04 giugno 2008

Commento su L'espresso “Non c’è niente di bianco in una morte sul lavoro” (Marco Bazzoni)

Raffaele Innato ha scritto: 4 Giugno, 2008 16:53
Io sono un lavoratore d’industria ad alto rischio rilevante. So bene cosa significa il pericolo e la mancanza di sicurezza sul lavoro. Purtroppo, devo rilevare, che la sicurezza sugli ambienti di lavoro in generale è deficitaria. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza(r.l.s.), insieme al responsabile del servizio di prevenzione e protezione e al medico competente, è uno dei soggetti chiamati a svolgere un ruolo di rilievo nel sistema di prevenzione introdotto dal d.lgs. n.626/1994 e successive modifiche. La novità del d.lgs.n.626/94 è quella di aver reso obbligatoria la presenza di un soggetto che rappresenti i lavoratori e al quale vengono riconosciute una serie di attribuzioni in materia di salute e sicurezza. Quindi, come rls tu Marco hai il compito di far rispettare la sicurezza sul lavoro, richiamando la società di appartenenza, al rispetto delle norme per prevenire e mettere in sicurezza gli impianti, il lavoratore o i lavoratori. Quando, si presentano delle anomalie o le apparecchiature non risultano essere in sicurezza, si ha l’obbligo di accertarsi che nessuno operi nei pressi di quell’area e di provvedere a svolgere tutta la procedura per il ripristino della sicurezza, dopodichè si dà il via ai lavori. Questo iter, se fatto bene, porta via un pò di tempo e un pò di costi. Quello che bisogna fare, è spingere le aziende a far comprendere, che è meglio spendere qualche soldo in più e risparmiare sulle vite dei lavoratori e che la troppa fretta non è mai buona consigliera. Se le aziende non ascoltano o non voglio ascoltare, allora, si devono mettere in atto tutte quelle forme democratiche di cui i lavoratori e i sindacati sono dotati. Perchè il primo, a riconoscere il pericolo di una morte disgraziata e prematura, deve essere il lavoratore, il quale deve sapere le norme di tutela e di sicurezza, al rls tocca farle rispettare e all’azienda rispettarle. Se questo triangolo funziona diventa difficile morire. Se, il triangolo non si chiude per altri motivi che possono dipendere da compromessi, fretta di produrre, omertà, pacche sulle spalle, ecc…, allora il rischio di morire è altissimo. Resta il fatto che la politica deve fare la sua importante parte a tutela della vita dei propri cittadini e che la morte non si distingue per il colore, ma per la sua crudezza.

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