15 febbraio 2011

Esodo disastroso della globalizzazione..

Barcone della speranza

Il sistema attualmente in vigore nel mondo della globalizzazione del mercato libero, è un sistema disastroso. Le multinazionali dei grandi capitali, per fare profitto aprono e investono nei paesi sottosviluppati e poveri, corrompendo i governi e i governanti. Questo porta a creare, in parte ad uno sviluppo tecnologico del territorio e ad un consumismo accellerato delle risorse, in parte ad arricchire una casta di comando, facendo illudere la massa che il proprio paese sarà più forte e concorrenziale di un altro. In realtà, chi si arricchisce sono gli speculatori e gli arraffatori, invece la massa è schiavizzata a lavorare e sopravvivere in condizioni di assoluta assenza di regole democratiche. Allora, succede che quando i cittadini si rendono conto che sono diventati schiavi di un sistema squilibrato e affamati, tendono a ribellarsi ed a emigrare verso paesi che vivono una situazione meno coercitiva. Ma, questi paesi ospitanti, a lungo andare, non potranno rispondere alla grande richiesta di lavoro e di cibo dei grandi flussi d'immigrazione, perchè al loro interno si sono create altre fratture nella propria società, dove i ricchi sono più ricchi e i poveri sono sempre più poveri, in conseguenza degli investimenti che sono andati in altri paesi ancora da sfruttare. Pertanto, si potrà avere fra non molto che alcuni paesi cosiddetti ricchi avranno una popolazione più che raddoppiata, composta in larga parte da stranieri, mentre nei paesi poveri si avrà una popolazione dimezzata per gli esodi e per aumento di morti per povertà. Questa situazione porterà ad una esplosione nei paesi ospitanti, in quanto non potranno sopportare l'invasione enorme. Quindi, c'è il rischio evidente di una catastrofe sociale, che può avere conseguenze inimagginabili. Invece, la soluzione più equilibrata sarebbe che in ogni paese si producesse il giusto necessario per il bisogno della popolazione, che comunque dovrebbe regolare la crescita demografica, in modo tale che non ci sia un aunmento abnorme della popolazione, altrimenti non basterebbero le risorse naturali per soddisfarla. Ma per arrivare a questo si dovrebbe fare una politica internazionale, che coinvolga tutti i governi del mondo a pensare ad una ridistribuzione e ad un riequilibrio sociale, dove l'uomo si senta uguale agli altri e protagonista della sua vita, che non deve essere l'aspirazione della ricchezza materiale, ma viverla nella pacificazione e nel giusto rispetto del suo habitat.

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