29 maggio 2008

Commento su L'espresso "Prima di tutto: il lavoro” (Demetrio Bartolini)

Raffaele Innato ha scritto: 27 Maggio, 2008 18:23
Quando un uomo decide l’estremo gesto procurandosi la morte, la società ha l’obbligo morale e civile d’interrogarsi e ricercare il motivo o i motivi che hanno causato l’insano gesto. Se la società si mostra indifferente a questi gravi episodi, vuol dire che è la stessa società che sta morendo. Questo è quello che sta succedendo da molti anni in Italia e nel mondo. C’è un egoismo sfrenato che porta all’autodistruzione. Le immagini alle quali assistiamo quotidianamente, sono la prova lampante che la razza umana sta deviando verso il baratro. Quando si assiste alla scena di salvataggio di un gatto che ha avuto l’incuranza di salire su di un albero, dal quale non riesce più a scendere, e decine di persone con mezzi di ogni genere l’aiutano a scendere per poi curarlo. Mentre, centinaia di persone non guardano il corpo riverso a terra di un uomo morente, e ci passano anche sopra senza minimamente intervenire, dimostra che c’è qualcosa di molto serio che non quadra. Allora, non basta mandare a quel paese chiunque senza risolvere, ma bisogna fare una cosa naturale, cambiare i nostri atteggiamenti in positivo. Cioè, interrogandoci e dialogando con gli altri nostri simili senza sopraffare, ma aiutandoci a capire che è meglio per tutti cambiare questo rovinoso percorso, per prendere la via naturale dell’umano, che è quella che noi conosciamo meglio o che dovremmo conoscere in quanto uomini.
Pregare non serve, se non ti aiuti.


Raffaele Innato ha scritto: 29 Maggio, 2008 17:40
Caro Gabriele, potrei usare la frase “mi dispiace” per la tua condizione fisica di persona non perfettamente a norma (?), ma ti farei torto. Io non so cosa voglia dire il neologismo “diversamente abile”. Potrei provare ad immaginare che si abbia un’abilità diversa, diversa da chi? E di quale abilità stiamo parlando? Forse, tu non hai l’abilità di tanti politici a parlare bene ed a razzolare male? Non hai l’abilità di tanti furbi che raggirano tante persone oneste? Non hai l’abilità di frodare lo Stato? Non hai l’abilità di rubare? Non hai l’abilità di ingannare? Non hai l’abilità di corrompere? Non hai l’abilità di provocare guerre? Non hai l’abilità di svuotare le menti? Non hai l’abilità dell’ipocrita? Non hai l’abilità di deturpare l’ambiente?Ce ne fossero persone come te inabili a queste nefandezze! Tu hai certamente una diversità da tante persone “per bene”, la diversità di essere un normale “uomo”. Un uomo che ragiona col suo cervello e che sa riconoscere l’amore delle persone, che non è il semplice conforto di un sorriso, ma è il grande rispetto verso il prossimo, antidoto di tante ingiustizie.Amare non vuol dire mai: “mi dispiace”. (Love story) Un caro salutoRaffaele

1 commento:

Anonimo ha detto...

Gabriele Motta:
27 Maggio, 2008 20:04
Gentile Rossini, trovo interessante il commento del Signor Innato, al quale rispondo qui di seguito.
Quando parlo nella mia di società poco omogenea sotto tutti i punti di vista, intendo proprio la mancanza della qualità esperienziale che fa del dialogo umano il fulcro di chi ben pensa.
Eliminando le cariatidi di cui sopra, potremmo iniziare quel percorso che io e Lei auspichiamo, ma, purtroppo, la bieca indifferenza umana tuttora la fa ancora da padrone.
Il fatto di aiutarsi è ben accetto da parte, con questo concetto Lei ha sfondato una porta già da me aperta, per esperienze personali che ho vissuto.
Chi le scrive sa cosa significhi il bieco egoismo indifferenze di taluni; sono diversamente abile e so bene di cosa parlo, Lei può ben capirlo senza che io mi dilunghi, sono persona decisa e determinata, non mi piango addosso, cerco di aiutare me stesso ad inserirmi sempre a livello sociale,penso di esserci ben riuscito per ora, cerco inoltre di capire gli altri cercando un ragionevole dialogo costruttivo, non mi ritengo un eroe, tutt’altro!
Comunque la comunità di parlanti è molto vasta, chi pensa bene, chi pensa male,ci sono tutti…ed io sono solo un numero,non posso da solo cambiarla, l’aiuto di tutti va ricercato nelle menti buone attraverso atteggiamenti comportamentali all’insegna dell’ottimismo e dell’entusiamo per il grande valore che la vita ha.
In questa mia risposta, caro Innato, non ho inteso farla partecipe della mia sofferenza, fare ermeneutica sulla sofferenza altrui sarebbe di difficile per tutti, ho solo voluto raccontarLe quanto da me vissuto in materia d’indifferenza sociale.
Dare conforto a qualcuno non significa solo aiuto morale, ma anche solo un semplice sorriso.
Non tutti,purtroppo, in questa società sono veri uomini.
Cordialità,
Gabriele