14 dicembre 2009

L'aggressione a Berlusconi legittimata dai due schieramenti politici avversi.

Berlusconi Silvio
L'aggressione subita dal nostro Presidente del Consiglio S. Berlusconi, colpito al volto da un oggetto lanciato dalla folla (una riproduzione in miniatura del Duomo di Milano) ad opera di Massimo Tartaglia, 42 anni con problemi mentali, residente nell'hinterland milanese, mentre firmava autografi e salutava la folla, ha fatto scatenare subito la bagarre politico sociale.
I rappresentanti del Governo e i simpatizzanti del centrodestra insieme agli organi di stampa vicino al Presidente, da una parte, hanno subito condannato l'atto, dichiarando che l'accaduto è una concausa delle aggressioni orali e processuali (complici una sinistra politica ed una magistratura antigoverno) che Berlusconi subisce da 14 anni, affermando che il colpevole principale di tutto è Di Pietro. Mentre dall'altra parte, gli avversari politici del Governo e simpatizzanti del centro sinistra, pur garantendo la solidarietà a Berlusconi, dichiarano che l'atto è una concausa del clima aggressivo politico di una destra che, invece di pensare ai problemi reali del Paese, pensa ai problemi personali del premier.
Quindi, tutte e due le parti avverse con giustificazioni diverse, paradossalmente, dichiarano in effetti che l'aggressione di Massimo Tartaglia, pur avvenuta ad opera di una persona con problemi psichici è da condannare, ma legittima. Ancora una volta, questo sta a dimostrare come noi italiani siamo in balia di politici non all'altezza del loro compito, giornalisti della stampa e dei mezzi televisivi non obbiettivi schierati per ovvi motivi per interessi personali e di gruppi, che con notizie e dichiarazioni pennellate a seconda della circostanza portano acqua al proprio tornaconto, mentre il popolo confuso preso da problemi difficili quotidiani, si fa trascinare su questa onda lunga della deriva, per tifare una volta per uno e un'altra volta per l'altro, con la speranza che sul percorso ondivago e senza meta, si possa incontrare una zattera di salvataggio,
che lo riporti verso la riva di una terra del sano convivere.


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