03 novembre 2007

Di quale giustizia stiamo parlando?

Prendo spunto dalla tragedia e dall'omicidio della povera Signora Giovanna Reggiani a Tor di Quinto per opera di un pregiudicato romeno per dire alcune cose.
Questa sarà l'ennesima storia di cui se ne parlerà per un pò di tempo sui giornali, nelle solite trasmissioni un pò macabre e un pò spettacolari, nei talkshow e per la strada. Si scriveranno o si diranno le stesse cose scritte o dette in altre simili occasioni, per creare un pò di scalpore e per significare e suggerrire che qualcuno dovrà intervenire, in primis il governo o gli organi istituzionali, che la colpa è di qualcuno o di qualche altro, come succede sempre fino alla prossima tragedia che arriverà di certo. E' una storia lunga e ripetitiva fino alla noia. Nel frattempo le famiglie colpite direttamente soffrono chiedendo e aspettando una giustizia che mai arriverà. Per il semplice motivo che in questo sistema di pseudodemocrazia non esiste "la giustizia". Come si può parlare di giustizia se ci sono evidenti discriminazioni sociali. In questo maltrattato mondo ci sono persone (intoccabili) ricchissime e potenti che possono fare e disfare le cose e le situazioni a secondo il proprio tornaconto e persone poverissime e indifese che devono subire senza poter alzare un dito. Io non voglio giustificare l'atto atroce o l'esecutore di questo efferrato delitto, perchè è stata una inumana carognata criminale da condannare severamente. Ma, se i romeni o altri popoli, costretti da condizioni sociali pessime per motivi legati a situazioni degradate ereditate da scelte politiche e ambientali scellerate e disgreganti, non fossero costretti a emigrare come rifiuti umani per mangiare e per lavorare, penso che non ci saremmo mai trovati di fronte a questi episodi criminosi, per il solo fatto che non ci sarebbe stata l'occasione che ha poi portato la tragedia. Osserviamo e riflettiamo sull'individuo che ha commesso l'atroce crimine. In una strada buia sta passando una ignara donna, lui, l'animale in quel momento non vede una persona, no lui vede una preda da braccare e da depredare. Non dimentichiamo che prima dell'omicidio quest'individuo non possedeva niente, adesso continua a non possedere niente, ma paradossalmente si trova in una condizione meno svantaggiosa perchè ha dove dormire e mangiare pur senza lavorare. Ciò dimostra che da un'individuo che non ha niente da perdere ci si può aspettare di tutto. Allora, ecco che la "società civile" non deve intervinere dopo che è successo il fatto condannando a destra e a manca, senza arrivare ad una conclusione sensata e senza risolvere il problema a monte. Deve, invece, intervinere prima che accada l'irreparabile per creare le condizioni di umana socialità, tale che se qualcuno commette un crimine abbia sempre qualcosa da perdere. E se giustizia ci deve essere si deve intervenire anche per chi inquina o degrada l'ambiente, perchè anche questi commettoni crimini disastrosi che tolgono la vita.

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