31 dicembre 2009

Auguri da Raffaele Innato.

Anno 2010:
affinchè tutti gli abitanti della Terra possano trovare la strada della pacificazione degli uomini e il rispetto dei diritti inalienabili delle persone.
La vita è un diritto per tutti e come tale deve essere rispettata.
Auguro a tutti i visitatori, agli amici ed a tutti coloro che amano la Terra e a tutti i popoli che l'abitano tutto il benessere perchè si possa vivere nell'amore e nella gioia del rispetto reciproco.

30 dicembre 2009

Nichi Vendola speranza per una società democratica migliore.

Nichi Vendola

Nichi Vendola uomo del sud, nasce a Bari in una famiglia cattolica e comunista.
Ha praticato la politica e il comunismo quando aveva i calzoni corti tra i braccianti e i compagni di Terlizzi. Ha conosciuto il lavoro fin da piccolo e ha sempre amato la lettura e i libri. Laureato in Lettere e Filosofia. Giornalista e scrittore. Egli dice: "Siamo comunisti non per replicare, nei secoli dei secoli, una storia codificata, una liturgia monotona, una forma statica che contiene una verità rivelata: ma per liberarci dei fantasmi e dei feticci di un mondo che strumentalizza la vita, mercifica il lavoro, distrugge la socialità."
A soli 14 anni si è iscritto alla Federazione dei Giovani Comunisti. Nel 1990 entra a far parte del Comitato Centrale del Partito Comunista Italiano. E' stato tra i fondatori del Partito della Rifondazione Comunista.
Eletto alla Camera dei Deputati nel 1992, nel 1994, nel 1996 e nel 2001. E' stato Vice presidente della Commissione Parlamentare Antimafia.
Nel gennaio del 2005 vince le primarie con cui si sceglieva il candidato del centrosinistra alle consultazioni regionali del 3 e 4 Aprile 2005, in cui poi stato eletto Presidente della Regione Puglia. A gennaio del 2009 ha lasciato il Partito della Rifondazione Comunista e con tante e tanti ha dato vita al Movimento per la Sinistra per ricostruire una sinistra curiosa del mondo che cambia, all’altezza delle sfide del tempo presente, fatta di capacità di stare nella realtà, di conoscere i territori e i luoghi di lavoro. Si definisce ludico, anarchico, infantile, narcisista, organizzatore, sorvegliato speciale delle sue stesse passioni, investito dei suoi doveri pubblici. Che è capace di piegare la sua indole e di scommettere la scommessa più paradossale della sua vita. E' persona del popolo e cresciuto in ambienti popolari, dove gli è stato possibile conoscere la severità dei problemi esistenziali. Dotato di capacità di svolgere un ragionamento con ricchezza di argomenti e forza persuasiva, riesce a coinvolgere il pubblico ricevendo il plauso degli ascoltatori presenti.

A gennaio 2010 avranno luogo le primarie, una nuova sfida. Credo che questo sia un importante passo in avanti della politica, in quanto lascia ai cittadini elettori decidere chi potrà essere il candidato che li deve rappresentare nelle cariche istituzionali. La sua figura di politico come la sua forte personalità godono della mia simpatia, perchè credo nella sua passione di uomo che vuole costruire una società più equilibrata e più giusta, nel rispetto delle idee e degli ideali, che ogni uomo individualmente porta e che legittimamente vorrebbe vedere realizzati. Sono convinto come uomo di solidarietà dei popoli come io sono che, nella mia Puglia e non solo, egli possa essere uno strumento di forte spinta, grazie alla sua cultura e alla sua preparazione di uomo che ama la democrazia e la libertà dell'individuo, per affermare ed evidenziare che, la politica degli affari personali e delle lobby, è una sconfitta deleteria per un paese civile e democratico come lo può essere il nostro. Mentre una politica che riesce a sentire ed ascoltare tutte le voci e le esigenze fondamentali del popolo, certamente può contribuire a costruire una società che abbia come normalità il benessere della collettività, punto di riferimento essenziale per ristabilire una giustizia civile e morale, che tenga conto dell'uguaglianza delle persone nel rispetto delle leggi e dei diritti umani internazionali. Perciò, se Vendola riesce a vincere con la chiarezza dei progetti e delle idee, la battaglia contro un sistema lobbistico dei favori e delle corruttele, il popolo italiano vedrebbe rinascere quella speranza di una società migliore che, per i più ostinati, non si è mai sopita.


28 dicembre 2009

D'Alema e "la politica dell'amore."


Massimo D'Alema


D'Alema è nato a Roma, però in Puglia ha costruito la sua carriera politica. Non è un uomo del sud, ma di centro nella politica delle alleanze e degli interessi di partito e non solo. Ho avuto modo di incontralo diverse volte nei suoi comizi, facevo parte del servizio d'ordine del partito, e ascoltarlo, nelle sue oratorie contornate da alcune sibilline battute era piacevole, tanto che riceveva forti applausi. Egli è un uomo nato nella politica, la sua famiglia aveva molte amicizie nel partito, e questo lo ha aiutato anche nella carriera di politico. Sono indubbie le sue capacità di stratega delle alleanze, lo ha fatto in Puglia tanti anni fa, alleandosi da una parte con i partiti di sinistra e dall'altra con la ex democrazia cristiana. E' certa la sua preparazione e la sua intelligenza, però questo non vuol dire che sono state usate per il bene del partito e della collettività. Egli ha la colpa principale della rinascita di Berlusconi, insieme a Bertinotti. Quando Forza Italia era ai minimi termini e il centrosinistra vinceva in quasi tutte le regioni, le provincie e le città d'Italia, D'Alema dichiarò che non era una cosa buona per la democrazia quando un opposizione è debole. Infatti, poco dopo è stato il centrosinistra ad essere debole e Berlusconi non ne ha mai fatto alcun problema, anzi, se potesse avere il 100% dei voti, sarebbe l'uomo più felice del mondo. D'Alema insieme ad altri dirigenti compreso Violante, nel 1994 quando la Corte Costituzionale aveva sentenziato che Fininvest non poteva avere più di due televisioni, aiutarano Berlusconi a non privarsi delle tre reti. Inoltre, non ha mai voluto affrontare il conflitto d'interesse, se non a parole, evidentemente non conveniva. Attraverso la bicamerale, giustamente voleva affrontare le riforme necessarie all'Italia, ma stranamente aspettava l'ok di Berlusconi, che non è mai arrivato e si capisce il motivo. L'Italia da quando Berlusconi è sceso direttamente in politica sta pagando un prezzo alto, con le divisioni tra nord e sud, tra furbi sempre più furbi e bonaccioni sempre più sottomessi e poveri. E molta colpa di complicità di questo "ciarpame" come lo ha definito la stessa Veronica Lario, lo si deve addebitare al nostro caro forse prossimo "presidente del Copasir". Il quale aggiungerà alla sua collezione un'altra prestigiosa carica, che non so quanto possa essere d'aiuto al popolo semplice e bistrattato, che continua a credere a dei personaggi che farebbero bene a togliersi dalla scena politica per fare posto a persone meno in vista, ma più fattive e utili per la collettività.

20 dicembre 2009

La dignità.

Con il termine dignità, ci si riferisce al sentimento che proviene dal considerare importante il proprio valore morale, la propria onorabilità ritenendo importante tutelarne la salvaguardia e la conservazione. In filosofia, il termine dignità umana è riferito al valore intrinseco e inestimabile di ogni essere umano: tutti gli uomini, senza distinzioni di età, stato di salute, sesso, razza, religione, nazionalità, ecc. meritano un rispetto incondizionato, su cui nessuna "ragion di Stato", nessun "interesse superiore" della "Scienza", la "Razza", o la "Società", può imporsi. Ogni uomo è un fine in se stesso, possiede un valore non relativo (com’è, per esempio, un prezzo), ma intrinseco. L'art. 3 della nostra grande Costituzione recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". Ugualmente si riconosce dignità alle alte cariche dello Stato, politiche od ecclesiastiche richiedendo che chi le ricopre ne conservi le alte caratteristiche.

Si sente e si usa dire: "Bisogna avere il senso della dignità. E' giusto comportarsi con dignità. E' una persona senza dignità. Non si ha un briciolo di dignità. Lo richiede la dignità dello Stato. Persona degna di rispetto. E' morto dignitosamente." Quante volte, abusiamo del sostantivo dignità, ora con rispetto e attinenza, e spesso in maniera inappropriata e impudente.
Nella nostra società l'uso improprio che se ne fa, rispecchia il disvalore che si ha nei confronti del prossimo e delle stesse persone che della dignità riescono a farne un principio importante della propria esistenza. Dico questo, in virtù del fatto che, se dirigenti della politica, dell'imprenditoria, del sociale, della religione, avendo responsabilità di riguardo, hanno un comportamento irriguardoso verso le stesse persone che devono guidare per una società più sana e più giusta, vuol dire che siamo in presenza di una soppressione e impoverimento della stessa umanità. E la conseguenza dei conflitti, delle barbarie, delle violenze, dei compromessi fini a se stessi, delle morti sul lavoro, delle morti per incidenti, delle svendite delle personalità, sono il frutto amaro di una inciviltà di un popolo che ha perso la propria dignità del vivere.





14 dicembre 2009

L'aggressione a Berlusconi legittimata dai due schieramenti politici avversi.

Berlusconi Silvio
L'aggressione subita dal nostro Presidente del Consiglio S. Berlusconi, colpito al volto da un oggetto lanciato dalla folla (una riproduzione in miniatura del Duomo di Milano) ad opera di Massimo Tartaglia, 42 anni con problemi mentali, residente nell'hinterland milanese, mentre firmava autografi e salutava la folla, ha fatto scatenare subito la bagarre politico sociale.
I rappresentanti del Governo e i simpatizzanti del centrodestra insieme agli organi di stampa vicino al Presidente, da una parte, hanno subito condannato l'atto, dichiarando che l'accaduto è una concausa delle aggressioni orali e processuali (complici una sinistra politica ed una magistratura antigoverno) che Berlusconi subisce da 14 anni, affermando che il colpevole principale di tutto è Di Pietro. Mentre dall'altra parte, gli avversari politici del Governo e simpatizzanti del centro sinistra, pur garantendo la solidarietà a Berlusconi, dichiarano che l'atto è una concausa del clima aggressivo politico di una destra che, invece di pensare ai problemi reali del Paese, pensa ai problemi personali del premier.
Quindi, tutte e due le parti avverse con giustificazioni diverse, paradossalmente, dichiarano in effetti che l'aggressione di Massimo Tartaglia, pur avvenuta ad opera di una persona con problemi psichici è da condannare, ma legittima. Ancora una volta, questo sta a dimostrare come noi italiani siamo in balia di politici non all'altezza del loro compito, giornalisti della stampa e dei mezzi televisivi non obbiettivi schierati per ovvi motivi per interessi personali e di gruppi, che con notizie e dichiarazioni pennellate a seconda della circostanza portano acqua al proprio tornaconto, mentre il popolo confuso preso da problemi difficili quotidiani, si fa trascinare su questa onda lunga della deriva, per tifare una volta per uno e un'altra volta per l'altro, con la speranza che sul percorso ondivago e senza meta, si possa incontrare una zattera di salvataggio,
che lo riporti verso la riva di una terra del sano convivere.


12 dicembre 2009

Che verità venga fatta in nome della giustizia del popolo sovrano.

Giuseppe Graviano

Fermo restando che nessuno è colpevole fino a quando in via definitiva non è provata la sua reità, mi interessa capire meglio, vista l'importanza di un processo che potrebbe rivelare un collegamento tra mafia e alcuni massimi rappresentanti dello Stato italiano, se le rivelazioni di mafiosi possono essere presi in considerazione ai fini della verità dei fatti.
Nel processo di appello al senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, condannato in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Il boss Filippo Graviano e Cosimo Lo Nigro, esponente dello stesso clan e in passato, secondo l'accusa, componente dello stesso gruppo di killer di cui faceva parte anche Spatuzza, non hanno confermato le dichiarazioni del collaborante Gaspare Spatuzza. Graviano ha affermato di non aver mai conosciuto Dell'Utri e di non aver avuto alcun rapporto con lui, ma ha anche sostenuto di non aver mai detto la frase, giudicata molto importante dall'accusa, "se non arriva qualcosa da dove deve arrivare sarà bene che anche noi parliamo con i magistrati" che Spatuzza gli ha attribuito nel suo interrogatorio a Torino il 4 dicembre scorso. Una frase che, secondo il collaboratore, Graviano pronunciò nel 2004, dopo che Spatuzza lo informò del risultato del suo colloquio, nel carcere romano di Rebibbia con l'allora procuratore nazionale antimafia, Pierluigi Vigna.
Giuseppe Graviano, invece, citato come teste nel processo Dell'Utri ha dichiarato di avvalersi della facoltà di non rispondere. "Il mio stato di salute, aggravato dal carcere duro, non mi consente di rispondere all'interrogatorio, come ho già detto ai Pm di Firenze. Quando potrò informerò la Corte".
Volendo analizzare le dichiarazioni, consideriamo che Spatuzza è un pentito ed un esecutore di Cosa Nostra. Egli dice: «Nel 2000 ho iniziato un bellissimo percorso di istruzione e isolamento». Poi ricorda «il cappellano del carcere di Ascoli Piceno, padre Pietro Capoccia» quell'incontro chiave della sua svolta che gli trasmise «l'amore per le sacre scritture». «Mi trovai di fronte al bivio di essere o uomo di Dio o mammone: ho deciso di amare Dio» e poi indica, nel procuratore antimafia Pietro Grasso, la persona che ha dato un contributo fondamentale alla sua decisione definitiva di collaborare con la giustizia «nel marzo 2006». «Non sono qui per barattare le mie parole, sarei un vigliacco - aggiunge - lo Stato sa cosa deve fare della mia persona.
La mia missione è restituire verità alla storia e non mi fermerò di fronte a niente. Se ho messo la mia vita nelle mani del male, perché non la devo perdere per il bene?».
Invece Graviano non sembra essere un pentito ed è stato un capo mafia e si limita a negare insieme a Lo Nigro ciò che è stato dichiarato da Spatuzza. Inoltre, la cosa che fa ancora riflettere è il fatto che Giuseppe Graviano, si è avvalso della facoltà di non rispondere, se non dopo che la sua salute trovi più giovamento, cioè se il suo stato di carcerato guardato a vista e tenuto sotto pressione, viene ad essere modificato a suo favore. Quando il Senatore Dell'Utri dice che Giovanni Graviano è un vero pentito ed è un uomo serio, mentre di Spatuzza dice "minchiate", fa intendere una sorta di rispetto verso un capo e verso chi lo scagiona, mentre a Spatuzza non gli da alcuna considerazione, se non quella di pensare che, essendo uno che piglia solo ordini senza cervello e che lo accusa, è uno che dice "minchiate". Aggiungo che, se una persona è al di fuori di ogni accusa quindi estraneo ai fatti a lui contestati, dovrebbe usare lo stesso tono di sdegno con chi ha ucciso e terrorizzato uomini, donne e bambini, vivendo al di fuori di una sana società. Ecco che come cittadino io voglio che la verità venga a galla e la magistratura fa bene ad andare in fino in fondo, chi risulterà innocente risarcirlo per i danni subiti, chi invece risulterà colpevole dare la giusta condanna, in nome della giustizia del popolo sovrano.




09 dicembre 2009

A che serve un altro partito?


Pier Ferdinando Casini


Pare che stia per nascere un'altro partito in Italia. Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, parla del suo futuro politico e del destino dell'Udc. "Non vorrei più usare la parola Centro...E' il momento per ciascuno di noi di liberarci del retaggio ideologico del ventesimo secolo e di sfidarci sui contenuti nuovi, senza nostalgie. Per questo ho parlato del nostro progetto come di un Partito della Nazione, la politica per noi oggi è ridare slancio ad un paese in difficoltà, suscitare un nuovo orgoglio di essere italiani, premiare merito, giovani, innovazione, ricerca, declinare in chiave di modernità l'interesse nazionale".
Ancora una volta con slogan propagandistico si vuole colpire l'attenzione e coinvolgere l'immaginazione della gente per cercare di ottenere più voti. E' diventata una prassi: Partito della libertà, Partito democratico, Italia dei valori, Lega nord, Sinistra e libertà... giusto per citarne alcuni, per non parlare poi di estrema destra, destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra, estrema sinistra che non si capisce a cosa o ideale facciano riferimento, se non a personaggi che ne incarnano a loro piacimento un ideale che a ben vedere non esiste, e se esiste è confuso e personalizzato.
Si parla di alternanza di governo: oggi al governo il Pdl e lega, domani il PD con altri alleati. Oggi si fanno leggi adpersonam e accomodanti per far quadrare conti dello Stato e conti personali o di gruppi. Con l'alternanza domani, probabilmente, si faranno leggi accomodanti a gruppi e a diversi settori di convenienza. E nel frattempo il popolo, imprigionato dagli schieramenti e dalle lottizzazioni e dai problemi annali, segue nefasto una strada che porta inesorabilmente alle divisioni e alle ingiustizie sociali ed economiche sempre più in voga e ridimensionate o aggiustate da falsi slogan usati alla convenienza di parte.

03 dicembre 2009

...e il solo dubbio è già motivo di condanna.











Berlusconi e Dell'Utri


V
oglio congratularmi per l'evento importante di una manifestazione autogestita il noBday, a cui le tv volutamente hanno dato scarso rilievo, che si è svolta ieri a Roma dove centinaia di migliaia di persone hanno affollato le strade della città riempiendo la grande piazza di San Giovanni e tutti gli spazi circostanti, contro un governo gestito adpersonam.
La manifestazione è nata su Internet e si è conclusa con un grande risultato di democrazia. Cosa che non avviene in questo governo e in diversi organi d'informazioni.
Infatti, si vuole far passare l'idea che, siccome oggi si stanno arrestando alcuni capi importanti di Cosa Nostra, le rivelazioni di Spatuzza al processo d'appello di Dell'Utri, sono un deciso attacco al governo per farlo cadere perchè è quello che combatte più di ogni altro la mafia.
Ma facciamo un passo indietro, sul tavolo c'è una pesante accusa di correità mafiosa contro Berlusconi e Dell'Utri, per un patto che sarebbe stato stipulato nel '93 e sarebbe stato adesso tradito da due personalità politiche.
L'accusa si svolge attraverso il pentito Spatuzza e anche attraverso le carte provenienti dalla famiglia Ciancimino. Nei prossimi giorni saranno chiamati a deporre i fratelli Graviano, già da tempo incarcerati sulla base del 41 bis.
La loro deposizione sarà fondamentale per capire se le cose dette da Spatuzza sono più attendibili per un proseguo delle indagini e della verità.
E' evidente che il governo con il ministro dell'Interno, e la Procura di Palermo stanno colpendo duramente la struttura del potere mafioso. A questo punto è possibile che Cosa Nostra abbia la strategia di contrattaccare. Da precisare che la Procura di Palermo è la stessa che sta guidando con perizia ed efficacia l'azione contro i latitanti di Cosa Nostra, proseguendo il percorso a suo tempo aperto da Caponnetto, Falcone e Borsellino, che hanno smantellato pezzo per pezzo il potere mafioso e che meritano il massimo di credibilità per indagare sulle rivelazioni di Spatuzza. Che non significa voler portare ad una condanna Berlusconi e dell'Utri, ma a fare chiarezza sulla vicenda.
Sappiamo per certo che la Dc in Sicilia si trovò inevitabilmente a fare i conti con la mafia. Lo sbarco americano del 1943 si era servito dell'appoggio di capi mafiosi (Lucki Luciano, Costello...) che avevano tutto l'interesse di accreditarsi verso il nuovo potere. La strategia della mafia è utilizzare il potere politico dominante per fornire favori e riceverne in cambio.
Nella Dc siciliana ci furono dei coraggiosi combattenti contro la mafia, alcuni dei quali pagarono con la vita. Ma ci fu anche una consistente zona grigia a contatto con la mafia.
La mafia vuole colludere con il potere. Ama il potere penetrabile, corruttibile e ricattabile. Vuole favori e offre favori. Quando si considera tradita si vendica, quando fiuta che il potere colluso sta traballando lo abbandona in favore di un nuovo potere emergente, procurandosi di avere contatti. Comincia con ammiccamenti, prosegue con scambio di favori per il business.
Quindi da una parte c'è una organizzazione criminale mafiosa, dall'altra parte ci sono persone che fiutando interessi personali hanno un contatto di affari, che non significa farne parte dell'associazione, ma che si è collusi.
La mafia ha un suo modo di fare attività criminale con uccisioni, omicidi efferati, regole che si basano sulla paura e il terrore, ricavando interessi di danaro da affari illeciti. Le persone o meglio dire alcuni politici collusi, non partecipano direttamente nell'associazione, ma dall'esterno ne traggono profitti personali, comportandosi da delinquenti e sono da condannare.
Quindi, quando si menzionano dei politici in odore di mafia, dicendo che non sono mafiosi e non possono essere considerati degli assassini come Spatuzza, certamente è vero, ma non si può negare che, se collusi, sono anch'essi dei delinquenti e dei criminali con i colletti bianchi. Ed, il fatto che queste persone sembrano poi combattere la criminalità rozza e brutale, non le giustificano dall'aver ottenuto in passato dei favori dalla mafia, con cui hanno raggiunto un potere economico di riguardo e non solo.
Penso, che sia utile per tutti e per la democrazia di un grande paese come l'Italia, fare i dovuti accertamenti dagli organi preposti per appurare la verità, in modo che chi governa possa svolgere la sua attività con trasparente dedizione, senza portare il dubbio di un qualsiasi coinvolgimento illecito, collaborando esso stesso con la giustizia come una civiltà democratica esige in nome del popolo sovrano, libero di manifestare il suo assenso o dissenso. E i mezzi di comunicazione farebbero cosa giusta se, invece di dare giudizi parziali con opinioni stravaganti, dessero le notizie con obiettività favorendo un modo di vivere e di pensare che chi sbaglia è giusto che paghi, e chi fa bene è giusto che venga premiato. Anche perchè, tempo ci vorrà ma alla fine la verità viene sempre a galla, e il solo dubbio è già motivo di condanna.