07 novembre 2007

Insani gesti di giovani diventati assassini.

Ennesima strage in una scuola superiore, questa volta compiuta in una provincia della Finlandia, paese ricco di laghi e foreste, conosciuto principalmente per le bellezze naturali incontaminate; almeno otto i morti, fra cui la direttrice dell'istituto, una decina di feriti, fra cui il giovane killer, che ha cercato di togliersi la vita sparandosi in testa. Il copione è molto simile a quello di altri delitti che accadono e si commettono in altre provincie del nostro pianeta. Come al solito, in questi tragici e ingiustificati episodi criminosi, rimangono molte ombre e molti interrogativi. Ci si chiede quale può essere la causa che abbia potuto provocare, in un giovane "per bene", l'insano gesto per tramutarlo in un feroce e lucido assassino. La risposta, se c'è, dovrebbe essere ricercata in un sistema sociale mondiale che presenta moltissime falle create dall'incuranza e dalla negligenza dell'uomo, che persegue simboli e sigle di poteri che, nella maggior parte dei casi, vengono interpretate distortemente in diaboliche gesta, per motivi che neanche l'attore o il protagonista stesso sanno capire o ne conoscano la provenienza, finendo per eliminare delle innocenti vite, compresa la sua, che, invece, hanno il diritto e il dovere di esistere perchè devono contribuire allo sviluppo di una società sana e collaborativa per il bene e l'interesse comune. Un massacro inutile e inconcepibile in un luogo di cultura e d'informazione, che dovrebbe preparare e costruire un sano futuro a dei ragazzi incoscenti e incolpevoli, che hanno solo la colpa di ereditare le violenze fratricide di generazioni che l'hanno preceduti, le quali non hanno saputo insegnare e dimostrare la bontà e la gioia di gesti sani che traguardano la bellezza del vivere nella comunità. Poco prima della strage, aveva fatto l'annuncio in un video su YouTube (mezzo di comunicazione formidabile se viene utilizzato a scopi benefici), con un sottofondo di musica hard rock, in cui si definisce un "esistenzialista cinico" e si dice "pronto a morire per la causa", cioè la eliminazione di "tutti coloro che considero indegni della razza umana". Queste contorte e scorbutiche frasi, evidenziano il disorientamento e l'offuscamento mentale di questa vittima di un sistema disgregante, che non riesce a spiegare e formare le nuove generazioni a guardare con fiducia, in una prospettiva che dia benessere e pace in un mondo pieno di conflittualità e di ingiustizia perenni.
Ancora una volta, queste tristi e tragiche vicende dovrebbero insegnarci che bisogna assolutamente cambiare pagina per percorrere la strada della solidarietà degli uomini e dei popoli, altrimenti rivedremo sempre lo stesso film già visto.

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