13 marzo 2008

Commento su L'espresso "Il partito degli astenuti". (Francesca Gavelli)

Raffaele Innato ha scritto: 29 Febbraio, 2008 23:16
Astenersi dal voto è la condizione naturale dell’antidemocrazia. La democrazia si fonda sulla scelta del popolo a delegare i rappresentanti eletti ad amministrare e decidere un percorso, fatto di norme e leggi condivise, che influiranno nel bene e nel male sulla società civile dello stato. Il paradosso della democrazia è che la gente ha la scelta del non voto, che vuol dire non voler partecipare alle sorti di quello stato. Quindi, ci si sente in diritto di dissentire attraverso il non voto, lasciando però agli altri l’ingrato doveroso compito. Tanto le cose non cambiano, e se dovessero cambiare sono fatti degli altri, io mi sento di starne fuori e voglio vedere. Ma vedere che cosa? Ammettiamo, non sia mai, che nessuno o pochi andassero a votare, ci sarebbe un vuoto di potere o rappresentanti di un potere debole, che vorrebbe dire che qualcuno potente economicamente e militarmente potrebbe approfittarne per compiere una bella “marcetta” che ha portato già i disastri che sappiamo! Sarebbe opportuno e salutare, invece, che ci senta obbligati civilmente e costituzionalmente ad andare a votare, essere partecipi ad una scelta condivisibile e lavorare insieme per costruire, col nostro corretto comportamento delle regole da noi stessi accettati e voluti, una società sana di valori e di diritti e doveri, che non giudichi solo ciò che fanno gli altri, ma si prodighi a criticarsi su quello che non fa da sè.

Nessun commento: