitudine di ascoltare baggianate. Appena, percepisco delle idiozie subito cambio registro e passo ad argomenti più concreti e più intelligenti. Non dimenticare mai che in auto non si parla al guidatore, soprattutto se chi parla rende nervoso il guidatore. Attenzione, può essere pericoloso!Un caro saluto e un buon ascolto di musica, che fa sempre bene.
Raffaele Innato ha scritto: 2 Aprile, 2008 11:16
Caro Giuseppe, quel signore al quale Lei ha dedicato una lettera molto articolata e lunga, se fosse nato o vissuto in Germania, non sarebbe mai arrivato a cotanta ricchezza e baldanza. Perchè difficilmente una società evoluta come la Germania, dove io ho lavorato, gli avrebbe permesso di fare affari non molto chiari. E certamente non sarebbe mai potuto scendere in politica, come gli è stato permesso in Italia con il conflitto d’interesse. Questo fatto dovrebbe far capire la differenza che esiste, tra una grande nazione, che ha saputo reagire subito dopo il nazifascismo di Hitler, ed una nazione come l’Italia, che ancora si trascina una mafia, con la quale la stessa America ha collaborato durante la seconda guerra mondiale stipulando un accordo con il boss dei boss Lucky Luciano. Purtroppo, fin quando non usciremo da questa morsa cancerosa e di affari poco leciti, dove molti personaggi trovano terreno fertile, non ci potremo mai chiamare una grande nazione. Le parole di Veltroni: “noi non vogliamo i voti della criminalità organizzata”, per me è stato un gesto concreto di presa di distanza, per lanciare un messaggio di speranza e di cambiamento, che se riusciamo a coglierlo potremo avere la possibilità di crescere e di diventare veramente una grande nazione civile.
31 marzo 2008
Commento su L'espresso "Libri ricchi, libri poveri." (Attilio Doni, Genova)
Caro Attilio,
quando ho finito di scrivere un mio libro, ho avuto la sfrontatezza(?) di mandare un fax di due pagine ad una casa editrice famosa per informarla che, siccome mi ero permesso di scrivere un libro, avrei avuto piacere, in caso di risposta affermativa, di mandarne una copia per sottoporla a giudizio. Ebbene, il fax mi è stato interrotto subito alla prima pagina, e dopo meno di un minuto ho ricevuto subito la risposta:“Ci dispiace, ma non siamo interessati e non accettiamo fax.”Domanda: Ma se non sai nemmeno di che cosa sto parlando? Forse, ho sbagliato a scrivere il mio nome, ne avrei dovuto scriverne un altro…chissà? Nel frattempo, il mio libro inizia ad avere un buon interesse di lettori. Un caro saluto da un autore sconosciuto.
Commento su L'espresso "Vivo in Grecia e mi vergogno di essere italiana." (Giovanna De Ascaniis)
Cara Giovanna,
giusto per la precisione, i voti che vanno al sig. B. sono all’incirca un 28%-30% della popolazione italiana. Considera che non si presenta da solo ma è in buona compagnia (?). Detto questo, non bisogna meravigliarsi se nel nostro mondo si corre dietro a dei personaggi di dubbia serietà. Se ti capita di vedere la trasmissione “Report”, ti accorgi quanti furbi e delinquenti ci sono nel nostro bel paese, sono troppi che la fanno in barba a tantissime persone oneste, le quali incominciano ad essere stanche di subire sopprusi e ingiustizie. A tirare troppo la corda arriva che si spezza!
25 marzo 2008
Un commento su L'espresso “Aboliamo le strisce pedonali” (Marco Sabatini)
Più che abolire le strisce pedonali, che sono l’ultimo baluardo per l’indifeso pedone, io farei una cosa molto semplice, più sicura e meno inquinante. In tutti i centri storici di tutte le città, dovrebbe essere vietata la circolazione dei mezzi privati, ad eccezione dei mezzi per le merci che servono al commercio, con l’obbligo di avere il bollino d’ingresso di riconoscimento ben esposto. Mettere il limite di velocità (30 Km/h) e rendere ben visibili le strisce pedonali, con una bella scritta: “stop, attraversano prima i pedoni!”
24 marzo 2008
23 marzo 2008
Commento su L'espresso "Ho 17 anni e sono arrabbiato." (Mattias Bassotto)
Caro Mattias,
penso di poterti dare del tu avendo un figlio quasi della stessa tua età (16 anni), il quale ha acquisito la sensibilità di capire che, nella vita di ogni persona, sono molto importanti lo studio e il sapere, elementi correlati e determinanti per poter riflettere sulle questioni della vita, del sociale, delle politiche e sugli avvenimenti internazionali, che si ripercuotono inevitabilmente sulla nostra nazione e sul nostro vivere. Io, mi sono permesso di coniare una mia frase: "L'isolamento dalle persone, il rifiuto di convivere con gli altri porta inevitabilmente alla morte dell'individuo." Penso che sia abbastanza eloquente, per spiegare cosa stia succedendo all'umanità, febbricitante di una globalizzazione che ha uno scopo solo, fare arricchire i pochi per far star male i molti, a scapito della solidarietà dei popoli, senza la quale c'è solo la miseria e la meschinità dell'uomo.
Il fatto che tu rifletta su quello che ti succede intorno, dimostra che hai una sensibilità d'animo che ti fa onore, e dimostra quella rabbia giusta che se collettivizzata potrebbe diventare la strada di un lungo ma, positivo percorso verso una società, più a misura d'uomo, che dovrebbe essere guidata da una politica fatta di uomini seri, onesti e capaci. I quali dovrebbero spogliarsi del proprio egoismo e arricchirsi di un altruismo, di cui potrebbero beneficiare loro stessi. Io, nel mio piccolo, attraverso il mio blog, e non solo, cerco di dare il mio contributo per aiutare l'uomo a migliorare e per creare un futuro alle nuove generazioni, come i miei genitori hanno cercato di fare per la mia generazione.
Studia, metti l'impegno giusto, credi nel futuro, associati con altri ragazzi e lottate per quelle battaglie sociali e morali, che possano creare quella società tanto desiderata da tutti gli oppressi, nell'eguaglianza, nella democrazia, nella giustizia e nella libertà delle sigle, perchè si viva tutti in pace e da persone coscienti di essere degli umili mortali.
Ciao e coraggio!
21 marzo 2008
20 marzo 2008
Commento su L'espresso "Privilegi e pensionati". (Remo Vassallo)
Caro Remo,non è che non votando la Sua pensione aumenta, anzi rischia di diminuire. Perchè con l’astensione al voto, comunque un governo uscirà. Rischia che potrebbe uscire una coalizione o un partito che trova più conveniente non aiutare sufficientemente i pensionati. Invece, visto che è a giusto riposo, dedichi un pò di tempo a incalzare i candidati e i partiti che si presentano alla guida del nostro Paese, convincendoli ad essere più rispettosi e più umani, verso una categoria di persone che ha contribuito nel bene e nel male a far progredire la nostra bella e cara Italia, facendoli ridurre qualche spreco che fa sempre bene. Voti un partito di centro sinistra, ma voti!Un caro saluto
Commento su L'espresso "Abbiamo rapinato il futuro ai giovani." (Rita Grisenti, Trento)
Carissima Rita,
pur essendo un genitore di 57 anni, non mi sento affatto un rapinatore, anzi, per quanto mi riguarda, sono stato sempre rapinato. Sono 30 anni che sono dipendente di una grossa società (multinazionale), assunto con la legge dello Stato 1.6.1977 n. 285, con la qualifica di impiegato tecnico (diplomato perito tecnico), sono in contenzioso da oltre 7 anni con la società, e invece faccio l’operaio, dignitosamente, attendendo quella giustizia che da 30 anni mi spetta. Tenga presente che la mia professionalità è riconosciuta quasi da tutti i colleghi, i quali (pur non avendo nemmeno il titolo di studio pari al mio, ma avendo una mansione molto più remunorativa della mia), spesso vengono a chiedermi consulenza tecnica e amministrativa, anche fuori del mio proprio lavoro. Come si può notare non è cambiato molto da allora. La storia continua nei favoritismi, nelle disuguaglianze, nelle ingiustizie, nelle ipocrisie. Io lotto e continuo a lottare perchè si possa portare una società democratica al rispetto della meritocrazia e delle capacità individuali, garantendo però la possibilità a tutti di partecipare alla gara e al benessere collettivo. Aiutiamoci noi con voi e i con nostri figli in questa battaglia, lottando contro chi prevarica i diritti sanciti, e vedrà che un giorno non lontano si potrà assaporare e vivere in una società più concreta e più giusta. In bocca al lupo per la tesi a Sua figlia.
19 marzo 2008
17 marzo 2008
Commento su L'espresso "Il sesso? Meglio fast". (Fabio Sicari-Margherita Cotugno)
Fra qualche tempo arriverà la notizia di uno studio “lo sappiamo meglio noi di tutti”, che ci dirà di portare l’amplesso un pò più alle lunghe, così si avrà meno tempo per le sofferenze quotidiane. Invece, ci sarà un’altro studio “lo sappiamo meglio noi di voi” che ci dirà di portare l’amplesso per le corte, così da diminuire le sofferenze dello stesso amplesso. La verità è che si potrebbero sfruttare meglio gli studi a favore di sofferenze più serie, per alleviare o risolvere problemi, che avrebbero bisogno di molta più attenzione e molte più risorse, lasciando alle coppie di decidere con amore e con passione il tempo giusto da dedicare ai propri desideri sessuali.
Commento su L'espresso "Danza erotica per quattro sceicchi" (Giuseppe Diotto)
Questo potrebbe essere un ulteriore motivo per investire sul risparmio energetico e sulle energie diversificate e meno inquinanti…!
Commento su L'espresso "La bella precaria e l'idiozia dilagante" (Gianfranco Pignatelli)
Se è vera la notizia che la bella precaria ha scelto il polo delle libertà, dopo essere stata vilmente offesa, ha vinto ancora una volta il proprio egoismo a scapito della dignità. Fino a quando accadrà questo, le nuove generazioni, purtroppo, diventeranno sempre più precarie, e non solo di lavoro…!
16 marzo 2008
Commento su L'espresso "Non voterò PD. Fatemi cambiare idea." (Roberto Buscetta, Palermo)
Io non penso che i valori e i principi dettati dalla coscienza possano avere colori o appartenenza politica. Una persona di principi sani e onesta rimane legata ai suoi valori sempre. Alla politica invece appartengono le scelte. Veltroni ha fatto una scelta, dettata da una situazione stagnante che si è venuta a creare nel nostro Paese. In questi anni si è creata una politica con due fronti. Da una parte una coalizione di centro sinistra, dall’altra una coalizione di centrodestra. Ambedue, ambivano a governare il paese con lo scontro, muro contro muro, evadendo dai compiti di riformare in meglio un labirinto burocratico e da una necessità di cambiamento meritocratico richiesta da molta parte della società. Questa sua scelta, che lo ha portato a dichiarare di correre da solo, è stata dettata dal fatto che qualcuno si doveva assumere la responsabilità di cambiare una situazione di stallo che incancreniva la politica nostrana. Ebbene, lui ha avuto il coraggio e l’intelligenza di assumersi questo onere. E devo dire che, a vedere le persone che si affollano ad ascoltarlo, la risposta è ben augurante. Questo non vuol dire che abbiamo trovato l’uomo dei nostri sogni o che tutto va bene madame la marchesa. Però, bisogna dargli atto che sta provando a smuovere un sistema che da 14 anni sta trascinando il paese verso la paralisi. Il cambiamento perchè avvenga, ha bisogno del coinvolgimento di tutte le parti sociali, per cui ognuno (dai più privilegiati ai meno) deve fare un passo indietro per fare poi sempre passi in avanti, verso un traguardo che faccia progredire tutti a vivere in una società, fondata su sani e onesti principi, dove regna la giustizia.
Raffaele Innato ha scritto: 17 Marzo, 2008 21:53
Il bello della democrazia è poter esprimere il proprio parere liberamente. Così ognuno, per la propria esperienza personale, dà il suo contributo. Anch’io, come tutti voi, avendo le mie convinzioni politiche, per una serie di motivi, sono perplesso a scegliere, condizionato da una legge elettorale poco democratica, una sigla, un partito che può avere dei candidati non proprio coerenti ad un mio modo di pensare o di considerare la politica. Io vivo in Italia e voto in Italia. L’Italia è la mia patria nel bene e nel male. Io devo esprimere un mio consenso verso un partito, che più si addice ad una prospettiva di vita coerente al contesto in cui mi trovo. Noi ci troviamo di fronte ad un PDL che ha come premier un personaggio dai mille volti , ma con un solo scopo, fare il proprio interesse. Un centro che parla di possibile inciucio dei due grossi partiti, ma che non riesce a esprimere una posizione netta, e con un programma dal sapore clericale. Una sinistra, che certamente ha le sue ragioni di esistere per combattere ingiustizie sociali, ma che non riesce ad esprimere un consenso maggioritario, una destra tricolore, ripudiata da Fini e che cerca una nostalgica rivincita. Poi, c’è l’oggetto della nostra conversazione il PD, che con tutte le sue contraddizioni interne, si mostra come la novità della politica italiana, riformista, attenta a non ricadere nell’errore di essere ricattata da piccoli partiti e che mostra di dare una nuova speranza ad un paese, che ha grosse difficoltà economiche, debito pubblico esoso, scarsa crescita, poca meritocrazia, troppa influenza della politica e dei politici, criminilità diffusa, cospicua evasione fiscale, lavoro nero, poca sicurezza…Se io scelgo di votare tutti gli altri partiti prima menzionati, le mie aspettative le conosco già: sono le scelte di una politica che appartiene al passato e al vecchio modo di gestire le spartizioni. Se, invece io decido di votare il PD, non ho la certezza, ma ho una piccola speranza che qualcosa possa cambiare nella nostra società, guardando con più interesse e partecipazione a quelle scelte programmatiche che possono dare più sviluppo e più crescita, non solo economica, ma anche di solidarietà, ad una nazione sempre divisa da vecchi rancori e da tifoserie, che sono serviti a fare arricchire e sistemare bene i pochi, ma che hanno lasciato gli anziani a vivere emarginati, le famiglie a sopportare tutto il peso delle ingiustizie sociali e morali e i giovani a non avere un futuro. Ai posteri l’ardua sentenza.
Raffaele Innato ha scritto: 20 Marzo, 2008 12:25
Caro Pino Ciompi,
Roberto ha posto un tema serio, tra votare il PD e votare Sinistra. Praticamente il PDL è escluso a priori. Anche perchè se dovessi fare dei nomi che tu vuoi comprare: Berlusconi, Bonaiuti, Bondi, Schifani, Cicchitto, Tremonti, Tajani, Brunetta, Fini, Brambilla, Calderoli, Borghezio, Bossi…non penso che tu faresti un buon affare, loro, invece, si. Io ti consiglierei per il 13 e 14 aprile, una bella gita in barca molto rilassante.
Raffaele Innato ha scritto: 20 Marzo, 2008 17:45
Caro Marcello Mento,
le Sue giustificazioni sono tutte legittime, ma pretendere che Uolter(Veltroni) avrebbe dovuto fare tante forzature, essendo stato nominato segretario del PD da appena quattro mesi (14/10/2007), mi sembra un pò esagerato. Con l’aggiunta che a cambiare la legge elettorale ci ha provato contro molti, il caro vita non è nato l’altro ieri, non sa se farà la legge sul conflitto d’interesse, e poi, da come la gente lo aspetta ai suoi comizi, mi pare più conveniente rimandarlo il viaggio in Africa.Piuttosto, è d’accordo con Roberto se vota a sinistra? Un caro saluto
Raffaele Innato ha scritto: 2 Aprile, 2008 22:53
Ognuno di noi si affanna alla ricerca di una giustificazione di scelta per un voto coerente al proprio modo di intendere la poltica. Fino a pochi giorni fa sembrava che la politica fosse lontana dai cittadini, invece si scopre che i cittadini si sentono un pò tutti politologi. Noi italiani non ci smentiamo mai. Anche per la nazionale di calcio ogni italiano fa la sua squadra. C’è però un problema, che la squadra è composta da undici giocatori titolari, che scenderanno in campo dall’inizio, più le riserve. Lo stesso dicasi per le elezioni: ci sono migliaia di candidati per 1000 posti al Parlamento, con diversi gruppi di appartenenza. Alla fine due gruppi maggiori avranno la meglio sugli altri, il PD di Veltroni e il PDL di B.. Uno sarà al governo e l’altro all’opposizione, non si sfugge. Si tratta di scegliere tra i due, chi può portare più vantaggi alla nazione in termini economici, sociali, politici e di cambiamento e innovazione utile al nostro paese. Chi voterà per il PDL sa già che la sua politica è proteggere gli affari di famiglia e degli amici e, poi, se rimane qualche spicciolo, il classico contentino ai meno abbienti. Chi voterà Veltroni sà che c’è la voglia di cambiare e far progredire il nostro paese con una politica progressista e più moderna, e mettere le persone e le famiglie in condizioni di vivere un pò più dignitosamente dando una maggiore speranza di futuro ai più giovani. Poi sta a noi se seguire in casa e fuori casa la nostra squadra o criticarla se farà degli errori, se farà bene parteciperemo compatti, se farà male manifesteremo la nostra contrarietà. Al momento non ci sono alternative, perchè ce lo dobbiamo dire in modo chiaro, non l’abbiamo voluta ne saputa costruire un alternativa a questa politica. Tutti alla ricerca di una raccomandazione, l’importante è che mi sistemo io…! Ogni tanto una buona autocritica aiuta a migliorare.
13 marzo 2008
Commento su L'espresso "Vizi private, pubbliche virtù". (Enrico Pagano, Milano)
Fai quello che ti dico ma non fare quello che io faccio. Che per i vizi considerati difetti porta a dare buoni consigli, ma per i vizi considerati pregi e godimenti privati, porta a dare fregature.
Commento su L'espresso "Sono stanca dei comizi-show". (Graziella Zaccone Languzzi)
In Italia abbiamo un grande problema. C’è un mondo virtuale ed è quello che ogni giorno ci propinano in televisione con rubriche rose, trasmissioni leggere e spot pubblicitari, in cui ci fanno sognare ad occhi aperti la speranza illusoria di una vita bella, interminabile e piena di soddisfazioni. Vi è poi un mondo reale dove ci troviamo ad affrontare la nostra quotidianetà, piccolissime fugaci soddisfazioni, molti sacrifici, drammi famigliari, lavoro precario, disoccupazione, mutui da pagare, stipendio insufficiente alle normali esigenze, problemi salutari, ingiustizie, incomprensioni, che sempre più spesso sfociano in tragedie (morti sul lavoro, suicidi, ammazzamenti in famiglia, disperazione…). A questi si aggiungono le notizie dal mondo, dalle quali si evidenziano: lo spettro delle recessione economica, un petrolio sempre più caro, una situazione politica mondiale instabile, terrorismo, guerre o missioni di pace… Di riflesso anche la nostra politica del quotidiano risente i colpi duri di una globalizzazione economica speculativa che non risparmia nessuno. Si vive una confusione ed una incertezza che non fa vedere chiare le cose concrete, che poi sono i normali bisogni che servono alla nostra sopravvivenza. Ecco che allora, coloro i quali, vivono di politica o sulla politica, si muovono e parlano a seconda del momentaneo contesto, senza seguire un percorso lineare che possa portare il popolo a condividere un orizzonte, una idea che possa essere proficua alla pacifica convivenza e al benessere sociale per tutti.Per finire con una battuta di Totò: “Ma lei è onorevole? Si sono l’onorevole Trombetta. Ma mi faccia il piacere…!
Commento su L'espresso "Le mani in tasca". (Raffaele Osci)
Caro Raffaele per avallare ancora di più la tua giusta osservazione, bisogna sottolineare che mettere le mani nelle tasche, vuol dire anche aumentare il debito pubblico (più interesse da pagare) che con Berlusconi è aumentato, vuol dire non combattere l’evasione e l’elusione (falso in bilancio), diminuizione di introiti per l’erario e più spesa per i cittadini onesti, aumento indiscriminato dei prezzi al consumo (senza controllo), poca concorrenza vuol dire pagare di più, niente crescita meno soldi da spendere, e così via…
Commento su L'espresso "Per chi è la festa della donna?" (Riccardo Miccichè-Valentina Mirabile, Agrigento)
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant’è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai, io non so ben ridir com’i’ v’intrai, tant’era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai.Così Nora Helmar profondamente e moralmente delusa, abbandona la casa, il marito, i figli per cercare solitariamente se stessa, per scavare e rintracciare nella profondità del proprio io le radici robuste del proprio essere morale, per adempiere ai doveri che ognuno ha verso se stesso prima che verso gli altri.La dipendenza della donna dall’uomo nasce fin dalla preistoria, principalmente dalla conformazione fisica più debole nella donna. L’uomo era il cacciatore, la forza bruta, avendo doti fisiche naturali possenti per avere la meglio sulle prede che servivano da sostentamento per sopravvivere. Questa subalternità, non più di forza fisica, ma di potere è seguita nei secoli, e ancora oggi vive in tanti paesi del mondo, come risulta anche essere nei paesi occidentali e in Italia. Per la maggior parte dei casi, questa iniqua prassi è valida in linea generale, perchè ci sono casi dove l’uomo è subalterno alla donna (donna manager e uomo operaio, o donna ricca e uomo povero). La tecnologia e l’emancipazione sono elementi importanti che certamente aiutano a creare le condizioni di maggior opprortunità per la parità di diritti tra uomo e donna. Come anche i diritti internazionali per il rispetto delle persone di sesso diverso, possono dare un grande contributo di eguaglianza di diritti e di doveri. Ma, la componente che, secondo me, può creare quella solidarietà vera tra uomini e donne, è la ricerca del proprio io che, sia Dante che Nora trovano nel distacco da una società maligna, per seguire quella finalità di vita che dia quella giustizia giusta, che non sta per forza di cose nel sesso, ma sta soprattutto nella convinzione che, pur con ruoli diversi, ognuno dà il contributo di convivenza e di socialità per una vita di pace e di benessere per tutti, di cui questo mondo ha bisogno.Auguri sinceri a tutte le donne.Raffaele Innato
Commento su L'espresso "In difesa del governo Prodi". (Luigi Taccone, Castellana-Grotte)
Non vi è dubbio che il Governo di Prodi, legittimamente ha dovuto governare in una situazione parlamentare difficile (Senato). Questo gli ha creato non pochi problemi di percorso. Il problema dell’Italia è che da 14 anni è sceso in politica un “signore” che ha troppi interessi personali (conflitto d’interesse), e che possiede un potere comunicativo di mezzi straordinari (Mediaset). Avendo mezzi economici sostanziosi, ha la facoltà di chiamare intorno a sè molti personaggi di parte che aspirano ad occupare posizioni sociali di rilievo (Ferrara, Fede, Feltri, Belpietro, Rossella…), foraggiare circoli (Dell’Utri, Brambilla…), legali ben pagati, personaggi di spettacolo, politici benprestanti, che non disdegnano di supportarlo ovunque. Ciò, ha creato una stortura evidente nella nostra democrazia, perchè il cittadino (labile) non è in grado più di distinguere nettamente l’informazione virtuale da quella reale (es. sondaggi personalizzati), subisce una pubblicità martellante, che ha lo scopo di indirizzare la mente verso una idea della società percepita come realizzabile per tutti (es. ricchezza e benessere per chiunque), che realmente non può mai accadere. Ha distorto la filosofia che la sinistra è la negatività assoluta, invece c’è bisogno dell’uomo forte (Berlusconi) che deve poter governare con il 100 per cento di voti o col partito unico, così da realizzare il programma che lui ha concepito per tutti. Si comprende, quindi, che lo sforzo di Prodi di attuare un programma di risanamento (sacrifici), lotta all’evasione (contro i furbi), ridistribuzione delle risorse (togliere qualcosa ai ricchi per dare ai poveri), sicurezza sul lavoro (esborso maggiore per le imprese), una magistratura più attenta (falso in bilancio, corruzione…), lotta più severa alla criminalità, riceveva un diniego da tutte quelle forze, che non sono portate ad accettare troppi vincoli di correttezza democratica. Allora, la famosa spallata, che alla fine c’è stata, con la complicità di alcuni personaggi (instabili), che oggi si accorgono in ritardo, di aver fatto i conti senza l’oste, rimanendo con un sacco vuoto ma pieno di promesse illusorie. Che ci sia d’insegnamento a non fare ricadute, potrebbe diventare incurabile!
Commento su L'espresso "Qualcuno mi aiuti a votare". (Cosimo Iannella)
Il voto è l’espressione di un a scelta democratica. Colui che vota o non vota si assume, comunque, una responsabilità. Se non voti lasci agli altri una scelta che diventa anche la tua. Se voti ti assumi una responsabilità di una tua scelta. Il fatto che hai da fare una scelta è già di per sè positivo. Perchè se non avessi possibilità di scelta significherebbe accettare un obbligo imposto. In campo ci sono differenti scelte di partiti (forse troppi) e di programmi, anche se possono sembrare uguali, conviene sempre leggere tra le righe, per capire se un programma può essere buono, possibile, veritiero e di sani principi, e se realmente si vuole attuare. Dopodichè, conviene informarsi sui candidati se sono affidabili, preparati e capaci di portare i problemi a soluzioni accettabili. Poi, conviene farsi un buon esame di coscienza, per capire se noi elettori stiamo votando per il bene del Paese per cambiare in meglio, o se, invece, votiamo per puro interesse personale di qualche favore o raccomandazione…? A te la scelta!
Commento su L'espresso "Solo i ricchi piangono". (Fabio Sicari)
C’è la famosa frase: “I soldi non fanno la felicità ma con i soldi si è più felici”. In un mondo di mercato e consumistico, purtroppo, il danaro lo fa da padrone. Questo non vuol dire che chi possiede ricchezza sta meglio di chi non la possiede. A parità di condizioni fisiche e salutari, sta meglio chi ha più ricchezza. Detto questo, secondo il mio punto di vista, ci sono troppe società che si occupano di indicatori e d’indagini sociali, dove ognuno dice la sua, oggi va bene una cosa domani ne va bene un’altra. La verità è che si va alla ricerca della felicità a tutti i costi, senza mai trovarla, perchè non si è capita una cosa basilare che la felicità è la “vita”. La natura è perfetta, non bisogna combatterla, ma adeguarsi ai suoi cambiamenti, prendere con delicatezza tutto quello che ci fa bene con le dosi giuste e stare attenti a tutte le sue pericolosità, senza mai strafare e con molta umiltà, perchè se le procuriamo dei gravi danni, facciamo dei grossi danni a noi stessi, in quanto noi siamo parte di essa. Se vogliamo essere veramente felici dobbiamo amare la nostra vita perchè è la nostra ricchezza.
Commento su L'espresso "Le foreste e gli incapaci messi lì". (Angelo Zurlo)
Caro Angelo, pensa che io diplomato da tantissimi anni in elettrotecnica, non ho mai lavorato da elettrotecnico se non per fare l’impianto elettrico nella mia casa. Ho fatto diveri mestieri: il garzone di bottega, lavoratore nei campi, rappresentante di prodotti alimentari, rappresentante di libri, rappresentante di prodotti dentistici, assicuratore sulla vita, collaudatore di materiali non distruttivi, gestore di palestra, ufficiale dell’esercito italiano, idraulico, operatore d’impianti petroliferi, supplente di scuola media, magazziniere, scrittore… Purtroppo, non sempre le ciambelle nascono con il buco. L’importante che si faccia un lavoro che dia soddisfazioni e che dia da vivere dignitosamente. E non perdere mai la speranza di migliorare, continuando a studiare, a informarti ed a lottare, per dare una migliore speranza ai tuoi figli, alle nuove generazioni, perchè si premi la meritocrazia per il benessere di tutti e non la raccomandazione, grande difetto degli italiani.
Commento su L'espresso "Sfogo di un elettore plebeo". (Franco Lucon)
Se i Plebei capissero quanto è grande il loro potere, farebbero capire ai Patrizi quanto poco furbi essi sono!
Commento su L'espresso "Part time per neo mamme". (Michela Mihich)
Il problema potrebbe nascere proprio dalla frase: una donna part time lavora più di un uomo full time o donna full time. L’impresa potrebbe pretendere dalla donna a mezzo servizio un servizio intero, pagandola a mezzo servizio e metà tutele. Come succede per i neo assunti che dovrebbero fare prima formazione, ma che invece, dopo pochi giorni, prendono subito la mansione. Però l’idea della signora Michela, la condivido perchè può essere una buona soluzione per la famiglia, ma con le giuste tutele delle neo mamme nel rispetto delle regole e delle leggi.
Commento su L'espresso "Quanto mi costi, sindacato mio". (Franco Bertolino)
Il sindacato nasce da grandi e combattute lotte dei lavoratori, perchè sfruttati dal padrone. Nel corso degli anni con le conquiste sociali è diventato sempre più presente e più forte. Questo è certamente un bene per i lavoratori ed anche per le imprese, come le stesse riconoscono, avendo anch’esse le loro rappresentanze. Come in ogni buona famiglia, ci sono sempre quelli che non sono d’accordo. Infatti, non si è obbligati all’iscrizione al sindacato perchè volontaria, ricevendo comunque la tutela sindacale(diritti dei lavoratori): il contratto è collettivo. Se un lavoratore cade e muore da una impalcatura, un motivo ci deve essere stato. Se, come penso, il lavoratore non aveva motivo di suicidarsi, evidentemente, la causa bisogna ricercarla sulla mancata sicurezza del luogo, delle protezioni e della non solida impalcatura, altrimenti, se non si prendono i dovuti provvedimenti qualche altro lavoratore ci lascerà la pelle. Se i responsabili dell’impresa non si curano dei dipendenti e delle stesse strutture, è chiaro che il sindacato è chiamato a bloccare l’attività lavorativa, proprio perchè se è successo ad un settore può succedere, purtroppo, ad altri settori. Caro Franco, se lei dovesse sentirsi male per strada, cade a terra sull’asfalto, nessuno ci pensa a soccorrerla perchè hanno fretta di andare a lavorare, come le descrive queste persone?
Commento su L'espresso "Bertinotti poco global". (Marco Alberici)
La filosofia con la quale, se condanniamo o chiediamo pene severe per chi non rispetta la legge (morti sul lavoro per poche decine di Euro al giorno), allontaniamo dal nostro Paese investitori stranieri, porta a significare che l’importante per noi è che gli stranieri investano capitali nel nostro paese, per il resto dei nostri lavoratori possono scegliere la insucurezza che più gli aggrada, tanto abbiamo previsto nel nostro codice solo pene amministrative, che si calcolano a seconda della sottopaga contrattata unilateralmente dall’impresa investitrice. Prodi avrà potuto fare l’errore di non prevedere una globalizzazione selvaggia di un mercato gestito da pochi ma, caro Marco, mi sembra che lei sia andato molto più in là di Prodi, nell’accettare l’idea che, dopotutto, questa “normale” globalizzazione le dà un piacere di rivalsa, verso una filosofia che, invece, nella sua indagine critica porterebbe gli operai in paradiso.
Commento su L'espresso "Gravina e gli enti locali". (Ludovico Baracco)
Ormai è abitudine della gente vedere le storture della nostra società, quando un accadimento, una tragedia viene alla ribalta della cronaca. A giusta ragione se ne parla, dopo qualche giorno, massimo una settimana e tutto ritorna nella cosidetta normalità. Una passeggera riflessione, un suggerimento a eliminare o a risolvere un problema, per poi cadere nella nostra quotidiana negligenza. Siamo tutti presi dal lavoro, dagli affari, dai problemi personali e dal nostro egoismo, che ci porta sempre a guardare cosa potrebbero fare gli altri, dimenticandoci che gli altri siamo anche noi, perchè le tragedie o le disgrazie non sono solo problemi degli altri. Se io ho la sensibilità di vedere un ostacolo od un pericolo, non devo aspettare che qualcuno se ne occupi. Prendo il famoso telefonino con cui siamo abituati a complicarci la vita (raramente lo usiamo quando necessita), chiamo i responsabili interessati e faccio in modo che l’ostacolo o il problema venga rimosso. Altrimenti, facciamo come la famosa scenetta di un film con Totò “Un turco napoletano”, nella quale Totò dà uno schiaffo ad un prepotente, il quale rivolgendosi ai testimoni presenti domanda: “Avete visto? Ma avete visto? Ma avete visto?” Si hanno visto risponde Totò, e tu invece l’hai sentito.
Commento su L'espresso "La 194 e la mia vita di donna". (Emilia Monzo)
Mi associo a quanto scritto dalla signora Emilia, alla quale va il mio sincero sentimento di stima. La verità è che c’è troppa gente che vuole cavalcare i drammi degli altri per specularci sopra, invece, di trovarvi delle soluzioni che possano agevolare persone che soffrono nel proprio silenzio con la propria dignità. E che desiderano solo di poter decidere la propria sorte dolorosa lontano da clamori, esigendo con umiltà di aver rispetto delle proprie scelte e delle proprie azioni, dote di chi sa amare e affrontare la vita al di fuori dei salotti e delle nicchie di potere.
Commento su L'espresso "Il partito degli astenuti". (Francesca Gavelli)
Astenersi dal voto è la condizione naturale dell’antidemocrazia. La democrazia si fonda sulla scelta del popolo a delegare i rappresentanti eletti ad amministrare e decidere un percorso, fatto di norme e leggi condivise, che influiranno nel bene e nel male sulla società civile dello stato. Il paradosso della democrazia è che la gente ha la scelta del non voto, che vuol dire non voler partecipare alle sorti di quello stato. Quindi, ci si sente in diritto di dissentire attraverso il non voto, lasciando però agli altri l’ingrato doveroso compito. Tanto le cose non cambiano, e se dovessero cambiare sono fatti degli altri, io mi sento di starne fuori e voglio vedere. Ma vedere che cosa? Ammettiamo, non sia mai, che nessuno o pochi andassero a votare, ci sarebbe un vuoto di potere o rappresentanti di un potere debole, che vorrebbe dire che qualcuno potente economicamente e militarmente potrebbe approfittarne per compiere una bella “marcetta” che ha portato già i disastri che sappiamo! Sarebbe opportuno e salutare, invece, che ci senta obbligati civilmente e costituzionalmente ad andare a votare, essere partecipi ad una scelta condivisibile e lavorare insieme per costruire, col nostro corretto comportamento delle regole da noi stessi accettati e voluti, una società sana di valori e di diritti e doveri, che non giudichi solo ciò che fanno gli altri, ma si prodighi a criticarsi su quello che non fa da sè.
Commento su L'espresso "Il computer e la quaresima". (Daniele Damele)
Se l’Arcidiocesi o il Clero imparassero a digiunare di politica della materia e imparassero a nutrirsi di bene dello spirito, farebbero cosa sana e giusta. Altrimenti, il rischio che corrono è di confondere il virtuale col reale, e per la Chiesa in generale sarebbe un grande problema. Per quanto riguarda noi peccatori, preferisco che siamo noi a scegliere i valori dell’etica, pur commettendo degli errori (errare è umano). Sempre meglio di una penitenza dettata da chi da una rivelazione ereditata ne ha fatto un mestiere, con le dovute eccezioni.
Commento su L'espresso "L'accanimento è laico". (Alberto Ferraguti)
Non si può disconoscere che in nome di un dio, l’uomo ha sempre combattutto le guerre dichiarandosi di stare dalla parte giusta. Quanti famosi condottieri nel combattere il nemico e uccidendolo, dichiarano: “E’ Dio che mi dà la forza ed è Dio che mi porterà alla vittoria”. Ma la stessa frase viene pronunciata dal nemico. Il problema dell’incitamento alle cattive azioni, purtroppo nasce dalla convinzione di essere dalla parte di una verità unilaterale, e se questa non può essere confutabile diventa più pericolosa, perchè non riesce a vedere, priva della sapienza del dubbio, che forse il giusto non sta nè da una parte e nè dall’altra, ma sta nella convinzione di una coscienza etica sana, libera dalla infallibilità.
Commento su L'espresso "Ero convinto di essere di destra". (Giacomo Giacalone)
Caro Giacomo, nella vita arriva sempre il momento di ravvedersi, tu oggi godi di questo perchè qualcuno, inconsapevolmente, ti ha fatto capire che anche la sinistra e il centro fa parte del corpo (elettorale). “Abbattiamo il muro della contrapposizione a tutti i costi e forza al cambiamento…viva la democrazia!”.
11 marzo 2008
07 marzo 2008
05 marzo 2008
02 marzo 2008
01 marzo 2008
24 febbraio 2008
Commento su L'Espresso "Consigli per Binetti". (Luciana Foltran)
La dialettica quando porta le contrapposizioni al risultato di valorizzare in positività il ragionamento è certamente benefica.Quando dalla stessa Sen. Binetti si dichiara a sproposito che essere gay è una devianza della personalità dell’individuo, e, invece, si ha la consapevolezza che usare il cilicio è un bene perchè ci costringe a riflettere sulla fatica del vivere, mi inorridisce, pensando che già senza cilicio quanta fatica a sopportare tanto masochismo deviante. Altro che devianza della personalità dei gay che non sta nè in cielo, nè in terra e nè in ogni luogo. La nostra società ha bisogno di misurarsi sulla concretezza e praticità dei valori, non su sentimenti o suggestioni di caste, di gruppi o personalismi vacui. Se modernizzazione e rinnovamento ci deve essere, diamo spazio e possibilità a chi usa il ragionamento per interesse e benessere di una collettività, che ama il vivere della realtà e persegua il sogno di una società che abbia rispetto di tutti e diritti uguali per tutti per il bene di tutti.
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22 febbraio 2008
Commento su L'Espresso "L'amore ai tempi di Moccia". (Alice T.)
Non esiste una definizione dell’amore o il credo dell’amore. L’amore è un sentimento soggettivo e personale, non è e non può essere collegato ad una moda dettata o escogitata da una persona o da un libro o da un film. L’amore lo senti o non lo senti. Se lo senti diventa un trasporto meraviglioso che ti fa volare in una dimensione che va al di là di ogni ragione. Chi lo prova non vuole che finisca mai, ma duri in eterno. Certo, pensare ad un amore legato ad un lucchetto che col tempo si deteriora, vuol dire che anche il suo sentimento d’amore ha il suo limite di tempo che lo consumerà e, quindi, non resisterà nell’infinito.
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21 febbraio 2008
Commento su L'Espresso "Morire di SUV". (Luciano Cantarurri, Milano)
Prendo atto, purtroppo, che quello che succede nel nord Italia è pari a quello che succede nel sud Italia. Almeno, nelle negatività siamo alla pari. Se poi, la vogliamo dire tutta, è una negatività che è lo specchio del nostro mondo. Quella che lei ha chiamato “emergenza maleducazione” io la chiamo “stortura del sistema”. La globalizzazione del mercato voluta dai grandi finanzieri, banchieri e grandi catene multinazionali, e non della pacificazione dei diritti dell’uomo e dei popoli, ha creato una società fondata sull’individualismo (involuzione), in cui ognuno si sente nel diritto di abusare della propria forza, in nome della concorrenza a prevalere a tutti i costi, determinando una grave lacerazione in un sistema sociale solidale evolutivo, che fini a qualche decennio fa si stava cercando di attuare, con i famosi movimenti partiti dagli anni ‘68.
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20 febbraio 2008
Commento su L'Espresso "Al voto senza sconti". (Alda Spada-Raffaele De Chiara- Paolo Caccetta, Messina)
C’è in molti la percezione dello smarrimento e dello sconcerto verso una politica che non riesce a dare risposte concrete a problemi concreti. Si dice: “Ogni popolo ha il governo che si merita”. Ebbene a guardare e ad osservare la nostra società non mi meraviglia se al Parlamento o al Governo ci siano persone poco affidabili, sia per preparazione e sia per coerenza e correttezza. Lo dico con molta amarezza! La mattina presto mi alzo per andare a lavoro. Scendo le scale e trovo il portone aperto, lo chiudo. Varco il cancello e devo scansare le feci dei cani, a due metri da me uno dei soliti “amanti degli animali” sparge per terra il cibo per i cani e i gatti, e imperterrito se ne va. Avvio il motore della mia auto e a poche decine di metri trovo la prima auto che è ferma al centro della strada, mi tocca aspettare prima che il conducente si decida a spostarla. Nella imboccatura della prima curva per poco non mi scontro con un auto che sta effettuando l’inversione ad “U”. E’ una ragazza che si giustifica così: “sai non vedevo bene”. Riesco a fare qualche centinaia di metri e mi imbatto con un signore anziano che ha una guida molto lenta, appena trovo la strada a due corsie, incomincio il sorpasso e, stranamente, questo signore si ricorda di avere fretta e inizia ad accelerare e a suonare perchè non vuole che lo sorpassi. Riuscito con fatica il sorpasso, dopo quache chilometro mi trovo davanti un auto con dei signori indaffarati a gettare dal finestrino carta e mozziconi di sigarette, il conducente sta sorseggiando una birra. Ancora un pò più in là un uomo prima e poi una donna, che stanno zigzagando con l’auto perchè sono alla guida col cellulare e contemporaneamente stanno fumando. Finalmente, supero il centro cittadino e sono in periferia nella zona industriale e mi trovo all’improvviso una nebbia fitta, penso che forse ho sbagliato strada, invece, è il fumo nero degli scarichi dei tir e dei camini dell’Ilva di Taranto…Non continuo a narrarivi quello che mi succede durante il giorno e anche di notte, ve lo risparmio. Traete voi le conclusioni se la colpa di tanto sconcerto è solo dei politici o non dobbiamo fare un bel “mea culpa”. Perchè se vogliamo che cambi la politica in meglio dovremmo cambiare prima noi con atteggiamenti più responsabili e più coerenti alle nostre stesse richieste.
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Commento su L'Espresso "Fiorello e il voto". (Gianfranco Uggias, Sassari)
Il voto è una garanzia ed una conquista sociale di democrazia per un Paese Civile. Attraverso il voto il cittadino esprime liberamente la sua preferenza verso un partito od un candidato a cui delega il suo modo di vedere e di intendere la vita economica, sociale, politico ed etica. Quindi, se il programma proposto rispecchia anche la volontà dell’elettore di vederlo realizzare, egli dà il suo contributo con il consenso del voto. Detto questo, se mio padre mi prospetta un progetto di soluzione per risovere i problemi famigliari ed io sono d’accordo, dò il mio consenso con una bella stretta di mano e approvo. Dopodichè, siccome io faccio parte della famiglia, so che il mio comportamento deve essere coerente con l’indirizzo espresso da mio padre perchè il suo progetto possa realizzarsi per il bene della famiglia. Se mio padre dovesse venir meno al nostro accordo, essendo io una persona responsabile, non spoglio mio padre dalle sue responsabilità togliendogli la mia delega, ma lo sprono a correggersi rimboccandomi le maniche, lavorando fianco a fianco con lui, perchè insieme possiamo e dobbiamo trovare la soluzione dei nostri mali famigliari. Non aspetto lo “zio d’America”!E a proposito di Fiorello, sarà anche bravo ad imitare e fare spettacolo, ma da oggi cambierò canale ogni volta che lo vedrò in tv o lo ascolterò alla radio. Un bel bagno di umiltà gli farà bene. Troppo successo e troppi soldi fanno sempre male, quando non si comprende che essere umili significa essere già ricchi di virtù.
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14 febbraio 2008
Commento su L'Espresso "Roma e il Papa". (Claudio Lo Bue)
Ho visto le persone abbracciarsi, ho visto i religiosi svestirsi, ho visto i ricchi spogliarsi degli averi, ho visto i giudici criticarsi, ho visto i politici eleggere il popolo, ho visto i guerrafondai chiedere aiuto ai pacifisti, ho visto sorridere i lavoratori nelle fabbriche, ho visto il mare, i monti e i territori liberarsi dai rifiuti, ho visto l’aria tersa, poi… ho visto troppi non vedere.
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13 febbraio 2008
Commento su L'Espresso "Le tasse di Valentino Rossi e le mie". (Vincenzo Schirinà)
Le tasse, piacciano o non piacciano, sono tasse. Prelievo necessario che compie l’Erario a fronte della spesa pubblica da utilizzare in favore dei servizi per i cittadini. L’utilizzo di queste entrate è in mano alla buona o alla cattiva amministrazione pubblica. Partiamo dal fatto, che le tasse dovrebbero essere pagate da tutti, in proporzione alla capacità di produrre reddito, senza sconti per nessuno. Chi non ottempera a questa elementare norma dovrebbe essere punito e sanzionato con pene severe, compreso il carcere. La discussione su come pagarle dovrebbe essere fatta in maniera equa e uguale per tutti, e non come accade oggi, che il lavoratore dipendente paga con perfetta precisione alla fonte e in anticipo, rispetto ad altre categorie che pagano dopo che sono stati chiusi i conti dell’anno, e in maniera forfettaria. Quindi già si parte in maniera sperequativa e ingiusta. Detto questo, noi, carissimi cittadini italiani e bravi spettatori, non siamo esenti da colpe. Perchè quando i vari Vespa, persone di spettacolo, giocatori o corridori ben strapagati, sono seguiti e inseguiti da milioni di spettatori, incollati alla tv o alla radio o negli stadi; bisogna sapere che a pagarli siamo sempre noi (col canone tv, pubblicità, abbonamenti…). Quindi, logica vuole, che se vogliamo una società più giusta, nella quale i comportamenti coerenti hanno una loro sostanziale importanza, dovremmo spegnere la televisione, la radio, internet, ecc…, prendere per mano la famiglia, i bambini o gli amici o le amiche, andare per strada o nelle piazze o in luoghi di ritrovo salutari, guardarsi, parlarsi, confrontarsi lealmente per decidere di seguire un modo d’intendere e di vivere la vita, non nell’attesa di un evento spettacolare voluto dagli altri per puro interesse di fare cassa, ma con l’aspirazione legittima di partecipare in collaborazione con gli altri ad essere noi i veri protagonisti della nostra vita, tramutando così le fastidiose tasse, che devono essere pagate, come bene per la solidarietà degli uomini.
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07 febbraio 2008
Commenti su L'Espresso "Votare per perdere?". (Carmine Di Filippo)
Politicamente siamo arrivati al punto, le elezioni politiche. Veltroni dice e conferma che il 13-14 aprile correrà da solo perchè si può vincere, tenendo fermo il programma del Pd, che in politica estera si differenzia dalla sinistra per cui: meglio soli che male accompagnati.Domanda: di quale programma stiamo parlando? E ammesso che sia un buon programma per il Pd, è sicuro che lo possa essere anche per gran parte degli italiani che dovrebbero votarlo? Non sarebbe più ovvio e opportuno discuterlo con gli altri partiti alleati e trovare i punti programmatici di sicuro accordo per una sana allenza e sana prospettiva per il Paese, di cui abbiamo grande necessità. Io, sono un elettore, devo andare a votare, e desidero che mi si convinca che il programma sia esaustivo nei suoi punti importanti: risanamento costante dei conti pubblici, maggiore occupazione dei giovani al lavoro stabile, riduzione delle tasse al lavoro produttivo e alle imprese che investono sul lavoro, lotta severa alla evasione ed elusione fiscale, aiuto alle famiglie più bisognose, costruzioni di alloggi per famiglie meno abbienti e per giovani universitari, una Scuola Pubblica più meritoria e più professionale da cui debbano uscire ragazzi e ragazze pronte alle esigenza della società progressista, legge elettorale più trasparente e vincolante alla coalizione dei partiti con candidati eleggibili senza macchia, riduzione di una Camera del Parlamento e del numero degli onorevoli, snellimento ed efficenza degli Enti Pubblici, riduzione dei molti sprechi e privilegi sparsi nei settori sociali e no, severità legislativa nello smaltimento dei rifiuti (ogni territorio che produce 100 deve smaltirne 100, con le dovute eccezioni), una giustizia più giusta e più celere con sentenze che vanno applicate, incluso il carcere per rieducare seriamente, poltica sociale per i giovani nelle strutture associative e ricreative per una educazione alla vita come bene inviolabile, strade più sicure e veicoli su gomme meno veloci, una sana cultura a preservare e conservare i beni artistici a salvaguargia del paesaggio, sanzioni amministrative severe per chi viola le leggi della buona convivenza del rispetto reciproco nella comunità, un progetto nazionale al risparmio energetico meno condizionato al petrolio e meno inquinante, meno militari all’estero e più prevenzione e controllo più severo delle forze dell’ordine sulle strade e nelle nostre città, chi sbaglia paga e se è amministratore o politico o controllore pagherà di più, perchè deve dare l’esempio. Meno soldi pubblici ai privati che curano solo i propri interessi e più risorse a quelli che curano gli interessi certificati della comunità, informazione più trasparente e più responsabile.Insomma una società più normale e più equa. Non so se questo è il programma del Pd, se dovesse esserlo, pur con degli aggiustamenti che possano essere suggeriti da altri alleati, che ne migliorino la qualità, penso che Veltroni abbia serie possibilità di vincere di fronte ad una coalizione multiforme che ha dimostrato in tutti questi anni incapacità amministrativa e fare prevalentemente i propri interessi di bottega, avendo come unico programma di dare la spallata e denigrare l’avversario, disinteressandosi del nostro Paese e dei gravi problemi della nostra quotidianità.
Raffaele Innato ha scritto: 8 Febbraio, 2008 20:26
Non vi è dubbio che la maggior parte di questi politicanti e governanti non ha né capacità di lungimiranza e né buona preparazione amministrativa-politica. Ascoltandoli nelle varie interviste radio-televisive, si percepisce che mancano di dialettica e di preparazione ad una logica di visione della prospettiva filosofica e pragmatica, verso un ideale o verso un orizzonte futuristico di una realizzazione di benessere del proprio popolo e dei popoli. Cos’è che fa muovere le persone e i popoli? Il bisogno. Se ho realizzato il mio bisogno, non vedo la necessità di rimboccarmi le maniche, vivrò nella staticità del non fare. Viceversa se non ho realizzato il mio bisogno, sarò sempre in fermento e in movimento finchè ci riuscirò. Il bisogno, però, non è solo uno stare bene fisicamente, ma è anche uno stare bene mentalmente e moralmente. Cioè, la ricerca continua dell’essere di trovare nell’altro essere o verso altri popoli una condizione di benessere e di convivenza pacifica, nello scambio dei pensieri e dei dubbi che senz’altro portano alla crescita dell’individuo e alla sua evoluzione. Quindi, non la contestazione pura e semplice fatta di lamentele e di deleghe, ma una sana riflessione alla concreta partecipazione collettiva delle persone tutte, a saper vedere e distinguere quale orizzonte conviene traguardare, se veramente vogliamo soddisfare il nostro sempre bisogno di vita. A noi la scelta!
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05 febbraio 2008
Al voto, al voto...
31 gennaio 2008
Commento su L'Espresso "Qui scoppia un Sessantotto". (Adriana Ferrante-Paolo Bressano-Francesco Beradini)
Sono una persona che ha vissuto, partecipato attivamente e democraticamente al movimento studentesco del ‘68. Io sono certo di aver contribuito a migliorare una società che fino ad allora si trascinava grossi problemi sociali e morali (analfabetismo diffuso, intolleranza verso i più deboli, padre padrone, portatori di handicap segregati in stanze chiuse, sudditanza della donna, omicidi e violenze sulle donne tollerate dalla legge, lavoro senza regole, pochi laureati, diversità celate, insegnamento unilaterale, scarsa libertà di espressione, ecc…). Ancora oggi, io partecipo attivamente e democraticamente (in famiglia, sul lavoro, per le strade, scrivo articoli sulla stampa e sul mio blog, partecipo a riunioni di interesse sociale e politico, ho scritto un libro su come si può creare una sincera solidarietà nel mondo) a migliorare la nostra società, che certamente ha avuto una caduta sociale e morale in questi ultimi 15-20 anni, che col ‘68 centra poco. Io penso, che ognuno di noi farebbe bene a farsi un sincero e sano esame di coscienza, guardarsi dentro e chiedersi: “Cosa faccio seriamente io per migliorare questa società che sta andando a rotoli?”.
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30 gennaio 2008
29 gennaio 2008
Commento su L'Espresso "Mastella e gli interessi del Paese". (Marco Bazzoni)
Sono d’accordo che, prima di andare alle elezioni, si debba cambiare la legge elettorale scegliendo noi elettori i candidati, che abbiano la fedina penale pulita e che abbiano da proporre riforme che facciano bene al Paese. Il fatto che il centrodestra proponga le elezioni subito senza cambiare la legge, la dice lunga di come vorrebbero governare il Paese o meglio come gestire meglio interessi di bottega.
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27 gennaio 2008
22 gennaio 2008
Commento su L'Espresso "Il mancato coraggio del papa". (Francesco Mira)
Alcune volte nella vita ci vuole coraggio a rinunciare, ma ci vuole molto più coraggio ad affrontare. Se il Papa Ratzinger non avesse paura a portare la parola della Chiesa, da non confondere con quella del Signore e della Sua grande sapienza, non avrebbe bisogno di camminare circondato dalle sue “guardie del corpo”. Il Signore osava portare la Sua parola fra la gente, camminando con la gente. Non aveva bisogno d’interpretare il significato di “giustizia”, Gesù la giustizia la indossava, faceva parte del suo corpo e del Suo alto pensiero. Non ci scordiamo mai che l’uomo per quanto giusto possa essere è sempre fallibile.
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17 gennaio 2008
Commento su L'Espresso "Mastella va giudicato come tutti". (Avv. Vittorio Porzio)
Caro avvocato V. Porzio, sono molto d’accordo con lei in buona parte. Sarei pienamente d’accordo con lei, se anche come categoria di avvocato non difendesse l’indifendibile, in modo che i processi si potrebbero ridurre di tempo e con più giustizia.
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16 gennaio 2008
10 gennaio 2008
Commento su L'Espresso "La moratoria che vorremmo". (Maria Mantello)
Cara Maria sono d’accordissimo con te. Il 14 Dicembre 2007 è stato pubblicato il mio libro “Viaggio sul Pianeta della solidarietà” da una piccola Casa Editrice di Taranto, nel quale invito il lettore a seguirmi in questo viaggio su di un pianeta dove le cose che tu hai descritto sono fortemente marcate. E’ un nuovo modo di vedere e vivere la vita, che io propongo, per far uscire l’uomo dal lungo tunnel buio in cui si è infilato e da cui non riesce più a vedere la luce.
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09 gennaio 2008
Il pulpito e la predica

Il pulpito e la predica.
Il Papa Benedetto XVI dall'alto della Sua figura religiosa, che io rispetto, ci ammonisce a non pensare che la globalizzazione instauri da sola, automaticamente un ordine mondiale più giusto. Dal profeta Isaia: "nebbia fitta avvolge le nazioni", io aggiungerei avvolge le persone e determinate persone. Questo tipo di globalizzazione non è certo sinonimo di ordine e pacificazione mondiale, tutt'altro. Basta accendere il televisore o aprire il giornale o andare per strada, per accorgersi come i conflitti per la supremazia economica e l'accaparramento delle materie prime rendono difficile la costruzione di un mondo più giusto e solidale. Si ha bisogno assolutamente di una speranza, che faccia prevalere il bene comune in favore di tutti i popoli.
Benedetto XVI dice: "se c'è una grande speranza, si può perseverare nella sobrietà. Se manca la vera speranza, si cerca la felicità nell'ebbrezza, nel superfluo, negli eccessi, e si rovina se stessi e il mondo. La moderazione non solo una regola ascetica, ma anche una via di salvezza per l'umanità. È ormai evidente che soltanto adottando uno stile di vita sobrio, accompagnato dal serio impegno per un'equa distribuzione delle ricchezze, sarà possibile instaurare un ordine di sviluppo giusto e sostenibile". Fin qui l'omelia non fa una grinza. Quale uomo giusto non è d'accordo con queste affermazioni? Io sono moderatamente d'accordo con Lui. La nota stonata non sta nel discorso che è condivisibilissimo, ma sta nel fatto che: "da quale pulpito viene la predica". Ci si dice di aiutare i bambini a non morire, basta pure un solo euro per salvare la vita ad una creatura che non ha alcuna colpa se non quella di nascere in un mondo sbagliato. Questo lo dice una persona che indossa delle vesti che in base al costo monetario potrebbe salvare alcune migliaia di bambini. Quindi, di che speranza stiamo parlando? La verità è che avremmo bisogno di meno parole ma più fatti concreti, altrimenti, non ci resta che pregare!
30 dicembre 2007
Presentazione video del libro
Ho visto le persone abbracciarsi, ho visto i religiosi svestirsi, ho visto i ricchi spogliarsi degli averi, ho visto i giudici criticarsi, ho visto i politici eleggere il popolo, ho visto i guerrafondai chiedere aiuto ai pacifisti, ho visto sorridere i lavoratori nelle fabbriche, ho visto il mare, i monti e i territori liberarsi dai rifiuti, ho visto l'aria tersa, poi... ho visto troppi non vedere. (Raffaele Innato)
Anno 2009: perchè tutti gli abitanti della Terra possano trovare la strada della pacificazione degli uomini e il rispetto dei diritti inalienabili delle persone. La vita è un diritto per tutti e come tale deve essere rispettata.
Ognuno di noi ha un suo percorso di vita. Tutto parte dal luogo di nascita, dalla condizione socioeconomica dei genitori (se ci sono), dal paese d'origine, dal contesto politico nazionale e internazionale, e da altri fattori condizionanti. Per cui nessuno parte uguale all'altro. Questo fa si che ci fa essere fin dalla nascita diseguali e ingiusti verso gli altri. Quando riusciremo a far nascere tutti dalla stessa linea di partenza, solo allora ci sentiremo eguali e giusti verso gli altri. (Raffaele Innato)
Quanto povera è la ragione dell'essere umano di fronte al cambiamento, quando è necessità cosmopolita della propria esistenza. (Raffaele Innato)
Ci sono persone che per godere del bene della vita hanno bisogno di poco tempo, altre pur avendo molto più tempo non ci riescono mai. (Raffaele Innato)
Io, non mi stancherò mai di difendere i più deboli, da qualunque parte provengano, non perchè sono buono, ma semplicemente egoista e previdente. Perchè, quando lo diventerò io, ci sarà certamente qualcuno più forte che mi difenderà. (Raffaele Innato)
Quando una società ha come riferimento solo il benessere economico è evidente che a morire sono i valori umani. (Raffaele Innato)
Quando il dubbio mi assale ho la ragione dalla mia parte, quando la certezza mi prende perdo ogni ragione d’essere. (Raffaele Innato)