11 ottobre 2006

Strano mondo!

Oramai, mi capita spesso, soffermarmi e riflettere sulle tante notizie che ogni giorno giungono dalle tante fonti d’informazione: dai giornali alle tv, dalle radio ad internet. E sempre più spesso ho la sensazione di vivere in un mondo dove la ragione ha spiccato il volo verso mondi lontani e fuori dalla nostra realtà.
Mi ricordo, quand’ero bambino, che i nostri genitori c’insegnavano a rispettare le persone, ad avere cura dell’ambiente, ad aiutare la gente più bisognosa, ad avere cura delle memorie e delle cose, ma soprattutto, c’insegnavano a ragionare, raccontandoci storie e fatti accaduti, e ci spiegavano il significato, e ci facevano capire quale strada conveniva seguire, per trovarci nel giusto, evitando di seguirne altre più tortuose e dal futuro incerto e pericoloso. Tra i tanti consigli sani che usavano darci, uno era senz’altro il più importante: “Mai la guerra”. E loro la guerra l’hanno vissuta in tutta la sua crudeltà. Eppoi, a pensarci bene, fare la guerra a chi?
Noi viviamo in un mondo dove tutto è globalizzato: scambio di merci, emigrazioni e immigrazioni, scambi e vendite di progetti, scambi d’informazioni: l’occidentale che studia, lavora e vive in Oriente, l’orientale che studia, lavora e vive in Occidente. Le imprese non avendo una loro Patria lavorano in tutti i territori internazionali. I fedeli delle rispettive religioni, non appartengono ad un unico popolo, ma hanno diversità di credenti che appartengono a popoli diversi tra loro. Ogni religione cerca di fare proseliti in ogni parte del pianeta. Quindi, un mondo dove tutti si possono muovere e vivere secondo le ambizioni, le convenienze, le occasioni o le costrizioni del proprio stato individuale. Insomma, un mondo dove succede di tutto e il contrario di tutto, dove l’individualismo e l’egoismo sono preponderanti.
In questa frenetica gara, dell’individualismo esasperante del prevalere sugli altri, l'illecito diventa lecito e il lecito diventa illecito. Regna un organizzato disordine.
Allora, ecco che mi tornano i consigli sani dei genitori che, ragionevolmente, c’insegnavano che la migliore cura ai gravi danni è vivere nella pace e nella solidarietà dei popoli, rispettando e non prevaricando, ammettere i propri errori e riparando, lottare per eliminare la povertà, la fame e le ingiustizie; eliminare le grandi distanze tra Paesi ricchi e Paesi poveri e tra gente ricca e gente povera, avvicinare i popoli con la cognizione che tutti indistintamente abbiamo il diritto di vivere sul nostro pianeta essendo tutti ospiti, distribuendoci equamente i beni che Madre Natura ha messo a disposizione di tutti. E che ognuno, per la propria parte, lavorando deve contribuire con la propria intelligenza e sapere, evitando così di impelagarci su strade senza ritorno.

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