08 dicembre 2010

Matteo Renzi ha toppato.

Matteo Renzi

I
l giovane sindaco di Firenze Matteo Renzi, il rottamatore, è andato ad Arcore dall'indiscusso e unico leader da 16 anni del centrodestra Silvio Berlusconi, e su Facebook è scoppiato il caso Renzi dove le critiche sono state dure. Anche in casa Pd al sindaco di Firenze sono piovute critiche, per aver commesso l'errore di aver preso parte ad un pranzo con Berlusconi nella di lui dimora privata. Dal canto suo, Renzi, non ha mancato di sottolineare le sue ragioni in difesa del suo gesto. Ha raccontato che hanno pranzato insieme ed ha precisato che erano solo loro due, lui ed il presidente del Consiglio, non c’erano né Emilio FedeLele Mora. Ha dichiarato di essere andato ad Arcore per perorare la causa della sua città Firenze e per sostenere la legge speciale per la città. Ha tenuto a ribadire che non c’erano altri scopi segreti. Solo in un paese malato, ha detto il sindaco di Firenze, si può pensare che ci sia qualcosa sotto di non lecito. Bisogna dire che Renzi finora si era guadagnato molta simpatia, perchè in questo Paese di inamovibili rappresenta un pò la volontà di dare una scossa al mondo politico per liberarlo da un vecchiume atavico. Però questo suo gesto rischia di compromettere tutto ciò che aveva cercato di rappresentare. Un sindaco quando incontra un presidente del Consiglio non si reca nella sua residenza privata, ma a palazzo Chigi, nella sede istituzionale del Governo. E poi, non lo fa una settimana prima del voto di sfiducia, presentata dal suo stesso partito con tutte le opposizioni per chiudere definitivamente l’epoca del berlusconismo che ha fatto danni irrecuperabili al nostro Paese. Probabilmente e quasi certamente Renzi ha avuto motivi seri e finalità istituzionali, ma aver scelto di andare ad Arcore, in questo momento, significa seguire la strada di quel berlusconismo che usa confondere i ruoli delle istituzioni, che confonde pubblico e privato, interessi pubblici e interessi privati. Sicuramente, Renzi appartiene alla nuova generazione, ma lo stile di una politica seria, non può prescindere dal rispetto delle regole e della distinzione dei ruoli. E' la condizione principe della democrazia e della legalità istituzionale. Se si chiede la rottamazione di personalità politiche che hanno fatto il loro tempo nel centrosinistra, ed a ragione, nello stesso tempo non si può calcare il modello Berlusconi, altrimenti, vorrebbe dire che si è affacciato un nuovo leader all'orizzonte, ma non siamo fuori dalla palude del leaderismo e personalismo in politica. Perciò, pur considerando la stima al nuovo che avanza, la scelta del sindaco di Firenze di recarsi in una residenza privata e non nella più opportuna sede di palazzo Chigi è un segnale grave. E ci dovrebbe far riflette che non tutto ciò che è nuovo è migliore del vecchio, ma che le idee vecchie o nuove che siano devono avere in sè la concezione di portare benessere e rispetto delle regole, e soprattutto la distinzione che pubblico vuol dire interesse generale e che privato vuol dire interesse individuale.

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