06 aprile 2010

Il terremoto de L'Aquila un anno dopo. Bertolaso e Berlusconi fischiati.

Immagine del terremoto

L'Aquila ricorda e piange i suoi morti. Un anno fa 6 aprile del 2009 il terremoto fece 308 morti e più di mille e cinquecento feriti. In venticinquemila si sono ritrovati nel capoluogo abruzzese, alle 3.32 nel totale silenzio rotto solo dai 308 rintocchi della campana delle Anime Sante. Gli aquilani commemorano le loro vittime, ma ribadiscono la volontà di tornare ad occupare il cuore della città gravemente ferita. I soldi promessi dal governo per la ricostruzione «arrivano con il contagocce» ha detto il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente. Nel frattempo, il capo della Protezione civile Guido Bertolaso è tornato sulle contestazioni di lunedì da parte di alcuni cittadini, che durante una seduta straordinaria del Consiglio comunale de L'Aquila hanno fischiato il messaggio del Presidente del Consiglio S. Berlusconi, riservando applausi a quello del Presidente Napolitano. «Forse la minoranza ha avuto il sopravvento sulla maggioranza silenziosa che invece ha apprezzato e apprezza il nostro lavoro» ha detto Bertolaso della Protezione civile, difendendo le scelte e l'operato del governo. «In ogni democrazia - ha sottolineato - c'è libertà d'espressione, anche se in un consiglio comunale bisognerebbe avere più rispetto delle istituzioni. La verità è che qui si è fatto un lavoro straordinario e incredibile e questo è sotto gli occhi di tutti. Io constato che la maggioranza silenziosa degli aquilani in questi dodici mesi non ha mai fischiato e non fischia neanche oggi». Il dottor Bertolaso quando si tratta di darsi i voti e difendere il suo governo è sempre il massimo. Non ci dobbiamo scordare che, prima del disastro, erano mesi che vi erano le scosse, e non ci si è preoccupati di mettere almeno delle basi logistiche nel territorio, già predisposte in caso di emergenza. Non solo, non si è provveduti a preservare tutti quegli abitanti, compresi i ragazzi dell'università, che avevano fatto presente come gli edifici erano a rischio. Dopodichè, ammesso che l'intervento della protezione civile sia stato veloce, non si è pensato di dare avvio ai lavori di ricostruzione, coinvolgendo da subito tutti i lavoratori e le risorse del posto per riprendere quanto prima una necessaria normalità, seppur in emergenza e con i tempi che ci vogliono. Per non parlare degli scandali degli appalti con costi gonfiati. Le persone e i volontari della protezione civile certamente hanno dato il massimo delle loro energie, ma chi ha diretto il tutto, in testa Bertolaso, non ha lavorato per il meglio della popolazione terremotata, ancora oggi ci sono 33mila persone che non hanno una casa. E qui non c'entra l'opposizione e nè la polemica che la si vuole infilare ad hoc, per coprire le mancanze.

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