23 gennaio 2009

L'estradizione non deve essere negata.

Fermo restando il diritto-dovere di condannare un criminale come può essere stato C. Battisti (anche se lui si dichiara innocente per non aver mai ucciso). Rimango stupito (ma non più di tanto) dalla nostra classe politica: dal presidente della Camera Gianfranco Fini, dal presidente del Senato Schifani, dai ministri Carfagna, Ronchi, Rotondi, Meloni, La Russa e Matteoli. Dal segretario del Pd Walter Veltroni che aderisce all'iniziativa dei suoi colleghi condividendo le parole del Capo dello Stato per un «ripensamento del Barsile per l'estradizione in Italia» sul caso Battisti. Il presidente del Copasir Francesco Rutelli aderisce all'iniziativa. Aderiscono anche il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo e il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. Ancora, il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, quello alla Difesa Guido Crosetto e alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi.
L'iniziativa è stata sottoscritta anche da Sabina Rossa figlia di Guido Rossa il sindacalista della Cgil ucciso dalle Brigate Rosse. Il critico d'arte e sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi. Anche Luca Volontè ha aderito all'iniziativa. «L'estradizione non deve essere negata».
Richiesta legittima e rispettabile.
Ma, con tutti i problemi serissimi dovuti alla recessione e alle tante ingiustizie che ci sono nel nostro Paese, dove milioni di persone non sanno come sbarcare il lunario, era proprio indispensabile concentrarsi con tanta forza sull'estradizione di Battisti?

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