09 maggio 2008

Commento su L'espresso "Non ci resta che ridere." (Mattias Bassotto)

Raffaele Innato ha scritto: 7 Maggio, 2008 21:00
Io, la colpa la darei a chi li ha candidati e a chi li ha votati. Se c’è un gruppo di persone che risultano non rispettosi della legge e che siedono illegittimamente nel Parlamento italiano per legiferare, noi non solo ci dobbiamo indignare, ma possiamo proporre un referendum popolare, perchè questi signori lascino una sede non idonea alla loro etica (?), e occupino degli spazi più attinenti per una meditazione profonda sulle colpe commesse. Non dobbiamo aspettare che il nostro futuro ce lo creino gli altri, ma fare in modo di costruirlo noi con le nostre mani e le nostre idee. Mio padre mi ha insegnato, che nella vita è importante poter camminare sempre a testa alta! Chi nella vita ti fa ridere, sappi che non ti vuole bene. Chi, invece, ti fa pensare ti aiuta a crescere bene. Un caro saluto

Raffaele Innato ha scritto: 8 Maggio, 2008 18:03
Il figlio al padre: “Papà, perchè hai sposato la mamma?” Il padre al figlio: “Te lo stai chiedendo anche tu?” Ridere per una barzelletta o per una bella battuta è sempre divertente e aiuta a vivere. Ma, se sto sul ring e l’avversario mi sta lavaorando ai fianchi, c’è poco da ridere, perchè si sta preparando il colpo del ko. Io, non sono pessimista per natura, anzi, nelle disgrazie cerco sempre la parte di stimolo a continuare, comunque. Sono invece realista, e so che nel mondo ci sono milioni di bambini, donne e uomini che muiono ogni giorno di fame. Poi, ci sono milioni di persone che si divertono e gettano nella spazzatura cibo, che servirebbe a tenere in vita tanti bambini. Tra i quali, potrebbero esserci una o più menti, come e meglio, di (Leonardo da Vinci, Einstein, Fleming, ecc…) in grado di fare scoperte tali da salvare milioni di persone o addirittura la stessa Terra. Se proprio devo ridere con convincente soddisfazione, e non per la solita battuta umoristica che, il più delle volte, riesco ad anticipare, ebbene, preferisco farlo quando intorno a me ci sono persone che non soffrono, come mi succede spesso con i colleghi, i parenti o con gli amici spassionatamente. Un caro saluto e un sorriso amichevole da una persona che vive e cerca di vivere intensamente e semplicemente da molti anni guardando l’avvenire.

Raffaele Innato ha scritto: 9 Maggio, 2008 22:25
Caro Salvatore,
ti posso anticipare e assicurare che il tuo cervello è al posto giusto e molto funzionale. La tua difficile avventura (?), mi ha ricordato un film che mi ha colpito per il suo profondo significato. Trama: Dopo il divorzio, l’architetto George è rimasto a vivere nella sua casa sulla scogliera, che negli anni è degenerata fino a diventare una baracca. Un giorno l’uomo viene licenziato (non vuole imparare ad usare il computer) e scopre che un tumore gli lascia solo pochi mesi di vita. Decide di abbattere la sua vecchia casa per costruire quella dei suoi sogni, e vuole al fianco il figlio Sam per tentare di recuperare il suo affetto. Sam è un ragazzo difficile, fa uso di droghe e sembra non amare nessuno, né i genitori, né il ricco patrigno freddo e concentrato solo sul lavoro, né tantomeno se stesso. George è tenace, non ha più nulla da perdere e arriva a toccare il cuore del figlio parlandogli molto sinceramente. Anche lui ha avuto un’adolescenza difficile, con un padre che picchiava la madre e che ne aveva provocato la morte in un incidente stradale, nel quale era rimasta coinvolta anche un’altra auto, facendo finire una bambina su una sedia a rotelle. George conquista la fiducia del figlio, ottiene nuovamente l’amore dell’ex moglie e l’affetto di molti vicini. Proprio uno di questi, Coleen, con la bizzarra figlia invaghitasi di Sam, ingaggia un gruppo di operai per portare a termine la casa quando ormai George comincia a dare i primi segni di cedimento e tutti scoprono la verità fino a quel momento nascosta. Quindi, riuscito nell’intento, seduto su uno scoglio, con particolare soddisfazione dice: “Finalmente, per la prima volta ascolto il suono del mare e sento la vita.” Ebbene, è bastata questa frase, per far capire come, noi uomini, presi da una quotidianetà frenetica e senza senso, non ci rendiamo conto dei valori reali e della straordinarietà di un Pianeta, che oltre a donarci la vita, ci offre un paesaggio unico e fantastico, sul quale dovremmo essere in grado di comportarci sempre da degni ospiti, rispettandolo, ringraziandolo, e riconoscendogli questa immensa generosità. Ecco, se noi riuscissimo a fare questo, sarei il primo a fare una grande risata, non per il buon humor, ma per l’immensa felicità.
Un affettuoso saluto Raffaele

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Salvatore:
7 Maggio, 2008 23:31
Per Raffaele Innato:
Chi, però, ti fa pensare e, nello stesso tempo, ti fa sorridere non è poi male.
Ti dovrebbe, invece, dar da pensare chi non sa sorridere.
Ricorda, inoltre, che “L’ Espresso” non è la rivista del depresso.

Anonimo ha detto...

Ed:
8 Maggio, 2008 01:10
Raffaele,
completamente d’accordo sui valori che tuo padre ti ha tramandato - credo pero’, se mi permetti, di vedere un dettaglio che forse occorrerebbe chiarire al riguardo “del far ridere”: la tecnica del sarcasmo politico, nella storia di molti paesi, ha fatto aprire gli occhi alla gente, molto meglio e genuinamente (verita’) dove le istituzioni 2tradizionalmente la alta cultura” hanno invece peccato molto - e recentemente, non si insegna piu’ e la corrente generazione spesso e loro malgrado, ne porta le ferite…e’ molto triste il tutto, e pertanto se quasi tutto il mondo (specialmente virtuale) si arraffa per “ammazzare mediaticamente” la comicita’, o satira/ironia politica, credo che ci si debba chiedere qualcosa nell’area della scala dei valori di chi ci informa e, purtroppo, spesso ci nasconde cosine che invece sono la chiave di lettura di tanti eventi buoni e nefasti della nostra contemporaneita’.
Salvatore: ti quoto+++

Anonimo ha detto...

Salvatore:
9 Maggio, 2008 07:47
Per Raffaele Innato:
Se potessi raccontarti la mia vita capiresti tante cose. Perciò, anche se la battuta mi riesce dopo di te, lasciamela fare ugualmente.
Che facciamo, ci mettiamo a litigare a chi fa ridere per primo ?
Tu sei un altro al quale devo volere lo stesso bene, altrimenti la storia non finisce più.

Anonimo ha detto...

Salvatore:
9 Maggio, 2008 12:45
Il “grande fratello” (Raffaele Innato) mi ha ormai … nominato. Accetto l’offerta, ringrazio il dottore e vado via.
13 giugno 2002, ore 12. In ufficio c’è euforia perchè alle 13 inizia la partita dei mondiali di calcio Italia-Messico. Sono al computer a predisporre una circolare interna sullo Scudo Fiscale (rientro di capitali dall’estero). All’improvviso sento un “tac!” dietro la nuca, la fronte si gela e mi scoppia un forte mal di testa. Capisco che la situazione è grave. Spengo il computer e chiedo ad un collega di accompagnarmi al pronto soccorso. Qui recepiscono la gravità della situazione e mi trasferiscono alla neurochirurgia dove la partita sta per iniziare ed il mio arrivo fa sbuffare il personale medico che si era sistemato dinanzi ad un televisore.
Il mattino dopo mi operano per aneurisma cerebrale.
Sono dunque salvo per miracolo. Oggi, scrivere in allegria significa per me felicità per lo scampato pericolo; significa verificare la funzionalità del mio cervello.
Se i miei commenti fanno ridere solo i polli, allora vuol dire che qualche strascico c’è rimasto, è bene quindi che quelle battute le tenga per me. Se sentite del trambusto, sono io che sto’ ridendo da solo alle mie battute.