22 giugno 2010

Pensiero rivolto ai politici. Una iattura per il paese.

Silvio Berlusconi

I candidati e i politici, durante le campagne elettorali o le varie esposizioni al pubblico, cercano di farsi apprezzare, con qualche distinguo, per la volontà e la passione con le quali pensano di dare contributi di idee, programmi e progetti per un futuro dalle caratteristiche di solidarietà, libertà, benessere, giustizia, più lavoro, più distribuzione delle risorse, più investimenti nela ricerca, nella scuola, nell'informazione, per un ambiente più sano, per un miglior utilizzo del territorio, per una maggiore attenzione alla salute, migliorando le strutture e le infrastrutture, migliorando i servizi rendendoli più efficienti, in modo particolare nella P.A., più lotta all'evasione fiscale, alla criminalità e al terrorismo, maggiore sicurezza sul lavoro. Insomma, preannunciano una prospettiva di futuro migliore, soprattutto per i giovani che devono costruirsi una propria vita, una famiglia, una casa. Poi, una volta eletti, i loro programmi si trasformano in una brutale iattura per il Paese, con la prerogativa che i soli a beneficiarne sono loro stessi e alcune lobby a loro vicine. Infatti, l'economia è ferma, la competitività del sistema arranca, i conti pubblici sono fuori controllo, i redditi della famiglie italiane sono in forte dimagrimento, i giovani e il mondo del lavoro vivono di precarietà e incertezze. E' aumentato il divario tra ricchi e poveri. Sono aumentati i poveri e si sono arricchiti di più i ricchi. Si è voluti con forza partecipare ad una "guerra per la pace", nella quale abbiamo i nostri morti e paghiamo un prezzo alto di risorse. Il Mezzogiorno è in piena crisi, come anche nel resto del Paese, diventa molto difficile per le famiglie monoreddito riuscire ad arrivare a fine mese, insomma, c'è una situazione davvero allarmante e tristemente negativa. A questo dobbiamo aggiungere una politica estera ambigua e incapace di far parte integrante di una Europa che politicamente avrebbe bisogno di essere unita, con interessi comuni, che presenti un progetto politico comune, che sappia parlare e confrontarsi col resto del mondo, per creare e costruire insieme un mondo di pace, con politiche di giusto equilibrio che possano aiutare realmente i paesi più poveri ad essere autosufficienti, sapendo sfruttare le proprie risorse e fare in modo che non abbiano il grave problema della grande emigrazione di massa, che non fa bene a loro, ma che non fa bene nemmeno a noi. Ma che con molta ipocrisia tutti dicono di combatterla, ma in verità molti furbi la sfruttano.

05 giugno 2010

A Parigi Schiavone fa suonare alto l'inno di Mameli.

Francesca Schiavone

A
Parigi Schiavone fa suonare alto l'inno di Mameli, mentre la bandiera italiana sventola il suo tricolore. L'italiana Francesca Schiavone ha vinto il Roland Garros, il più importante torneo del mondo sulla terra battuta. In finale ha sconfitto l'australiana Samantha Stosur, numero 7 del mondo, col punteggio di (6-4 7-6 con tie break finito 7-2) in un'ora e 38'. È la prima vittoria di una tennista italiana in una prova del Grande Slam. Ha vinto la sua determinazione e la sua caparbietà. Voleva a tutti costi la vittoria e l'ha ottenuta. E' stato un incontro giocato sulla lealtà e sul rispetto dell'avversario. Una partita che la Stosur ha cercato di farla sua, forte del fatto che aveva battuto Francesca già quattro volte. Ma oggi sul campo c'era un'altra protagonista che non lasciava spazio a dubbi, era Francesca Schiavone italiana. Che ha portato a casa una storica vittoria del tennis femminile azzurro sulla terra rossa del Roland Garros. Finora il tennis femminile azzurro si era fermato alla semifinale, nel 1954. È stata una finale che la 'Leonessa' italiana ha dominato nettamente col corpo e con la mente.

Manovra ingiusta per i lavoratori in mobilità.

Giulio Tremonti

V
orrei far presente che nella manovra 2011/2012 presentata dal Governo e firmata dal presidente Napolitano, tra le tante iniquità (non si toccano i grandi patrimoni e le rendite finanziare colpevoli della recessione e dello sconquasso), c'è una grave ingiustizia per quanto riguarda le finestre di uscita per accedere alla pensione dei lavoratori in mobilità. Nel comma 5 art. 12 del decreto sulla previdenza si dice: -le disposizioni in materia di decorrenza dei trattamenti prima della data di entrata in vigore del presente decreto continuano ad applicarsi nei limiti del numero di 10.000 lavoratori beneficiari, ancorchè maturano i requisiti per l'accesso al pensionamento a decorrere dal 1° Gennaio 2011, di cui al comma 6.-che sono anche coloro i quali si trovano in mobilità, prima del 30/04/2010. Quindi, per una quota di 10.000 unità c'è la possibilità di essere esonerati dalle nuove finestre, per gli altri invece si vedrebbero ritardata la messa in pensione di almeno 6 mesi. Il metodo che usa l'INPS per scegliere i 10.000 lavoratori, che usufruiscono dell'esonero dalla finestra, è la data di inizio della mobilità e la data del raggiungimento dei requisiti pensionistici.- Ora si capisce bene che stiamo parlando di persone che per anni sopravvivono con 750 euro scarsi al mese e che non vedono l'ora di accedere alla pensione per avere una più idonea retribuzione, che permetta loro di vivere gli ultimi anni della vita con meno disagi. Spero che questa norma vada corretta, perchè la trovo oltre che ingiusta, anche incostituzionale, per il semplice fatto che le leggi devono essere applicate con equità e non come una lotteria. Nella trasmissione "Ballarò" Cazzola affermò che i lavoratori in mobilità non venivano toccati. Si farebbe cosa giusta e gradita se questa ingiustizia venisse corretta.