23 ottobre 2008

Lettera aperta a Veltroni

23 commenti:

Anonimo ha detto...

Gian Paolo:
23 Ottobre, 2008 16:24
Caro Raffaele,
perdona se ti do del tu, in un periodo che come dici non usa più, non ho nulla da aggiungere su quanto hai scritto, volevo solo esprimerti la mia gratitudine per averlo fatto:
Cordialmente (anzi con sincero affetto)
Gian Paolo

Anonimo ha detto...

lenzini81:
23 Ottobre, 2008 17:31
L’etica calvinista-prostestante ha ampiamente dimostrato che un benessere diffuso (superiore al nostro) è tranquillamente raggiungibile anche con un’impostazione fondamentalmente individualistica delle realazioni socio-economiche. Quanto alla domanda conclusiva, mi permetto di capovolgerla: dove credi che andrebbe, Veltroni, con la sinistra antagonista?
Andrebbe a sbattere, esattamente come il povero Prodi.

Anonimo ha detto...

Giulia:
23 Ottobre, 2008 17:48
Si Raffaele, grazie per avere detto quello che, secondo me, tanta gente pensa.
Forse pensa di arrivare ad essere il capo dell’opposizione di un sistema blindato ed impermeabile alla società!

Anonimo ha detto...

Salva Tores:
23 Ottobre, 2008 19:05
Sì, lenzini81, sono d’ accordo con te. Dopo sei mesi ci siamo già dimenticati di come e perché sia caduto Prodi. Se ci penso mi vengono i 5 minuti di rabbia per la dabbenaggine dei ministri della sinistra che sfilavano nei cortei contro il governo da loro stessi rappresentati.
Tra l’ altro, lo stesso Segretario Ferrero di Rifondazione Comunista ha ribadito che la sua politica sarà “Opposizione sempre, governo mai”.
Il Partito Democratico, pur avendo raggiunto il 33% di voti non riesce ancora a camminare ben dritto perché è appena nato e nei visceri ci sono ancora vermiciattoli che provocano mal di pancia.
Di Pietro non è un politico, mi ricorda un collaboratore che in ufficio per ogni cosa diceva “faccio io, faccio io”, poi alla fine dovevi metterci le mani tu per rimettere le cose a posto. Di Pietro si è montato un po’ la testa, è il solito capacchione che crede di essere diventato grande perché s’è comprato la macchina nuova per segare la legna mentre non si rende conto che ognuno c’ ha i propri limiti. Se fosse entrato nel PD sarebbe stato un buon rappresentante, una buona spalla, ma da solo val men che niente.
Veltroni ha scelto la strada del maestro unico, ma così è leader soltanto di se stesso. Berlinguer non era fisicamente robusto e la sua voce era come quella di un pettirosso, ma aveva un carisma ed un partito compatto senza correnti e senza sacrestani. Veltroni deve studiare bene i passi da fare ma non è lui il trascinatore di folle. In questi giorni, se avessimo avuto un bel guerriero avremmo approfittato dell’ improvviso risveglio giovanile per risalire la china.

Anonimo ha detto...

Fab1963:
23 Ottobre, 2008 19:09
Gentile Signor Raffaele,
le considerazioni da Lei fatte in forma retorica di “domande” all’attuale segretario del maggior partito di opposizione presente in parlamento sono le stesse che molti di quelli che come me si ritengono di area di sinistra si sono poste già durante la campagna elettorale per le ultime politiche.
Però, a mio modesto avviso, occorre a nostra volta meditare su alcune considerazioni di comune buon senso. Eccole:
1. Il precedente governo di centro-sinistra frutto di una vittoria risicatissima alle politiche del 2006 nacque male, dopo faticosissima gestazione di quasi sessanta giorni spesi dal professor Romano Prodi (l’unico che sia riuscito in 14 anni a sconfiggere due volte su due il cavaliere nero e per questo da lui politicamente “odiato” perchè temuto) a cercare di accontentare i già rissosi e superbi co-vincitori di allora che in quella situazione contingente, nonostante le loro percentuali di rappresentatività fossero più vicine allo zero che all’uno, assursero al ruolo di determinanti, condizionanti, ingombranti alleati-ricattatori. Ne nacque, purtroppo, il governo più pletorico della storia repubblicana: un numero impressionante di ministri, viceministri, sottosegretari, il nascere di ministeri dai nomi tanto fantasiosi quanto erano fumosi gli obiettivi perseguiti. Dimostrazione peraltro di miopia fu il fatto che alcuni senatori e senatrici, proprio mentre in senato sarebbe risultato determinante il voto dei senatori a vita, vennero promossi ministri e sottosegretari (tra tutti il ministro Livia Turco alla sanità) e non riuscirono neanche a dimettersi, perchè l’assemblea di palazzo Madama, strumentalmente ma del tutto legittimamente, gli negò sempre l’autorizzazione a farlo. Non contenti di ciò, sempre in senato, il centrosinistra volle piazzare uno dei suoi alla presidenza, riducendo ancora di uno il già esiguo margine di vantaggio sulla coalizione avversaria perchè, come è noto, i presidenti delle camere per prassi non votano in aula.

2. Quello che di buono si potè fare in una situazione del genere venne vanificato dall’atteggiamento dei vari alleati minori specie di denominazione comunista che, coerenti alla loro storia di divisioni, continuarono a dividersi anche allora ideologicamente, contribuendo non poco all’indebolimento di un governo che si reggeva su sottili equilibri al suo interno tra le varie “anime” (centrista, diniana, mastelliana, teodem, diessina dalemiana e diessina non dalemiana, verde, margheritosa rutelliana e margheritosa non rutelliana, dilibertiana, bertinottiana. E forse ho scordato qualcosa) spesso portatrici di visioni, strategie, financo valori diametralmente opposti tra loro.

3. La nascita in uno scenario simile del Partito democratico affidatosi tramite consultazioni primarie all’allora ancora sindaco di Roma avrebbe dovuto essere seguita da almeno due o tre anni di stabilità del quadro politico per consentire alla neonata formazione di capirsi innanzitutto e poi di farsi capire dagli elettori. Erano infatti allora considerate le elezioni europee del 2009 il primo vero grande banco di prova della nuova formazione politica, peraltro prova sui generis, soft e senza alcuna ripercussione diretta sul governo.
Arrivò invece il gennaio 2008, la caduta del governo e le inevitabili elezioni politiche che tutti noi sapevamo sarebbero state perse, anche se forse non con il divario che poi le urne avrebbero sancito.
Il segretario del PD, conscio di questo, decise di andare alle urne da solo. E questo Le devo dire fu una cosa che non mi dispiacque affatto. Una raffinata sottile “vendetta politica” nei confronti di chi per quasi due anni aveva reso a esser generosi complessa la vita del governo appena fatto andare in crisi e, soprattutto, la necessità di “contarsi” sul territorio per capire la reale forza elettorale di questa nuova realtà partitica, sapendo che, comunque, non era in gioco la vittoria, saldamente nelle mani del cavaliere nero. Ci fu qualche errore come consentire ai radicali di entrare in parlamento, quei radicali che avevano appena consegnato il loro giovane penultimo segretario al campo avverso, dove oggi è addirittura il portavoce dei popololibertari, lui che sino a dicembre era nella coalizione opposta (Voltagabbanesimo? Forse si).

4. Le urne consegnarono il paese alla destra con oltre tre milioni di voti di vantaggio rispetto al PD. La speranza, nemmeno troppo recondita ma basata sul nulla, di una legislatura di pareggio con un senato addirittura in mano alle forze avversarie del cavaliere nero svanì in poche ore la sera del lunedì elettorale. Si dovette affrontare l’opposizione ad un governo nemmeno più frenato (ma lo frenarono davvero nel periodo 2001-2006?, Mah..) dai centristi UDC ora all’opposizione pure loro ma al senato ridotti ai minimi termini (credo abbiano due soli eletti), e con un altro partito, l’Italia dei Valori, che fin dalle dichiarazioni di voto per la prima fiducia all’esecutivo, diede l’impressione di incarnare un’opposizione per così dire “maschia” rispetto a quella bolsa del PD.
Il resto è cronaca di questi pochi mesi, perchè anche se sembra passato molto tempo, questo governo, alla data odierna, è in carica da poco più di cinque mesi e questa percezione soggettiva di tempo che non passa la dice lunga su quanto sia stato e sia avvertito da noi sconfitti il peso della debacle.

5. Anche noi forumisti, più o meno comodamente seduti di fronte agli schermi dei nostri computers, dovremmo riconoscere (io per primo, mai tenero con l’attuale segretario PD e la dirigenza di quel partito) che in questi mesi quella poltrona di leader del maggior partito di opposizione non deve essere stata comoda, e non deve esserlo neppure in queste ore con un capo del governo che pre-avvisa gli studenti circa l’ imminente intervento delle forze dell’ordine negli atenei e/o scuole occupate per protestare contro riforme scolastiche, trasformando così in fatto di ordine pubblico un fatto di natura diversa; con un cavaliere nero che mortifica un parlamento, peraltro abbondantemente dominato, svuotandolo delle sue prerogative (fare leggi) e costringendolo a ratificare decreti legge o disegni di legge del governo a colpi di fiducia per non “perder tempo in ciance inutili”.

6. Il collettivismo inteso come ideologia è morto da molti decenni. Si è mantenuto in apparente vita sino al 1989 per un gioco di pesi e contrappesi di apparati soprattutto militari. Ma se nell’Est europeo si fosse potuti andare a votare già negli anni ‘50 dello scorso secolo i cosiddetti “socialisti reali” si insomma, i comunisti, non avrebbero raggiunto la soglia del 10% (fisiologica per un’utopia).
Come giustamente osservato da un forumista di destra poco prima di me che ci onora della sua presenza e ancora ci parla criticandoci ma non disprezzandoci, “un benessere diffuso (superiore al nostro) è tranquillamente raggiungibile anche con un’impostazione fondamentalmente individualistica delle realazioni socio-economiche.” E’ l’esperienza anglosassone, soprattutto statunitense.
Io preferirei ad entrambi invece il concetto di “solidarietà”. Lo sento più umano, più rassicurante.
E fa anche rima (imperfetta, come è giusto) con “felicità”

Anonimo ha detto...

19-59:
23 Ottobre, 2008 20:11
La felicità, quella promessa da Prodi ai suoi elettori si è tradotta in 20 mesi di lacrime e sangue, in un momento di congiuntura favorevole, Veltroni ne ha raccolto i frutti.
Le Primarie, autoreferenziali, un modo per fare democraticamente cassetta proponendo competitor di facciata.
La semplificazione politica, l’unico obbiettivo realmente centrato e che pervicaciemente si continua a sviluppare (sbarramento del 5% alle europee)
impedendo di fatto qualunque dialogo.
L’incoerenza, dire di correre da soli e poi imbarcare Di Pietro e i radicali, il primo è salito a sbafo sull’autobus, i secondi marginalizzati in un partito dalle mille identità fumose, peggio della DC, liti nazionali e sodalizi locali, ambigui.
La credibilità, minata dalla politica aggressiva dell’attuale esecutivo che, memore della precedente sconfitta ha imparato dagli errori e si è tolto di mezzo i possibili “Casini”, affrontando con pseudo decisionismo i problemi endemici lasciati sul tavolo.
La crisi, comprare casa a Manhattan mentre crollano mercati e risparmi non è un bel segnale di condivisione dei problemi e marca ulteriormente il distacco dalla base.
Il silenzio, con cui la componente cattolica del PD sta osservando l’inutile affannarsi di un leader di partito che sembra sempre più un pesce nella rete, che parla nelle conferenze stampa, in tv, confinato su you dem, mentre l’italia scende in piazza spontaneamente e lui attende il sabato consacrato.
Le divisioni, che non sono tra partiti ma nel partito, D’Alema, Rutelli, Parisi, tutte spine nel fianco, la difficile posizione da decidere nel parlamento europeo, che sembra uno spartiacque.
La risposta, dove pensa di arrivare? Non lo sa nemmeno lui.

Anonimo ha detto...

Emilio:
23 Ottobre, 2008 23:07
Non si puo’ inseguire ’solo’ la conta dei voti: in questa ottica è nato il PD, per essere “il piu’” del centro sinistra, bruciando il vecchio Ulivo, verdi e quant’altro rappresentava la vecchia coalizione.
Dalle analisi che mi hanno preceduto sembrerebbe assodato che questa posizione non paga, forse neanche a lungo pagherà in termini elettorali.
Che ne direste di mettere un po’ di pragmatismo, qualche progetto e magari cercare una collocazione piu’ definita nell’area progressista?
Al momento l’ostentata immagine di nuovo è solo di facciata: sappiamo che dentro c’è molto odore di vecchio apparato e voi lo sapete meglio di noi.
E in politica come si puo’ dialogare con questo governo senza esserne fagocitati? Dialogare su che? Sulle ditte che avranno in appalto le progettate centrali nucleari? Sui conti da presentare all’U.E. per ottenere sconti sulle emissioni di gas serra per non scontentare Marcegaglia, Enel ed Eni, continuando ad avvelenare la terra?
Ma qui nessuno si aspetta da voi una svolta epocale, ma almeno un po’ di buon senso per mostrare da che parte state, e non sempre a metà del guado, (appena un po’) partito di lotta e (molto) di (mal)governo.
Finitela coi dibattiti se la sicurezza è di destra o di sinistra, perchè mentre voi vi interrogate la coalizione al potere macina provvedimenti, distribuisce incarichi, spende i soldi del contribuente in progetti insensati, sposta l’asse della politica internazionale, riporta l’Italia in un clima di discordia sociale e di arretratezza culturale ed economica, diffonde titoli e messaggi tossici, affossa la compagnia di bandiera per salvare la bandiera, privatizza scuola e sanità, affossa la ricerca…
In questo marasma non sapete trovare una proposta alternativa? Volete solo mediare..ma su che? Mediare sul piano energetico? Ma suvvia, non capite che ad ogni mediazione fate il gioco dell’avversario, perchè Lui non solo fa un piano energetico per favorire le sue aziende, ma mentre voi ancora lo state analizzando già ha portato in Commissione clima europeo un attacco per destabilizzare il Piano europeo.
E voi invece di condividere strategicamente un percorso alternativo e rafforzare l’azione di contrasto che esiste in Parlamento, nella società, e in tutti gli ambiti del sistema produttivo, attaccate Italia dei valori, perchè con la sua intransigenza disturba il manovratore e le vostre mediazioni.
Ma scusate, avrete anche problemi interni, ma questo paese non puo’ attendere che li risolviate: il vecchio avanza, il polo (artico) si scioglie e voi discutete di aria fritta.

Anonimo ha detto...

sacha:
24 Ottobre, 2008 10:21
Anch’io sono d’accordo con la lettera.
La sinistra dovrebbe fare un punto d’orgoglio delle differenze al suo interno. Ma Veltroni ha in testa un modello autoritario di stato e di governo, lo stesso delle primarie.
L’Italia è un paese di destra e solo un centrosinistra che sposi tutte le minoranze può farcela. E’ una questione matematica.

Anonimo ha detto...

Raffaele Innato:
24 Ottobre, 2008 10:23
Collettivismo è il termine che designa un sistema politico-economico nel quale i mezzi di produzione appartengono alla collettività, intesa in genere come lo stato.
Il collettivismo, anteponendo gli interessi e il benessere della collettività agli interessi e al benessere dei singoli, si oppone al capitalismo, nel quale i mezzi di produzione sono di proprietà di privati e la distribuzione è regolata dal libero scambio e dal profitto.
Gli obiettivi del collettivismo sono di natura sia politica sia economica. Sul piano politico, l’obiettivo è l’istituzione di una società socialista, senza classi, in cui sia abolita la proprietà privata dei mezzi di produzione. Sul piano economico, la finalità risiede nella collettivizzazione delle terre e della struttura industriale e nella gestione della produzione e della distribuzione dei beni attraverso l’elaborazione di piani da parte dello stato.
Provo a spiegare, secondo me, perchè l’individualismo fine a se stesso porta all’autodistruzione dell’uomo. Mentre il “collettivismo solidale” può essere l’unico mezzo per farci navigare tutti per un mondo più giusto e più sano.
Tutti noi esseri viventi navighiamo su un unica grande barca nell’immenso oceano. Il quale è suscettibile di cambiamenti tra mare calmo e mare in tempesta. Il timone ora viene manovrato da uno o più navigatori e dopo da altri. La rotta da seguire non ci è data di sapere, perchè ognuno vuol seguire la propria. Le postazioni nella barca più comode, sono decise dalla prepotenza di chi ha la voce più grossa e da chi ha la pretesa di averla acquistata o meglio conquistata eliminando fisicamente la concorrenza. Pertanto, tra le postazioni della barca, c’è una parte che, in uno spazio ampio, si muove e vive nello sfarzo, consumando e deturpando tutto il proprio ambiente e anche quello adiacente, che è occupato invece da chi ha uno spazio più ristretto e vive della fatica di spingere la barca, non si sa dove e per dove, sopravvivendo, alcuni dignitosamente, altri, addirittura, muoiono di fame e scaraventati in mare. Questo è il capitalismo globalizzato dell’individualismo.
Degenerazione dell’uomo.
Noi esseri viventi che, siamo obbligati a convivere nella stessa barca e che attraversiamo l’oceano, dovremmo stabilire per il bene di tutti la rotta da seguire, dare il timone a chi sa usarlo tecnicamente bene, creare tutte le postazioni adeguate alla esigenza fisica di ognuno senza differenze, far remare equamente tutti a seconda della capacità psicofisica e intellettiva e dividere equamente tutto il bene prodotto a seconda del contributo lavorativo di ognuno, salvaguardando i più deboli. Mantenendo così la barca in buone condizioni, non deturpandola, far vivere tutti dignitosamente, navigare in mari sempre più tranquilli, dove ognuno possa svolgere la sua vita in serena compagnia.
Questo è il collettivismo solidale globalizzato.
Benessere dell’uomo.

Anonimo ha detto...

lenzini81:
24 Ottobre, 2008 11:58
Mi chiedo sinceramente come facciano le persone come sacha a credere in quello che scrivono. E mi chiedo anche, in tutta franchezza, se per queste persone l’obbiettivo sia il bene del Paese o il trionfo della loro bandieruola di parte.
Vedi, Sacha, posso anche essere d’accordo con il lato “matematico” del tuo discorso: mettendo insieme tutto il fronte antiberlusconiano (comprese le quinte colonne diniane e mastelliane) nel 2006 si è riuscito a ottenere un buon pareggio elettorale - ovvero non perdere. Ma poi perchè fingere di non ricordarsi la penosa maggioranza che “sosteneva” il povero Prodi? Le votazioni al Senato (dove le elezioni si erano perse di brutto) che dipendevano dai capricci di Franca Rame e di 2 senatori trotzkisti? I 4 moschettieri della sx radicale che andavano in piazza contro il Governo? E perchè, soprattutto, fingere di dimenticare la fine ingloriosa del Prodi-bis?
Con la matematica si possono anche vincere (pareggiare) le elezioni. Ma poi bisogna governare. E non si può esporre il Paese alle bizze di una maggioranza divisa su tutto come fu quella dell’Unione.
Il csx tornerà al potere quando il Paese deciderà di affidare la maggioranza dei voti alla sola sinistra moderata, vale a dire più o meno nell’anno del Mai, per come stanno le cose adesso. Ma a mio avviso quando non ci sarà più Berlusconi le cose potrebbero cambiare anche abbastanza in fretta. E in fondo non è più giovanissimo, ormai.

Anonimo ha detto...

rafbv:
24 Ottobre, 2008 13:23
>Raffaele Innato. Tutti sappiamo bene cosa significa collettivismo,lo abbiamo visto all’opera. Niente e’ piu’ collettivo del gulag ed il bene che assicura sono 30 milioni di morti di fame di freddo e di colpi alla nuca. La cooperazione che promette sono i lavori forzati; la “comunicazione” e’ la menzogna,lo spionaggio e la delazione anche fra familiari; l’equa ripartizione delle risorse e’ il pauperismo generalizzato,le code interminabili per il pane e i conti in Svizzera dei burocrati.
Gia’,perche’ dal suo bel raccontino non si capisce “come” affidare il timone ai piu’ “capaci”: storicamente sono stati quelli che hanno ammazzato piu’ avversari.
Un altro buon esempio di collettivismo ricordo che ci fu in Germania; solo che li’ vittime sacrificali erano non gli appartenenti a ceti sociali “nemici del popolo”, ma razze diverse da quella “pura”. Differenze fra i due modelli? Nessuna.

Anonimo ha detto...

accadi:
24 Ottobre, 2008 16:07
Raffaele,
permettimi di dirti che sei ingiusto, il “povero” (non alla veneta, non è defunto affatto) Walter (e non Waterloo… a proposito come si pronuncia? … lì era il despota che soccombeva, nulla c’azzecca con Walter) il pacato Walter dicevo, a mio avviso sta tentando di vedere chi è davvero dalla sua parte (quella della sx democratica, che dunque non è il puro comunismo oltrecortina dei gulag, non facciamo la solita propaganda destrona) e sarà forse, anche, matematica, ma credo che il Suo impegno ora sia orientato a costituire l’alternativa al B.z. tentando di far rinsavire quella parte di elettori che per tante, varie ragioni continuano a votare (io dico inconsapevolmente) per l’ignobile caimano e la sua banda di bassotti (nessun riferimento fisico, ci mancherebbe… ben di peggio!)

Per questo, taglio corto, mi auguro che domani al Circo Massimo si possa udire una sorta di “atto fondativo” del PD e, al contempo, che si dia seguito a tutte le azioni necessarie affinché i programmi e gli impegni del PD risultino chiari a tutti, al di là degli ideali (più o meno datati, più o meno profondi, più o meno vincenti), impegni reali per il qui e ora (diciamo per il “fra un po’”, spero).
Con gli ideali non si va da nessuna parte, anzi, si perde sonoramente contro chi dell’assenza totale di ideali (e di vere idee aggiungerei) si fa vanto!

Dobbiamo recuperare la “figuraccia” fatta da Prodi (e non diamo di ciò la colpa a Walter, ma facciamoci semmai un bell’esame di coscienza), a mio avviso partendo inevitabilmente e almeno da questi punti base:
- cuneo fiscale e agevolazioni per i redditi medio-bassi (economia)
- lotta (feroce) all’evasione fiscale
- conflitto d’interesse e libertà dell’informazione
- difesa dell’ambiente ed etica delle imprese (economia sostenibile)
- costi della politica e degli apparati di stato
- …

Se la dx è in campagna elettorale perenne, noi che dobbiamo fare, tacere, stare a guardare? No grazie… Quindi spero che domani non sia una giornata da proclami contro i proclami del cdx, ma una giornata di contenuti e di speranza!
Poi, quando la trippa per noi gattini (tutti!) sarà definitivamente finita, vedremo se, sinistra estrema, dipietristi, alcuni leghisti, … non cambieranno finalmente rotta confluendo (nel segreto dell’urna) in quella che appare essere per ora l’unica alternativa “laburista” all’oligarchia conservatrice e criminale che governa (o meglio che si diverte, si abbuffa, dà a chi ha già, bagaglina, …).
Dobbiamo preparare la “Casa” dei tanti che, già sono, e sempre più saranno, delusi da questo governo (min!) - sempre che non abbiano già venduto il voto per un posticino sicuro o quattro (o trenta) denari…

Concludo anch’io con una domanda Raffaele: come non comprendere chi si libera di “alleati” che di fatto hanno contribuito al fallimento dell’Ulivo (e quindi alla ri-consegna del Governo al caimano)?

Ciao, Antonio

Anonimo ha detto...

Raffaele Innato:
24 Ottobre, 2008 16:32
>rafbv,
il mio raccontino, vuole essere una metafora del mondo odierno e di quello che potrebbe essere. Mondo, non nazione o singolo stato. Quindi, nessun burocrate che può mandare soldi in un’altra nazione. Stiamo sulla stessa barca (mondo). Non c’è possibilità che si possa diventare proprietari privati, perchè non esisterebbero beni privati da nessuna parte.
Lei ha parlato giustamente di 30 milioni di morti di fame, di freddo e di colpi (arma da fuoco) alla nuca.
Oggi ci sono nel mondo quasi un miliardo di persone che muoiono di fame, per mancanza di acqua e per malattie legate alla scarsa nutrizione. Ogni giorno la criminalità nel mondo uccide migliaia di persone. Ci sono nelle stesse famiglie e nelle scuole del mondo, migliaia di persone che uccidono i loro famigliari e i loro compagni di scuola. Ogni giorno ci sono migliaia di persone che muoiono nei container e in mare perchè costrette ad emigrare dai loro paesi per raggiungere luoghi più fortunati. Ogni anno, ci sono milioni di morti sul lavoro e per incidenti stradali. Si uccide per rapinare banche, ma anche per derubare per pochi spiccioli i negozi o deboli vecchietti. Ci sono centinaia di migliaia di persone che preferiscono il suicidio ai problemi economici. Muoiono persone nelle proprie case che si scoprono dopo mesi. Nel mondo si fanno guerre per interessi di petrolio e di potere, e per mantenere le industrie belliche. Fabbriche e industrie per interesse privato non rispettano l’ambiente e il clima, provocando milioni di morti per malattie neoplastiche. Molti cibi, non sono più il risultato di prodotti della terra, ma si creano in laboratorio con veleni. Si dice che il vino si fa anche dall’uva. Ci sono criminali che usano i bambini come bestie da macello per prelevare organi e venderli al migliore offerente. Ci sono milioni di donne e di bambini costretti da trafficanti a prostituirsi per non essere uccisi. La droga, ormai, ha le sue migliaia di vittime quotidiane. I giovani non vedono più un futuro…
Ecco perchè si ha bisogno del “collettivismo solidale globale”, per evitare ed eliminare tutte queste aberrazioni e ingiustizie, perpretati in nome della libertà individuale e dell’interesse privato. Dare il timone (simbolicamente) alla gente solidale che ha capacità di guida e di sapere per traghettare il popolo del mondo verso il benessere comune pubblico. Non in mano ad uno solo o ai pochi, ma diretto e voluto da tutto il popolo democraticamente. Tutti devono dare il loro contributo a secondo la capacità e il sapere acquisito, con ruoli diversi ma con l’unico interesse del bene collettivo.
Bisogna pensare in positivo e avere rispetto di tutto e di tutti.
E’ nostro interesse privato di persona che ha diritto di vivere nel bene.

Anonimo ha detto...

Emilio:
24 Ottobre, 2008 17:24
Ciao a tutti, anche ai creduloni che andranno in piazza sabato: per loro consiglio ‘lode del dubbio’ di Kafka. Una piazza che dovrebbe solo avallare il Pd a patteggiare con Pdl un’aggiustatina qui, un appalto li’.
Suvvia la piazza partecipata con Dipietro e la satira era troppo destabilizzante; l’ordine dato da Veltroni a Dipietro di scaricare l’estremismo truculento somiglia tanto all’ordine dato da Berlusconi a Veltroni di scaricare la CGIL. Uguali e speculari.
Tutto muove dalle leve del palazzo, chi non si allinea è fuori gioco.
Qui non c’entra la matematica, ma la politica. Se bruci tutto quello che viene dalla società e agiti la piazza per la conta dei voti, allora si che fai matematica e poca politica.
Se veramente c’è qualcosa di nuovo nella prossima conta, ben venga…per l’Europa, per il buon senso, per la democrazia partecipata , per uno sviluppo sostenibile, per una società civile.
Mi auguro solo che presto si crei un’altra maggioranza alternativa alla attuale, per riconquistare la mia cittadinanza piuttosto avvilita e vacillante.

Anonimo ha detto...

rafbv:
24 Ottobre, 2008 21:39
> Il mondo del dover essere -etica- non e’ per fortuna quello della politica: quando lo Stato ha preteso di essere etico,ha prodotto gulag e lager. Il mondo etico sarebbe un mondo povero,disperato e violento come non mai. Il collettivismo e’ forse adatto al branco primitivo ma contrario alla cultura umana che nasce dall’ individuo anche se mira all’armonizzazione di tutti gli individui. Il mondo tende si’ all’unita’ ma non su basi collettivistiche,perche’ il collettivismo e’ appiattimento verso il basso,mancanza di stimoli e quindi assenza di progresso. 40 anni fa il mondo del benessere si riduceva a meno di 500 milioni di persone che vivevano nell’ area del capitalismo e della democrazia che voi chiamavate con disprezzo “meramente formale”. Il mondo,a causa di fame,carestie,malattie,mortalita’ infantile ecc. contava 3 miliardi di abitanti. Oggi,grazie alla diffusione del capitalismo e della democrazia il numero degli abitanti e’ raddoppiato e l’area del benessere si e’ piu’ che triplicata. Tra 20 o 30 anni,col diffondersi dello sviluppo capitalistico in Cina,India,Brasile,Sudafrica, l’area del benessere si raddoppiera’ ancora. Le sacche di poverta’ e disperazione probabilmente aumenteranno ma ad un ritmo sempre inferiore mano a mano che cresceranno le risorse per combatterle: e’ comunque un problema in parte fisiologico. Non riesco ad immaginare un sistema piu’ democratico del voto per selezionare le classi dirigenti: se qualcuno ne proporra’ uno migliore,e piu’ convincente,saro’ lieto di prenderne atto. Mi creda,lei parla di Utopia; ma Utopia e’ solo il rifugio dei delusi.

Anonimo ha detto...

Salva Tores:
25 Ottobre, 2008 15:46
Sto’ seguendo in diretta tramite Repubblica TV la manifestazione a Roma del PD. Molta gente si lamenta del fatto che Veltroni sia molto accomodante con Berlusconi.
Quando Berlinguer fece il compromesso storico con la DC c’ era Aldo Moro che pagò con la vita la scelta di portare il PCI al governo.
Per il bene di Berlusconi, inviterei Veltroni a non fare un nuovo compromesso storico.

Anonimo ha detto...

Gabriele:
26 Ottobre, 2008 15:51
Onorevole Veltroni, permette alcune considerazioni?
Lei, illustrissimo Onorevole, non manda Sua figlia a studiare negli USA e poi possiede un appartamento a New York? Contraddittorio tutto ciò!
E la classe diringenziale dell’attuale PD? D’Alema si occupa di barca a vela, la sua passione, è comunque l’unico ambizioso, voglioso di una poltrona…
Realacci? Un ambientalista, giusto preservare l’ambiente e l’ecosistema, necessario il pollice verde, la struttura ambientale è assolutamente fondamentale per l’intera umanità e preservare tale sistema è dovere comune, peccato che Realacci sia l’omologo italiano dell’americano Gore, tante parole, nessun fatto… ossia do nothing people.
Parafrasando Al Gore, penso sia una verità sconveniente pensare di prospettare (per Realacci) un piano energetico sfruttando le energie rinnovabili, salvo poi essere puntualmente smentito da Bersani, il quale appoggia il nucleare.
Non voglio addentrarmi ulteriormente in un campo che non è il mio, comunque mi limitavo a far notare come la Sinistra attuale sia poco coesa e soprattutto poco propositiva.
Gli attuali leaders del PD sono lontani anni luce dai problemi umani della quotidianità, per presunzione, poca umiltà di costruire un partito vero affine alla gente comune e meno ideologizzato.
La classica e bieca Sinistra dei radical chic, dei quali io non so che farmene, purtroppono molti italiani che si ritengono progressisti credono ancora in questa opaca ed oscura sinistra popolata da Veltroni e dai suoi fedeli compagni di merende.
Di questo passo, Berlusconi avrà il paese in mano per molti anni, continuando la sua scalata al potere senza freni, gli italiani piangono, non cambia nulla, sempre peggio, invece di contrastare il deus ex machina Berlusconi, continuano a parlare di lui, dandogli importanza senza pensare al futuro di noi come nazione.
Veltroni dove vuole arrivare? Al prossimo festival del Cinema romano, con un film dal titolo ” Italiani, brava gente,dove avete le palle?”
I classici attributi che mancano a Veltroni e compagnia per contrastare Il cavaliere Mascarato…
Il PD ha puntato su un bronzino… mi pare fin troppo evidente!

Anonimo ha detto...

accadi:
26 Ottobre, 2008 19:56
Gentilissimi e in particolare a Rafvb,
Una prima questione è ovvia: più cresce la popolazione, più le risorse mondiali -che sono in quantità finita! a meno di una genetica ancora attesa - sono (in media) vieppiù ripartibili in quote minori - al cambio la coperta diviene sempre più corta – in teoria – per tutti… partendo dal presupposto che tutti abbiano (un certo) diritto su tali risorse (il “paradiso terrestre”)… quindi dal presupposto che siamo “uguali” – più o meno - di fronte al diritto di usufruire delle risorse naturali del Pianeta.
A tal segno Risulta evidente che, come dici, alcuni sono più bravi (o più qualcosa …) di fatto nell’accumulare e consumare mooooltissssime risorse terrene, oppure a trasformarle col loro ingegno, ricavando un meritato guadagno, altri lo sono decisamente meno, e sono i “di più”.

Se le condizioni medie sono migliorate lo dobbiamo all’ingegno dell’Umanità, ai Mestieri e alle Arti che si sono via via sviluppate, non unicamente per il valore ideale di un’etica calvinista - quasi una “Nonetica” per definizione – cioè individualistica, ma al contrario grazie all’evoluzione globale dell’Umanità, di scienza e tecnologia in primis - che possono essere non-etiche o massimamente etiche. Dipende. Il progresso del quale parli è il progresso scientifico e tecnologico che ha aumentato le possibilità dell’uomo dotato di capacità, di sfruttare e distribuire al meglio le risorse delle quali molti, lui compreso, necessitano, fra le tante che il Pianeta ci mette a disposizione, per il bene collettivo.

Credo che i malanni di quest’epoca invece - perché meno, ma ancora ce ne sono – siano principalmente dovuti proprio ad eccessi nell’atteggiamento individualistico - o a veri e propri soprusi che, come è ovvio, ne rappresentano l’estremo più negativo. Abbiamo stravolto, in certi casi addirittura privato di senso un mucchio di cose, in quanto facenti parte dell’ambito collettivistico; persino il denaro perde periodicamente la sua “natura”, la sua “ragion d’essere” a causa di bolle e controbolle, dovute all’imperare dell’individualismo più sfrenato e selvaggio.
Non solo, si è determinato quel che si legge continuamente: l’aumento del divario, della forbice esistente tra chi sta benissimo e ha tuttissimo e chi non ha un bel nulla, al limite nemmeno da mangiare, e che magari proprio per ciò va “in bocca” alla mafia o alla camorra, ecc… in ogni caso creando i presupposti per scontri di classe – se non addirittura di razze!

Credo sia ora di finirla col battezzare i meno fortunati come incapaci di compiere imprese, sfaticati, fannulloni… credo siano semplicemente persone adatte ad altri scopi, magari a lavorarci nelle nostre imprese, no? O a farci da colf o i mobili, i quadri di casa… Non per questo hanno meno diritti degli altri – ne hanno meno di fatto per difetto di “doti” o “talenti” ma non per questo andrebbero eliminati, primo perchè uomini, e inoltre in quanto risorse, più o meno valide, più o meno preziose per il Paese.
Chiaramente si parla di occidente, di società evolute, industrializzate… quantomeno democratiche, dove insomma non vige l’arcaica “legge del più forte” o peggio l’animalesco “homo homini lupus”…

Sono due facce della stessa medaglia: Hitler e la sua razza ariana (gli eletti) e l’egualitarismo estremo a tutti i costi (Comunismo autoritario). Entrambi presuppongono un nemico: colui che è contro l’ideale o semplicemente diverso da un modello! Ma erano due ideali, due concetti quasi teosofici… colgo la tua sfumatura (ma userei morale: la politica “morale” è sempre despotismo, oggi come ieri, in quanto presuppone una fede). Ideali, imposti con la forza e l’inganno però!

L’uomo come singolo e la collettività in cui vive sono entrambe entità che per definizione necessitano di regole cioè di etica, di modo che la collettività non schiacci il singolo e che non vi siano singoli in condizione di danneggiare un intero sistema.
:- :

Venendo più propriamente agli aspetti politici in senso stretto, e rispondendo a una tua provocazione, sottolineo:
1. nessuno può sognarsi di abolire il suffragio universale in Democrazia - il fatto è che in ogni caso esso agisce all’interno di una realtà circoscritta e ben identificata, una categoria - o una “casta” - quella dei politici di professione, detti anche diplomatici.
2. sebbene non sognandomi di eliminae la Camera Diplomatica, credo sarebbe una panacea affiancarle un Senato di natura diversa.
In sintesi tale nuova Camera, che definirei Tecnica, rimpiazzerebbe il Senato diplomatico prevedendo una composizione fatta da “esperti” delle “Arti e dei Mestieri” e da intellettuali, quindi in sostanza da privati cittadini.
3. sarebbe nominata per sorteggio non obbligatorio da opportune liste pubbliche - stile albi professionali - e composta per metà da rappresentanti delle molte “corporazioni dei mestieri” - commercio, industria, professionisti - e per metà da accademici di ogni disciplina universitaria - quali ad esempio i nostri pemi Nobel e altri… ma anche studenti, …
4. la Camera Tecnica resterebbe in carica 2 anni a prescindere dai Governi politici, due anni rinnovabili a richiesta per massimo una volta. Una sorta di “chiamata” al privato cittadino che si sia distinto per capacità o ingegno, e non obbligatoria.
5. tali liste di “candidati” sarebbero stilate in base a criteri oggettivi stabiliti, in modo da escludere ipotesi turbative - ingerenze politiche - e rigorosamente pubbliche, compresi i relativi requisiti - in definitiva credo che un modo condiviso di stilarle si potrebbe trovare.

Vedi come non rinnego l’aspetto individualistico, anzi lo valorizzo? Perchè sono convinto che, proprio come dici, l’etica in politica, e non solo, stia scomparendo, lasciando però il posto a semplici interessi personali o di lobbies! Ebbene sono convinto che un Senato siffatto sarebbe in grado di cogliere quando un Governo agisca per il bene della collettività o - come ora a mio avviso - per interessi parziali, parzialissimi o addirittura personali - o infine, alla peggio, criminali!!!

Sono convinto che un vero potere del popolo si abbia attraverso le migliori espressioni del popolo stesso in Parlamento al fianco della diplomazia, in pratica con funzioni di controllo sul potere legislativo ed anche con una componente propositiva. Questo credo consentirebbe alla nostra Democrazia, sia di essere estremamente partecipativa, che ampiamente rappresentativa dell’intera popolazione italiana.

Questo più o meno è quanto, ti saluto dicendoti che, in tal caso, e solo in questo, se mi proponessero di lasciare il mio lavoro per due anni, a parità di stipendio, con garanzia di ritrovarlo al mio rientro, per andare - spesato - al Sentato tecnico - che so in quanto rappresentante degli informatici - io sarei ben felice di farlo, ed esprimerei il mio voto in tutta coscienza, preservando la mia etica e ascoltando la mia morale.
Ciao

Anonimo ha detto...

Raffaele Innato:
26 Ottobre, 2008 22:25
>rafbv
non avevo letto il suo ultimo commento, devo dire inesatto. Non è il capitalismo che fa aumentare la popolazione.
Le tendenze demografiche ci dicono che dagli anni sessanta ad oggi, la popolazione mondiale è aumentata più del doppio. Siamo a oltre 6 miliardi di persone che vivono sullo stesso pianeta. Questa crescita proseguirà, sia pure in modo asimmetrico: il settimo miliardo dovrebbe essere raggiunto prima del 2010 e l’ottavo dopo il 2020. I paesi industrializzati hanno un ritmo di aumento molto basso, appena l’1% all’anno e comprendono poco più di 700 milioni di persone. Mentre vi sono oltre 3 miliardi di persone in paesi poveri nei quali la popolazione cresce a un ritmo superiore al 3%. In Italia, negli ultimi decenni, la popolazione è a crescita quasi zero.
L’uomo ha potuto evolversi nei secoli, grazie alla sua socializzazione, formando gruppi, comunità sempre piu larghe e confrontandosi con altre realtà. L’individuo da solo non va da nessuna parte. Le idee, i progetti nascono dalla esigenza del sopravvivere e del vivere insieme. Se la comunità mondiale collettivamente e democraticamente decide di migliorare l’ambiente, il clima e il modo di vivere, non vedo quale utopia ci sia per non realizzarlo. Vogliamo guardare la realtà? Tutto il mondo capitalistico globalizzato è in crisi profonda. Questo è avvenuto grazie all’individualismo capitalistico del libero mercato e del consumismo sfrenato. Si costruiscono aggeggi personalizzati che non servono alla collettività. Si fanno mega strutture che non vengono utilizzate da nessuno. Si costruisce una serie di ville in luoghi che deturpano il paesaggio, senza che ce ne sia alcun bisogno. Si costruiscono palazzi perchè le imprese non si devono fermare, quindi si distruggono boschi per sostituirli col cemento. Si vogliono costruire ponti inverosimili, perchè ci sono gruppi d’imprese che devono appaltare i lavori e fare cassa, ci sono centinaia di migliaia di veicoli invenduti lasciati arrugginire. E possiamo continuare fino all’infinito…Di quale etica capitalistica parliamo? Quella della autodistruzione di massa?
Noi dobbiamo avere la capacità di fermarci a riflettere come organizzare un mondo diverso e migliore, dove tutti sentiamo la voglia di essere, di partecipare e di vivere tra persone che si vogliono bene e che amano la vita. Altro che appiattimento verso il basso.
Mi è piaciuto il commento di “accadi”.

“L’isolamento dalle persone, il rifiuto di convivere con gli altri porta inevitabilmente alla morte dell’individuo.” (R. Innato)
Un caro saluto

Anonimo ha detto...

rafbv:
27 Ottobre, 2008 12:17
>accadi. Gli stati etici,basati sull’incubo collettivistico,hanno provato -fra guerre e stragi intestine- 100 milioni di morti in meno di 60 anni: e’ meglio non parlarne mai piu’. Quanto alla parte “politica”,mi spaventa quella che altro non e’ che la Camera dei Fasci e delle Corporazioni con nomine per “chiamata” (da chi?) in base a “criteri oggettivi” (quali? e ancora,stabiliti da chi?) - ma poi,con quali compiti? Lasci perdere: sono cose gia’ viste.
>Raffaele Innato. Credo di conoscere in maniera sufficiente i dati sull’espansione demografica che,pero’, non e’ una cosa cosi’ automatica come sembra credere lei. Spero di non essere tacciato di razzismo se ricordo che la spettacolare crescita demografica del 3 mondo e’ tutta opera degli aiuti dell’ Occidente: medicine,vaccini, derrate alimentari,tecnologia ecc. e tutto cio’ in virtu’ delle immense risorse prodotte dal capitalismo e non certo dalle economie collettivistiche che non erano in grado di soddisfare nemmeno le piu’ elementari esigenze dei propri sudditi.
Cordiali saluti

Anonimo ha detto...

accadi:
27 Ottobre, 2008 16:01
Rafvb >
lasciati definire Gran Maestro delle Semplificazioni o semplicemente sottile sterminatore delle differenze, anche se minime, fra cose che paragoni o che dichiari equivalenti. La prendo per una provocazione, sono abituato al metodo.

La Camera dei Fasci e delle Corporazioni, modello Iran, era tutt’altra cosa, elemento fondato da, e strettamente funzionale al regime:
1. era eterna, cioè non cessava mai di essere in carica (ed è molto significativo!) malgrado una parvenza di ciclicità legislativa (apparente);
2. era composta da gerarchi e funzionari di partito (e qualche dirigente sportivo, giusto per darle una parvenza populista);
3. era nominata in base a “diritti acquisiti”, quindi una camera politica, di nomenklatura, leggermente mascherata, col solo fine di distribuire poltrone.
Nessuna lista condivisa, bensì diritti acquisiti prima, quindi senza valore specifico: il solito specchio per le allodole per chi ci vuole credere.
Infine istituita con legge ordinaria, senza necessità come quelle che ora impone la ns. Costituzione, giusto?

Altra cosa quindi, tutt’altra cosa la “mia” Camera Tecnica, non farmi il Silvio, qua non è tutto popolino beota e ignorante che segue i (vs.) proclami da cdx…
Ho sempre sostenuto che, anche vi fosse parità di merito (e non c’è) nelle cose molto conta anche il metodo (ma anche in questo caso non mi sorprendi, è tipicissimo del cdx, soprassedere sul “come” si fa qual”cosa”…).

Ciò non toglie che, anche se fosse, dimostrerei che non ho fantasmi o scheletri da temere in nessun armadio: ho sempre sostenuto che idee, sistemi e metodi validi e sostenibili hanno il mio totale consenso anche nell’eventualità che provengano da destra: ho già sparato abbastanza sugli ideali, di qualunque fatta siano, me ne devi rendere atto, o no?

Hai colto un problema comunque: le liste, che ho definito simil-albi professionali, che dunque nulla hanno di politico, nessuna discriminante, sono una (vera) rappresentanza del Popolo, con la mansione di “certificare la qualità” del potere politico, ormai pervasivo a tutto il resto, con le medesime funzioni dell’attuale Senato (mentre i diplomatici, vecchi e giovani, si scornerebbero nell’unica Camera diplomatica, com’era un tempo, sì, ma nell’antichità).

Ovvio non è tutto semplice, ma chiudo con una provocazione: da, credo, imprenditore, spiegami perché la tua Azienda o la Fiat o la Nestlè debbano soggiacere a un rigoroso controllo di qualità, mentre una casta-cupola indistinta di diplomatici possa agire indisturbata senza alcun controllo (a parte quello Giudiziario, ormai iper-svilito ed inesorabilmente ex-post!).

Concludo: mai sentito parlare di “Governace dualistica” delle aziende quotate in Borsa? Il meccanismo è praticamente il medesimo di quello al quale mi sono ispirato - e se la conosci sai che il “Collegio di Garanzia” o dei “Probiviri” non deve assolutamente avere interessi nella SpA in questione (al cambio: non può provenire da “vivai” di partito, come era nel ventennio da te, consentimi, inopportunamente rivangato).

:-:

Riguardo all’incremento della popolazione e del benessere collettivo, ti ho già dato una parte di ragione (sono un po’ solipsista e voglio fare qualcosa di grande anch’io, come tanti), ma rispondi a questa domanda:
- sono i capitani di industria o piuttosto la solidarietà collettiva (elemosinante via sms o itituzionale) che, alla G.Strada e Co., ha prodotto, in parte, quanto dici nel terzo mondo in termini di miglioramento generale? (va bene Geats e Bono fanno eccezione ma hanno capitali equivalenti a quelli di una nazione)…
Al limite i governi, per accordi internazionali, hanno dovuto sobbarcarsi tali oneri, controvoglia, spesso sgraditi - oppure fonte di reddito trasversale (leggesi: occasione per distribuire, al solito, varie poltrone e accampamenti vari e risorse per migliaia di eruo al giorno sulle quali lucrare!) il tutto per il sacrosanto obbligo di limitare le sperequazioni su questa Terra (in quanto fonte dei disastri di cui ho già accennato, e se ne sono accorti tutti da tempo).

L’individualismo (malsano) è capace perfino di ammorbare la cosa più bella e sacra, che rende l’Uomo degno di tale nome, che lo eleva e lo gratifica come poche altre cose: la solidarietà, quella cosa che capiamo benissimo finché riguarda noi o i nostri congiunti, ma che - miracolosamente - quando riguarda sconosciuti o “diversi” diviene, come minimo, facoltativa (il miracolosamente, ovviamente è alla: 666).

Ma ripeto questa contrapposizione è fittizia, irreale - i singoli sono necessari e parte - strettamente - della collettività. Non si ha l’uno senza l’altra. Porli in contrapposizione significa un errore enorme (sia da una parte che dall’altra) che favorisce lotte e scontri di classe inutili e anzi dannosi.
Ciao

Anonimo ha detto...

gorby07:
27 Ottobre, 2008 19:09
X Lenzini91
Caro lenzini, mio padre è morto a 54 anni. Mia madre a 71.
Non ho avuto la fortuna di vedere i miei genitori invecchiare.
Per cui, auguro di cuore a Silvio Berlusconi di vivere il più a lungo possibile.

Se, come gli auguro, Berlusconi vivrà ancora a lungo, allora rassegnati ad una lunga stagione di governo del PDL.

Anche quando andrà in pensione, l’ormai ex uomo politico Silvio Berlusconi continuerà ad esercitare un’influenza enorme su milioni di italiani.

Ed il “vecchietto in pensione”,con poche sapienti apparizioni televisive, continuerà ad indirizzare i voti di questi milioni di italiani verso il PDL.

Per cui, non fare troppo affidamento sull’età avanzata di Berlusconi.
A meno che tu non gli auguri qualcosa di spiacevole. Ma in questo caso, mi dissocio nettamente dal tuo auspicio.

Lunga vita a Berlusconi (”ma anche”… a Veltroni).

Anonimo ha detto...

lenzini81:
28 Ottobre, 2008 01:28
X Gorbyo7
Egli non andrà mai in pensione…è come il papa, fino a quando vivrà sarà in sella.
Ma ormai giovanissimo non è più. Del resto non è uno scandalo parlarne, visto che in America l’ananmesi del paziente McCain è stata la prima cosa che è andata sui giornali, quando si è capito che avrebbe vinto le primarie.