15 gennaio 2010

Berlusconi e Fini due diversi modi d'intendere la politica.

Berlusconi e Fini

L'incontro tra Silvio Berlusconi e Fini, aveva fatto presagire una sorta di tregua stipulata. Invece a poche ore di distanza, il premier non sembra aver digerito un vertice che le è sembrato molto noioso. Con diversi dirigenti del Pdl ed esponenti del governo, in vista delle prossime regionali, ha avuto modo di scaricare la sua delusione proferendo la frase: "con Fini bisogna avere la pazienza di Giobbe". Spiegando che egli essendo un imprenditore è abituato a decidere da solo, mentre Fini pretenderebbe continue mediazioni, senza mai decidere. A distanza Fini gli ha risposto che: "le differenze sono il sale del confronto e della dialettica."
Questi due modi d'intendere la politica in un paese democratico quale vorrebbe essere l'Italia, la dice lunga su come s'intende amministrare e governare un paese, nel quale convivono oltre 60 milioni di persone che attendono risposte convincenti perchè si possano risolvere problemi di seria convivenza sociale e di sopravvivenza economica.
La opinione gratuita di un Capo di Governo che pensa di sistemare le cose chiudendosi in una camera da solo, per poi uscirne, avendo deciso quali alchimie avrebbe escogitato per convincere che le sue idee sono le più belle e le più giuste, evidenzia la stortura che stiamo vivendo in questi decenni, di mancanza di dialogo nella politica, di mancanza di libero pensiero, di mancanza di conoscenza della realtà, ma soprattutto non ci si rende conto che una cosa è la fabbrica e l'impresa, dove l'utile economico è il bene primario, e un'altra cosa è il vivere sociale dove ci sono una miriade di problematiche, che guardano all'interesse generale e alla difesa dei più deboli e dei bisognosi.
Fini fa bene a ricordare l'importanza della dialettica nel Parlamento e che la Magistratura è un organo indipendente, e io aggiungo che nel nostro paese abbiamo una eccellente Costituzione, nella quale chiaramente è scritto che le leggi sono uguali per tutti, e che L'Italia è una Repubblica democratica. Riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Quindi, se il premier è annoiato e stanco, nessuno lo costringe a stare in politica, può tranquillamente continuare a fare l'imprenditore visto che gli riesce cosi bene. E se vuol fare qualche scappatella o qualche battuta, nessuno avrà da ridire, basta che rientrano nella decenza.

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