18 novembre 2007

Siamo alle solite tragedie!

Ancora una volta, ci troviamo di fronte ad una tragica e devastante tragedia, nella quale sono morti, secondo le “stime”, non meno di 5.000 persone, forse addirittura 10.000. I feriti sarebbero 12.500, gli sfollati un milione e mezzo. Stiamo parlando dello Stato del Bangladesh nell'Asia meridionale con una popolazione di 147.000.000 abitanti.
No, non stiamo parlando della solite guerre che imperversano nel mondo dove si mietono centinaia e forse migliaia di trucidati al giorno. E nemmeno di centinaia di morti da incidenti stradali, ma neanche di tanti morti sul lavoro o di morti di malattie da inquinamento ambientale. Stiamo semplicemente parlando di un ciclone battezzato col nome Sidr, una tempesta tropicale devastante che ha colpito e ha distrutto decine di migliaia di deboli resistenti abitazioni.
Per cercare di rispondere all'emergenza i governi europei hanno disposto l'invio di aiuti immediati. Dall'Italia sono partiti generi di prima necessità come viveri e tende. Ulteriori aiuti stanno arrivando da tutti i Paesi. Assistiamo con positività alla classica benevola raccolta di aiuti e beneficenza da parte di tutti i Paesi, associazioni, enti assistenziali, mass media e persone del nostro Pianeta, che in maniera magniloquente assicurano e mostrano la volontà reale di un aiuto certo e necessario per le zone e le persone sofferenti di questa calamità gravissima. Orbene, tutto questo raccoglierci in favore dei più bisognosi mi trova in perfetta sintonia e ne sono felice e partecipe, ma dove non mi trova affatto d’accordo è che attraverso una semplice e momentanea beneficenza ci si possa sentire con la “coscienza a posto” tranquilli di aver contribuito ad appoggiare e sostenere dei nostri fratelli, che hanno un solo torto: “quello di essere poveri e indifesi”. Quindi, dopo aver fatto il nostro nobile gesto, tutti torniamo ai nostri posti abitudinari, dando il nostro appoggio alle missioni di pace e quant’altro, col nostro classico perbenismo e la vita, anzi la morte continua. Anche il Papa, nel tradizionale incontro domenicale con i fedeli ha ricordato la tragedia e ha fatto appello alla solidarietà internazionale perché "sorregga quei fratelli così duramente provati". Peccato che, sempre così attento nelle sue preghiere, non abbia anche ricordato al “Signore” di avere un occhio di riguardo nelle tragedie, perchè i poveri e i diseredati non c’entrano nulla con le guerre e i disastri dei conflitti di potere che provocano i potenti.

Nessun commento: