14 gennaio 2010

Carra e Lusetti trasloco propizio per il PD.


Enzo Carra condannato in Appello a 1 anno e 4 mesi, nel periodo di mani pulite, per aver assicurato l’impunità a colpevoli di corruzione, falso in bilancio e finanziamento illecito, e Renzo Lusetti, al quale, il 28 gennaio 2009, la Procura di Napoli pare abbia notificato un' informazione di garanzia, nell’ambito dell’inchiesta "Global service", relativa alla manutenzione delle strade del Comune che ha coinvolto magistrati, deputati ed assessori napoletani, nella quale si ipotizza per il deputato il reato di partecipazione in associazione a delinquere, ritornano tra i vecchi amici dell'Udc. Cesa ha subito salutato con calore i due ex democristiani. La goccia che ha fatto traballare il vaso pare sia stata la candidatura della Bonino alla Regione Lazio.
La loro uscita dal PD in verità era attesa da qualche tempo e pertanto non è una novità in assoluto.
La decisione era stata annunciata con formali comunicazioni al segretario del Pd Bersani, a Franceschini, a Casini e al presidente della Camera per comunicargli il cambiamento di gruppo politico.
Sulle ragioni della decisione hanno spiegato che "non è un problema di persone che sono alla guida del partito, ma di un progetto politico che non è decollato".
Lusetti in proposito ha lamentato la coabitazione di "culture troppo diverse" per "garantire una sintesi". Lo schema che preferivano nel PD era quello di stare più verso una politica di centro.
Quindi altre due pedine centriste si staccano dal PD, che a mio modesto parere farebbe bene a seguire una politica che invece deve tendere a guardare e sentire le esigenze e i problemi del popolo di sinistra e di quello in generale, lasciato allo sbando del precariato, della cassa integrazione, dei licenziamenti, dello stipendio che non arriva a metà del mese, dell'emigrazione dei giovani e dei cervelli verso terre più accoglienti, di una scuola carente, della mancanza di futuro; un popolo che in Italia è più numeroso di quanto si dice, che attende di vedere una prospettiva di grande respiro e di fiducia dalla politica seria. E se il PD riuscisse a creare una dirigenza sana fuori dagli schemi compromissivi, una politica che sa dialogare e ascoltare la gente, che sa fare proposte e programmi condivisibili per dare speranza ai giovani e certezza alla quotidianità della gente, si ritroverebbe in poco tempo a raggiungere l'alternativa vera ad un governo che ha il solo scopo di difendere dai processi il capo e a fare delle politiche personalizzate, che vanno contro il fine di una democrazia che è quella di pensare al benessere generale.

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