03 settembre 2008

Commento su L'espresso "Cosa manca alla sinistra?" (arch. Francesco Vinci, Siracusa)

Raffaele Innato ha scritto: 2 Settembre, 2008 21:03
Prima di capire cosa manca alla sinistra, dovremmo conoscere cosa s’intenda per sinistra. Quando si parlava o si faceva riferimento alla sinistra, come pensiero filosofico, s’intendevano i valori della solidarietà. L’obiettivo da raggiungere era il potere agli operai, una casa, un lavoro e una vita dignitosa per tutti i cittadini. Si parlava di uguaglianza e diritti uguali per tutti, giustizia compresa. C’era la consapevolezza che si lottava per conquistare una legittimità da cittadino e da uomo. La controparte o l’avversario da battere, era il padrone, colui che sfruttava il lavoro degli altri per arricchirsi e comandare. Quindi, si aveva ben chiara la posizione, se si stava con gli operai e gli oppressi si era di sinistra, viceversa si era di destra e con il padrone. Ogni nazione, ogni società aveva nel suo interno la distinzione dei ruoli e le lotte intestine. Questo è durato fino a quando c’è stata la guerra fredda e fino all’abbattimento del muro di Berlino 1989.
Dopodichè, si sono allargate volutamente le frontiere da parte dei finanzieri, banchieri e speculatori, con la complicità dei governi, dando vita a grandi società di capitali e multinazionali, che con la falsa globalizzazione, senza responsabilità personali dirette, hanno piegato e costretto operai, impiegati e anche buona parte dei liberi professionisti a diventare loro dipendenti o sudditi, omologando tutti i cittadini della terra a seguire mode e valori virtuali, per puro tornaconto, inquinando e devastando tutto quello che di prezioso la natura ha messo a disposizione per la sopravvivenza dell’uomo, esautorandolo anche di una sua legittima dignità. Ora, la diga del pensiero collettivista è stata straripata, ricostruirla è davvero molto difficile. Bisognerebbe, fare qualche passo decisivo indietro, rimettere ad ognuno le proprie e rispettive responsabilità, far capire che abbiamo intrapreso una strada senza ritorno, e che se vogliamo ricostruire veramente un mondo migliore fatto di uomini e persone giuste, dobbiamo essere più umili e pragmatici. E non è importante essere di sinistra, ma è importante che ci crediamo tutti, lavorando per lo stesso interesse che è quello di continuare a vivere e non di morire, come ora sta accadendo per l’ingordigia di pochi e la negligenza di molti.

Raffaele Innato ha scritto: 3 Settembre, 2008 12:43
>A59
Probabilmente non sono stato sufficientemente esauriente.
Io ho descritto una sinistra che c’era e che ora non c’è più. Mentre, prima del 1989 si sapeva ancora o s’immaginava cosa s’intendesse per “sinistra”, oggi proprio per l’avvento di una globalizzazione falsa, perchè priva di valori solidali e piena di spot illusori, ha portato l’ideale comunista-socialista a mescolarsi nella globalizzazione dei capitali, diventando faragginoso e inconcludente. Mistificando e falsando i concetti di solidarietà in concetti di profitto e di convenienza individualistica, perdendo il suo scopo di interesse collettivistico, che porta a unire le comunità e a renderle più coese e più umane, quando sono saldi i principi dei diritti umani.
Allora, chi oggi è più vicino all’ideale della solidarietà, chi ha senso di valori umani da rispettare, chi ha il senso di appatenenza ad un ideale di vita comunitaria, chi si sente più vicino ad ideali del socialismo e del rispetto dei ruoli nell’uguaglianza dei popoli, dovrebbe rinunciare e rifiutare quei valori e quegli oggetti che rappresentano le storture e le devianze di un mercato globalizzato privatistico, che ha un solo scopo: “produrre per vendere”, costi quel che costi (guerre, disastri, morti bianche, omicidi, suicidi, immigrazioni incontrollate, terrorismo, sopraffazioni, ingiustizie, devastazioni, ecc.) pur di fare profitto. Bisognerebbe iniziare a diventare anticonformisti, se si vuole cambiare questo trend catastrofico.


Raffaele Innato ha scritto: 3 Settembre, 2008 19:15
Cari commentatori,
noi stiamo cercando di dare una risposta alla domanda: “cosa manca alla sinistra?”.
Ebbene, in Italia esistono gli uomini di sinistra, ma non esiste la sinistra. Il PD evocato da più parti non può essere considerato un partito di sinistra. Lo ha dichiarato lo stesso Veltroni. L’arcobaleno è sfumato sul nascere. Rifondazione si è spaccata in due. In Parlamento non c’è più rappresentanza. I dirigenti della sx che si sono succeduti in questo decennio, hanno dimostrato molto attaccamento alla poltrona e poco interesse ai problemi della gente. Però, vedete quando si cerca di analizzare un problema, bisogna andare un pò a ritroso, per cercare di capire dove ricercare il guasto. Non a caso nei miei precedenti commenti, ho evidenziato che a cascata il problema nasce simbolicamente dalla caduta del muro di Berlino. Proprio, perchè i signori che governano il mondo, dovevano dare un segnale forte a coloro che avevano sognato l’idealismo socialista, per dire che da oggi il mondo diventa un’unica famiglia globalizzata, gestita da chi ha i capitali e il potere. Dopodichè, si sono mossi tutti coloro che sono legati ai signori del potere, per dottrinare la gente a seguire la nuova strada del falso benessere e della falsa democrazia.L’Italia non è stata e non è uno Stato indipendente. L’Italia non ha le risorse primarie per rendersi autonoma. Anzi, ha bisogno di legarsi necessariamente ad altre nazioni per sopravvivere. Lo ha fatto con la Russia e con gli Stati Uniti durante la guerra fredda, una parte sovvenzionava i comunisti, l’altra sovvenzionava la Democrazia Cristiana. Ora, è legata per fortuna all’Europa (non a caso è stata la promotrice dell’Europa Unita) con un occhio di riguardo agli Stati Uniti e un occhio sparso qua e là, in cerca di petrolio. Il debito pubblico dell’Italia sappiamo essere enorme e crescente. In queste condizioni è difficile fare la voce grossa, si ha bisogno di scegliere una strada che renda il paese più vivibile, meno legato e vincolato al petrolio e al gas, più efficente e meno legato alla burocrazia, una maggiore e migliore cultura con una scuola che sappia insegnare e sviluppare le menti dei giovani, per uno sviluppo produttivo reale del paese. Quindi, in questo quadro difficoltoso e problematico, ci vorrebbe una dirigenza (non in questo Governo) che sappia affrontare e risolvere in positivo i contrasti che emergono dall’influenza negativa della globalizzazione centralizzata.
E in questo, gli uomini della sinistra uniti dovrebbero far emergere l’idea che da un processo di solidarietà e di valori comuni condivisi, si possa creare quel clima di socialità necessario al paese e non solo, che porti a far comprendere le persone distratte da spot e immagini falsate, che è la strada giusta da percorrere se vogliamo far prevalere l’umanità e la vita, altrimenti, c’è solo la legge della jungla e il baratro.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

A59:
3 Settembre, 2008 10:17
Gli ultimi 2 commenti di Roberto e Raffaele, fanno riflettere, arrivano come molti del resto, all’equazione secondo me non corretta, per cui la sinistra non è più un modello solidale a causa dal consumismo/egoismo imperante, parafrasando un famoso libro di Erich Fromm, meglio avere che essere.
Non credo sia solo questo, la sinistra si è progressivamente trasformata, è passata dal monolitismo del PCI ad un magma cattocomunista che è ben lungi dall’essere unitario nelle proposte, al di là dei vuoti slogan all’americana del suo ex leader.
Si è persa dei pezzi che, come cellule impazzite, hanno generato altre sigle, sempre comunisti, ma diversi, con proposte simili ma alternative.
Alla prova dei fatti si è rivelata inconcludente, rissosa, confusa, al governo ed in piazza allo stesso tempo, un’ incoerenza pagata cara, debole nelle politiche a favore dei ceti disagiati, debole nella rivendicazione dei diritti, debole su temi sensibili come la sicurezza, ideologicamente sottovalutata.
La scelta di creare un grande partito laico alternativo, sta miseramente naufragando a fronte dell’ incosistenza nell’ opposizione, demandata ai guitti, ai giornalisti, scavalcata da alleati senza storia che battono la grancassa antiberlusconiana, perchè in quel modo ramazzano scontenti e delusi, persino gli ultrà del Napoli che devastano un treno sono colpa del governo, tutto fa brodo.
Alla sinistra manca secondo me l’identità che aveva e che non avrà mai più, persa nei personalismi dei Rizzo, Diliberto, Ferrero, in lotta tra loro anzichè contro il nemico vero, le lobbyes, le banche, Berlusconi.
Tutto questo il popolino lo avverte, come avverte la rata che sale, la benzina che non cala, la spesa che si riduce, le politiche pallide in questo momento non pagano (elettoralmente) e la sinistra è un fantasma dai molti volti, la demagogia di Berlusconi è avvallata dal comportamento stolido dell’opposizione che invece di incalzarlo sulle problematiche serie che interessano i cittadini, lo combatte inutilmente per mesi su questioni di principio, delle quali sono convinto, non frega quasi nulla alla gente comune alle prese con la difficoltà del vivere e non perchè è lobotomizzata dalla tv, ma perchè guarda nel portafoglio vuoto.
La strada è molta e tutta in salita, il nemico è furbo, abile, spregiudicato e vincente nell’immagine e nei fatti, prevedo un autunno caldo, ma non per il governo, per i protagonisti di questo nulla, certificato dalle mille proposte diverse che galleggiano come goccie d’olio sull’acqua.

Anonimo ha detto...

cocorocchio:
3 Settembre, 2008 12:55
Al contrario di Alessandro condivido totalmente gli aspetti descritti da Roberto e Raffaele. Gianni Cervetti scrisse negli anni settanta il libro : “Partito di lotta e di governo”. Quel libro lo ha sicuramente letto Bossi. nel Pci c’era monolitismo? c’era il centralismo democratico. è paradossale contestare quel centralismo mentre si è pronti ad offrire al potere ogni delega. è razionale e democratico tutto questo? la sinistra si è trasformata? la sinistra è sempre stata portatrice di politiche solidaristiche. non è la sinistra che si è trasformata. i suoi rappresentanti politici hanno inteso inseguire la corrente, inseguire le mode. la loro identità si è persa nella ricerca del consenso nel degrado del paese. invece di contrastarlo lo hanno assecondato. hanno inseguito modelli estranei alla sinistra. guardate l’ordine pubblico. erano sindaci di cx quelli che emettendo ordinanze contro i lavavetro. sento che molti rimproverano alla sinistra di sottovalutare il problema dell’ordine pubblico? siamo seri l’ordine pubblico si garantisce togliendo il controllo delle aree meridionali alla mafia. mettendo trasparenza nella gestione degli appalti. combattendo la corruzione. garantendo trasparenza nella gestione dello Stato. il cemento della sinistra deve tornare ad essere il lavoro. ripeto: la centralità del lavoro! la caduta delle ideologie avrebbe dovuto spingere i socialisti, comunisti e cattolici popolari ad una grande alleanza. partorire un grande partito del lavoro. leggo il travaglio che investe i dirigenti del Pd. Reichlin si interroga sull’unità sul paradosso del Pd. gli elettori del Pdl non hanno travagli. essi si immedesimano totalmente nel loro leader. accettano ogni semplificazione. vogliono il decisionismo. gli elettori della sinistra al contrario guardano le politiche. essere o avere? no! contare! non accettano le semplificazione che vengono imposte. hanno un approccio diverso con la società e con il potere, per loro la democrazia è partecipazione!

Anonimo ha detto...

A59:
3 Settembre, 2008 19:46
Ringrazio tutti per la considerazione, non mi voglio dilungare troppo ma devo una risposta cumulativa a Roberto, Raffaele e Coco, solo per dire che che in realtà non esiste, almeno dal mio punto di vista questo spartiacque della solidarietà sociale. Vorei esprimermi con un esempio concreto:
Ricorderete tutti il grido di Walter alle mafie”non vogliamo il vostro voto”, e infatti non gli lo hanno dato (già lo sapeva, quindi l’indignazione di facciata costava poco), bene, notizia di qualche giorno fa, la maggiore cooperativa emiliana, la Cmc di Ravenna, ha inaugurato a Khartum capitale del Sudan, un albergo a 5 stelle (130 mln di euro, roba da ricchi), alla presenza del presidente Omar el Beshir, come riportato su home page del sito Cmc, (consiglio anche di leggere la escusatio del gruppo).
Il suddetto Omar è un criminale genocida, il tribunale dell’Aia ne ha chiesto l’incriminazione per i seguenti reati:
Crimini di guerra.
Crimini contro l’umanità e genocidio,
Violenza, stupri e sfollamento forzato della popolazione del Darfur.
Stiamo parlando di lavoro, di una coop rossa, del fiore all’ occhiello di quel mondo incensato per rettitudine ed equità, trovate che sia fuori tema? Io non penso, è la prova provata che di fronte al profitto ci si può tranquillamente lavare la coscienza, far finta di nulla, senza neanche più i dibattitti laceranti degli operai del bresciano, che si guadagnavano la paga producendo mine antiuomo per la Fiat.
La realtà è più complessa di come appare, Coco parla come un libro stampato ma poi la realtà del profitto si scontra con gli ideali costituzionali e le ideologie socialiste (intese come supporto ai più deboli).
Quello che è disturbante (per me) è che chi professa la diversità, in realtà non la pratica, aspetto che anche gli altri ne prendano coscienza, a quel punto forse, si potrà ripartire, con coerenza altra cosa che di questi tempi manca alla sinistra.
Un cordiale saluto a tutti