30 dicembre 2010

Gli auguri per un anno nuovo già intaccato da rincari.

Tutti gli italiani si preparano a festeggiare il nuovo anno. Ognuno spera e si augura che il nuovo anno potrà essere migliore del 2010. Tutti a farci gli auguri e a incoraggiarci ad essere più ottimisti. Però, il 2011 si preannuncia non proprio roseo per le famiglie italiane. Le associazioni dei consumatori riunite hanno già forniti alcuni dati: forti rincari per cibo, benzina, trasporti, polizze e tariffe che, peseranno su ciascuna famiglia nel prossimo anno per circa 1.000 euro. Una dura stangata. Al primo posto della classifica dei rincari c'è la voce trasporti, treni, benzina, e pedaggi stradali con un aggravio per le famiglie di circa 195 euro. Al secondo posto, gli alimentari con 191 euro in più l'anno. A seguire, luce, acqua, gas, elettricità e rifiuti che costeranno alle famiglie 189 euro in più. Ma anche altri settori saranno la croce delle famiglie italiane nel prossimo anno: banche e assicurazioni, in particolare secondo l'indagine dei consumatori aumenterà la responsabilità civile per le auto. Si parla di un aggravio per famiglia di 1.106 euro per il prossimo anno: 267 euro per gli alimentari, 122 euro per i treni, compresi quelli dei pendolari, 41 euro per il servizio di trasporto pubblico locale, 65 euro per i servizi bancari, 105 euro per Rc auto, 3 euro per le tariffe autostradali, 161 euro per le bollette, 131 euro per i carburanti e infine, 87 euro per la benzina. Questa è la situazione reale del futuro che attende milioni di famiglie italiane per colpa di un governo che, impegnato ad occuparsi di leggi adpersonam, adcriccam e tagli alla scuola pubblica, alla ricerca e alla speranza dei giovani, per rimanere ben saldi sulle poltrone, ha trascurato le famiglie ignorandone le reali difficoltà, creando un'ingiustizia sociale sempre più grave. Continuano a propagandare che le tasse non sono aumentate e che non mettono mano nelle tasche dei cittadini. La realtà dimostra, invece, che hanno tolto anche le tasche ai cittadini. I tagli del governo e del ministro Tremonti agli enti locali, hanno fatto sì che questi non avessero altra scelta che scaricare sulle famiglie la maggior parte della riduzione dei trasferimenti, aumentando i costi dei servizi. Il risultato è che hanno impoverito i più deboli e arricchito i più ricchi, lasciando che l'evasione fiscale sia sempre alta. Occorrerebbe invece un sistema fiscale, con processi di detassazione riservate a quelle famiglie a basso e mediobasso reddito fisso, lavoratori dipendenti, autononi e pensionati, che sono i più colpiti. Servirebbe colpire i grandi patrimoni e le speculazioni finanziarie, perchè è inaccettabile che la crisi economica colpisca in maniera profondamente disuguale i cittadini e che a pagarne il prezzo siano sempre le fasce più deboli. Perciò, se vogliamo che il nuovo anno sia migliore del 2010, dobbiamo farci l'augurio che questo governo se ne vada a casa, per essere sostituito da un governo composto da persone più responsabili, che abbia come prospettiva la ricrescita di questo Paese culturalmente, economicamente e politicamente per il benessere comune e non per interessi dei pochi e per giunta arroganti.

12 dicembre 2010

Da Vendola aspettiamo concretezza.

Nichi Vendola

C
aro Nichi,
sono un uomo di sinistra e come tale seguo con molta attenzione l'evolversi delle problematiche nella politica nostrana. Seguo in modo appassionato e condivido la tua ascesa nella politica nazionale e internazionale. Tutte le volte che sei venuto a Taranto (e in una occasione ho avuto il piacere di donarti un mio libro) mi sono sempre emozionato e commosso, ascoltandoti con la tua capacità di esprimere un linguaggio, per certi aspetti nuovo, che cerca di infondere il suo significato nella speranza di un nuovo modo di interpretare la politica, fatto di solidarietà, di benessere comune, di legalità, di uguaglianza nel rispetto delle leggi, del rispetto del clima e dell'ambiente, e di rispetto della persona nelle diversità. Sono valori che ognuno di noi dovrebbe avere nel suo DNA senza bisogno di mettere delle regole. In Italia e anche fuori dai nostri confini, stai ricevendo molta stima e riconoscimenti, anche da personalità che non si riconoscono nella sinistra tradizionale, questo è motivo di orgoglio per un corregionale, che come me, vede affiorarsi la possibilità che qualcosa cambi in meglio, finalmente, in questo bailamme politico, dove non si capisce qual'è la testa o la coda di un ideale di vita. Si discute sempre di ciò che di male fà la parte avversa e che si dovrebbe cambiare la politica in favore del benessere economico e sociale per il bene del Paese. Però, registro da sempre che chi viene eletto al governo del Paese, intende per bene del Paese il proprio bene, dei famigliari, dei parenti, degli amici, dei gruppi di appartenenza e delle lobby. Accontentando tutte le persone più o meno vicine di partito o di appartenenza agli interessi personali o di bottega. Si cerca di fare qualche riforma che dia una parvenza di riconoscimenti ai meritevoli, ma che in effetti sistema meglio degli incarichi e privilegia i già privilegiati, e si accontenta il popolo distribuendo spiccioli qua e là, come aiuto ai bisognosi che possono tirare a campicchiare, e ai quali ogni tanto si riconosce qualche merito come regalia da spettacolarizzare all'opinione pubblica. Molti tuoi avversari, a cominciare dai partiti di centrosinistra, ti temono, e per svilire un consenso che per te si sta ampliando molto, dichiarano che usi belle parole, frasi accattivanti, hai capacità di raccogliere consensi, ti chiamano il Berlusconi di sinistra, che a me un pò mi preoccupa, ma non hai la risoluzione dei tanti problemi del Paese, se non girandoci intorno, magari appassionando con i vocaboli giusti, ma senza costrutto. Ora, il mio desiderio invece è quello di sapere che tu hai delle soluzioni concrete per risollevare le sorti di questo benedetto Paese. Non avrai la bacchetta magica, ma penso che un programma per affrontare i problemi nevralgici lo avrai, perchè non posso credere che, dopo tanti anni di politica attiva e di conoscenza dei nostri problemi, tu non abbia già messo su un progetto che affronti in modo serio le storture e le ingiustizie persistenti da sempre. Credo che questo interrogativo ce lo poniamo in molti, nel senso che ci va benissimo mandare a casa in primis Berlusconi, il centrodestra e poi i soliti noti della casta, ma nello stesso tempo desideriamo sapere quale strada dobbiamo percorrere per risanare, e per riprendere un cammino che certamente avrà delle insidie, ma che può darci quelle risposte, come la lotta all'evasione, la riduzione dei parlamentari, delle provincie, delle auto blu, dei privilegi, degli sprechi, maggiori diritti per i lavoratori e meno diritti per chi specula, lotta alle mafie e ai colletti bianchi, eliminare il costo della corruzione, meno investimenti alle armi e più aiuti ai giovani e alle famiglie più deboli, ecc... che da anni attendiamo speranzosamente, ma a tutt'oggi inutilmente. Se, come spero, tu spieghi a noi italiani come uscire concretamente da questo cortocircuito dannoso e di spregio, credo che la gente di inonderà di voti. In attesa,
con affetto
Raffaele

08 dicembre 2010

Matteo Renzi ha toppato.

Matteo Renzi

I
l giovane sindaco di Firenze Matteo Renzi, il rottamatore, è andato ad Arcore dall'indiscusso e unico leader da 16 anni del centrodestra Silvio Berlusconi, e su Facebook è scoppiato il caso Renzi dove le critiche sono state dure. Anche in casa Pd al sindaco di Firenze sono piovute critiche, per aver commesso l'errore di aver preso parte ad un pranzo con Berlusconi nella di lui dimora privata. Dal canto suo, Renzi, non ha mancato di sottolineare le sue ragioni in difesa del suo gesto. Ha raccontato che hanno pranzato insieme ed ha precisato che erano solo loro due, lui ed il presidente del Consiglio, non c’erano né Emilio FedeLele Mora. Ha dichiarato di essere andato ad Arcore per perorare la causa della sua città Firenze e per sostenere la legge speciale per la città. Ha tenuto a ribadire che non c’erano altri scopi segreti. Solo in un paese malato, ha detto il sindaco di Firenze, si può pensare che ci sia qualcosa sotto di non lecito. Bisogna dire che Renzi finora si era guadagnato molta simpatia, perchè in questo Paese di inamovibili rappresenta un pò la volontà di dare una scossa al mondo politico per liberarlo da un vecchiume atavico. Però questo suo gesto rischia di compromettere tutto ciò che aveva cercato di rappresentare. Un sindaco quando incontra un presidente del Consiglio non si reca nella sua residenza privata, ma a palazzo Chigi, nella sede istituzionale del Governo. E poi, non lo fa una settimana prima del voto di sfiducia, presentata dal suo stesso partito con tutte le opposizioni per chiudere definitivamente l’epoca del berlusconismo che ha fatto danni irrecuperabili al nostro Paese. Probabilmente e quasi certamente Renzi ha avuto motivi seri e finalità istituzionali, ma aver scelto di andare ad Arcore, in questo momento, significa seguire la strada di quel berlusconismo che usa confondere i ruoli delle istituzioni, che confonde pubblico e privato, interessi pubblici e interessi privati. Sicuramente, Renzi appartiene alla nuova generazione, ma lo stile di una politica seria, non può prescindere dal rispetto delle regole e della distinzione dei ruoli. E' la condizione principe della democrazia e della legalità istituzionale. Se si chiede la rottamazione di personalità politiche che hanno fatto il loro tempo nel centrosinistra, ed a ragione, nello stesso tempo non si può calcare il modello Berlusconi, altrimenti, vorrebbe dire che si è affacciato un nuovo leader all'orizzonte, ma non siamo fuori dalla palude del leaderismo e personalismo in politica. Perciò, pur considerando la stima al nuovo che avanza, la scelta del sindaco di Firenze di recarsi in una residenza privata e non nella più opportuna sede di palazzo Chigi è un segnale grave. E ci dovrebbe far riflette che non tutto ciò che è nuovo è migliore del vecchio, ma che le idee vecchie o nuove che siano devono avere in sè la concezione di portare benessere e rispetto delle regole, e soprattutto la distinzione che pubblico vuol dire interesse generale e che privato vuol dire interesse individuale.

04 dicembre 2010

La Costituzione italiana è una cosa seria!

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

E' tempo di fare chiarezza. La Costituzione italiana è una cosa seria. Da un pò di anni, una certa politica vuol far credere che, la sovranità appartiene al popolo solo attraverso il voto. E che l'eletto è colui che ha ricevuto la delega di disporre e imporre, conservando l'immunità e l'impunità, comunque. Chi viene eletto o meglio, la coalizione che ha più voti rispetto alle altre, che non sempre combacia con la maggioranza dei voti dei votanti, riceve un premio di maggioranza tale da avere alla Camera una rappresentanza maggioritaria per formare un Governo del Paese. Invece, la minoranza, che non combacia sempre con la minoranza dei voti dei votanti, viene messa in condizione di non poter fare una vera opposizione. Ora, questo modo di interpretare la Costituzione è totalmente errato. Una democrazia si fonda sul consenso maggioritario dei votanti reali e non su chi ha ricevuto più consenso degli altri, solo perchè questi si sono presentati separati. Gli elettori vengono chiamati alle urne per eleggere i parlamentari che faranno parte dei due rami del Parlamento. I candidati sono schierati in varie liste, nelle quali ci sono, i partiti che vogliono far parte di una coalizione perchè così possono accedere al premio di maggioranza, e i partiti o le liste civiche che, magari, vogliono presentarsi da soli, ma che difficilmente possono accedere al premio di maggioranza, e quindi, saranno condannati a stare all'opposizione. Ora, la coalizione che ha ricevuto un numero di voti maggiori degli altri partiti o coalizioni, ottiene la maggioranza in Parlamento, che non vuol dire avere per forza la maggioranza al Governo. Perchè, il Presidente della Repubblica, nomina una persona che, non necessariamente deve essere il capo della coalizione che ha ricevuto più voti. Ma è la persona che riesce a fare un Governo attraverso la fiducia del Parlamento. Si capisce bene che nessuno è certo di avere la fiducia, se non attraverso una dichiarata e votata fiducia in Parlamento. Perchè chi vota la fiducia, sono i parlamentari eletti dal popolo, i quali non hanno l'etichetta di vincitori o perdenti, ma sono gli eletti del popolo. Siccome, la nostra è una Repubblica Parlamentare e non presidenziale, significa che spetta al Parlamento sancire chi deve governare e chi invece stare all'opposizione. Ora è ovvio, che i partiti che si sono presentati agli elettori in quella coalizione, si riconoscono, almeno nel proposito, in un programma comune, per cui provano a trovare l'accordo per amministrare e governare il Paese. Ma i singoli parlamentari non sono obbligati a rimanare in uno schieramento piuttosto che in un altro. I parlamentari eletti, sono liberi di esprimere le loro idee e il loro voto avendo ricevuto la delega dal voto popolare, e non possono subire condizionamenti da schieramenti bloccati. Quindi, avere la pretesa di chiamare traditori, chi non è più d'accordo con una certa politica, o addirittura che, siccome non esiste più una certa maggioranza che aveva avuto la fiducia dal Parlamento, non rimane che andare alle elezioni anticipate, è assolutamente sbagliato e anticostituzionale. Perchè, è nei poteri del Capo dello Stato, nominare la persona che può formare un'altro Governo, che deve avere la fiducia dal Parlamento, i cui parlamentari tutti sono liberi di darla o non darla. E non c'è coalizione che tenga, ma sono i numeri dei voti che danno la fiducia o non la danno. Se poi, dopo alcuni tentativi, non si riesce a formare il Governo, solo allora, il Presidente della Repubblica scioglie le Camere e si và ad un'altra consultazione elettorale. Perciò, la si smetta di interpretare la nostra Costituzione come un fatto personale o di schieramento, la si rispetti come è giusto che si faccia, se veramente si vuole parlare in nome del popolo e del Paese Italia.