13 novembre 2011

Chiuso il berlusconismo bisogna voltare pagina.

Berlusconi dimissionato

O
ggi è una bella giornata, il sole splende. C'è qualcosa nell'aria che fa respirare una certa speranza. Ieri si è consumata una fase lunga di 17 anni che ha tenuto il Paese nell'immobilismo e nell'incertezza. Sono stati consumati e persi anni di possibile rinnovamento di una politica, che già aveva mostrato la sua debolezza e la sua incapacità di governare un grande Paese come l'Italia. Si è voluti credere di cambiare in meglio la società, dando carta bianca ad un signore abituato a fare promesse che non poteva mai mantenere, con un conflitto d'interesse enorme perchè potesse essere disinteressato a promuovere leggi che non lo avrebbero favorito. Questo ha condizionato e di molto la politica italiana, non avendo una opposizione capace di ribaltare una cultura affaristica e individualista. Complici anche i poteri che hanno cavalcato questo malsano e tragico percorso.
In questa nuova giornata di Novembre, una cosa è certa, che il mandante di questo disastro, finalmente, è stato costretto a dare le dimissioni. Non ci potevano riuscire le opposizioni perchè numericamente in minoranza, in quanto i parlamentari nominati dai partiti, e non eletti da nessuno, avevano l'esigenza di salvare il vitalizio e i loro interessi personali, non essendo obbligati a rispondere agli elettori. Sicuramente sono stati 17 anni bui della politica, per nessuna ragione al mondo si può pensare di gestire l'amministrazione dello Stato come se fosse un azienda. E non si può pensare che l'incarico da premier possa essere il mezzo per farsi leggi a proprio uso e consumo. In Italia come in Europa e nel mondo, c'è bisogno di mettere in primo piano la solidarietà tra i popoli e tra la gente. Non si può pensare di lasciare nelle mani del capitalismo del libero mercato, le sorti di un popolo o di un pianeta. Bisogna iniziare a capire che essere troppo ricchi ed essere troppo poveri crea indubbiamente una crisi del sistema che non può reggersi senza equità e senza il rispetto delle persone. Speriamo che si possa voltare pagina, senza affidarsi troppo ad una prersona, ma cambiando la cultura individualista nell'interesse collettivo.

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