31 dicembre 2009

Auguri da Raffaele Innato.

Anno 2010:
affinchè tutti gli abitanti della Terra possano trovare la strada della pacificazione degli uomini e il rispetto dei diritti inalienabili delle persone.
La vita è un diritto per tutti e come tale deve essere rispettata.
Auguro a tutti i visitatori, agli amici ed a tutti coloro che amano la Terra e a tutti i popoli che l'abitano tutto il benessere perchè si possa vivere nell'amore e nella gioia del rispetto reciproco.

30 dicembre 2009

Nichi Vendola speranza per una società democratica migliore.

Nichi Vendola

Nichi Vendola uomo del sud, nasce a Bari in una famiglia cattolica e comunista.
Ha praticato la politica e il comunismo quando aveva i calzoni corti tra i braccianti e i compagni di Terlizzi. Ha conosciuto il lavoro fin da piccolo e ha sempre amato la lettura e i libri. Laureato in Lettere e Filosofia. Giornalista e scrittore. Egli dice: "Siamo comunisti non per replicare, nei secoli dei secoli, una storia codificata, una liturgia monotona, una forma statica che contiene una verità rivelata: ma per liberarci dei fantasmi e dei feticci di un mondo che strumentalizza la vita, mercifica il lavoro, distrugge la socialità."
A soli 14 anni si è iscritto alla Federazione dei Giovani Comunisti. Nel 1990 entra a far parte del Comitato Centrale del Partito Comunista Italiano. E' stato tra i fondatori del Partito della Rifondazione Comunista.
Eletto alla Camera dei Deputati nel 1992, nel 1994, nel 1996 e nel 2001. E' stato Vice presidente della Commissione Parlamentare Antimafia.
Nel gennaio del 2005 vince le primarie con cui si sceglieva il candidato del centrosinistra alle consultazioni regionali del 3 e 4 Aprile 2005, in cui poi stato eletto Presidente della Regione Puglia. A gennaio del 2009 ha lasciato il Partito della Rifondazione Comunista e con tante e tanti ha dato vita al Movimento per la Sinistra per ricostruire una sinistra curiosa del mondo che cambia, all’altezza delle sfide del tempo presente, fatta di capacità di stare nella realtà, di conoscere i territori e i luoghi di lavoro. Si definisce ludico, anarchico, infantile, narcisista, organizzatore, sorvegliato speciale delle sue stesse passioni, investito dei suoi doveri pubblici. Che è capace di piegare la sua indole e di scommettere la scommessa più paradossale della sua vita. E' persona del popolo e cresciuto in ambienti popolari, dove gli è stato possibile conoscere la severità dei problemi esistenziali. Dotato di capacità di svolgere un ragionamento con ricchezza di argomenti e forza persuasiva, riesce a coinvolgere il pubblico ricevendo il plauso degli ascoltatori presenti.

A gennaio 2010 avranno luogo le primarie, una nuova sfida. Credo che questo sia un importante passo in avanti della politica, in quanto lascia ai cittadini elettori decidere chi potrà essere il candidato che li deve rappresentare nelle cariche istituzionali. La sua figura di politico come la sua forte personalità godono della mia simpatia, perchè credo nella sua passione di uomo che vuole costruire una società più equilibrata e più giusta, nel rispetto delle idee e degli ideali, che ogni uomo individualmente porta e che legittimamente vorrebbe vedere realizzati. Sono convinto come uomo di solidarietà dei popoli come io sono che, nella mia Puglia e non solo, egli possa essere uno strumento di forte spinta, grazie alla sua cultura e alla sua preparazione di uomo che ama la democrazia e la libertà dell'individuo, per affermare ed evidenziare che, la politica degli affari personali e delle lobby, è una sconfitta deleteria per un paese civile e democratico come lo può essere il nostro. Mentre una politica che riesce a sentire ed ascoltare tutte le voci e le esigenze fondamentali del popolo, certamente può contribuire a costruire una società che abbia come normalità il benessere della collettività, punto di riferimento essenziale per ristabilire una giustizia civile e morale, che tenga conto dell'uguaglianza delle persone nel rispetto delle leggi e dei diritti umani internazionali. Perciò, se Vendola riesce a vincere con la chiarezza dei progetti e delle idee, la battaglia contro un sistema lobbistico dei favori e delle corruttele, il popolo italiano vedrebbe rinascere quella speranza di una società migliore che, per i più ostinati, non si è mai sopita.


28 dicembre 2009

D'Alema e "la politica dell'amore."


Massimo D'Alema


D'Alema è nato a Roma, però in Puglia ha costruito la sua carriera politica. Non è un uomo del sud, ma di centro nella politica delle alleanze e degli interessi di partito e non solo. Ho avuto modo di incontralo diverse volte nei suoi comizi, facevo parte del servizio d'ordine del partito, e ascoltarlo, nelle sue oratorie contornate da alcune sibilline battute era piacevole, tanto che riceveva forti applausi. Egli è un uomo nato nella politica, la sua famiglia aveva molte amicizie nel partito, e questo lo ha aiutato anche nella carriera di politico. Sono indubbie le sue capacità di stratega delle alleanze, lo ha fatto in Puglia tanti anni fa, alleandosi da una parte con i partiti di sinistra e dall'altra con la ex democrazia cristiana. E' certa la sua preparazione e la sua intelligenza, però questo non vuol dire che sono state usate per il bene del partito e della collettività. Egli ha la colpa principale della rinascita di Berlusconi, insieme a Bertinotti. Quando Forza Italia era ai minimi termini e il centrosinistra vinceva in quasi tutte le regioni, le provincie e le città d'Italia, D'Alema dichiarò che non era una cosa buona per la democrazia quando un opposizione è debole. Infatti, poco dopo è stato il centrosinistra ad essere debole e Berlusconi non ne ha mai fatto alcun problema, anzi, se potesse avere il 100% dei voti, sarebbe l'uomo più felice del mondo. D'Alema insieme ad altri dirigenti compreso Violante, nel 1994 quando la Corte Costituzionale aveva sentenziato che Fininvest non poteva avere più di due televisioni, aiutarano Berlusconi a non privarsi delle tre reti. Inoltre, non ha mai voluto affrontare il conflitto d'interesse, se non a parole, evidentemente non conveniva. Attraverso la bicamerale, giustamente voleva affrontare le riforme necessarie all'Italia, ma stranamente aspettava l'ok di Berlusconi, che non è mai arrivato e si capisce il motivo. L'Italia da quando Berlusconi è sceso direttamente in politica sta pagando un prezzo alto, con le divisioni tra nord e sud, tra furbi sempre più furbi e bonaccioni sempre più sottomessi e poveri. E molta colpa di complicità di questo "ciarpame" come lo ha definito la stessa Veronica Lario, lo si deve addebitare al nostro caro forse prossimo "presidente del Copasir". Il quale aggiungerà alla sua collezione un'altra prestigiosa carica, che non so quanto possa essere d'aiuto al popolo semplice e bistrattato, che continua a credere a dei personaggi che farebbero bene a togliersi dalla scena politica per fare posto a persone meno in vista, ma più fattive e utili per la collettività.

20 dicembre 2009

La dignità.

Con il termine dignità, ci si riferisce al sentimento che proviene dal considerare importante il proprio valore morale, la propria onorabilità ritenendo importante tutelarne la salvaguardia e la conservazione. In filosofia, il termine dignità umana è riferito al valore intrinseco e inestimabile di ogni essere umano: tutti gli uomini, senza distinzioni di età, stato di salute, sesso, razza, religione, nazionalità, ecc. meritano un rispetto incondizionato, su cui nessuna "ragion di Stato", nessun "interesse superiore" della "Scienza", la "Razza", o la "Società", può imporsi. Ogni uomo è un fine in se stesso, possiede un valore non relativo (com’è, per esempio, un prezzo), ma intrinseco. L'art. 3 della nostra grande Costituzione recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". Ugualmente si riconosce dignità alle alte cariche dello Stato, politiche od ecclesiastiche richiedendo che chi le ricopre ne conservi le alte caratteristiche.

Si sente e si usa dire: "Bisogna avere il senso della dignità. E' giusto comportarsi con dignità. E' una persona senza dignità. Non si ha un briciolo di dignità. Lo richiede la dignità dello Stato. Persona degna di rispetto. E' morto dignitosamente." Quante volte, abusiamo del sostantivo dignità, ora con rispetto e attinenza, e spesso in maniera inappropriata e impudente.
Nella nostra società l'uso improprio che se ne fa, rispecchia il disvalore che si ha nei confronti del prossimo e delle stesse persone che della dignità riescono a farne un principio importante della propria esistenza. Dico questo, in virtù del fatto che, se dirigenti della politica, dell'imprenditoria, del sociale, della religione, avendo responsabilità di riguardo, hanno un comportamento irriguardoso verso le stesse persone che devono guidare per una società più sana e più giusta, vuol dire che siamo in presenza di una soppressione e impoverimento della stessa umanità. E la conseguenza dei conflitti, delle barbarie, delle violenze, dei compromessi fini a se stessi, delle morti sul lavoro, delle morti per incidenti, delle svendite delle personalità, sono il frutto amaro di una inciviltà di un popolo che ha perso la propria dignità del vivere.





14 dicembre 2009

L'aggressione a Berlusconi legittimata dai due schieramenti politici avversi.

Berlusconi Silvio
L'aggressione subita dal nostro Presidente del Consiglio S. Berlusconi, colpito al volto da un oggetto lanciato dalla folla (una riproduzione in miniatura del Duomo di Milano) ad opera di Massimo Tartaglia, 42 anni con problemi mentali, residente nell'hinterland milanese, mentre firmava autografi e salutava la folla, ha fatto scatenare subito la bagarre politico sociale.
I rappresentanti del Governo e i simpatizzanti del centrodestra insieme agli organi di stampa vicino al Presidente, da una parte, hanno subito condannato l'atto, dichiarando che l'accaduto è una concausa delle aggressioni orali e processuali (complici una sinistra politica ed una magistratura antigoverno) che Berlusconi subisce da 14 anni, affermando che il colpevole principale di tutto è Di Pietro. Mentre dall'altra parte, gli avversari politici del Governo e simpatizzanti del centro sinistra, pur garantendo la solidarietà a Berlusconi, dichiarano che l'atto è una concausa del clima aggressivo politico di una destra che, invece di pensare ai problemi reali del Paese, pensa ai problemi personali del premier.
Quindi, tutte e due le parti avverse con giustificazioni diverse, paradossalmente, dichiarano in effetti che l'aggressione di Massimo Tartaglia, pur avvenuta ad opera di una persona con problemi psichici è da condannare, ma legittima. Ancora una volta, questo sta a dimostrare come noi italiani siamo in balia di politici non all'altezza del loro compito, giornalisti della stampa e dei mezzi televisivi non obbiettivi schierati per ovvi motivi per interessi personali e di gruppi, che con notizie e dichiarazioni pennellate a seconda della circostanza portano acqua al proprio tornaconto, mentre il popolo confuso preso da problemi difficili quotidiani, si fa trascinare su questa onda lunga della deriva, per tifare una volta per uno e un'altra volta per l'altro, con la speranza che sul percorso ondivago e senza meta, si possa incontrare una zattera di salvataggio,
che lo riporti verso la riva di una terra del sano convivere.


12 dicembre 2009

Che verità venga fatta in nome della giustizia del popolo sovrano.

Giuseppe Graviano

Fermo restando che nessuno è colpevole fino a quando in via definitiva non è provata la sua reità, mi interessa capire meglio, vista l'importanza di un processo che potrebbe rivelare un collegamento tra mafia e alcuni massimi rappresentanti dello Stato italiano, se le rivelazioni di mafiosi possono essere presi in considerazione ai fini della verità dei fatti.
Nel processo di appello al senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, condannato in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Il boss Filippo Graviano e Cosimo Lo Nigro, esponente dello stesso clan e in passato, secondo l'accusa, componente dello stesso gruppo di killer di cui faceva parte anche Spatuzza, non hanno confermato le dichiarazioni del collaborante Gaspare Spatuzza. Graviano ha affermato di non aver mai conosciuto Dell'Utri e di non aver avuto alcun rapporto con lui, ma ha anche sostenuto di non aver mai detto la frase, giudicata molto importante dall'accusa, "se non arriva qualcosa da dove deve arrivare sarà bene che anche noi parliamo con i magistrati" che Spatuzza gli ha attribuito nel suo interrogatorio a Torino il 4 dicembre scorso. Una frase che, secondo il collaboratore, Graviano pronunciò nel 2004, dopo che Spatuzza lo informò del risultato del suo colloquio, nel carcere romano di Rebibbia con l'allora procuratore nazionale antimafia, Pierluigi Vigna.
Giuseppe Graviano, invece, citato come teste nel processo Dell'Utri ha dichiarato di avvalersi della facoltà di non rispondere. "Il mio stato di salute, aggravato dal carcere duro, non mi consente di rispondere all'interrogatorio, come ho già detto ai Pm di Firenze. Quando potrò informerò la Corte".
Volendo analizzare le dichiarazioni, consideriamo che Spatuzza è un pentito ed un esecutore di Cosa Nostra. Egli dice: «Nel 2000 ho iniziato un bellissimo percorso di istruzione e isolamento». Poi ricorda «il cappellano del carcere di Ascoli Piceno, padre Pietro Capoccia» quell'incontro chiave della sua svolta che gli trasmise «l'amore per le sacre scritture». «Mi trovai di fronte al bivio di essere o uomo di Dio o mammone: ho deciso di amare Dio» e poi indica, nel procuratore antimafia Pietro Grasso, la persona che ha dato un contributo fondamentale alla sua decisione definitiva di collaborare con la giustizia «nel marzo 2006». «Non sono qui per barattare le mie parole, sarei un vigliacco - aggiunge - lo Stato sa cosa deve fare della mia persona.
La mia missione è restituire verità alla storia e non mi fermerò di fronte a niente. Se ho messo la mia vita nelle mani del male, perché non la devo perdere per il bene?».
Invece Graviano non sembra essere un pentito ed è stato un capo mafia e si limita a negare insieme a Lo Nigro ciò che è stato dichiarato da Spatuzza. Inoltre, la cosa che fa ancora riflettere è il fatto che Giuseppe Graviano, si è avvalso della facoltà di non rispondere, se non dopo che la sua salute trovi più giovamento, cioè se il suo stato di carcerato guardato a vista e tenuto sotto pressione, viene ad essere modificato a suo favore. Quando il Senatore Dell'Utri dice che Giovanni Graviano è un vero pentito ed è un uomo serio, mentre di Spatuzza dice "minchiate", fa intendere una sorta di rispetto verso un capo e verso chi lo scagiona, mentre a Spatuzza non gli da alcuna considerazione, se non quella di pensare che, essendo uno che piglia solo ordini senza cervello e che lo accusa, è uno che dice "minchiate". Aggiungo che, se una persona è al di fuori di ogni accusa quindi estraneo ai fatti a lui contestati, dovrebbe usare lo stesso tono di sdegno con chi ha ucciso e terrorizzato uomini, donne e bambini, vivendo al di fuori di una sana società. Ecco che come cittadino io voglio che la verità venga a galla e la magistratura fa bene ad andare in fino in fondo, chi risulterà innocente risarcirlo per i danni subiti, chi invece risulterà colpevole dare la giusta condanna, in nome della giustizia del popolo sovrano.




09 dicembre 2009

A che serve un altro partito?


Pier Ferdinando Casini


Pare che stia per nascere un'altro partito in Italia. Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, parla del suo futuro politico e del destino dell'Udc. "Non vorrei più usare la parola Centro...E' il momento per ciascuno di noi di liberarci del retaggio ideologico del ventesimo secolo e di sfidarci sui contenuti nuovi, senza nostalgie. Per questo ho parlato del nostro progetto come di un Partito della Nazione, la politica per noi oggi è ridare slancio ad un paese in difficoltà, suscitare un nuovo orgoglio di essere italiani, premiare merito, giovani, innovazione, ricerca, declinare in chiave di modernità l'interesse nazionale".
Ancora una volta con slogan propagandistico si vuole colpire l'attenzione e coinvolgere l'immaginazione della gente per cercare di ottenere più voti. E' diventata una prassi: Partito della libertà, Partito democratico, Italia dei valori, Lega nord, Sinistra e libertà... giusto per citarne alcuni, per non parlare poi di estrema destra, destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, estrema sinistra che non si capisce a cosa o ideale facciano riferimento, se non a personaggi che ne incarnano a loro piacimento un ideale che a ben vedere non esiste, e se esiste è confuso e personalizzato.
Si parla di alternanza di governo: oggi al governo il Pdl e lega, domani il PD con altri alleati. Oggi si fanno leggi adpersonam e accomodanti per far quadrare conti dello Stato e conti personali o di gruppi. Con l'alternanza domani, probabilmente, si faranno leggi accomodanti a gruppi e a diversi settori di convenienza. E nel frattempo il popolo, imprigionato dagli schieramenti e dalle lottizzazioni e dai problemi annali, segue nefasto una strada che porta inesorabilmente alle divisioni e alle ingiustizie sociali ed economiche sempre più in voga e ridimensionate o aggiustate da falsi slogan usati alla convenienza di parte.

03 dicembre 2009

...e il solo dubbio è già motivo di condanna.











Berlusconi e Dell'Utri


V
oglio congratularmi per l'evento importante di una manifestazione autogestita il noBday, a cui le tv volutamente hanno dato scarso rilievo, che si è svolta ieri a Roma dove centinaia di migliaia di persone hanno affollato le strade della città riempiendo la grande piazza di San Giovanni e tutti gli spazi circostanti, contro un governo gestito adpersonam.
La manifestazione è nata su Internet e si è conclusa con un grande risultato di democrazia. Cosa che non avviene in questo governo e in diversi organi d'informazioni.
Infatti, si vuole far passare l'idea che, siccome oggi si stanno arrestando alcuni capi importanti di Cosa Nostra, le rivelazioni di Spatuzza al processo d'appello di Dell'Utri, sono un deciso attacco al governo per farlo cadere perchè è quello che combatte più di ogni altro la mafia.
Ma facciamo un passo indietro, sul tavolo c'è una pesante accusa di correità mafiosa contro Berlusconi e Dell'Utri, per un patto che sarebbe stato stipulato nel '93 e sarebbe stato adesso tradito da due personalità politiche.
L'accusa si svolge attraverso il pentito Spatuzza e anche attraverso le carte provenienti dalla famiglia Ciancimino. Nei prossimi giorni saranno chiamati a deporre i fratelli Graviano, già da tempo incarcerati sulla base del 41 bis.
La loro deposizione sarà fondamentale per capire se le cose dette da Spatuzza sono più attendibili per un proseguo delle indagini e della verità.
E' evidente che il governo con il ministro dell'Interno, e la Procura di Palermo stanno colpendo duramente la struttura del potere mafioso. A questo punto è possibile che Cosa Nostra abbia la strategia di contrattaccare. Da precisare che la Procura di Palermo è la stessa che sta guidando con perizia ed efficacia l'azione contro i latitanti di Cosa Nostra, proseguendo il percorso a suo tempo aperto da Caponnetto, Falcone e Borsellino, che hanno smantellato pezzo per pezzo il potere mafioso e che meritano il massimo di credibilità per indagare sulle rivelazioni di Spatuzza. Che non significa voler portare ad una condanna Berlusconi e dell'Utri, ma a fare chiarezza sulla vicenda.
Sappiamo per certo che la Dc in Sicilia si trovò inevitabilmente a fare i conti con la mafia. Lo sbarco americano del 1943 si era servito dell'appoggio di capi mafiosi (Lucki Luciano, Costello...) che avevano tutto l'interesse di accreditarsi verso il nuovo potere. La strategia della mafia è utilizzare il potere politico dominante per fornire favori e riceverne in cambio.
Nella Dc siciliana ci furono dei coraggiosi combattenti contro la mafia, alcuni dei quali pagarono con la vita. Ma ci fu anche una consistente zona grigia a contatto con la mafia.
La mafia vuole colludere con il potere. Ama il potere penetrabile, corruttibile e ricattabile. Vuole favori e offre favori. Quando si considera tradita si vendica, quando fiuta che il potere colluso sta traballando lo abbandona in favore di un nuovo potere emergente, procurandosi di avere contatti. Comincia con ammiccamenti, prosegue con scambio di favori per il business.
Quindi da una parte c'è una organizzazione criminale mafiosa, dall'altra parte ci sono persone che fiutando interessi personali hanno un contatto di affari, che non significa farne parte dell'associazione, ma che si è collusi.
La mafia ha un suo modo di fare attività criminale con uccisioni, omicidi efferati, regole che si basano sulla paura e il terrore, ricavando interessi di danaro da affari illeciti. Le persone o meglio dire alcuni politici collusi, non partecipano direttamente nell'associazione, ma dall'esterno ne traggono profitti personali, comportandosi da delinquenti e sono da condannare.
Quindi, quando si menzionano dei politici in odore di mafia, dicendo che non sono mafiosi e non possono essere considerati degli assassini come Spatuzza, certamente è vero, ma non si può negare che, se collusi, sono anch'essi dei delinquenti e dei criminali con i colletti bianchi. Ed, il fatto che queste persone sembrano poi combattere la criminalità rozza e brutale, non le giustificano dall'aver ottenuto in passato dei favori dalla mafia, con cui hanno raggiunto un potere economico di riguardo e non solo.
Penso, che sia utile per tutti e per la democrazia di un grande paese come l'Italia, fare i dovuti accertamenti dagli organi preposti per appurare la verità, in modo che chi governa possa svolgere la sua attività con trasparente dedizione, senza portare il dubbio di un qualsiasi coinvolgimento illecito, collaborando esso stesso con la giustizia come una civiltà democratica esige in nome del popolo sovrano, libero di manifestare il suo assenso o dissenso. E i mezzi di comunicazione farebbero cosa giusta se, invece di dare giudizi parziali con opinioni stravaganti, dessero le notizie con obiettività favorendo un modo di vivere e di pensare che chi sbaglia è giusto che paghi, e chi fa bene è giusto che venga premiato. Anche perchè, tempo ci vorrà ma alla fine la verità viene sempre a galla, e il solo dubbio è già motivo di condanna.




30 novembre 2009

Come uscire dalla crisi istituzionale.


Palazzo Ghigi

La politica italiana è bloccata dal fatto che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in diverse dichiarazioni rilasciate alla stampa, e non solo, ha avanzato l'ipotesi che i processi penali (tutti legati alla sua attività imprenditoriale) a cui è stato sottoposto a più riprese, costituirebbero una manifesta persecuzione giudiziaria orchestrata dalle "toghe rosse", cioè da magistrati vicini ai partiti e alle ideologie di sinistra, che utilizzerebbero illegittimamente la giustizia a fini di lotta politica, nonostante le prime indagini siano di gran lunga precedenti (1979) alla sua "discesa in campo" (1994), dichiarando che la magistratura è contro di lui, impedendogli di governare contro le ragioni della sua legittima elezione. Quindi, il suo potere esecutivo è messo a rischio da un'altro potere quello "giudiziario", che a sua volta non è eletto dal popolo. L'esigenza che da più parti si mette in evidenza è che c'è bisogno di una legge costituzionale, la quale dia garanzia al capo del governo di governare perchè è il popolo che lo chiede e per i tanti problemi che il Paese deve affrontare per uscire dalla crisi economica ed istituzionale. Ora diamo per scontato che il capo del governo abbia le sue ragioni di impedimento a governare senza avere l'assillo dei procedimenti giudiziari che ci sono, come sono anche evidenti le ragioni della magistratura a voler procedere su reati ascritti contro Berlusconi. Allora, come trovare a sbrogliare la matassa. Diamo la possibilità a Berlusconi di svolgere il suo compito di capo del governo, sospendiamo i processi pregressi a suo carico fino a quando il governo cade, o per fine legislatura o per mancanza di fiducia o per evidenti ragioni di non proseguimento dell'attività di questo governo. Rimanendo il fatto che lui può decidere di farsi processare anche durante il suo governo. Dopodichè la magistratura deve continuare con le indagini senza impedimento. Berlusconi, però in questo frangente deve liberarsi del suo patrimonio e non deve sfruttare le sue proprietà per influenzare l'opinione pubblica, nè può esprimere giudizi contro il potere giudiziario, nè partecipare a nuove elezioni nel paese, nè essere capo di un partito, pena la sua caduta dall'incarico. Ha la sua sede di governo, ha il suo stipendio di capo dell'esecutivo e riceve tutte le attenzioni e i privilegi di un capo di governo. Terminato il suo incarico, deve rispondere alla magistratura per farsi processare, e finchè durano i suoi processi non prescrivibili, non è più candidabile a nessuna carica dello Stato italiano, fino a quando non è dimostrata la sua innocenza dopo i tre gradi di giudizio. Tutte le leggi che verranno promulgate durante il suo incarico non possono essere retroattive, cioè non adpersonam. Non solo, ma in caso di condanna, deve scontare oltre la pena prevista anche il periodo di tempo per cui non ha voluto sottoporsi ai processi. La legge è uguale per tutti e tutti devono rispettarla in misura uguale, ma chi riceve un privilegio che gli altri non hanno, in caso di condanna deve pagare di più degli altri.

13 novembre 2009

Berlusconi e la sua tela.


Silvio Berlusconi

Chi non vuol vedere non vede e chi non vuol sentire non sente. Mi sembra abbastanza evidente che il signor Silvio Berlusconi eletto presidente del Consiglio, abbia scelto la strada della politica per fare i propri interessi. Interessi non vuol dire solo guadagnare soldi, come buona parte del pubblico berlusconiano vuol far intendere, spiegando che siccome è già ricco non ha bisogno di fare affari per guadagnarne sempre di più. Per interessi, invece, s'intende tutto quello che circonda la vita di un soggetto che nella fattispecie si chiama: potere economico, potere legislativo, potere esecutivo, potere della comunicazione, potere di gestire i vizi e le debolezze di chi, pur di contare qualcosa nella società d'elite, non osa contrastare il capo supremo, ingigantendone il potere, da farlo divenire comando assoluto su tutto quello che interessa e muove la vita di uno Stato. Quando questo succede, e purtroppo sta avvenendo, chi ne fa le spese è prima di tutto la democrazia, che non vuol dire solo libertà di voto per eleggere qualcuno, poi la libertà di ognuno perchè non deve mostrarsi in contrasto col pensiero unico, ma deve seguire solo il percorso già tracciato, l'uguaglianza dei diritti che è condizionata da leggi adpersonam, per cui si trasforma in disuguaglianza. Consegue che la giustizia non ha motivo di essere in quanto è appannaggio di chi comanda. Il risultato finale penso che è facile da intuire, il ritorno ad un passato da i risvolti tragici, perchè quando ci si fa prendere la mano che tutto si può fare, tanto c'è impunità, si finisce per cadere nella stessa tela che si pensava aver tessuto per gli altri, ma che è servita ad intrappolare se stessi.
La storia insegna.

08 novembre 2009

Il crocifisso.

Le prime comunità cristiane per identificare la propria religione non utilizzavano la croce, all'epoca brutale e ignominioso strumento di morte, ma il pesce. "Pesce" in greco antico fu considerato come l'acronimo di 5 parole, identificative dello status di Gesù Cristo: "Gesù Cristo Salvatore Figlio di Dio".
Il pesce, essendo un animale che vive sott'acqua senza annegare, simboleggiava il Cristo, che può entrare nella morte restando vivo.
L'esposizione della croce in locali pubblici come aule scolastiche e aule di tribunali ha fatto nascere il problema se ciò violi il principio della laicità dello stato. La questione è stata ripetutamente discussa anche in tribunale a seguito della richiesta di abolizione dei simboli cristiani posta da alcuni cittadini. La questione ha trovato una risposta nella decisione n. 556 emessa dal Consiglio di Stato il 13 febbraio 2006, con la quale è stato stabilito che il simbolo è idoneo ad esprimere "valori civilmente rilevanti", come l'uguaglianza e la solidarietà, che stanno alla base ed ispirano il nostro intero ordinamento costituzionale ovvero il fondamento del nostro vivere civile. "In tal senso il crocifisso potrà svolgere, anche in un orizzonte laico, diverso da quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni". Tale pronuncia è stata controvertita dalla sentenza unanime della Corte Eurpea dei Diritti dell'Uomo che ha stabilito il 3 novembre 2009, in risposta a un ricorso di una cittadina italiana, che un "segno esteriore forte" della religione cattolica, quale certamente è il crocifisso, "possa essere perturbante dal punto di vista emozionale per gli studenti di altre religioni o che non ne professano alcuna", violando in tal modo gli artt. 18 e 26 della Dichiarazione Dei Diritti dell'Uomo del 1948.
Credo che a nessuno sia permesso di possedere la verità, nè di professarla come unica e inviolabile. Come non può essere permesso di apporre, attraverso un simbolo, un sigillo della propria fede religiosa per dottrinare o inculcare nei giovani una religione o un modo di fare cultura perchè tramandata nei secoli. L'uomo nei secoli si è evoluto attraverso la conoscenza, le scoperte, lo studio, la ricerca acquisendo esperiene tali da renderlo più consapevole delle proprie forze e della capacità di combattere meglio gli ostacoli che la vita pone. Questa continua ricerca del sapere ha fatto progredire l'uomo e lo ha protetto da insidie mortali. Se l'uomo non avesse imparato a conoscere, quindi, a svilupparsi, e si fosse fermato solo a pregare davanti ad un crocifisso, probabilmente non avrebbe sviluppato risorse che oggi lo rendono più autonomo e più forte. La forza dell'uomo sta nel confrontarsi continuamente con la realtà che vive, con la pluralità delle idee dei diversi popoli e dei diversi pensieri. Dare per scontato che un simbolo religioso possa rappresentare la cultura universale di quel popolo, è un idea che ci porta lontano dalla realtà delle cose. Anzi, è un modo di disgregare una società, che invece deve tendere ad amalgamare le diverse idee per raggiungere l'obbiettivo di ritrovarsi sul riconoscimento del rispetto reciproco, perchè i più forti e più intelligenti, possano aiutare meglio i più deboli e i meno capaci. Meno simboli e più concretezza della realtà. Perchè è quella che ci fa vivere.

03 novembre 2009

Un imprenditore che di mestiere fa il politico.

Silvio Berlusconi

Un signore famoso conosciuto come grande imprenditore arrotonda facendo il mestiere del politico.
L'inverno del 1993 Silvio Berlusconi decide di scendere in campo, perchè perde l'appoggio politico di Craxi con le vicende di tangentopoli. Forma il partito Forza Italia e si presenta alle elezioni del 23 marzo 1994. Con 8.136.135 voti su 48.135.041 aventi diritto diventa presidente del Consiglio per cadere il 17 gennaio 1995. Nasce un governo composto da soli tecnici con L. Dini.
Il 21 aprile 1996 Berlusconi si ripresenta alle elezioni politiche ed ottiene 7.712.149 voti su 48.744.846 aventi diritto, ma viene battuto da Romano Prodi: 17 Maggio 1996- 21 ottobre 1998, seguito dal governo D'Alema: 21 ottobre 1998- aprile 2000 e dal governo Giuliano Amato: aprile 2000-31 maggio 2001.
Il 13 maggio 2001 Berlusconi si ripresenta alle elezioni politiche ed ottiene 10.423.431 voti su 49.256.296 aventi diritto. Vince e diventa di nuovo presidente del Consiglio: 11 giugno 2001-17 maggio 2006.
Il 9 aprile 2006 si ripresenta alle elezioni politiche ed ottiene 9.048.976 voti su 46.997.601 aventi diritto, battuto di misura da Prodi che diventa presidente del Consiglio: 17 maggio 2006-7 maggio 2008.
Il 13 aprile 2008 si svolgono in anticipo le elezioni politiche e Berlusconi si ripresenta, stavolta con Alleanza Nazionale, con il nuovo partito PPL ed ottiene 13.629.461 voti su 47.295.978 aventi diritto. Vince le elezioni e fino ad oggi è di nuovo presidente del Consiglio.
Ebbene, sono trascorsi quasi 16 anni, nei quali un signore della politica italiana con una forza mediamente di soli 8 milioni e 500 mila voti, si permette il lusso di vincere o di perdere le elezioni, come se la politica fosse un fatto personale.
Ma gli italiani quando si sveglieranno da questo lungo letargo, che tiene bloccato il paese portandolo ai piani bassi della scala mondiale?

26 ottobre 2009

Autogol di Berlusconi.








La vicenda dell'indagine sul ricatto di Piero Marrazzo, ha evidenziato in maniera concreta che le notizie e, quindi, gli interessi delle proprietà di Berlusconi, sono sempre a conoscenza del proprietario Silvio Berlusconi.
Tre giorni prima dell’arresto dei carabinieri del­la Compagnia Trionfale, Silvio Berlusconi ha avvisato Piero Marrazzo che alla Mondadori era stato offerto il video che lo ritraeva in compagnia di un transessuale. E il governatore del Lazio ha contattato l’agen­zia fotografica Photo Masi per cercare di recuperare quel fil­mato. Il direttore del settimanale "Chi" Alfonso Signorini racconta: «Me l’ha offerto la ti­tolare Carmen Masi e io l’ho preso in visione. Mi disse che il prezzo era di 200.000 euro trat­tabili. Ho spiegato subito che non mi interessava, però — co­me spesso avviene per vicende così delicate — ho detto che ne avrei parlato con i vertici del­l’azienda. Ho subito informato la presidente Marina Berlusco­ni e l’amministratore delegato Maurizio Costa, con i quali ab­biamo concordato di rifiutare la proposta». È a questo punto che, presumibilmente, la stes­sa Marina Berlusconi avvisa il padre di quanto sta accadendo. Lunedì scorso il presidente del Consiglio visiona le imma­gini. Poi chiama Marrazzo. Lo confermano ambienti vicini al capo del governo e lo stesso Marrazzo — quando ormai la vicenda è diventata pubblica — lo racconta ad alcuni amici, anche se non specifica a tutti chi sia l’interlocutore che lo ha messo in guardia. Durante la telefonata Berlu­sconi lo informa che il video è nella mani della Mondadori, gli assicura che la sua azienda non è interessata all’acquisto e gli fornisce i contatti della Pho­to Masi in modo da cercare un accordo direttamente con loro. L’obiettivo del capo del gover­no appare chiaro: smarcare il suo gruppo editoriale da even­tuali accuse di aver gestito il
fil­mato a fini politici, ma anche mostrare all’opposizione la sua volontà di non sfruttare uno scandalo sessuale. Una mossa che arriva al termine di trattati­ve con altri quotidiani a lui vici­ni che avevano comunque rite­nuto il filmato "non pubblicabi­le", come ha sottolineato il di­rettore di Libero, Maurizio Bel­pietro, quando ha raccontato di averlo visionato.
Quindi, da questo si può dedurre che, per la causa sul controllo della Mondadori, nella sentenza il giudice Mesiano, quando mette nero su bianco e dice: "Berlusconi non poteva non sapere che disponibilità economiche provenienti dai conti esteri della Fininvest erano state utilizzate dall’avvocato Cesare Previti per corrompere il giudice Vittorio Metta, componente della Corte d’appello che assegnò a Berlusconi il controllo della casa editrice milanese", è molto vicino alla realtà delle cose accadute.

23 ottobre 2009

Perchè alle primarie del PD domenica 25 votare un outsider come Marino.



L’idea di votare un outsider come Marino alle primarie di domenica 25, devo dire che mi interessa e mi stuzzica, anche se sono ben sicuro che non riuscirà a superare i suoi contendenti, Bersani e Franceschini che godono della mia simpatia. Però sarebbe importante che per Marino si votasse in molti, proprio per dare un segnale forte di discontinuità con l’oligarchia pregnante che da anni, ormai, caratterizza il centrosinistra. C’è bisogno di persone nuove della società civile, che conoscono bene le realtà della nostra quotidianità. Persone qualificate e preparate che hanno a cuore i diritti dei più deboli, che hanno idee e voglia di migliorare questa nostra Italia senza più una identità nazionale unitaria. Gli interessi personali stanno al di sopra degli interessi della collettività. C’è una subcultura dell’uomo forte che riesce a sistemare ogni cosa: "vado io e risolvo tutto". Sappiamo bene dove può portare questo messaggio! La democrazia di un popolo s’intende tale quando c’è pluralità di idee, quando ognuno sente la responsabilità di partecipare in prima persona a dare il suo contributo attivo. La democrazia si misura sulla capacità di un popolo ad esprimersi liberamente a scegliersi i propri delegati, a cui affidare il compito di trovare e risolvere i problemi che più servono alla collettività. Lo Stato per essere democratico deve essere laico, deve saper ascoltare tutti, ma le decisioni devono riguardare il rispetto della vita di ogni individuo. La vita è prima di tutto un bene personale e poi è un bene collettivo. L’uomo vive nella società, deve rispettare le leggi e le norme che stabiliscono la buona convivenza e il benessere collettivo, ma della propria vita deve avere libera scelta di decidere. Marino, mi sembra una persona coerente con ciò che ho espresso. Ha idee chiare, porta una interessante novità in un partito omologato e chiuso in se stesso. E’ aperto a collaborare con altre forze che sono più sensibili ad ascoltare i problemi della gente. Ed è nella facoltà di richiamare tutte quelle persone deluse che vedrebbero nella sua forza di voti e di idee, la possibilità di lottare per riconquistare quei sacrosanti diritti che la nostra Costituzione garantisce, tanto deturpati da leggi adpersonam.

20 ottobre 2009

Ora islamica nella scuola?

L'Islam a scuola divide la maggioranza. La proposta di introdurre un’ora di religione musulmana facoltiva e alternativa a quella cattolica porta la firma di Adolfo Urso, viceministro allo Sviluppo economico vicino al presidente della Camera Fini. La Lega insorge mentre dal Pd arrivano caute aperture.
Ffwebmagazine, periodico online della fondazione Farefuturo presieduta da Fini, difende la proposta dicendo che se si vuole un islam moderato e integrato con la società italiana, e far emergere quel fenomeno sommerso dove prolifera la predicazione radicale, questo percorso non può che partire ed essere stimolato nel luogo dove ha inizio il percorso di ogni futuro cittadino: la scuola. Non porsi il problema significa lasciare la confusione che c’è e che a lungo andare insieme alla mancanza di integrazione potrebbe anche portare a problemi di ordine pubblico. Se non è questa la via per un italianizzazione dell’Islam occorre in ogni caso pensare a delle alternative credibili ed efficaci che consentano di coniugare la libertà religiosa con la piena integrazione degli immigrati di religione islamica nel nostro Paese». Anche D'Alema appoggia la proposta: «L’ora di religione è un diritto anche perchè chi non la fa può optare per altre materie come educazione civica, quindi non capisco perchè a dei bambini di religione islamica si debba impedire come insegnamento alternativo quello della loro religione allargando, in pratica, un principio che già esiste a scuola.
Insorge invece la Lega con Calderoli che boccia la proposta, Roberto Cota: «Noi dobbiamo difendere la nostra identità, non cancellarla. Quella di avere una società multietnica a tutti i costi è un’idea della sinistra>>. Castelli bolla l'iniziativa di D'Urso e accusa i finiani di seminare zizzania. Zaia ribalta l'idea di Urso e propone addirittura l'ora di religione cattolica obbligatoria per gli islamici.
L’associazione degli Intellettuali Musulmani Italiani si dice totalmente favorevole all’introduzione dell’ora facoltativa di religione islamica nelle scuole. Il cardinale Renato Raffaele Martino, sottolinea che, assicurando i debiti controlli, si tratterebbe, oltre che di un diritto, di un meccanismo che permetterebbe di evitare che i giovani di religione islamica finiscano nel radicalismo. Il porporato non manca di sottolineare il rischio che, in assenza di un’ora di Corano a scuola, i ragazzi di religione musulmana scelgano una scuola confessionale a rischio di influenze radicali.
Il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, boccia la proposta di introdurre a scuola l'ora di religione islamica, perchè l'ora di religione cattolica, nelle scuole di Stato si giustifica in base all'articolo 9 del Concordato, in quanto essa è parte integrante della nostra storia e della nostra cultura. «La conoscenza del fatto religioso cattolico - dice - è condizione indispensabile per la comprensione della nostra cultura e per una convivenza più consapevole e responsabile, ma non mi pare che l'ora di religione ipotizzata corrisponda a questa ragionevole e riconosciuta motivazione».
Io mi permetto di dire che non farei fare nè l'ora di religione cattolica , nè l'ora di religione dell'islam, nè di altre religioni, ma opterei per una ora di cultura democratica e laica, per spiegare che una cosa sono le leggi di uno stato materiale e terreno, a cui bisogna rispondere in vita. Un'altra cosa sono le leggi e le dottrine celesti e immateriali alle quali bisogna rispondere in morte, per chi ci crede. La commistione tra credo per fede e credo per ciò che si vive nella quotidianità, porta a confondere il bisogno del vivere terreno, col bisogno di crearsi una eternità spirituale. Fermo restando che ognuno è libero con la propria coscienza di esercitare la propria fede, nel rispetto delle norme e delle leggi dei diritti dell'uomo, senza prevaricare sul pensiero e sul corpo altrui.

15 ottobre 2009

13 ottobre 2009

Biografia di Raffaele Innato


BIOGRAFIA
di
un autore
Innato Raffaele, pugliese. Nasce a Taranto nella Città dei due mari che gli ha dato i natali una domenica mattina del 28 maggio 1950, pesava ben oltre 6 Kg.
Ha vissuto la sua adolescenza nella città vecchia, luogo di grande storia della Magna Grecia, ma, anche, agglomerato di seri problemi sociali, che gli hanno fatto capire molto presto le difficoltà che avrebbe dovuto affrontare durante il corso della sua intensa vita.
A soli cinque anni, precocemente, inizia la scuola elementare in un istituto privato gestito da suore e preti, dove apprende la severità, un po’ eccessiva, di chi vuole obbligare con durezza l’insegnamento univoco, senza tolleranza.
La sua prima esperienza lavorativa è stata quando aveva appena 10 anni, in una bottega di cappelli da uomini. Allora, si percepiva la paga detta settimana.
Erano i tempi della ricostruzione anni ‘60. Molte case erano fatiscenti, in una stanza si viveva più persone, anche di sesso diverso. C’era molta disoccupazione. Non spesso si mangiava il secondo piatto.
Suo padre Pasquale croce di guerra e medaglia di bronzo al valore militare (cinque anni di guerra trascorsi in un sommergibile “L. Manara”) era un dipendente dell’Arsenale Militare di Taranto, sua madre Elvira ottima casalinga e dedita ad una vita di sacrifici. Secondogenito di quattro figli da sfamare e da accudire. Tuttavia, con grandi sacrifici sono riusciti quasi tutti a diplomarsi, anche se avevano il desiderio e la volontà di continuare gli studi universitari.
Da sempre, Raffaele ha avuto una forte passione di restauratore delle cose che non vanno bene.
Dice: Trovo aberrante e disumano che, in una epoca di grandi progressi tecnologici, ci sono milioni di bambini ed esseri umani che muoiono di fame.” Dopo, aver ottenuto il diploma di “Perito Tecnico” nel 1971, partecipa al concorso per ufficiale dell’esercito, rientrando nel numero dei partecipanti vincitori al 66° corso come allievo ufficiale nell'antica e bella città di Ascoli Piceno, caserma "Clementi". Nella città tra i due mari e soleggiante di Trapani guardata a vista dal monte Erice, nella bella Sicilia, poi, svolgerà il compito di Ufficiale dell’Esercito Italiano.
Terminata l’esperienza militare, espleta diverse esperienze lavorative in più settori per diversi anni. Tra cui la più importante come tecnico specializzato dei controlli non distruttivi di materiali acciaiosi, lavorando in molte località in Italia e nel resto di buona parte dell’Europa fino all’anno 1978.
Dal 1978 al Dicembre 2008, ha lavorato come dipendente nell’industria della raffinazione del petrolio.
Per circa 7 anni dal 1984, ha svolto a Taranto l’incarico di presidente di un'associazione sportiva di karate e pesistica con ottimi risultati, organizzando molte iniziative in favore dei più sfortunati per favorire il loro inserimento nello sport e nella vita sociale con altri ragazzi più fortunati.
Il 26 aprile 1986, data storica, si svolse il campionato europeo di Karate semicontact in Polonia ed egli si trovava a Varsavia, quando ci fu la tragedia di Chernobyl.
Ha svolto l’incarico di dirigente provinciale a Taranto per il settore karate nelle U.S. Acli.
Ha svolto alcuni incarichi sindacali come delegato al disbrigo di pratiche di attività sociali e di carattere ambientale. E’ stato consigliere d’istituto per tre anni nella scuola d’obbligo. E’ stato artefice e promotore verso le istituzioni locali, promuovendo una serie di petizioni e iniziative in favore della viabilità e della vivibilità della città, coinvolgendo la stampa, le tv private, l’Amministrazione centrale e periferica, e tutti i preposti ai vari servizi dei cittadini. Così da ottenere servizi e strutture che diversamente non si riusciva.
Per alcuni anni decide l’esperienza politica come dirigente sezionale e viene candidato in periferia con un ottimo risultato.
Felicemente sposato dal 1990 e padre di Pasquale Ingegnere elettronico.
Dal 1980 a Raffaele piace scrivere poesie, che, purtroppo, sono andate perse durante un trasloco. Dal 1985 scrive i primi comunicati sportivi per alcuni quotidiani locali. Alcuni anni dopo, inizia a scrivere diversi articoli e lettere d’interesse sociale che gli vengono pubblicati dalla stampa locale e nazionale.
Finalmente, nel 2002 ha l’intuizione di scrivere un libro pubblicato il 14 Dicembre 2007 dalla HORIZON-Editore: Viaggio sul pianeta della solidarietà d’interesse sociale e politico, perché stanco di sentire e vedere primeggiare l'ipocrisia e l'egoismo sfrenato degli uomini per avidità di un potere che non li potrà mai ripagare delle gravi ingiustizie perpetrate in danno dei propri fratelli. Egli propone di riflettere su un modo socialmente diverso di vivere e che può portare benefici a tutti noi per l’interesse di un mondo migliore.
Segue molto la politica e riflette molto sui problemi che nascono nel sociale.
Dice: Mi piacerebbe molto vivere in una società più equa e più giusta. E mi piacerebbe molto se il mio libro fosse letto da molti.”

12 ottobre 2009

Giovanni Floris

Caro Floris,
stamane navigando su Internet, ho letto il buon articolo di Ilvo
Diamanti, sociologo: “La leggenda del premier eletto dal popolo.”
Articolo che chiaramente ha la mia piena condivisione, in quanto da me
sempre sottolineato e scritto. Se ha la pazienza di leggere il seguito
si accorgerà, che il sottoscritto già, dal 15 Aprile 2008, lo aveva
previsto, avvertendo l’opposizione (questa mia lettera è pubblicata
nel Network del PD
http://partitodemocratico.gruppi.ilcannocchiale.it/?t=post&pid=1870336),
che il nostro caro premier era stato eletto da una minoranza di
italiani. E più di una settimana fa, avevo scritto in un mio commento
su "lettere e risposte" di confutare il fatto che, il centrodestra con
a capo il sig. B., dia per verità una cosa non vera, cioè che gli italiani hanno votato
in maggioranza Berlusconi.

Egregio Signor Presidente Silvio Berlusconi,
mi pregio scriverLe per chiarire meglio il risultato delle votazioni per l'elezioni politiche 2008, dove Lei ha ottenuto la maggioranza dei voti e dei seggi, sia al Senato della Repubblica e sia alla Camera della Repubblica.
Mi preme sottolineare che io non l'ho votata, anche se ho apprezzato la Sua cordiale e amichevole lettera che mi ha fatto recapitare nella campagna elettorale, ma Le faccio, comunque, gli auguri di un buon governato avendo ottenuto una larga maggioranza di seggi nel Parlamento, per l'interesse di tutti gli italiani che sono 60.000.000 di persone, di cui ben 47.000.000 con diritto al voto alla Camera e 43.000.000 al Senato.
E a proposito dei votanti, Le faccio presente che la Sua coalizione ha ottenuto alla Camera: 17.628.865 voti su oltre 47.000.000 di cittadini che hanno diritto al voto, di cui ben 18.880.951 che hanno votato sono all'opposizione e 9.450.000 che hanno ritenuto di non votare per nessun partito, per un totale di 28.380.951 che non sono d'accordo col Suo programma. Al Senato la Sua coalizione ha ottenuto 15.507.549 voti su oltre 43.000.000 di cittadini che hanno diritto al voto, di cui 17.034.393 che hanno votato sono all'opposizione e 10.500.000 che hanno ritenuto di non votare per nessun partito, per un totale di 27.534.393 italiani che non sono d'accordo col Suo programma. Quindi la Sua coalizione rappresenta appena più di 1/3 degli italiani che hanno diritto al voto. Siccome, la Repubblica Italiana è una democrazia parlamentare, la Costituzione Italiana Le riconosce la governabilità, per cui Lei è pienamente legittimato a governare con la Sua coalizione. Le dico questo perchè, nella sua funzione di Capo del Governo, dovrebbe tener conto che le Sue decisioni partono da una minoranza del popolo italiano, e non come erroneamente usate dire da anni, Lei e i Suoi collaboratori, quando dichiarate che gli italiani sono d'accordo con voi. Anche perchè, nella legislatura attuale in esurimento, avete usato sempre la frase che l'Italia è spaccata in due, e che il governo Prodi non era legittimato a governare perchè voi avevate avuto la maggioranza di voti numerici rispetto alla coalizione del centrosinistra. Coerenza vorrebbe che riconosciate una Vostra illegittimità a governare rispetto ai voti numerici ottenuti, essendo la Vostra coalizione di gran lunga in minoranza nel Paese Italia. E che questa legge elettorale è risultata antidemocratica, perchè partiti politici riconosciuti dallo Stato, di destra e di sinistra, non hanno rappresentanti nel Parlamento. Quindi, da cittadino italiano mi permetto di esprimere la mia solidarietà verso tutti quegli italiani non rappresentati, e che le riforme e le leggi che Lei e la Sua coalizione vorrete realizzare siano rispettosi e condivisibili, almeno, dalla maggior parte degli italiani e non da una sola parte e per di più di minoranza.
Ringraziandola per la Sua attenzione, Le auguro un buon lavoro.
Cordialmente
Raffaele Innato

Questo ritardo a mettere a fuoco delle verità evidenti, da parte di tutti coloro che sono preposti ad avvertirle prima degli altri, fa capire come la politica sia confusa e disattenta, mentre da parte di chi le subisce sono chiari.
Un caro saluto

10 ottobre 2009

Premio nobel per la pace a Obama.

Barack Obama


"È giunto il momento per tutti noi di assumerci la nostra parte di responsabilità per una risposta globale alle sfide globali".

Credo che il senso di un premio così nobile sta in questa frase.
Indubbiamente dare il premio nobel ad una persona meritevole di aver dato la vita per la pace è una giusta ricompensa ed un giusto riconoscimento, come è già accaduto per tante persone degne. Ma, l'obiettivo che più si prefigge una reale pacificazione del mondo, è di dare risposta a quella frase. Quella risposta che deve essere data da tutti coloro che vivono su questo globo, e principalmente da chi ha avuto la responsabilità di governare il proprio paese.
Obama ha espresso il desiderio di cambiare una politica fallimentare, fatta di capitalismo sfrenato e basato solo su un mercato che viola qualsiasi legge della natura. Arricchire i pochi e impoverire i molti, costi quel che costi, guerre devastanti e mafie comprese.
Ora, Obama ha dichiarato la sua politica, basata sull'equilibrio e sulla diplomazia, prendendosi la sua quota di responsabilità e dicendo al mondo intero, che ognuno faccia la sua parte. E' arrivato il momento della verità, basta nascondersi dietro facciate di convenienze. Il mondo è in pericolo, non abbiamo molto tempo per la sua salvezza e per la nostra, quindi, ognuno si comporti perchè questo avvenga.

08 ottobre 2009

A tutela di tutti.

Concita De Gregorio

Cara Concita,
un articolo garbato il suo, ispirato alla pazienza e alla lungimiranza democratica. In effetti come diceva il grande Eduardo: "Adda passà 'a nuttata!"
L'Italia sta attraversando un periodo di disordine democratico della politica. Da una parte c'è un uomo arrogante e multimilionario che fa della politica un mezzo per tutelare e rimppinguare le proprie finanze, illudendo il popolo che tutto si può fare seguendo il suo esempio.
Dall'altra parte abbiamo un assembramento di politicanti con le dovute eccezioni, che ha scarse idee su come creare un progetto politico serio, che possa portare il popolo a vivere e pensare in maniera più pragmatica e pratica per uno sviluppo democratico, che possa dare benessere e serenità alla collettività, guardando al proprio futuro con fiducia, sapendo che col lavoro e l'abnegazione i risultati arrivano sempre e sono duraturi.
Penso che si debbano accogliere le sue parole di democratica saggezza, concentrandosi più sui fatti e sulle esigenze della Nazione, la quale ha bisogno di dirigenti politici che siano all'altezza di affrontare i gravi problemi, che in questi ultimi quindici anni, si sono sempre più aggravati, per nostra negligenza e per una subcultura che attraversa trasversalmente tutto il nostro territorio :" Chi meglio appare è più furbo degli altri. E chi non segue le regole è ancora più furbo." Quanto prima le menti più capaci e le persone più serie (dai più giovani ai meno giovani), dovrebbero riunirsi per formulare una bozza di progetto da mettere al vaglio di tutte quelle persone che hanno a cuore le sorti del nostro paese, per aprire una larga e democratica discussione che porti al risultato finale del vero progetto solidale, sul quale poi fare quelle giuste riforme che tengano conto di un serio equilibrio economico e sociale, nel rispetto dei principi cardine della nostra Carta Costituzionale.

02 ottobre 2009

Servizio pubblico o servizio al pubblico?

Patrizia D'Addario

Si parla di libertà d’informazione e si fa distinzione tra servizio pubblico e servizio privato. Sul servizio privato non mi voglio esprimere per ovvie ragioni di interpratazioni ambigue. Sinceramente non ho ancora chiaro il significato di servizio pubblico!
Il nostro premier spesso dice che determinate trasmissioni (Annozero, Parla con me, Che tempo che fa, Report…) non si possono dare in pasto al pubblico, perchè la Rai è un servizio pubblico pagato col canone dei contribuenti cittadini italiani. Addirittura, con molto nervosismo chiede ai suoi ministri e al cda di intervenire una volta per tutte per riportare la Rai al concetto originario di servizio pubblico. Specialmente da quando Santoro con Annozero, ha informato meglio noi italiani, pagatori di canone, della questione giudiziaria di Tarantini e delle serate allegre del premier con decine di fanciulle e della performance virile notturna di Berlusconi con la escort D’Addario, conquistata con la complicità del Tarantini organizzatore e pagatore.
La trasmissione di Santoro ha avuto un grande successo di pubblico oltre 7 milioni di telespettatori, con un alto gradimento. Allora, mi chiedo: la Rai è un “servizio pubblico” come lo intende Berlusconi o invece è un “servizio al pubblico” come lo intendono Santoro e i suoi telespettatori?

29 settembre 2009

Uscire dal tunnel.


L'infedele.

Gad Lerner


Caro Gad,
ho seguito quasi sempre le sue trasmissioni fin da "Profondo nord" e "Milano Italia".
Apprezzo e seguo "L’infedele", particolarmente, quando il tema è d’interesse sociale-politico. Ieri, guardando la trasmissione, ho notato, come succede spesso nelle trasmissioni rivolte al premier, che le persone dello stesso schieramento di Berlusconi e quelle che dipendono dalle sue attività lucrose, lo descrivono come una persona dotata di grande intelligenza e di grande carisma. Non solo, ma quando rispondono alle sue gravi gaffe, ormai quotidiane, le rivoltano da farle sembrare ottime battute, che hanno il dono della simpatia e del buon umorismo, che tanto piace agli italiani. E a proposito di noi italiani fanno intendere che la maggior parte del paese, se non tutto, ama e vota Berlusconi.
Vorrei sfatare questo luogo comune, ormai entrato nella testa degli italiani. Cioè che la maggior parte del popolo italiano vota e ama Silvio Berlusconi.
Elezioni politiche 2008 alla Camera: aventi diritto al voto 47.126.326 elettori. Votanti 37.954.293. Pdl 13.629.069.
Elezioni politiche 2008 al Senato: aventi diritto al voto 43.133.946 elettori. Votanti 34.718.630. Pdl 12.510.306.
Elezioni europee 2009: aventi diritto al voto 50.342.153 elettori. Votanti 32.748.675.Pdl 10.807.794.
Questi sono i dati reali delle preferenze al partito del premier.
Si evidenzia come alle politiche per la Camera ottiene il 28,9% degli aventi diritto, appena sopra 1/4 del totale. E il 35,9% sui votanti, appena 1/3 del totale.
Alle politiche del Senato ottiene il 29% degli aventi diritto, appena sopra 1/4 del totale. E il 36% sui votanti, 1/3 del totale.
Alle europee ottiene 21,46% degli aventi diritto, inferiore ad 1/4 del totale. E il 33% sui votanti pari a meno di 1/3 del totale.
Se la matematica non è un opinione, Berlusconi gode di simpatia al voto di tutti gli italiani di appena 1/4 della popolazione. Quindi questo vuol dire che in Italia il Capo del Governo è nettamente in minoranza. Perciò, quando egli parla in nome e per gli italiani che sono dalla sua parte, si sta riferendo alla minoranza. Si deduce, quindi, che non si può parlare di una persona amata dagli italiani, come erroneamente sento dire nei dibattiti, ma di una persona che ha un consenso minoritario degli italiani, e che grazie alla legge elettorale riesce ad essere il primo ministro di uno Stato, e che per giunta si vuole governarlo in maniera autoritaria senza il fastidio dell’opposizione.
E bene, fa lei a evidenziare le incongruenze di un governo che delegittima qualsiasi opposizione che risulta fastidiosa all’imperatore e ai suoi aderenti al pensiero unico.

Un caro saluto

22 settembre 2009

Esportare la democrazia?


"Esportare la democrazia e difendere la nostra patria." Questo ci dicono continuamente i nostri governi. "E' una missione di pace, stiamo lì per difenderci dai terroristi."
Ebbene, in Italia, ogni giorno sul lavoro in media muoiono 3 o 4 persone. Sulle nostre strade ne muoiono decine di persone per incidenti. Si registrano ogni giorno nelle famiglie omicidi e suicidi. Muoiono ogni giorno giovani per overdose e alcolismo. Nella Sanità, per errori muoiono ogni giorno persone indifese. L'inquinamento delle fabbriche ammala e uccide migliaia di persone l'anno. Abbiamo una criminalità organizzata: mafia, camorra, 'ndragheta riconosciuta intutto il mondo per gli affari illeciti, per traffico di armi, droga e gestione del territorio. Vi è una corruzione a tutti i livelli della nostra società. Per il danaro si commettono nefandezze di ogni genere. Ci sono quotidianamente violenze sulle donne e su inermi bambini. I processi sono interminabili e il più delle volte non vi è mai il vero colpevole. Le carceri sono sovraffollate. La giustizia non riesce a svolgere sufficientemente il suo compito. Le forze dell'ordine hanno sempre meno uomini e mezzi per combattere una enorme quantità di reati che vengono commessi. Il codice stradale viene sbeffeggiato ad ogni angolo. Nascono come funghi gruppi che delinquono. La prostituzione dilaga. L'informazione in gran parte è pilotata. Le famiglie hanno seri problemi di quotidianità... Però, a fronte di tutto questo bailamme, noi pensiamo bene di mandare, in zone di guerra, migliaia di giovani addestrati, per portare la "pace" a Paesi che ci vedono giustamente come invasori, e molti ci lasciano anche la pelle diventando loro malgrado degli eroi.
Ma qual'è la democrazia che vogliamo esportare? E da quale terrorismo ci dobbiamo difendere?

05 luglio 2009

Alemanno per coerenza si dimetta!

Gianni Alemanno
L'ennesimo atto di violenza razzista perpretato a Roma, vittima dell'aggressione avvenuta nella zona di Monteverde a Roma un cittadino congolese, rifugiato politico, dovrebbe far riflettere questa destra al governo, che buona parte di questo malessere è dovuta ad una politica di paura e xenofoba promossa da una destra conservatrice, atta a legittimarsi come unica forza di contrasto allo straniero "cattivo".
Alemanno è diventato sindaco grazie alla sua campagna sulla sicurezza. Ogni volta che a Roma c'era uno stupro, una violenza, la colpa l'addebitava al sindaco Veltroni, colpevole di non essere garante della sicurezza. Adesso il sindaco di Roma è diventato Alemanno, e gli stupri e i reati di violenza continuano, con aumento dei reati di razzismo. Sarebbe il momento di essere coerenti, di prendere la decisione saggia e dimettersi, perchè la sua politica di denigrare l'avversario l'ha portato a diventare sindaco, ma non a garantire quella sicurezza che tanto la destra sbandiera, ma che invece di assicurare tutti i cittadini di qualsiasi colore e provenienza ad una convivenza pacifica e di tolleranza, la trasforma in una stupida guerra di inciviltà, col risultato di far sentire il popolo più insicuro e più violento.

08 giugno 2009

28 maggio 2009

03 maggio 2009

Veronica Lario candidata legittima all'opposizione del Governo Berlusconi.

Veronica Lario
Miriam Raffaella Bartolini, meglio nota con il nome d'arte di Veronica Lario, bolognese e attrice italiana, nota per essere la seconda e ancora attuale moglie di Silvio Berlusconi.
Enrico Maria Salerno la volle accanto a sé come protagonista femminile della commedia di Fernand Crommelynck: "Il magnifico cornuto". Veronica aveva ventitré anni ed era Stella, moglie di un uomo patologicamente geloso che, a un certo punto, la costringe a mostrare il seno nudo a un altro uomo.
Proprio durante una rappresentazione di quest'opera, al teatro Manzoni di Milano nel 1980, fu avvicinata da Silvio Berlusconi, a fine spettacolo, con il quale intrecciò all'inizio una relazione adulterina clandestina, fino a quando questi non ottenne il divorzio dalla prima moglie.
Nel 1984 ha avuto una prima figlia, Barbara, da Berlusconi. Nel 1985, successivamente al divorzio di questi dalla prima moglie, hanno iniziato una convivenza ufficiale. Si sono sposati civilmente il 15 dicembre 1990. I due hanno avuto tre figli: Barbara, Eleonora e Luigi.
Sebbene sia stata la moglie di un Presidente del Consiglio ha evitato la maggior parte degli incontri pubblici e incontri ufficiali.
Nelle poche dichiarazioni pubbliche, ha spesso manifestato una certa indipendenza culturale dal marito, guadagnandosi ampie simpatie da parte dei sui avversari politici.
Nel marzo 2003 espresse posizioni di simpatia e curiosità verso i movimenti pacifisti. Nell'ottobre dello stesso anno auspicò la messa in scena di Anomalo Bicefalo, commedia di Franca Rame incentrata sul marito e pesantemente critica verso di lui.
L'8 aprile 2005, nel periodo precedente al referendum sulla fecondazione assistita, sul Corriere della Sera si espresse a favore di tutti i quattro quesiti del referendum, ricordando come anche lei dovette praticare un aborto terapeutico al settimo mese di gravidanza, a causa di alcune malformazioni al feto scoperte solo al quinto mese. All'invito della Chiesa cattolica all'astensione dal voto, rispondeva di temere, in caso di divieto delle tecniche di fecondazione assistita in Italia, il ricorso al viaggio in paesi esteri, che meno scrupolosi, avrebbe consentito qualsiasi cosa e che non andare a votare significava non voler affrontare il problema.
Il 31 gennaio 2007, rompendo la consueta riservatezza, ha inviato al quotidiano la Repubblica una lettera nella quale richiedeva al marito pubbliche scuse per le frasi galanti rivolte da quest'ultimo ad alcune signore presenti alla cerimonia dei Telegatti tenutasi qualche giorno prima. Veronica Lario ha ricevuto le scuse del marito nel pomeriggio dello stesso giorno attraverso un'altra lettera pubblica. L'episodio ha avuto grande eco sui media italiani e internazionali a differenza del silenzio caduto sulla sentenza pronunciata il 26 gennaio 2009 dal Tribunale dei ministri di Roma, che ha dichiarato dimostrata la «stretta relazione intrecciata» dal marito con Virginia Sanjust.
Berlusconi, nel corso degli ultimi anni, ha comunque parlato spesso della moglie in alcuni suoi interventi pubblici riferendosi anche a pettegolezzi circolati sulle riviste di gossip.
Il 3 ottobre 2007 riceve gli elogi pubblici del candidato alle primarie del Partito Democratico Walter Veltroni che, nel lodarne le doti, auspicava di averla nella sua squadra.
Il 29 aprile 2009 critica duramente le belle donne candidate nel Pdl. Proseguendo affonda il colpo anche contro il marito, reo di aver partecipato in una discoteca napoletana a un compleanno di una ragazza diciottenne, mentre non avrebbe mai partecipato a nessun diciottesimo dei figli.
Ora è arrivata la richiesta di divorzio che Veronica Lario avrebbe preparato insieme al proprio avvocato.
Penso che con questo curriculum, ha tutte le carte in regola per candidarsi tra le fila dell'opposizione, anche perchè conosce meglio di tutti "l'imperatore" ed è anche vaccinata.








23 aprile 2009

Commento su L'espresso " Finalmente un richiamo dal Colle" (Aldo Nicotra)

Raffaele Innato ha scritto: 23 Aprile, 2009 19:59
Non meditar vendetta! Ma siedi sulla riva del fiume e aspetta di veder passare il corpo del tuo nemico!Frase famosa e molto utile nella vita. Corsi e ricorsi nella storia.
Vi ricordate Bush dopo l’abbattimento delle torri gemelle? Aveva un notevole favore degli indici di popolarità. Ebbene, sono passati alcuni anni e un certo Obama, che non figurava tra i papabili al potere, è diventato il presidente egli Stati Uniti d’America.
Noi, italiani non abbiamo la capacità di attendere, siamo sempre in ansia e frettolosi di dare giudizi istintivamente, più che con la ragione. Lo si vede nel fare la coda agli sportelli o ai supermercati dando la colpa dell’attesa snervante a chi sta facendo il proprio lavoro bene o male. Succede nello sport verso i campioni, oggi osannati se si vince, e domani a sbeffeggiarli se si perde. Anche nella politica, diamo la colpa al politico di turno se non vediamo legiferata una legge a nostro favore personale.
Oggi il vento è favorevole, non tanto alla destra, che non mi pare abbia grandi nomi da far valere, ma ad un solo signore, chiaramente supportato da una squadra che orchestra dietro le quinta attraverso la forza del danaro e dell’informazione, che è riuscito, nello sfaldamento di una sinistra frammentata, a crearsi una immagine di uomo forte, positivo, che risolve i problemi. Molti lo sanno, che la sua è solo immagine, perchè di concreto c’è solamente il fatto che è diventato più potente e più ricco. Però, in un contesto di una opposizione non coesa, egli fa la parte del più forte. E questo la gente lo percepisce come positività.
Allora, per combattere un avversario che sembra invincibile, non si deve seguire le sue orme, perchè non avendo gli stessi mezzi si perde la battaglia. Si deve invece seguire la tattica dell’attesa e del lavorare ai fianchi.
Ci sono, purtroppo 2 milioni e mezzo di poveri in Italia, altri 6 o 7 milioni vivono di precarietà, ci sono milioni di pensionati e di famiglie che non riescono a far fronte alle esigenze necessarie di una vita decente. Ci sono problemi di recessione e di congiuntura nazionale e internazionale.
Ebbene, se lui è l’uomo forte e positivo che tutto fa e che risolve, bisogna metterlo con le spalle al muro, affinchè risolva tutti questi problemi e alla svelta, altrimenti è un incapace, un debole. Alla lunga, siccome i problemi incombono e saranno irrisolti, lo stress avrà il sopravvento, quindi sarà costretto a fare errori. A quel punto una opposizione intelligente già pronta con un programma serio e pragmatico potrà salire sul carro del potere, non dando mandato assoluto ad un solo uomo, ma democraticamente ad una squadra di persone preparate e capaci che possano dare risposte a soluzioni reali della gente che era stata illusa.
Ebbene fa il Capo dello Stato a spingerlo a risolvere i problemi che incombono secondo il dettame della Costituzione, visto che ha avuto il mandato degli elettori secondo questa Costituzione.
Ebbene farebbero i politici che stanno all’opposizione di evidenziare sempre i problemi della gente e rintuzzare tutte le negatività di un governo incapace di trovare soluzioni che servono al paese e non ad una sola parte.
Ebbene faremmo noi a palesare cosa sarebbe giusto fare, a pretendere una società più umana e solidale.

22 aprile 2009

Commento su L'espresso "Ho fatto un sogno sul 25 Aprile" (Fab1963)

Raffaele Innato ha scritto: 22 Aprile, 2009 13:42
Caro Fab1963,
se proprio vogliamo sognare per il 25 Aprile, allora desidererei vedere quel giorno tutti gli italiani, svegliarsi dal tunnel dell’ipocrisia e dei falsi valori della politica, del sociale e dei dogmi nel quale sono voluti incunearsi da secoli, andare nelle piazze e nelle strade per manifestare pacificamente il proprio dissenso, stando semplicemente seduti per terra dicendo:
“Da oggi noi ci sentiamo liberi da tutto il marciume che ci ha sovrastato, non abbiamo più alcuna intenzione di riprendere nessuna attività lavorativa e sociale se non dopo aver sottoscritto una dichiarazione vincolante, nella quale tutti i cittadini siamo uguali, con gli stessi diritti e doveri, che chi dalla vita ha avuto di più deve dare a chi ha avuto di meno, i più intelligenti devono aiutare i meno intelligenti, i più forti devono aiutare i più deboli, i furbi devono stare nelle patrie galere fino a quando diventano cittadini come gli altri, i ricchi devono mettere a disposizione le loro ricchezze per far crescere la nazione in favore della collettività, i rappresentanti eletti non devono governare per più di un mandato, la politica non è un mestiere ma una vocazione e un dovere. Tutti devono partecipare col lavoro alla crescita della democrazia, della giustizia e del benessere, compresi coloro che credono di aver ereditato un mandato supremo, non si sa da chi e per quale ignoto motivo. Nessuna carità o aiuti solidali privati, ma una società che ha nello Stato le leggi giuste per creare la solidarietà sociale di cui il popolo ha necessità. Liberi di esecitare e vivere la propria vita per il benessere comune, coinvolgendo gli altri popoli a condividere insieme l’ospitalità di cui beneficiamo tutti i cittadini dalla casa comune, il nostro pianeta.”

18 aprile 2009

Commento su L'espresso "Il papa non è San Francesco" (Francesco Polverini)

Raffaele Innato ha scritto: 18 Aprile, 2009 16:46
Cara Rossini,
il papa, dopo lungo pensare, ha programmato il suo intervento in Abruzzo il 1° Maggio, dopo che l’emergenza è finita e i morti sono sepolti. Dopo aver festeggiato il suo compleanno, vuole testimoniare di persona la sua vicinanza al popolo abruzzese, benedicendo e passando tra la gente rifugiata sotto le tende.
Io non so perchè abbia scelto il giorno della festa dei lavoratori. Però, spero che per quel giorno il papa abbia messo in allarme il suo dio, visto che il giorno del terromoto, pare sia stato un pò disattento in quanto non ha provveduto a salvaguardare le sue anime fedeli: 295 tra bambini, donne e uomini, se non a salvarne qualche miracolato in extremis. Anche perchè, non potendo la scienza sapere o prevedere se ci può essere un’altra scossa tragica (speriamo di no) a rischiare questa volta potrebbe essere il rappresentante primo dei fedeli.
Anche se quando muore un papa se ne fa un altro.
Un caro saluto

17 aprile 2009

Commento su L'espresso “La lezione del terremoto sulla vita di tutti” (Ilaria Angela Mascetti)

Raffaele Innato ha scritto: 17 Aprile, 2009 18:30
La tragedia dell’Abruzzo oggi e tante altre accadute da noi e lontano da noi, ci dovrebbe far capire che l’uomo è nudo, non solo di ciabatte o di vestiti, ma nudo di qualsiasi proprietà.
Tutto ciò che la natura ci mette a disposizione, dobbiamo imparare a usarlo nella maniera più corretta e rispettosa. Nessuno ha il diritto di stravolgere le regole della natura.
Bisogna, invece, assecondarla rispettando la morfologia del territorio e del paesaggio.
La cultura di un popolo non si deve intendere raffigurata da una scultura o da un’opera maestosa o da un simbolo. La cultura vera è il rispetto delle cose naturali dei paesaggi e delle regole solidali degli uomini e dell’uomo verso la natura.
Tutto quello che noi vi costruiamo sopra come simboli, deturpano l’essenza del creato.
In questo mondo, falsamente governato dall’uomo sapiente, non vi è l’armonia che serve a riequilibrare e mettere tutti sullo stesso piano, senza prevaricazioni.
Io quelle scene di devastazione le ho vissute per diversi anni, quando da piccolo, subito dopo i primi anni del dopoguerra, si conviveva tra le macerie e la fame. Sono passati diverse decine di anni, e le stesse scene, anche peggio, le vedo tra i popoli che non hanno da sfamarsi.
Questo è il frutto dell’egoismo e della tracotanza di piccoli uomini meschini.
Un caro saluto

14 aprile 2009

Michele Santoro
Caro Santoro,
ho letto alcuni articoli riguardo alle accuse su di lei per come è stata condotta la trasmissione “resurrezione” di annozero Rai2, e ho visto tutta la trasmissione della puntata, come faccio solitamente.
Tutte le critiche che le sono state rivolte, sono certamente legittime, ma scarsamente corrette. Io le devo dire, da telespettatore (ahimè senza possibilità d’intervenire direttamente), che la trasmissione in oggetto, con alcune imperfezioni (ma nessuno è perfetto), non ha inteso condannare né la protezione civile né il responsabile Bertolaso, più volte nominato impropriamente dal direttore Giordano e dal sottosegretario Grosseto, e non mai da lei, come pseudo capro espiatorio della tragedia.
La trasmissione, sicuramente e democraticamente criticabile, ha inteso mettere in evidenza la possibilità di responsabilità di chi ha probabilmente speculato sulle costruzioni dell’ospedale, della casa degli studenti, e di chi non ha voluto ascoltare le tantissime scosse dei mesi antecedenti al disastro e le preoccupazioni degli abitanti, come preavviso di una possibile catastrofe che poi purtroppo è avvenuta.
Lei stesso più volte ha rimarcato che la protezione civile e la macchina d'intervento è stata efficacia ed efficiente, ma nello stesso tempo, rispetto alle avvisaglie e le preoccupazioni della gente abruzzese per gli allarmi ripetuti delle tante scosse subite nei mesi precedenti, bisogna dire con molta onestà, che vi è stata una superficialità di attenzione da parte di chi ha responsabilità alla tutela del territorio e degli abitanti. Perchè, se si fosse avuta l'attenzione giusta, almeno, si sarebbe dovuta mettere in allerta tutta la popolazione, poi si sarebbero potute allertare la protezione civile a presidiare con alcune macchine di pronto soccorso e alcune attrezzature immediate i centri più a rischio, e le forze dell'ordine a presidiare ed a segnalare ed intervenire, appena ci fosse stata una scossa più consistente. Perchè il fatto che la macchina della protezione civile sia arrivata dopo alcune ore dal disastro, fa supporre che nel frattempo alcune decine di feriti siano morti per ritardo d'intervento. Sappiamo quanto il tempo d'intervento immediato, in questi casi, possa salvare le persone sotto le macerie!
Inoltre, chi ha evidenziato ritardi d'intervento e poca attenzione alle tante scosse dei mesi precedenti alla tragedia, sono stati gli stessi abitanti dell'Abruzzo intervistati, che si sono visti privati degli affetti dei loro cari estinti, denunciando i diversi aspetti negativi di alcuni interventi e di una politica sociale, che invece di mettere in sicurezza le persone e le strutture nelle quali si abita e si vive, tiene conto più agli interessi economici e personali, che poi si dimostrano deleteri e dannosi alla stessa comunità di cui tutti ne fanno parte. Perciò, disastro insegna, che sarebbe di buon gradimento e utile per tutti, e anche per l'informazione, combattere e controllare chi antepone gli interessi privati e personali agli interessi della collettività, che poi sono il sapere vivere civile e solidale nel rispetto delle persone e nel rispetto dei diritti civili delle comunità.
Poi piangere i morti, stringere con abbracci di commozione i superstiti e nominare degli eroi, non serve, specialmente se si potevano evitare.
Un caro saluto

07 aprile 2009

Sinistra e libertà.

Nichi Vendola

Caro Nichi Vendola,
come sempre apprezzo e condivido i tuoi interventi.
Anche ieri sera a Taranto ho avuto modo di sentire le tue parole e le tue frasi cariche di significato di solidarietà e di difesa delle persone e dei ceti più deboli. Questa tua facilità di saper comunicare con la gente, farle sentire vicina una politica che sa interpretare i problemi reali, producendo delle soluzioni concrete, quindi dando risposte fattibili, dà alla tua persona un carisma che sa trascinare chi ti ascolta.
L'idea di dare vita ad un partito di sinistra, quella sinistra delle persone per bene che lavorano, che studiano, che aspirano ad un futuro sano e migliore, che hanno sempre creduto al bene della collettività sociale e al benessere di tutti gli uomini, che credono nella laicità e nel rispetto delle idee e dei sani principi di convivenza e fratellanza dei popoli, che con onestà sono i portatori della fatica e del progresso, che sono stanchi di vedere i furbi primeggiare e deturpare i territori, l'ambiente, i paesaggi e di comandare al solo scopo personale, sfruttando la bontà della gente che con sacrificio crede nel proprio lavoro per migliorare il mondo che ci circonda e che ci sostiene, mi vede d'accordo e forte sostenitore.
Se tu riuscirai a mettere insieme tutta questa gente onesta e operosa, mettendo in pratica le tue idee di solidarietà senza antipatici compromessi, io penso che troverai terreno fertile per conquistare quel popolo, che vede nella sinistra la propria ragione di esistere nel mondo del lavoro e di precarietà ma non solo, che ha la capacità di liberarsi dalla paura e dalla miseria, che sa ritrovare anche quel percorso di sana aspettativa che è il benessere collettivo, che guarda all'uomo e al rispetto della persona, per una società più giusta, più libera e uguale.