20 ottobre 2009

Ora islamica nella scuola?

L'Islam a scuola divide la maggioranza. La proposta di introdurre un’ora di religione musulmana facoltiva e alternativa a quella cattolica porta la firma di Adolfo Urso, viceministro allo Sviluppo economico vicino al presidente della Camera Fini. La Lega insorge mentre dal Pd arrivano caute aperture.
Ffwebmagazine, periodico online della fondazione Farefuturo presieduta da Fini, difende la proposta dicendo che se si vuole un islam moderato e integrato con la società italiana, e far emergere quel fenomeno sommerso dove prolifera la predicazione radicale, questo percorso non può che partire ed essere stimolato nel luogo dove ha inizio il percorso di ogni futuro cittadino: la scuola. Non porsi il problema significa lasciare la confusione che c’è e che a lungo andare insieme alla mancanza di integrazione potrebbe anche portare a problemi di ordine pubblico. Se non è questa la via per un italianizzazione dell’Islam occorre in ogni caso pensare a delle alternative credibili ed efficaci che consentano di coniugare la libertà religiosa con la piena integrazione degli immigrati di religione islamica nel nostro Paese». Anche D'Alema appoggia la proposta: «L’ora di religione è un diritto anche perchè chi non la fa può optare per altre materie come educazione civica, quindi non capisco perchè a dei bambini di religione islamica si debba impedire come insegnamento alternativo quello della loro religione allargando, in pratica, un principio che già esiste a scuola.
Insorge invece la Lega con Calderoli che boccia la proposta, Roberto Cota: «Noi dobbiamo difendere la nostra identità, non cancellarla. Quella di avere una società multietnica a tutti i costi è un’idea della sinistra>>. Castelli bolla l'iniziativa di D'Urso e accusa i finiani di seminare zizzania. Zaia ribalta l'idea di Urso e propone addirittura l'ora di religione cattolica obbligatoria per gli islamici.
L’associazione degli Intellettuali Musulmani Italiani si dice totalmente favorevole all’introduzione dell’ora facoltativa di religione islamica nelle scuole. Il cardinale Renato Raffaele Martino, sottolinea che, assicurando i debiti controlli, si tratterebbe, oltre che di un diritto, di un meccanismo che permetterebbe di evitare che i giovani di religione islamica finiscano nel radicalismo. Il porporato non manca di sottolineare il rischio che, in assenza di un’ora di Corano a scuola, i ragazzi di religione musulmana scelgano una scuola confessionale a rischio di influenze radicali.
Il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, boccia la proposta di introdurre a scuola l'ora di religione islamica, perchè l'ora di religione cattolica, nelle scuole di Stato si giustifica in base all'articolo 9 del Concordato, in quanto essa è parte integrante della nostra storia e della nostra cultura. «La conoscenza del fatto religioso cattolico - dice - è condizione indispensabile per la comprensione della nostra cultura e per una convivenza più consapevole e responsabile, ma non mi pare che l'ora di religione ipotizzata corrisponda a questa ragionevole e riconosciuta motivazione».
Io mi permetto di dire che non farei fare nè l'ora di religione cattolica , nè l'ora di religione dell'islam, nè di altre religioni, ma opterei per una ora di cultura democratica e laica, per spiegare che una cosa sono le leggi di uno stato materiale e terreno, a cui bisogna rispondere in vita. Un'altra cosa sono le leggi e le dottrine celesti e immateriali alle quali bisogna rispondere in morte, per chi ci crede. La commistione tra credo per fede e credo per ciò che si vive nella quotidianità, porta a confondere il bisogno del vivere terreno, col bisogno di crearsi una eternità spirituale. Fermo restando che ognuno è libero con la propria coscienza di esercitare la propria fede, nel rispetto delle norme e delle leggi dei diritti dell'uomo, senza prevaricare sul pensiero e sul corpo altrui.

1 commento:

ECCE ALIEN ha detto...

ECCE ALIEN:
23 ottobre 2009 alle 07:08
Raffaele Innato ha detto bene: quelli che pensano ad una vita ultraterrena in un nuovo stato vitale, dopo la vita terrena, finchè sono vivi a questo mondo facciano e si comportini bene secondo le regole di questo mondo, e non secondo quelle immaginarie ed ipotetiche dell’al di là; quando giungerete nell’aldi là, solo allora, vedrete e comprenderete come sarà fatto effettivamente e quindi solo allora dovrete decidere cosa fare laggiù per sopravvivere laggiù: adesso invece preoccupatevi solo di sopravvivere quaggiù, che all’al di là ci penserete dopo, se mai vi ci troverete dentro, e adesso svegliatevi dal sonno comatoso della ragione, che genera solo mostri, di cui purtroppo finora avete popolato tutto il mondo.