07 febbraio 2008

Commenti su L'Espresso "Votare per perdere?". (Carmine Di Filippo)

Raffaele Innato ha scritto: 7 Febbraio, 2008 15:37
Politicamente siamo arrivati al punto, le elezioni politiche. Veltroni dice e conferma che il 13-14 aprile correrà da solo perchè si può vincere, tenendo fermo il programma del Pd, che in politica estera si differenzia dalla sinistra per cui: meglio soli che male accompagnati.Domanda: di quale programma stiamo parlando? E ammesso che sia un buon programma per il Pd, è sicuro che lo possa essere anche per gran parte degli italiani che dovrebbero votarlo? Non sarebbe più ovvio e opportuno discuterlo con gli altri partiti alleati e trovare i punti programmatici di sicuro accordo per una sana allenza e sana prospettiva per il Paese, di cui abbiamo grande necessità. Io, sono un elettore, devo andare a votare, e desidero che mi si convinca che il programma sia esaustivo nei suoi punti importanti: risanamento costante dei conti pubblici, maggiore occupazione dei giovani al lavoro stabile, riduzione delle tasse al lavoro produttivo e alle imprese che investono sul lavoro, lotta severa alla evasione ed elusione fiscale, aiuto alle famiglie più bisognose, costruzioni di alloggi per famiglie meno abbienti e per giovani universitari, una Scuola Pubblica più meritoria e più professionale da cui debbano uscire ragazzi e ragazze pronte alle esigenza della società progressista, legge elettorale più trasparente e vincolante alla coalizione dei partiti con candidati eleggibili senza macchia, riduzione di una Camera del Parlamento e del numero degli onorevoli, snellimento ed efficenza degli Enti Pubblici, riduzione dei molti sprechi e privilegi sparsi nei settori sociali e no, severità legislativa nello smaltimento dei rifiuti (ogni territorio che produce 100 deve smaltirne 100, con le dovute eccezioni), una giustizia più giusta e più celere con sentenze che vanno applicate, incluso il carcere per rieducare seriamente, poltica sociale per i giovani nelle strutture associative e ricreative per una educazione alla vita come bene inviolabile, strade più sicure e veicoli su gomme meno veloci, una sana cultura a preservare e conservare i beni artistici a salvaguargia del paesaggio, sanzioni amministrative severe per chi viola le leggi della buona convivenza del rispetto reciproco nella comunità, un progetto nazionale al risparmio energetico meno condizionato al petrolio e meno inquinante, meno militari all’estero e più prevenzione e controllo più severo delle forze dell’ordine sulle strade e nelle nostre città, chi sbaglia paga e se è amministratore o politico o controllore pagherà di più, perchè deve dare l’esempio. Meno soldi pubblici ai privati che curano solo i propri interessi e più risorse a quelli che curano gli interessi certificati della comunità, informazione più trasparente e più responsabile.Insomma una società più normale e più equa. Non so se questo è il programma del Pd, se dovesse esserlo, pur con degli aggiustamenti che possano essere suggeriti da altri alleati, che ne migliorino la qualità, penso che Veltroni abbia serie possibilità di vincere di fronte ad una coalizione multiforme che ha dimostrato in tutti questi anni incapacità amministrativa e fare prevalentemente i propri interessi di bottega, avendo come unico programma di dare la spallata e denigrare l’avversario, disinteressandosi del nostro Paese e dei gravi problemi della nostra quotidianità.
Raffaele Innato ha scritto: 8 Febbraio, 2008 20:26
Non vi è dubbio che la maggior parte di questi politicanti e governanti non ha né capacità di lungimiranza e né buona preparazione amministrativa-politica. Ascoltandoli nelle varie interviste radio-televisive, si percepisce che mancano di dialettica e di preparazione ad una logica di visione della prospettiva filosofica e pragmatica, verso un ideale o verso un orizzonte futuristico di una realizzazione di benessere del proprio popolo e dei popoli. Cos’è che fa muovere le persone e i popoli? Il bisogno. Se ho realizzato il mio bisogno, non vedo la necessità di rimboccarmi le maniche, vivrò nella staticità del non fare. Viceversa se non ho realizzato il mio bisogno, sarò sempre in fermento e in movimento finchè ci riuscirò. Il bisogno, però, non è solo uno stare bene fisicamente, ma è anche uno stare bene mentalmente e moralmente. Cioè, la ricerca continua dell’essere di trovare nell’altro essere o verso altri popoli una condizione di benessere e di convivenza pacifica, nello scambio dei pensieri e dei dubbi che senz’altro portano alla crescita dell’individuo e alla sua evoluzione. Quindi, non la contestazione pura e semplice fatta di lamentele e di deleghe, ma una sana riflessione alla concreta partecipazione collettiva delle persone tutte, a saper vedere e distinguere quale orizzonte conviene traguardare, se veramente vogliamo soddisfare il nostro sempre bisogno di vita. A noi la scelta!

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