22 marzo 2009

Commento su l'Unità "La strada possibile" di Concita De Gregorio -direttore-

Durante la trasmissione domenicale su Rai1 condotta da Pippo Baudo, ho avuto modo di conoscere Baldina Di Vittorio, apprezzando la intelligenza e l'esperienza di una persona che ha speso la vita nel sapere attraverso un percorso tortuoso molto difficile, nel quale un grande uomo come Di Vittorio suo padre ha saputo lasciare la sua grande opera di rivendicazione della giustizia: "Tutti devono poter lavorare per vivere."
Ho visto con molta commozione la fiction sulla vita di Di Vittorio, una vita imperniata sulla realizzazione di una società solidale, combattuta caparbiamente fino alla morte. La storia di un uomo e di una famiglia unita che ha fatto della giustizia l'arma per combattere le prevaricazioni e gli abusi di uomini che sfruttavano la ignoranza e la fame della povera gente.
Avendo io vissuto e toccato con la dura realtà periodi del dopo guerra (anni '50), nei quali bambino ho capito prematuramente la crudezza della vita e la difficoltà dell'essere, mi sono immedesimato nel personaggio, soffrendone le varie vicissitudini e condividendone le scelte, e ricordandomi con dolore la morte di mio zio Angelo Latartara ucciso dalla celere a soli 26 anni, con un colpo di pistola, a Taranto il 14 luglio del 1948 dopo l'attentato di Togliatti.

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