25 luglio 2008

Commento su L'espresso "Lettera aperta al presidente della Repubblica" (Maurizio F.)

Raffaele Innato ha scritto: 24 Luglio, 2008 18:25
Illustre Sig. Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
il giorno 15 maggio 2006 nel suo discorso dichiarava: « Non sarò in alcun momento il Presidente solo della maggioranza che mi ha eletto; avrò attenzione e rispetto per tutti voi, per tutte le posizioni ideali e politiche che esprimete; dedicherò senza risparmio le mie energie all’interesse generale per poter contare sulla fiducia dei rappresentanti del popolo e dei cittadini italiani senza distinzione di parte »Parole certamente condivisibili, ma superflue. Le ricordo che già il suo ruolo è di organo di controllo sui tre poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario), rappresentando così l’unità nazionale. Considerata l’importanza delle sue funzioni le viene riconosciuta una speciale posizione giuridica per una sua completa indipendenza. Nell’esercizio delle sue funzioni le viene riconosciuta la irresponsabilità, ad eccezione di due casi estremamente gravi: l’alto tradimento e l’attentato alla Costituzione. Dei suoi atti istituzionali, invece, risponde il ministro che collabora con lei nell’emanazione dell’atto o il Presidente del Consiglio. Quindi, non rispettando il suo delicato e importante ruolo di garante della Costituzione, risulterebbe grave se pensasse di stare solo da una parte, e per giunta dalla parte della maggioranza. Le faccio presente, se non lo ha avvertito, che nell’attuale legislazione ci sono delle gravi anomalie. Il Presidente del Consiglio, al contrario di quanto sta avvenendo, non ha poteri decisionali, ma solo di dirigere e di coordinare la politica generale (art. 95 Cost.), senza alcuna superiorità gerarchica nei confronti dei ministri, che conservano la loro figura di organi indipendenti. Il Parlamento che dovrebbe legiferare in nome del popolo e per l’interesse del popolo sovrano, sta di fatto approvando a colpi di maggioranza leggi ad personam per i presidenti dei due rami del Parlamento e, ancor più grave, a favore di un’altro Presidente che svolge funzioni di potere esecutivo. Ad aggravare questa situazione è l’accanimento di due poteri legislativo ed esecutivo contro il terzo potere la Magistratura. Ora, di fronte a questa palese e grave situazione che stravolge, sia il mandato degli elettori (che hanno votato per ben altri problemi) che i principi della stessa Costituzione che vogliono l’equilibrio dei poteri, lei è venuto meno ad una sua legittima prerogativa, che è quella di rimandare, il cosidetto “lodo Alfano”, alle Camere affinchè questa legge ad personam venga riesaminata, perchè pregiudizievole per gli interessi dello Stato (che avrebbe molte cose più serie e importanti da pensare e legiferare) e contraria alla Costituzione.
Il fatto che lei abbia firmato tranquillamente il “lodo Alfano”, devo dire che mi preoccupa. Non penso che riguarda qualche suo interesse personale, lo escludo. Però, sono molto costernato. Vede, quando un semplice cittadino come me constata, che un Parlamento ed un Presidente della Repubblica, bloccando la Nazione, ratificano in meno di due mesi, una legge a favore dei quattro più importanti membri delle istituzioni, mentre sono quasi otto lunghi anni che aspetto giustizia civile, per una banalissima, ma importante controversia che riguarda un risarcimento categoriale legittimo da lavoro, allora, mi sembra evidente che lo Stato non garantisce più i cittadini normali che faticano molto per ricevere poco, ma garantisce già i garantiti che faticano poco per ricevere molto.
“La schiettezza e la pragmaticità si riflesse costantemente nella sua azione politica ed istituzionale, facendolo apparire come un presidente che puntava alla concretezza, rifiutando compromessi e imponendosi con il suo alto rigore morale. La sua personalità era intrisa dei princìpi che hanno ispirato la democrazia parlamentare e repubblicana, nata dall’esperienza della Resistenza partigiana; era solito sostenere il suo rispetto della fede politica altrui tanto quanto il suo fermo rifiuto del pensiero fascista e di tutte le ideologie che rinneghino la libertà dell’uomo. Da molti è considerato il Presidente più amato dagli italiani, per l’amore verso la Patria, per il suo grande carisma, per la sua vena ironica, per il suo modo di fare sempre schietto e incurante dell’etichetta, per l’amore verso i bambini a cui prestava molta attenzione durante le famose visite giornaliere delle scolaresche al Quirinale e per aver inaugurato un nuovo modo di rapportarsi con i cittadini, con uno stile franco, diretto e amichevole («amici carissimi» o «non fate solo domande pertinenti, ma anche impertinenti: io mi chiamo Pertini… »).”

Raffaele Innato ha scritto: 25 Luglio, 2008 18:22
Caro Fab1963
Il sig. Berlusconi, quando si è trattato di dare spallate al governo precedente, non ha usato mai toni “delicati”. Questo perchè aveva urgenza e necessità di arrivare a palazzo Ghigi per salvaguardarsi dalle pendenze giuduziarie. Dimostrazione è che, appena è salito sullo scranno, per prima cosa ha fatto legiferare una legge ad personam “lodo Alfano” (Ghedini) che gli permette l’impunità giudiziaria. Quindi, non ha mai pensato minimamente, durante il Governo Prodi, che l’Italia potesse avere gravi problemi di instabilità, ma ha pensato bene di autotutelarsi, ingannando con i soliti proclami propagandistici il popolo italiano, che ha abboccato. Ora, il fatto che, il Presidente Giorgio Napolitano, non abbia i poteri per abrogare il lodo, non dice che lo deve accettare supinamente, dimostrando impeccabilità nel capire la inutilità di rimandarlo alle Camere perchè lo firmerà poi costretto con l’obbligo dei suoi limitati poteri. Se, nelle sue funzioni c’è la prerogativa di rimandare indietro, anche di un solo giorno, il lodo. Ebbene, avrebbe dovuto farlo, sia per dimostrare la sua non subalternità al governo, sia per una questione etica che è sotto gli occhi di tutti, dimostrando al popolo italiano che la prima carica dello stato, ha il senso della democrazia e della giustizia. Dopo, in un secondo momento, poteva rinunciare al privilegio in toto, comunicando ufficialmente che lui di quella legge non si avvarrà mai, qualunque cosa accada, per tutta la durata del suo mandato. In questo modo avrebbe fatto cosa giusta e gradita al popolo onesto, che avrebbe apprezzato, consapevole che alla presidenza della Repubblica italiana c’è un vero garante a garanzia del rispetto della legge uguale per tutti. Invece, ha dato la sensazione che la legge è legittima e giusta, avallando la tesi che buona parte della Magistratura è contro Berlusconi, e che il popolo è ormai nelle mani di questa nefasta maggioranza. Altro che imbarazzo, da parte di questi personaggi! Questi non s’imbarazzano manco quando si guardano allo specchio, ammesso che tutti ci arrivino!

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