18 febbraio 2012

C'è bisogno di un cambiamento. L'Europa ha un ruolo importante.

Europa

L'Europa, il continente che con la sua storia e la sua cultura hanno influenzato notevolmente tutto il mondo civilizzato. La sua posizione centrale, rispetto agli altri continenti, e la penetrazione del mare hanno sempre favorito le comunicazioni fra le popolazioni delle diverse nazioni e le migrazioni verso altri territori del mondo. Un clima per buona parte benevole, inoltre, ha fatto sì che divenisse densamente abitata. Tutto questo le ha permesso di essere sempre al centro degli interessi internazionali. Ora però, si trova a combattere una situazione economica e politica critica: la scelta di un cambiamento, che certamente potrebbe cambiare la storia del Pianeta.
Le risorse non sono infinite e per tutti, quindi bisogna pensare ad un sistema di vita e di società che non può più avere due livelli di condizioni opposti: i ricchi che speculano e i poveri che subiscono. Anche perchè i ricchi sono sempre di meno e più ricchi, mentre i poveri sono sempre di più e sempre più poveri. Non solo, ma i beni sono sempre di più in mano ai privati ricchi e meno ai privati poveri e meno allo Stato amministratore. Perciò, esiste una abnorme ingiustizia che dovrà portare alla dissoluzione un modello sociale, non più tollerabile. La prova è che nel mondo tutti gli Stati sono in fermento, in quanto stanno capendo e discutendo che c'è bisogno di un cambiamento. La svolta deve esserci per forza di cose. Solo che ci vorrebbe quella che tutti noi ci auspichiamo. E cioè quella che non ci dovrebbe essere alcuna distinzione di classe e di benessere, ma tutti dovremmo godere in egual misura delle risorse e dei benefici che il mondo ci mette a disposizione. Insomma, una società a misura di uomo, consapevole che la partecipazione di ognuno nel rispetto degli altri, porta certamente ad una vita sobria ma piena di soddisfazioni e di umanità. Una umanità che non siamo più capaci di riconoscere.

04 gennaio 2012

I politici italiani chiedono sacrifici ma non per loro.

Politici attenti al loro stipendio.

Sul sito del ministero della Funzione Pubblica, sono stati resi noti i risultati dell'indagine della commissione presieduta da Giovannini, presidente dell'Istat. La commissione aveva il compito di comparare gli stipendi dei parlamentari italiani a quelli europei per operare eventuali adeguamenti. Dai risultati emerge che i parlamentari italiani ricevono un'indennità superiore rispetto ai loro colleghi tedeschi, inglesi e spagnoli, ma i meccanismi e i criteri per il calcolo delle indennità parlamentari nei vari paesi sono talmente diversi da renderli di non facile lettura.
In Italia l'indennità parlamentare lorda per i deputati è di 11.283 contro i 7.100 euro della Francia, i 2.813 della Spagna, 8.500 nei Paesi Bassi, 7.668 in Germania. A cui si aggiunge in Italia una diaria da 3.500 euro. Sono però minori le spese accessorie, in particolar modo quelle dei collaboratori: rientrano per i deputati nostrani fra le spese di segreteria e rappresentanza, 3.690 euro al mese. Mentre per esempio in Francia un deputato può spendere fino a 9.100 euro al mese per i collaboratori, in Germania sono pagati dal Parlamento per un totale di 14.700 euro, in Austria sono dipendenti della Camera.
Per la Commissione dunque i dati raccolti sono insufficienti per capire se e quanto tagliare. Perciò essa non è in condizione di effettuare il calcolo di nessuna delle medie di riferimento con l'accuratezza richiesta dalla normativa.
Le presidenze di Camera e Senato hanno fatto capire che non interverranno sulla voce principale, né sulla diaria da 3.500 euro. Invece vorrebbero intervenire sulle spese per collaboratori e portaborse decurtando quei 3.690 euro al mese.
Nell'attesa, tutto questo, però non può bastare, se si vuole affrontare la questione seriamente. Si devono affrontare anche altri dolorosi capitoli di sprechi e privilegi che regnano sovrani nella pubblica amministrazione: la riduzione del numero dei parlamentari, l'abolizione dei vitalizi, abolizione delle province, enti inutili, auto blu, acquisti di beni e servizi, regioni e province a statuto speciale, stipendi dei manager pubblici e via discorrendo.
Non si possono chiedere dall'oggi al domani sacrifici lacrime e sangue agli italiani, anche ai meno abbienti, e poi chi li chiede non si tocca neanche un centesimo, pur ricevendo stipendio e benefici da signori, pagati profutamente dagli italiani onesti e operosi.