05 marzo 2008

La strage infinita sul lavoro


3 commenti:

Anonimo ha detto...

ODINO:
6 Marzo, 2008 08:49
Grande dolore per le vite perse, ma non sempre la responsabilità è da attribuire alle imprese. Ho navigato a lungo sulle petroliere, ed una regola era che se qualcuno cadeva in una cisterna, prima di andare a soccorrerlo si doveva indossare un respiratore, altrimenti da un morto ne sarebbe aggiunto un altro. Ora non solo uno, ma più di uno dopo l’altro si sono precipitati dentro, l’altruismo è stato bellissimo, ma fatale. E’ mai possibile che in una ditta addetta a ciò non si conoscessero queste regole basilari! Poi che ad ucciderli sia stato il gas, la mancanza di ossigeno e via dicendo, che importanza ha? Purtroppo è il risultato che è drammatico, 5 vite perse! Una se ne poteva perdere , ma non 5. Si può discutere quanto vogliamo, ma è stata l’inesperienza a causare questa drammatica fatalità. Le recriminazioni non servono, ora aiutiamo le famiglie ad andare avanti, sia con un sostegno morale che con aiuti economici.

Anonimo ha detto...

J.Land:
6 Marzo, 2008 14:24
Appunto perche’ ci sono delle misure di sicurezza che, in questa (neanche ultima, le stragi continuano) tragedia di addirittura 5 vite stroncate, non sono state implementate, appare ovvio che la responsabilita’ pesi sull’impresa che deve garantire le misure di sicurezza inerenti all’ambiente lavorativo! In una societa’ civile dove un lavoratore non e’ carne da macello il datore di lavoro ha la resposabilita’ e l’obbligo di accertarsi che nessuna misura di sicurezza venga ignorata. Raffaele Innato ha descritto molto bene le ragioni per cui la sicurezza negli ambienti di lavoro sia diventata sempre piu’ precaria. In una societa’ civile le cause vanno ricercate, le responsabilita’ stabilite, le mancanze punite. Questo non solo per onore di giustizia e riconoscimento verso le vittime e i giusti compensi per le famiglie, ma per mettere fine alle liste dei caduti sul lavoro, a questa ignobile strage che conta in Italia un numero di vittime in ascesa, grazie al peggioramento delle condizioni del lavoro e al precariato. Questi sono delitti e come tali dovrebbero essere puniti dal codice penale.

Anonimo ha detto...

Piè:
7 Marzo, 2008 19:40
L’incolumità individuale è una questione di cultura che deve accompagnare ciascuno di noi non appena si raggiunge l’età della ragione. Tutte le strutture pubbliche devono dotarsi di risorse umane e strumentali per divulgare le nozioni generali attribuite a ogni livello scolastico. La perdita della salute di ciascuno di noi, comunque provocata, danneggia tutta la collettività. Non si puo’ stabilire la sicurezza sul lavoro per legge. Si possono stabilire invece norme di comportamento generale e specifiche per ciascuna attività lavorativa. L’ente preposto alla divulgazione di tali norme comportamentali è stato cancellato perchè ritenuto inutile e questa funzione non è stata rilevata da nessun altro organismo pubblico. Statisticamente, però, nonostante si cerchi di seguire pedissequamente le norme di sicurezza individuali, l’imponderabile, la leggerezza, la stanchezza, le preocupazioni di lavoro od altro, l’incidente è possibile e di conseguenza l’infortunio. Credo che la perdita di vite umane che avviene a seguito di tali eventi sia la piu’ grave che possa colpire le famiglie di appartenenza per gli affetti e per il terremoto economico che cio’ implica. Le statistiche ci parlano inesorabilmente che anche quest’anno ogni giorno piangeranno da tre a quattro famiglie la perdita di un loro congiunto. Non conosco precisamente i dati, ma mi sembra di aver sentito che la metà di queste perdite avviene per incidente stradale durante il viaggio di percorrenza per andare al lavoro o ritornare a casa. E’ possibile che le società che gestiscono le strade statali, provinciali e le autostrade si possano chiamar fuori da ogni responsabilità quando succede un incidente, la maggior parte delle volte innescato dalla eccessiva velocità del veicolo che lo provoca? Quanti morti abbiamo a seguito di incidenti stradali e quanti feriti; questo decreto avrebbe dovuto prendere in considerazione anche l’obbligo di vigilare sul rispetto del codice della strada con piu’ frequenza e assiduità da parte degli organi preposti.