16 aprile 2010

I matrimoni di Berlusconi durano se è lui a comandare.

Berlusconi e Fini

Per Berlusconi i matrimoni durano fino a quando a comandare è lui. Il Pdl, fino ad oggi, ha ricevuto un numerico consenso elettorale, ma senza una politica, non si va molto lontano. Se un partito è fondato solo su un patto di potere, e non c’è una politica, un programma, dei progetti, il consenso elettorale per forza di cose si riduce. Ora, tra Berlusconi e Fini è rottura totale. Quello che sta accadendo nel Pdl è il segnale evidente di un collasso. Il loro progetto di dare l’idea di un partito forte e coeso, senza aver compiuto un percorso maturo, li ha portati ad un risultato di rottura che prima o poi doveva avvenire. Se il potere è uno straordinario collante per tenere gli equilibri precari tra forze diverse, tuttavia senza un comune sentire di idee e di progetti, la strada ha un percorso breve. Berlusconi minaccia Fini di dover rassegnare le dimissioni da presidente della Camera, qualora crei dei gruppi parlamentari distinti. Il presidente del Consiglio ignora che la terza carica dello Stato viene eletta dalla maggioranza e che una volta eletto rappresenta tutto il Parlamento. Il presidente del Senato Schifani, seconda carica dello Stato, invece invoca nuove elezioni, ignorando o facendo finta di ignorare che solo il presidente della Repubblica può sciogliere le Camere ed indire nuove elezioni. Nel Pdl ci sono due opposti modi di concepire lo Stato e la politica, che non sono conciliabili tra loro: da una parte, la visione accentatrice di Berlusconi, dall’altra quella democratica e liberale di Fini. Col terzo incomodo della Lega, che approfittando di un voto favorevole alle regionali, vorrebbe comandare tutto il Nord, e con la prospettiva che nel 2013, candiderebbe a presidente del consiglio un suo uomo. Tutto questo accade, mentre c’è un Paese che attende le riforme che servono alla collettività e non ai pochi, con le quali poter rilanciare il sistema democratico e la sua economia che annaspa e che sta creando seri problemi di stabilità sociale.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo è vero. Ma il problema è che le persone lo accettano con tutte le sue anomalie. Si informano solo attraverso le sue televisioni e finché c'è gente che lo vota, il rischio che lui rimanga in sella c'è e ci rimarrà. Bossi si sente forte e vuole le elezioni anticipate perché il momento è favorevole a lui, mentre Fini ha capito il gioco di Berlusconi e non vuole giocarsi la carriera di politico accettando, come la maggioranza dei suoi cortigiani, tutto ciò che il cavalieri vuole, perché ha capito Berlusconi dove vuole arrivare. Intanto noi del popolo soffriamo per una recessione e una mancanza di legiferazione che non è certo quella che vuole Berlusconi. Io penso che se si va di nuovo alle elezioni anticipate Berlusconi vincerà di nuovo. Anche perché il centrosinista ha la testa ancora tra le nuvole e ancora non è in grado di fare qualcosa. Di fronte ad un immobilismo dell'opposizione vincerà ancora lui. E questo lui lo sa. Non c'è via d'uscita a meno che un miracolo non faccia rinsavire tutti coloro che lo votano.

Anonimo ha detto...

Certo il pdl e la lega hanno vinto l' ultima tornata elettorale, non c'é dubbio. Mi piacerebbe conoscere però, il risultato se avessero votato tutti quelli che hanno disertato le urne.

Piero ha detto...

Ma siamo sicuri che se tornassimo a votare e ci fossero anche tutti quelli che si sono astenuti vincerebbe ancora Berlusconi?

Anonimo ha detto...

il risveglio. se ci fossero nuove elezioni a breve, sono sicuro, che assisteremmo al risveglio, dal lungo letargo, che ha portato la vera maggioranza, a disertare le urne. sfiduciata, da politici privi di serietà, e ideali, accecati solo dalla rivalità,e dalla presunzione. il popolo che loro credono sprovveduto,questa volta non solo andrà a votare per mandare a casa berlusconi, e la sua corte dei miracoli, ma per dare l'ultimo avviso anche a questi signori,che è giunto il tempo di fare il propio dovere, visto i danni da loro provocati, permettendo a berlusconi di entrare in politica, con la speranza che colgano il messaggio, del popolo che gli offrirà l'ultima occasione di riscattarsi. facendo capire una volta per tutte che loro senza il popolo non sono sono meno di zero. vittorio