26 maggio 2008

Commento su L'espresso "Maledetto Sessantotto, mi hai distrutto la vita" (Silvia Canuti)

Raffaele Innato ha scritto: 26 Maggio, 2008 11:43
Cara Silvia, oggi pare di moda contestare il ‘68 più del nazifascismo o di lunghi momenti della nostra nostalgica memoria dittatoriale. Hai dato la tua personale testimonianza di quello che tu hai vissuto dopo il Sessantotto e non durante. Perchè non mi sembra veritiero il tuo racconto quando avevi appena 1 anno. Allora, se dobbiamo stare alla conseguenza negativa che ha portato nella tua famiglia il periodo post ‘68, dobbiamo prendere atto che hai dovuto subire delle incomprensioni famigliari, che io terrei fuori dal contesto sessantottino o almeno ben distinto. Altrimenti, si dovrebbe parlare di tutte quelle incomprensioni che ci sono state prima di quel periodo, e ti posso assicurare essere state nefaste per moltissime famiglie. Se oggi godiamo di una democrazia praticata, molto, se non moltissimo, lo dobbiamo a quel periodo di sentita ribellione verso uno Stato che riconosceva molto le divise, i padroni, le disuguaglianze, e poco i diritti dell’uomo. La legge 20 maggio 1970, n. 300 (Lo statuto dei lavoratori) è un esempio eloquente della conseguenza positiva del ‘68. La legge n.898/1970 (divorzio) un’altra conquista dovuta a quel movimento. I consigli d’istituto nelle scuole con la partecipazione attiva dei genitori degli studenti, è un altro esempio, ragazzi figli di operai che, prima non potevono accedere all’università, dopo hanno potuto e sono diventati ottimi professionisti, e potrei continuare. Io, come milioni di ragazzi e di lavoratori dell’epoca, avendo partecipato attivamente a quel periodo, a differenza tua ti posso portare l’esempio positivo della mia famiglia. Io ho un figlio di 16 anni che vive educato in una unita famiglia, rispettoso delle persone e delle leggi, studia e ha ottimi risultati. Quindi, non è attraverso una personale situazione vissuta, che si possa portare come esempio di negatività o positività assoluta un periodo di cambiamento della società, fortemente voluto da chi ha vissuto quel periodo. Certo, l’esperienza insegna sempre i correttivi da apportare per errori commessi, ma a parlarne come una mostruosità è esagerato, scorretto e non collima con la realtà.A differenza della dott.ssa Rossini, con tutto il rispetto per il libro della Tamaro (scrittrice professionista), io ti consiglierei di leggere il mio libro “Viaggio sul Pianeta della solidarietà” (consultare il mio blog di scrittore per vocazione), nel quale riesco a dare una soluzione particolareggiata e costruttiva, di come nel mondo si potrebbe vivere meglio e in maniera solidale, senza ricorrere a guerre ed a conflitti che ci stanno portando all’autodistruzione. E’ utopia? No, basta volerlo! “L’affetto delle persone care non si deve pretenderlo, ma bisogna cercarlo nei nostri cuori. ”Un caro salutoRaffaele Innato (ex sessantottino).

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