30 novembre 2009

Come uscire dalla crisi istituzionale.


Palazzo Ghigi

La politica italiana è bloccata dal fatto che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in diverse dichiarazioni rilasciate alla stampa, e non solo, ha avanzato l'ipotesi che i processi penali (tutti legati alla sua attività imprenditoriale) a cui è stato sottoposto a più riprese, costituirebbero una manifesta persecuzione giudiziaria orchestrata dalle "toghe rosse", cioè da magistrati vicini ai partiti e alle ideologie di sinistra, che utilizzerebbero illegittimamente la giustizia a fini di lotta politica, nonostante le prime indagini siano di gran lunga precedenti (1979) alla sua "discesa in campo" (1994), dichiarando che la magistratura è contro di lui, impedendogli di governare contro le ragioni della sua legittima elezione. Quindi, il suo potere esecutivo è messo a rischio da un'altro potere quello "giudiziario", che a sua volta non è eletto dal popolo. L'esigenza che da più parti si mette in evidenza è che c'è bisogno di una legge costituzionale, la quale dia garanzia al capo del governo di governare perchè è il popolo che lo chiede e per i tanti problemi che il Paese deve affrontare per uscire dalla crisi economica ed istituzionale. Ora diamo per scontato che il capo del governo abbia le sue ragioni di impedimento a governare senza avere l'assillo dei procedimenti giudiziari che ci sono, come sono anche evidenti le ragioni della magistratura a voler procedere su reati ascritti contro Berlusconi. Allora, come trovare a sbrogliare la matassa. Diamo la possibilità a Berlusconi di svolgere il suo compito di capo del governo, sospendiamo i processi pregressi a suo carico fino a quando il governo cade, o per fine legislatura o per mancanza di fiducia o per evidenti ragioni di non proseguimento dell'attività di questo governo. Rimanendo il fatto che lui può decidere di farsi processare anche durante il suo governo. Dopodichè la magistratura deve continuare con le indagini senza impedimento. Berlusconi, però in questo frangente deve liberarsi del suo patrimonio e non deve sfruttare le sue proprietà per influenzare l'opinione pubblica, nè può esprimere giudizi contro il potere giudiziario, nè partecipare a nuove elezioni nel paese, nè essere capo di un partito, pena la sua caduta dall'incarico. Ha la sua sede di governo, ha il suo stipendio di capo dell'esecutivo e riceve tutte le attenzioni e i privilegi di un capo di governo. Terminato il suo incarico, deve rispondere alla magistratura per farsi processare, e finchè durano i suoi processi non prescrivibili, non è più candidabile a nessuna carica dello Stato italiano, fino a quando non è dimostrata la sua innocenza dopo i tre gradi di giudizio. Tutte le leggi che verranno promulgate durante il suo incarico non possono essere retroattive, cioè non adpersonam. Non solo, ma in caso di condanna, deve scontare oltre la pena prevista anche il periodo di tempo per cui non ha voluto sottoporsi ai processi. La legge è uguale per tutti e tutti devono rispettarla in misura uguale, ma chi riceve un privilegio che gli altri non hanno, in caso di condanna deve pagare di più degli altri.

13 novembre 2009

Berlusconi e la sua tela.


Silvio Berlusconi

Chi non vuol vedere non vede e chi non vuol sentire non sente. Mi sembra abbastanza evidente che il signor Silvio Berlusconi eletto presidente del Consiglio, abbia scelto la strada della politica per fare i propri interessi. Interessi non vuol dire solo guadagnare soldi, come buona parte del pubblico berlusconiano vuol far intendere, spiegando che siccome è già ricco non ha bisogno di fare affari per guadagnarne sempre di più. Per interessi, invece, s'intende tutto quello che circonda la vita di un soggetto che nella fattispecie si chiama: potere economico, potere legislativo, potere esecutivo, potere della comunicazione, potere di gestire i vizi e le debolezze di chi, pur di contare qualcosa nella società d'elite, non osa contrastare il capo supremo, ingigantendone il potere, da farlo divenire comando assoluto su tutto quello che interessa e muove la vita di uno Stato. Quando questo succede, e purtroppo sta avvenendo, chi ne fa le spese è prima di tutto la democrazia, che non vuol dire solo libertà di voto per eleggere qualcuno, poi la libertà di ognuno perchè non deve mostrarsi in contrasto col pensiero unico, ma deve seguire solo il percorso già tracciato, l'uguaglianza dei diritti che è condizionata da leggi adpersonam, per cui si trasforma in disuguaglianza. Consegue che la giustizia non ha motivo di essere in quanto è appannaggio di chi comanda. Il risultato finale penso che è facile da intuire, il ritorno ad un passato da i risvolti tragici, perchè quando ci si fa prendere la mano che tutto si può fare, tanto c'è impunità, si finisce per cadere nella stessa tela che si pensava aver tessuto per gli altri, ma che è servita ad intrappolare se stessi.
La storia insegna.

08 novembre 2009

Il crocifisso.

Le prime comunità cristiane per identificare la propria religione non utilizzavano la croce, all'epoca brutale e ignominioso strumento di morte, ma il pesce. "Pesce" in greco antico fu considerato come l'acronimo di 5 parole, identificative dello status di Gesù Cristo: "Gesù Cristo Salvatore Figlio di Dio".
Il pesce, essendo un animale che vive sott'acqua senza annegare, simboleggiava il Cristo, che può entrare nella morte restando vivo.
L'esposizione della croce in locali pubblici come aule scolastiche e aule di tribunali ha fatto nascere il problema se ciò violi il principio della laicità dello stato. La questione è stata ripetutamente discussa anche in tribunale a seguito della richiesta di abolizione dei simboli cristiani posta da alcuni cittadini. La questione ha trovato una risposta nella decisione n. 556 emessa dal Consiglio di Stato il 13 febbraio 2006, con la quale è stato stabilito che il simbolo è idoneo ad esprimere "valori civilmente rilevanti", come l'uguaglianza e la solidarietà, che stanno alla base ed ispirano il nostro intero ordinamento costituzionale ovvero il fondamento del nostro vivere civile. "In tal senso il crocifisso potrà svolgere, anche in un orizzonte laico, diverso da quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni". Tale pronuncia è stata controvertita dalla sentenza unanime della Corte Eurpea dei Diritti dell'Uomo che ha stabilito il 3 novembre 2009, in risposta a un ricorso di una cittadina italiana, che un "segno esteriore forte" della religione cattolica, quale certamente è il crocifisso, "possa essere perturbante dal punto di vista emozionale per gli studenti di altre religioni o che non ne professano alcuna", violando in tal modo gli artt. 18 e 26 della Dichiarazione Dei Diritti dell'Uomo del 1948.
Credo che a nessuno sia permesso di possedere la verità, nè di professarla come unica e inviolabile. Come non può essere permesso di apporre, attraverso un simbolo, un sigillo della propria fede religiosa per dottrinare o inculcare nei giovani una religione o un modo di fare cultura perchè tramandata nei secoli. L'uomo nei secoli si è evoluto attraverso la conoscenza, le scoperte, lo studio, la ricerca acquisendo esperiene tali da renderlo più consapevole delle proprie forze e della capacità di combattere meglio gli ostacoli che la vita pone. Questa continua ricerca del sapere ha fatto progredire l'uomo e lo ha protetto da insidie mortali. Se l'uomo non avesse imparato a conoscere, quindi, a svilupparsi, e si fosse fermato solo a pregare davanti ad un crocifisso, probabilmente non avrebbe sviluppato risorse che oggi lo rendono più autonomo e più forte. La forza dell'uomo sta nel confrontarsi continuamente con la realtà che vive, con la pluralità delle idee dei diversi popoli e dei diversi pensieri. Dare per scontato che un simbolo religioso possa rappresentare la cultura universale di quel popolo, è un idea che ci porta lontano dalla realtà delle cose. Anzi, è un modo di disgregare una società, che invece deve tendere ad amalgamare le diverse idee per raggiungere l'obbiettivo di ritrovarsi sul riconoscimento del rispetto reciproco, perchè i più forti e più intelligenti, possano aiutare meglio i più deboli e i meno capaci. Meno simboli e più concretezza della realtà. Perchè è quella che ci fa vivere.

03 novembre 2009

Un imprenditore che di mestiere fa il politico.

Silvio Berlusconi

Un signore famoso conosciuto come grande imprenditore arrotonda facendo il mestiere del politico.
L'inverno del 1993 Silvio Berlusconi decide di scendere in campo, perchè perde l'appoggio politico di Craxi con le vicende di tangentopoli. Forma il partito Forza Italia e si presenta alle elezioni del 23 marzo 1994. Con 8.136.135 voti su 48.135.041 aventi diritto diventa presidente del Consiglio per cadere il 17 gennaio 1995. Nasce un governo composto da soli tecnici con L. Dini.
Il 21 aprile 1996 Berlusconi si ripresenta alle elezioni politiche ed ottiene 7.712.149 voti su 48.744.846 aventi diritto, ma viene battuto da Romano Prodi: 17 Maggio 1996- 21 ottobre 1998, seguito dal governo D'Alema: 21 ottobre 1998- aprile 2000 e dal governo Giuliano Amato: aprile 2000-31 maggio 2001.
Il 13 maggio 2001 Berlusconi si ripresenta alle elezioni politiche ed ottiene 10.423.431 voti su 49.256.296 aventi diritto. Vince e diventa di nuovo presidente del Consiglio: 11 giugno 2001-17 maggio 2006.
Il 9 aprile 2006 si ripresenta alle elezioni politiche ed ottiene 9.048.976 voti su 46.997.601 aventi diritto, battuto di misura da Prodi che diventa presidente del Consiglio: 17 maggio 2006-7 maggio 2008.
Il 13 aprile 2008 si svolgono in anticipo le elezioni politiche e Berlusconi si ripresenta, stavolta con Alleanza Nazionale, con il nuovo partito PPL ed ottiene 13.629.461 voti su 47.295.978 aventi diritto. Vince le elezioni e fino ad oggi è di nuovo presidente del Consiglio.
Ebbene, sono trascorsi quasi 16 anni, nei quali un signore della politica italiana con una forza mediamente di soli 8 milioni e 500 mila voti, si permette il lusso di vincere o di perdere le elezioni, come se la politica fosse un fatto personale.
Ma gli italiani quando si sveglieranno da questo lungo letargo, che tiene bloccato il paese portandolo ai piani bassi della scala mondiale?