16 marzo 2008

Commento su L'espresso "Non voterò PD. Fatemi cambiare idea." (Roberto Buscetta, Palermo)

Raffaele Innato ha scritto: 16 Marzo, 2008 22:53
Io non penso che i valori e i principi dettati dalla coscienza possano avere colori o appartenenza politica. Una persona di principi sani e onesta rimane legata ai suoi valori sempre. Alla politica invece appartengono le scelte. Veltroni ha fatto una scelta, dettata da una situazione stagnante che si è venuta a creare nel nostro Paese. In questi anni si è creata una politica con due fronti. Da una parte una coalizione di centro sinistra, dall’altra una coalizione di centrodestra. Ambedue, ambivano a governare il paese con lo scontro, muro contro muro, evadendo dai compiti di riformare in meglio un labirinto burocratico e da una necessità di cambiamento meritocratico richiesta da molta parte della società. Questa sua scelta, che lo ha portato a dichiarare di correre da solo, è stata dettata dal fatto che qualcuno si doveva assumere la responsabilità di cambiare una situazione di stallo che incancreniva la politica nostrana. Ebbene, lui ha avuto il coraggio e l’intelligenza di assumersi questo onere. E devo dire che, a vedere le persone che si affollano ad ascoltarlo, la risposta è ben augurante. Questo non vuol dire che abbiamo trovato l’uomo dei nostri sogni o che tutto va bene madame la marchesa. Però, bisogna dargli atto che sta provando a smuovere un sistema che da 14 anni sta trascinando il paese verso la paralisi. Il cambiamento perchè avvenga, ha bisogno del coinvolgimento di tutte le parti sociali, per cui ognuno (dai più privilegiati ai meno) deve fare un passo indietro per fare poi sempre passi in avanti, verso un traguardo che faccia progredire tutti a vivere in una società, fondata su sani e onesti principi, dove regna la giustizia.
Raffaele Innato ha scritto: 17 Marzo, 2008 21:53
Il bello della democrazia è poter esprimere il proprio parere liberamente. Così ognuno, per la propria esperienza personale, dà il suo contributo. Anch’io, come tutti voi, avendo le mie convinzioni politiche, per una serie di motivi, sono perplesso a scegliere, condizionato da una legge elettorale poco democratica, una sigla, un partito che può avere dei candidati non proprio coerenti ad un mio modo di pensare o di considerare la politica. Io vivo in Italia e voto in Italia. L’Italia è la mia patria nel bene e nel male. Io devo esprimere un mio consenso verso un partito, che più si addice ad una prospettiva di vita coerente al contesto in cui mi trovo. Noi ci troviamo di fronte ad un PDL che ha come premier un personaggio dai mille volti , ma con un solo scopo, fare il proprio interesse. Un centro che parla di possibile inciucio dei due grossi partiti, ma che non riesce a esprimere una posizione netta, e con un programma dal sapore clericale. Una sinistra, che certamente ha le sue ragioni di esistere per combattere ingiustizie sociali, ma che non riesce ad esprimere un consenso maggioritario, una destra tricolore, ripudiata da Fini e che cerca una nostalgica rivincita. Poi, c’è l’oggetto della nostra conversazione il PD, che con tutte le sue contraddizioni interne, si mostra come la novità della politica italiana, riformista, attenta a non ricadere nell’errore di essere ricattata da piccoli partiti e che mostra di dare una nuova speranza ad un paese, che ha grosse difficoltà economiche, debito pubblico esoso, scarsa crescita, poca meritocrazia, troppa influenza della politica e dei politici, criminilità diffusa, cospicua evasione fiscale, lavoro nero, poca sicurezza…Se io scelgo di votare tutti gli altri partiti prima menzionati, le mie aspettative le conosco già: sono le scelte di una politica che appartiene al passato e al vecchio modo di gestire le spartizioni. Se, invece io decido di votare il PD, non ho la certezza, ma ho una piccola speranza che qualcosa possa cambiare nella nostra società, guardando con più interesse e partecipazione a quelle scelte programmatiche che possono dare più sviluppo e più crescita, non solo economica, ma anche di solidarietà, ad una nazione sempre divisa da vecchi rancori e da tifoserie, che sono serviti a fare arricchire e sistemare bene i pochi, ma che hanno lasciato gli anziani a vivere emarginati, le famiglie a sopportare tutto il peso delle ingiustizie sociali e morali e i giovani a non avere un futuro. Ai posteri l’ardua sentenza.
Raffaele Innato ha scritto: 20 Marzo, 2008 12:25
Caro Pino Ciompi,
Roberto ha posto un tema serio, tra votare il PD e votare Sinistra. Praticamente il PDL è escluso a priori. Anche perchè se dovessi fare dei nomi che tu vuoi comprare: Berlusconi, Bonaiuti, Bondi, Schifani, Cicchitto, Tremonti, Tajani, Brunetta, Fini, Brambilla, Calderoli, Borghezio, Bossi…non penso che tu faresti un buon affare, loro, invece, si. Io ti consiglierei per il 13 e 14 aprile, una bella gita in barca molto rilassante.
Raffaele Innato ha scritto: 20 Marzo, 2008 17:45
Caro Marcello Mento,
le Sue giustificazioni sono tutte legittime, ma pretendere che Uolter(Veltroni) avrebbe dovuto fare tante forzature, essendo stato nominato segretario del PD da appena quattro mesi (14/10/2007), mi sembra un pò esagerato. Con l’aggiunta che a cambiare la legge elettorale ci ha provato contro molti, il caro vita non è nato l’altro ieri, non sa se farà la legge sul conflitto d’interesse, e poi, da come la gente lo aspetta ai suoi comizi, mi pare più conveniente rimandarlo il viaggio in Africa.Piuttosto, è d’accordo con Roberto se vota a sinistra? Un caro saluto
Raffaele Innato ha scritto: 2 Aprile, 2008 22:53
Ognuno di noi si affanna alla ricerca di una giustificazione di scelta per un voto coerente al proprio modo di intendere la poltica. Fino a pochi giorni fa sembrava che la politica fosse lontana dai cittadini, invece si scopre che i cittadini si sentono un pò tutti politologi. Noi italiani non ci smentiamo mai. Anche per la nazionale di calcio ogni italiano fa la sua squadra. C’è però un problema, che la squadra è composta da undici giocatori titolari, che scenderanno in campo dall’inizio, più le riserve. Lo stesso dicasi per le elezioni: ci sono migliaia di candidati per 1000 posti al Parlamento, con diversi gruppi di appartenenza. Alla fine due gruppi maggiori avranno la meglio sugli altri, il PD di Veltroni e il PDL di B.. Uno sarà al governo e l’altro all’opposizione, non si sfugge. Si tratta di scegliere tra i due, chi può portare più vantaggi alla nazione in termini economici, sociali, politici e di cambiamento e innovazione utile al nostro paese. Chi voterà per il PDL sa già che la sua politica è proteggere gli affari di famiglia e degli amici e, poi, se rimane qualche spicciolo, il classico contentino ai meno abbienti. Chi voterà Veltroni sà che c’è la voglia di cambiare e far progredire il nostro paese con una politica progressista e più moderna, e mettere le persone e le famiglie in condizioni di vivere un pò più dignitosamente dando una maggiore speranza di futuro ai più giovani. Poi sta a noi se seguire in casa e fuori casa la nostra squadra o criticarla se farà degli errori, se farà bene parteciperemo compatti, se farà male manifesteremo la nostra contrarietà. Al momento non ci sono alternative, perchè ce lo dobbiamo dire in modo chiaro, non l’abbiamo voluta ne saputa costruire un alternativa a questa politica. Tutti alla ricerca di una raccomandazione, l’importante è che mi sistemo io…! Ogni tanto una buona autocritica aiuta a migliorare.

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