17 agosto 2008

Commento su L'espresso "Io donna, i fgli e la felicità" (Michela Mihich)

Raffaele Innato ha scritto: 17 Agosto, 2008 20:42
Pur essendo abbonato da decenni a L’espresso, non ho potuto leggere l’articolo in oggetto perchè il settimanale non mi è stato recapitato. Ma, comunque l’ho letto da internet.
Ebbene, non mi meraviglia affatto che una coppia senza figli possa vivere meglio di una con figli. Per il semplice motivo che la nostra società si basa sull’individualismo e sulla presunzione che ognuno di noi è libero di godere la vita come meglio crede. Il fatto che poi accadono tutta una serie di problematiche legate al metodo e alle leggi della nostra società, che ci portano ad essere infelici e disumani, non pare interessare molto. L’importante, che uno abbia la percezione di sentirsi realizzato e di vivere nella piena libertà, anche se questa viene tolta al suo prossimo. Se i figli non danno felicità, ragione vuole che è meglio non procrearli, quindi non procreando la nostra specie è condannata ad estinguersi. Deduco, che siamo dei puri egoisti. In quanto a noi è stato permesso di nascere, mentre a noi ci fa infelicità far nascere altri. Ma se non permettiamo ad altri di nascere, penso che si possa immaginare che vita da infelici faremmo. Gente che invecchia brutalmente senza vedere un futuro e la straordinarietà del vivere. Saremmo tutti dei morti viventi. O meglio, la stiamo già percorrendo questa strada infausta. La dimostrazione che questo stato sociale, legato al danaro e al potere, ci porta a pensare che sarebbe meglio non fare figli, vuole dire che siamo già degli infelici. Ma ci suggerisce anche che faremmo meglio a concepire la società in maniera diversa, cambiando completamente il nostro modo di vivere nella definizione dei ruoli, in una società che non abbia l’interesse dell’ egoismo individuale, ma l’interesse dell’egoismo collettivo. Che si tradurrebbe a favore del proprio egoismo.
Moltissime risposte di come si potrebbe vivere e meglio, le ho date in un mio libro “Viaggio sul pianeta della solidarietà”(non ancora conosciuto ai più). Nel quale dò una soluzione semplice ma efficace, di come l’uomo potrebbe vivere la sua vita in piena serenità e amore, spogliandosi dell’ipocrisia e rispettando la vera solidarietà.

1 commento:

Anonimo ha detto...

antonio:
20 Agosto, 2008 07:57
Io e mia moglie, da quando i figli sono diventati grandi e autonomi, non abbiamo più trovato le motivazioni per uscire e passare una serata al ristorante o, magari, al cinema. Ci siamo, sempre più, rinchiusi in casa. Quelle rare volte che si usciva, le passeggiate sembravano interminabili, inutili. Anche il nostro dialogo si era molto affievolito. I figli, per motivi di lavoro, sono andati a vivere in un’altra città. E noi non abbiamo potuto godere della loro presenza costante che era fonte di gioia e felicità. Si, perché anche i figli adulti danno felicità. La loro assenza ha creato un vuoto che non abbiamo saputo colmare. Capimmo che le nostre vite si stavano avviando inesorabilmente verso il tramonto. E che saremmo rimasti soli, come certi anziani amici nostri che vivevano stretti nella morsa della solitudine e dell’angoscia. Si trattava di coppie che non avevano avuto figli, ma che non mostravano di essere felici.
Per noi, i figli, sia da bambini che da adulti, sono stati generatori di felicità familiare. E non è retorica.
Per quanto concerne la nostra esperienza familiare, l’indagine statistica condotta dai ricercatori americani che afferma che le coppie senza figli sono più felici delle coppie con figli, mi sembra poco attendibile.

Concludo riportando un brano della lettera di Raffaele Innato nel quale sono espressi concetti con cui mi trovo totalmente concorde.

Se i figli non danno felicità, ragione vuole che è meglio non procrearli, quindi non procreando la nostra specie è condannata ad estinguersi. Deduco, che siamo dei puri egoisti. In quanto a noi è stato permesso di nascere, mentre a noi ci fa infelicità far nascere altri. Ma se non permettiamo ad altri di nascere, penso che si possa immaginare che vita da infelici faremmo. Gente che invecchia brutalmente senza vedere un futuro e la straordinarietà del vivere. Saremmo tutti dei morti viventi. O meglio, la stiamo già percorrendo questa strada infausta. La dimostrazione che questo stato sociale, legato al danaro e al potere, ci porta a pensare che sarebbe meglio non fare figli, vuole dire che siamo già degli infelici.