12 novembre 2007

E' bollettino di guerra infinita...

Qualcosa di molto grave sta accadendo nella nostra controversa e debole società. Stiamo vivendo un periodo di vera difficoltà sociale e politica. I governi di tutto il mondo, oramai, non riescono a dare più risposte concrete ai fabbisogni della gente. Tutti i cittadini chiedono maggiore attenzione ai problemi personali o alla categoria di appartenenza perché possano migliorare la propria condizione di vita. Ogni giorno siamo spettatori complici di un sistema sociale e politico che porta a estremi difficoltà di conduzione ordinaria della quotidianità.
Da tutto il mondo ci arrivano immagini e notizie deturpanti e desolanti di stragi, omicidi, incidenti mortali, inquinamento ambientale, armamenti sofisticati e distruttivi, violazioni dei diritti umani, violenze gratuite sui bambini, sulle donne e quant'altro. Ci stiamo abituando ad accettare qualsiasi bruttura e spesso ne costruiamo altre come esempio da imitare. Dai mass media, per interesse di parte, si va alla ricerca di immagini sempre più cruente o di fatti che servono solo a far parlare, e guidare i lettori o gli spettatori a seguire dei filoni perversi e senza risoluzioni positive per l'interesse generale. In nome di una libertarietà, e non di libertà che non esiste, si vuol far passare qualsiasi cosa, che stranamente fa solo comodo ai potentati e ai soliti furbi del mercato globalizzato. Il lavoro non è più un diritto per vivere, ma è diventato un libero mercato della globalizzazione dove il lavoratore sottomesso, oltre ad essere malpagato e maltrattato psicologicamente, deve ringraziare per il solo fatto che lavora. La scuola, istituzione fondamentale di una società, è in balia del pressappochismo, non avendo una precisa guida ed un programma che possano veramente essere fondamenta di certezza per il futuro di tanti giovani studenti per una realizzazione di vita sana e duratura. La famiglia (comunque la si vuole intendere), seme fecondo della società, è in crisi profonda, basta leggere giornali o vedere trasmissioni televisive o ascoltare la radio o solamente camminando per strada, per accorgersi di come è diventato difficile l’idea di famiglia che trascina la società nella legalità, nel rispetto, nella lealtà e nel benessere vero per tutte le persone. E’ divenuta una cosa astratta, sulla quale però tutti ci vogliono costruire qualcosa che fa comodo ai propri interessi di bottega. La politica, meglio dire i politicanti, non vogliono accettare che la politica sia fatta dai cittadini che vivono la quotidianità dei problemi, per cui possono evidenziare quali sono i veri nodi da sciogliere e per proporli a risoluzione agli amministratori e governanti eletti dal popolo “sovrano”. Essi rimangono nella propria nicchia a studiare come possono sfruttare il loro periodo di gestione di potere a proprio favore o a favore delle lobby di appartenenza, lasciando una parvenza di interesse per il popolo. I giornali e gli organi d’informazione, purtroppo, a parte qualche rara eccezione, seguono i filoni dei potentati, dando informazioni di parte e non pubblicano o non danno spazio sufficiente a chi, invece, cerca di parlare di problemi veri della collettività e, magari, riesce a dare delle risoluzioni benefiche possibili. Si preferisce discutere di beghe tra personaggi della politica, dello spettacolo, del sociale più o meno famosi o di sport parlato, piuttosto che andare nel vivo delle questioni di interesse generale. Così facendo si costruisce, per forza di cose, una società allo sbando senza capo e né coda. Anche, nelle famose lettere al direttore dei giornali, invece di dare spazio ai lettori sensibili che esprimono delle opinioni e delle proposte su questioni di interesse collettivo, si continua a dare spazio ai famosi politicanti, che ne hanno già tanto in tutti i settori dell’informazione. Mi riferisco, anche, ai rappresentanti delle religioni, che oltre ad avere i propri siti d’informazione notevole finanche nelle scuole, occupano spazio quotidianamente su tutti gli organi d’informazione pubblica e privata. "La fede non s’insegna ma si pratica nei gesti altruistici, aiutando nel concreto i poveri e i deboli (es. Maria Teresa di Calcutta)". Piuttosto, sarebbe opportuno che i religiosi fossero più trasparenti e aperti alla società di cui ne fanno parte, privandosi di alcuni privilegi e donandoli a chi ha realmente bisogno. Una società sana non si costruisce con le parole altisonanti per ricevere applausi o accondiscendenze fatue, ma col rispetto verso le persone più umili, la lealtà, la legalità e il vivere in sintonia con gli altri simili. Bisogna stare insieme per aiutarci e comprendere che se vogliamo bene a questo mondo, al quale dovremmo essere grati per l’ospitalità ricevuta e non per essere i padroni, dobbiamo rispettarlo col comportarci da persone oneste e dignitose, vivendo senza conflittualità ma in buona pace nell’uguaglianza per tutti i popoli e nella giusta sopravvivenza.
Se riusciremo a comprendere questo ci possiamo aspettare un futuro roseo. Se non lo capiremo la nostra storia di uomini si sta già esaurendo, spegnendosi nel disinteresse generale.

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