Raffaele Innato ha scritto:
2 Settembre, 2008 21:03Prima di capire cosa manca alla sinistra, dovremmo conoscere cosa s’intenda per sinistra. Quando si parlava o si faceva riferimento alla sinistra, come pensiero filosofico, s’intendevano i valori della solidarietà. L’obiettivo da raggiungere era il potere agli operai, una casa, un lavoro e una vita dignitosa per tutti i cittadini. Si parlava di uguaglianza e diritti uguali per tutti, giustizia compresa. C’era la consapevolezza che si lottava per conquistare una legittimità da cittadino e da uomo. La controparte o l’avversario da battere, era il padrone, colui che sfruttava il lavoro degli altri per arricchirsi e comandare. Quindi, si aveva ben chiara la posizione, se si stava con gli operai e gli oppressi si era di sinistra, viceversa si era di destra e con il padrone. Ogni nazione, ogni società aveva nel suo interno la distinzione dei ruoli e le lotte intestine. Questo è durato fino a quando c’è stata la guerra fredda e fino all’abbattimento del muro di Berlino 1989.
Dopodichè, si sono allargate volutamente le frontiere da parte dei finanzieri, banchieri e speculatori, con la complicità dei governi, dando vita a grandi società di capitali e multinazionali, che con la falsa globalizzazione, senza responsabilità personali dirette, hanno piegato e costretto operai, impiegati e anche buona parte dei liberi professionisti a diventare loro dipendenti o sudditi, omologando tutti i cittadini della terra a seguire mode e valori virtuali, per puro tornaconto, inquinando e devastando tutto quello che di prezioso la natura ha messo a disposizione per la sopravvivenza dell’uomo, esautorandolo anche di una sua legittima dignità. Ora, la diga del pensiero collettivista è stata straripata, ricostruirla è davvero molto difficile. Bisognerebbe, fare qualche passo decisivo indietro, rimettere ad ognuno le proprie e rispettive responsabilità, far capire che abbiamo intrapreso una strada senza ritorno, e che se vogliamo ricostruire veramente un mondo migliore fatto di uomini e persone giuste, dobbiamo essere più umili e pragmatici. E non è importante essere di sinistra, ma è importante che ci crediamo tutti, lavorando per lo stesso interesse che è quello di continuare a vivere e non di morire, come ora sta accadendo per l’ingordigia di pochi e la negligenza di molti.
Raffaele Innato ha scritto:
3 Settembre, 2008 12:43>A59
Probabilmente non sono stato sufficientemente esauriente.
Io ho descritto una sinistra che c’era e che ora non c’è più. Mentre, prima del 1989 si sapeva ancora o s’immaginava cosa s’intendesse per “sinistra”, oggi proprio per l’avvento di una globalizzazione falsa, perchè priva di valori solidali e piena di spot illusori, ha portato l’ideale comunista-socialista a mescolarsi nella globalizzazione dei capitali, diventando faragginoso e inconcludente. Mistificando e falsando i concetti di solidarietà in concetti di profitto e di convenienza individualistica, perdendo il suo scopo di interesse collettivistico, che porta a unire le comunità e a renderle più coese e più umane, quando sono saldi i principi dei diritti umani.
Allora, chi oggi è più vicino all’ideale della solidarietà, chi ha senso di valori umani da rispettare, chi ha il senso di appatenenza ad un ideale di vita comunitaria, chi si sente più vicino ad ideali del socialismo e del rispetto dei ruoli nell’uguaglianza dei popoli, dovrebbe rinunciare e rifiutare quei valori e quegli oggetti che rappresentano le storture e le devianze di un mercato globalizzato privatistico, che ha un solo scopo: “produrre per vendere”, costi quel che costi (guerre, disastri, morti bianche, omicidi, suicidi, immigrazioni incontrollate, terrorismo, sopraffazioni, ingiustizie, devastazioni, ecc.) pur di fare profitto. Bisognerebbe iniziare a diventare anticonformisti, se si vuole cambiare questo trend catastrofico.
Raffaele Innato ha scritto:
3 Settembre, 2008 19:15Cari commentatori,
noi stiamo cercando di dare una risposta alla domanda: “cosa manca alla sinistra?”.
Ebbene, in Italia esistono gli uomini di sinistra, ma non esiste la sinistra. Il PD evocato da più parti non può essere considerato un partito di sinistra. Lo ha dichiarato lo stesso Veltroni. L’arcobaleno è sfumato sul nascere. Rifondazione si è spaccata in due. In Parlamento non c’è più rappresentanza. I dirigenti della sx che si sono succeduti in questo decennio, hanno dimostrato molto attaccamento alla poltrona e poco interesse ai problemi della gente. Però, vedete quando si cerca di analizzare un problema, bisogna andare un pò a ritroso, per cercare di capire dove ricercare il guasto. Non a caso nei miei precedenti commenti, ho evidenziato che a cascata il problema nasce simbolicamente dalla caduta del muro di Berlino. Proprio, perchè i signori che governano il mondo, dovevano dare un segnale forte a coloro che avevano sognato l’idealismo socialista, per dire che da oggi il mondo diventa un’unica famiglia globalizzata, gestita da chi ha i capitali e il potere. Dopodichè, si sono mossi tutti coloro che sono legati ai signori del potere, per dottrinare la gente a seguire la nuova strada del falso benessere e della falsa democrazia.L’Italia non è stata e non è uno Stato indipendente. L’Italia non ha le risorse primarie per rendersi autonoma. Anzi, ha bisogno di legarsi necessariamente ad altre nazioni per sopravvivere. Lo ha fatto con la Russia e con gli Stati Uniti durante la guerra fredda, una parte sovvenzionava i comunisti, l’altra sovvenzionava la Democrazia Cristiana. Ora, è legata per fortuna all’Europa (non a caso è stata la promotrice dell’Europa Unita) con un occhio di riguardo agli Stati Uniti e un occhio sparso qua e là, in cerca di petrolio. Il debito pubblico dell’Italia sappiamo essere enorme e crescente. In queste condizioni è difficile fare la voce grossa, si ha bisogno di scegliere una strada che renda il paese più vivibile, meno legato e vincolato al petrolio e al gas, più efficente e meno legato alla burocrazia, una maggiore e migliore cultura con una scuola che sappia insegnare e sviluppare le menti dei giovani, per uno sviluppo produttivo reale del paese. Quindi, in questo quadro difficoltoso e problematico, ci vorrebbe una dirigenza (non in questo Governo) che sappia affrontare e risolvere in positivo i contrasti che emergono dall’influenza negativa della globalizzazione centralizzata.
E in questo, gli uomini della sinistra uniti dovrebbero far emergere l’idea che da un processo di solidarietà e di valori comuni condivisi, si possa creare quel clima di socialità necessario al paese e non solo, che porti a far comprendere le persone distratte da spot e immagini falsate, che è la strada giusta da percorrere se vogliamo far prevalere l’umanità e la vita, altrimenti, c’è solo la legge della jungla e il baratro.