31 marzo 2008

Commento su L'espresso "Libri ricchi, libri poveri." (Attilio Doni, Genova)

Raffaele Innato ha scritto: 31 Marzo, 2008 20:23
Caro Attilio,
quando ho finito di scrivere un mio libro, ho avuto la sfrontatezza(?) di mandare un fax di due pagine ad una casa editrice famosa per informarla che, siccome mi ero permesso di scrivere un libro, avrei avuto piacere, in caso di risposta affermativa, di mandarne una copia per sottoporla a giudizio. Ebbene, il fax mi è stato interrotto subito alla prima pagina, e dopo meno di un minuto ho ricevuto subito la risposta:“Ci dispiace, ma non siamo interessati e non accettiamo fax.”Domanda: Ma se non sai nemmeno di che cosa sto parlando? Forse, ho sbagliato a scrivere il mio nome, ne avrei dovuto scriverne un altro…chissà? Nel frattempo, il mio libro inizia ad avere un buon interesse di lettori. Un caro saluto da un autore sconosciuto.

Commento su L'espresso "Vivo in Grecia e mi vergogno di essere italiana." (Giovanna De Ascaniis)

Raffaele Innato ha scritto: 31 Marzo, 2008 19:35
Cara Giovanna,
giusto per la precisione, i voti che vanno al sig. B. sono all’incirca un 28%-30% della popolazione italiana. Considera che non si presenta da solo ma è in buona compagnia (?). Detto questo, non bisogna meravigliarsi se nel nostro mondo si corre dietro a dei personaggi di dubbia serietà. Se ti capita di vedere la trasmissione “Report”, ti accorgi quanti furbi e delinquenti ci sono nel nostro bel paese, sono troppi che la fanno in barba a tantissime persone oneste, le quali incominciano ad essere stanche di subire sopprusi e ingiustizie. A tirare troppo la corda arriva che si spezza!

Diamoci una speranza, Veltroni in pole position.


25 marzo 2008

Un commento su L'espresso “Aboliamo le strisce pedonali” (Marco Sabatini)

Raffaele Innato ha scritto: 25 Marzo, 2008 20:15
Più che abolire le strisce pedonali, che sono l’ultimo baluardo per l’indifeso pedone, io farei una cosa molto semplice, più sicura e meno inquinante. In tutti i centri storici di tutte le città, dovrebbe essere vietata la circolazione dei mezzi privati, ad eccezione dei mezzi per le merci che servono al commercio, con l’obbligo di avere il bollino d’ingresso di riconoscimento ben esposto. Mettere il limite di velocità (30 Km/h) e rendere ben visibili le strisce pedonali, con una bella scritta: “stop, attraversano prima i pedoni!”

24 marzo 2008

Morte per droga.


23 marzo 2008

Commento su L'espresso "Ho 17 anni e sono arrabbiato." (Mattias Bassotto)

Raffaele Innato ha scritto: 23 Marzo, 2008 21:58
Caro Mattias,
penso di poterti dare del tu avendo un figlio quasi della stessa tua età (16 anni), il quale ha acquisito la sensibilità di capire che, nella vita di ogni persona, sono molto importanti lo studio e il sapere, elementi correlati e determinanti per poter riflettere sulle questioni della vita, del sociale, delle politiche e sugli avvenimenti internazionali, che si ripercuotono inevitabilmente sulla nostra nazione e sul nostro vivere. Io, mi sono permesso di coniare una mia frase: "L'isolamento dalle persone, il rifiuto di convivere con gli altri porta inevitabilmente alla morte dell'individuo." Penso che sia abbastanza eloquente, per spiegare cosa stia succedendo all'umanità, febbricitante di una globalizzazione che ha uno scopo solo, fare arricchire i pochi per far star male i molti, a scapito della solidarietà dei popoli, senza la quale c'è solo la miseria e la meschinità dell'uomo.
Il fatto che tu rifletta su quello che ti succede intorno, dimostra che hai una sensibilità d'animo che ti fa onore, e dimostra quella rabbia giusta che se collettivizzata potrebbe diventare la strada di un lungo ma, positivo percorso verso una società, più a misura d'uomo, che dovrebbe essere guidata da una politica fatta di uomini seri, onesti e capaci. I quali dovrebbero spogliarsi del proprio egoismo e arricchirsi di un altruismo, di cui potrebbero beneficiare loro stessi. Io, nel mio piccolo, attraverso il mio blog, e non solo, cerco di dare il mio contributo per aiutare l'uomo a migliorare e per creare un futuro alle nuove generazioni, come i miei genitori hanno cercato di fare per la mia generazione.
Studia, metti l'impegno giusto, credi nel futuro, associati con altri ragazzi e lottate per quelle battaglie sociali e morali, che possano creare quella società tanto desiderata da tutti gli oppressi, nell'eguaglianza, nella democrazia, nella giustizia e nella libertà delle sigle, perchè si viva tutti in pace e da persone coscienti di essere degli umili mortali.
Ciao e coraggio!

21 marzo 2008

Castità? No grazie


20 marzo 2008

Commento su L'espresso "Privilegi e pensionati". (Remo Vassallo)

Raffaele Innato ha scritto: 20 Marzo, 2008 17:05
Caro Remo,non è che non votando la Sua pensione aumenta, anzi rischia di diminuire. Perchè con l’astensione al voto, comunque un governo uscirà. Rischia che potrebbe uscire una coalizione o un partito che trova più conveniente non aiutare sufficientemente i pensionati. Invece, visto che è a giusto riposo, dedichi un pò di tempo a incalzare i candidati e i partiti che si presentano alla guida del nostro Paese, convincendoli ad essere più rispettosi e più umani, verso una categoria di persone che ha contribuito nel bene e nel male a far progredire la nostra bella e cara Italia, facendoli ridurre qualche spreco che fa sempre bene. Voti un partito di centro sinistra, ma voti!Un caro saluto

Commento su L'espresso "Abbiamo rapinato il futuro ai giovani." (Rita Grisenti, Trento)

Raffaele Innato ha scritto: 20 Marzo, 2008 16:11
Carissima Rita,
pur essendo un genitore di 57 anni, non mi sento affatto un rapinatore, anzi, per quanto mi riguarda, sono stato sempre rapinato. Sono 30 anni che sono dipendente di una grossa società (multinazionale), assunto con la legge dello Stato 1.6.1977 n. 285, con la qualifica di impiegato tecnico (diplomato perito tecnico), sono in contenzioso da oltre 7 anni con la società, e invece faccio l’operaio, dignitosamente, attendendo quella giustizia che da 30 anni mi spetta. Tenga presente che la mia professionalità è riconosciuta quasi da tutti i colleghi, i quali (pur non avendo nemmeno il titolo di studio pari al mio, ma avendo una mansione molto più remunorativa della mia), spesso vengono a chiedermi consulenza tecnica e amministrativa, anche fuori del mio proprio lavoro. Come si può notare non è cambiato molto da allora. La storia continua nei favoritismi, nelle disuguaglianze, nelle ingiustizie, nelle ipocrisie. Io lotto e continuo a lottare perchè si possa portare una società democratica al rispetto della meritocrazia e delle capacità individuali, garantendo però la possibilità a tutti di partecipare alla gara e al benessere collettivo. Aiutiamoci noi con voi e i con nostri figli in questa battaglia, lottando contro chi prevarica i diritti sanciti, e vedrà che un giorno non lontano si potrà assaporare e vivere in una società più concreta e più giusta. In bocca al lupo per la tesi a Sua figlia.

19 marzo 2008

I conti che non tornano.


17 marzo 2008

Commento su L'espresso "Il sesso? Meglio fast". (Fabio Sicari-Margherita Cotugno)

Raffaele Innato ha scritto: 17 Marzo, 2008 15:36
Fra qualche tempo arriverà la notizia di uno studio “lo sappiamo meglio noi di tutti”, che ci dirà di portare l’amplesso un pò più alle lunghe, così si avrà meno tempo per le sofferenze quotidiane. Invece, ci sarà un’altro studio “lo sappiamo meglio noi di voi” che ci dirà di portare l’amplesso per le corte, così da diminuire le sofferenze dello stesso amplesso. La verità è che si potrebbero sfruttare meglio gli studi a favore di sofferenze più serie, per alleviare o risolvere problemi, che avrebbero bisogno di molta più attenzione e molte più risorse, lasciando alle coppie di decidere con amore e con passione il tempo giusto da dedicare ai propri desideri sessuali.

Commento su L'espresso "Danza erotica per quattro sceicchi" (Giuseppe Diotto)

Raffaele Innato ha scritto: 17 Marzo, 2008 12:16
Questo potrebbe essere un ulteriore motivo per investire sul risparmio energetico e sulle energie diversificate e meno inquinanti…!

Commento su L'espresso "La bella precaria e l'idiozia dilagante" (Gianfranco Pignatelli)

Raffaele Innato ha scritto: 17 Marzo, 2008 12:07
Se è vera la notizia che la bella precaria ha scelto il polo delle libertà, dopo essere stata vilmente offesa, ha vinto ancora una volta il proprio egoismo a scapito della dignità. Fino a quando accadrà questo, le nuove generazioni, purtroppo, diventeranno sempre più precarie, e non solo di lavoro…!

16 marzo 2008

Commento su L'espresso "Non voterò PD. Fatemi cambiare idea." (Roberto Buscetta, Palermo)

Raffaele Innato ha scritto: 16 Marzo, 2008 22:53
Io non penso che i valori e i principi dettati dalla coscienza possano avere colori o appartenenza politica. Una persona di principi sani e onesta rimane legata ai suoi valori sempre. Alla politica invece appartengono le scelte. Veltroni ha fatto una scelta, dettata da una situazione stagnante che si è venuta a creare nel nostro Paese. In questi anni si è creata una politica con due fronti. Da una parte una coalizione di centro sinistra, dall’altra una coalizione di centrodestra. Ambedue, ambivano a governare il paese con lo scontro, muro contro muro, evadendo dai compiti di riformare in meglio un labirinto burocratico e da una necessità di cambiamento meritocratico richiesta da molta parte della società. Questa sua scelta, che lo ha portato a dichiarare di correre da solo, è stata dettata dal fatto che qualcuno si doveva assumere la responsabilità di cambiare una situazione di stallo che incancreniva la politica nostrana. Ebbene, lui ha avuto il coraggio e l’intelligenza di assumersi questo onere. E devo dire che, a vedere le persone che si affollano ad ascoltarlo, la risposta è ben augurante. Questo non vuol dire che abbiamo trovato l’uomo dei nostri sogni o che tutto va bene madame la marchesa. Però, bisogna dargli atto che sta provando a smuovere un sistema che da 14 anni sta trascinando il paese verso la paralisi. Il cambiamento perchè avvenga, ha bisogno del coinvolgimento di tutte le parti sociali, per cui ognuno (dai più privilegiati ai meno) deve fare un passo indietro per fare poi sempre passi in avanti, verso un traguardo che faccia progredire tutti a vivere in una società, fondata su sani e onesti principi, dove regna la giustizia.
Raffaele Innato ha scritto: 17 Marzo, 2008 21:53
Il bello della democrazia è poter esprimere il proprio parere liberamente. Così ognuno, per la propria esperienza personale, dà il suo contributo. Anch’io, come tutti voi, avendo le mie convinzioni politiche, per una serie di motivi, sono perplesso a scegliere, condizionato da una legge elettorale poco democratica, una sigla, un partito che può avere dei candidati non proprio coerenti ad un mio modo di pensare o di considerare la politica. Io vivo in Italia e voto in Italia. L’Italia è la mia patria nel bene e nel male. Io devo esprimere un mio consenso verso un partito, che più si addice ad una prospettiva di vita coerente al contesto in cui mi trovo. Noi ci troviamo di fronte ad un PDL che ha come premier un personaggio dai mille volti , ma con un solo scopo, fare il proprio interesse. Un centro che parla di possibile inciucio dei due grossi partiti, ma che non riesce a esprimere una posizione netta, e con un programma dal sapore clericale. Una sinistra, che certamente ha le sue ragioni di esistere per combattere ingiustizie sociali, ma che non riesce ad esprimere un consenso maggioritario, una destra tricolore, ripudiata da Fini e che cerca una nostalgica rivincita. Poi, c’è l’oggetto della nostra conversazione il PD, che con tutte le sue contraddizioni interne, si mostra come la novità della politica italiana, riformista, attenta a non ricadere nell’errore di essere ricattata da piccoli partiti e che mostra di dare una nuova speranza ad un paese, che ha grosse difficoltà economiche, debito pubblico esoso, scarsa crescita, poca meritocrazia, troppa influenza della politica e dei politici, criminilità diffusa, cospicua evasione fiscale, lavoro nero, poca sicurezza…Se io scelgo di votare tutti gli altri partiti prima menzionati, le mie aspettative le conosco già: sono le scelte di una politica che appartiene al passato e al vecchio modo di gestire le spartizioni. Se, invece io decido di votare il PD, non ho la certezza, ma ho una piccola speranza che qualcosa possa cambiare nella nostra società, guardando con più interesse e partecipazione a quelle scelte programmatiche che possono dare più sviluppo e più crescita, non solo economica, ma anche di solidarietà, ad una nazione sempre divisa da vecchi rancori e da tifoserie, che sono serviti a fare arricchire e sistemare bene i pochi, ma che hanno lasciato gli anziani a vivere emarginati, le famiglie a sopportare tutto il peso delle ingiustizie sociali e morali e i giovani a non avere un futuro. Ai posteri l’ardua sentenza.
Raffaele Innato ha scritto: 20 Marzo, 2008 12:25
Caro Pino Ciompi,
Roberto ha posto un tema serio, tra votare il PD e votare Sinistra. Praticamente il PDL è escluso a priori. Anche perchè se dovessi fare dei nomi che tu vuoi comprare: Berlusconi, Bonaiuti, Bondi, Schifani, Cicchitto, Tremonti, Tajani, Brunetta, Fini, Brambilla, Calderoli, Borghezio, Bossi…non penso che tu faresti un buon affare, loro, invece, si. Io ti consiglierei per il 13 e 14 aprile, una bella gita in barca molto rilassante.
Raffaele Innato ha scritto: 20 Marzo, 2008 17:45
Caro Marcello Mento,
le Sue giustificazioni sono tutte legittime, ma pretendere che Uolter(Veltroni) avrebbe dovuto fare tante forzature, essendo stato nominato segretario del PD da appena quattro mesi (14/10/2007), mi sembra un pò esagerato. Con l’aggiunta che a cambiare la legge elettorale ci ha provato contro molti, il caro vita non è nato l’altro ieri, non sa se farà la legge sul conflitto d’interesse, e poi, da come la gente lo aspetta ai suoi comizi, mi pare più conveniente rimandarlo il viaggio in Africa.Piuttosto, è d’accordo con Roberto se vota a sinistra? Un caro saluto
Raffaele Innato ha scritto: 2 Aprile, 2008 22:53
Ognuno di noi si affanna alla ricerca di una giustificazione di scelta per un voto coerente al proprio modo di intendere la poltica. Fino a pochi giorni fa sembrava che la politica fosse lontana dai cittadini, invece si scopre che i cittadini si sentono un pò tutti politologi. Noi italiani non ci smentiamo mai. Anche per la nazionale di calcio ogni italiano fa la sua squadra. C’è però un problema, che la squadra è composta da undici giocatori titolari, che scenderanno in campo dall’inizio, più le riserve. Lo stesso dicasi per le elezioni: ci sono migliaia di candidati per 1000 posti al Parlamento, con diversi gruppi di appartenenza. Alla fine due gruppi maggiori avranno la meglio sugli altri, il PD di Veltroni e il PDL di B.. Uno sarà al governo e l’altro all’opposizione, non si sfugge. Si tratta di scegliere tra i due, chi può portare più vantaggi alla nazione in termini economici, sociali, politici e di cambiamento e innovazione utile al nostro paese. Chi voterà per il PDL sa già che la sua politica è proteggere gli affari di famiglia e degli amici e, poi, se rimane qualche spicciolo, il classico contentino ai meno abbienti. Chi voterà Veltroni sà che c’è la voglia di cambiare e far progredire il nostro paese con una politica progressista e più moderna, e mettere le persone e le famiglie in condizioni di vivere un pò più dignitosamente dando una maggiore speranza di futuro ai più giovani. Poi sta a noi se seguire in casa e fuori casa la nostra squadra o criticarla se farà degli errori, se farà bene parteciperemo compatti, se farà male manifesteremo la nostra contrarietà. Al momento non ci sono alternative, perchè ce lo dobbiamo dire in modo chiaro, non l’abbiamo voluta ne saputa costruire un alternativa a questa politica. Tutti alla ricerca di una raccomandazione, l’importante è che mi sistemo io…! Ogni tanto una buona autocritica aiuta a migliorare.

13 marzo 2008

Commento su L'espresso "Vizi private, pubbliche virtù". (Enrico Pagano, Milano)

Raffaele Innato ha scritto: 13 Marzo, 2008 11:39
Fai quello che ti dico ma non fare quello che io faccio. Che per i vizi considerati difetti porta a dare buoni consigli, ma per i vizi considerati pregi e godimenti privati, porta a dare fregature.

Commento su L'espresso "Sono stanca dei comizi-show". (Graziella Zaccone Languzzi)

Raffaele Innato ha scritto: 13 Marzo, 2008 12:28
In Italia abbiamo un grande problema. C’è un mondo virtuale ed è quello che ogni giorno ci propinano in televisione con rubriche rose, trasmissioni leggere e spot pubblicitari, in cui ci fanno sognare ad occhi aperti la speranza illusoria di una vita bella, interminabile e piena di soddisfazioni. Vi è poi un mondo reale dove ci troviamo ad affrontare la nostra quotidianetà, piccolissime fugaci soddisfazioni, molti sacrifici, drammi famigliari, lavoro precario, disoccupazione, mutui da pagare, stipendio insufficiente alle normali esigenze, problemi salutari, ingiustizie, incomprensioni, che sempre più spesso sfociano in tragedie (morti sul lavoro, suicidi, ammazzamenti in famiglia, disperazione…). A questi si aggiungono le notizie dal mondo, dalle quali si evidenziano: lo spettro delle recessione economica, un petrolio sempre più caro, una situazione politica mondiale instabile, terrorismo, guerre o missioni di pace… Di riflesso anche la nostra politica del quotidiano risente i colpi duri di una globalizzazione economica speculativa che non risparmia nessuno. Si vive una confusione ed una incertezza che non fa vedere chiare le cose concrete, che poi sono i normali bisogni che servono alla nostra sopravvivenza. Ecco che allora, coloro i quali, vivono di politica o sulla politica, si muovono e parlano a seconda del momentaneo contesto, senza seguire un percorso lineare che possa portare il popolo a condividere un orizzonte, una idea che possa essere proficua alla pacifica convivenza e al benessere sociale per tutti.Per finire con una battuta di Totò: “Ma lei è onorevole? Si sono l’onorevole Trombetta. Ma mi faccia il piacere…!

Commento su L'espresso "Le mani in tasca". (Raffaele Osci)

Raffaele Innato ha scritto: 11 Marzo, 2008 21:36
Caro Raffaele per avallare ancora di più la tua giusta osservazione, bisogna sottolineare che mettere le mani nelle tasche, vuol dire anche aumentare il debito pubblico (più interesse da pagare) che con Berlusconi è aumentato, vuol dire non combattere l’evasione e l’elusione (falso in bilancio), diminuizione di introiti per l’erario e più spesa per i cittadini onesti, aumento indiscriminato dei prezzi al consumo (senza controllo), poca concorrenza vuol dire pagare di più, niente crescita meno soldi da spendere, e così via…

Commento su L'espresso "Per chi è la festa della donna?" (Riccardo Miccichè-Valentina Mirabile, Agrigento)

Raffaele Innato ha scritto: 8 Marzo, 2008 22:22
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant’è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai, io non so ben ridir com’i’ v’intrai, tant’era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai.Così Nora Helmar profondamente e moralmente delusa, abbandona la casa, il marito, i figli per cercare solitariamente se stessa, per scavare e rintracciare nella profondità del proprio io le radici robuste del proprio essere morale, per adempiere ai doveri che ognuno ha verso se stesso prima che verso gli altri.La dipendenza della donna dall’uomo nasce fin dalla preistoria, principalmente dalla conformazione fisica più debole nella donna. L’uomo era il cacciatore, la forza bruta, avendo doti fisiche naturali possenti per avere la meglio sulle prede che servivano da sostentamento per sopravvivere. Questa subalternità, non più di forza fisica, ma di potere è seguita nei secoli, e ancora oggi vive in tanti paesi del mondo, come risulta anche essere nei paesi occidentali e in Italia. Per la maggior parte dei casi, questa iniqua prassi è valida in linea generale, perchè ci sono casi dove l’uomo è subalterno alla donna (donna manager e uomo operaio, o donna ricca e uomo povero). La tecnologia e l’emancipazione sono elementi importanti che certamente aiutano a creare le condizioni di maggior opprortunità per la parità di diritti tra uomo e donna. Come anche i diritti internazionali per il rispetto delle persone di sesso diverso, possono dare un grande contributo di eguaglianza di diritti e di doveri. Ma, la componente che, secondo me, può creare quella solidarietà vera tra uomini e donne, è la ricerca del proprio io che, sia Dante che Nora trovano nel distacco da una società maligna, per seguire quella finalità di vita che dia quella giustizia giusta, che non sta per forza di cose nel sesso, ma sta soprattutto nella convinzione che, pur con ruoli diversi, ognuno dà il contributo di convivenza e di socialità per una vita di pace e di benessere per tutti, di cui questo mondo ha bisogno.Auguri sinceri a tutte le donne.Raffaele Innato

Commento su L'espresso "In difesa del governo Prodi". (Luigi Taccone, Castellana-Grotte)

Raffaele Innato ha scritto: 7 Marzo, 2008 21:15
Non vi è dubbio che il Governo di Prodi, legittimamente ha dovuto governare in una situazione parlamentare difficile (Senato). Questo gli ha creato non pochi problemi di percorso. Il problema dell’Italia è che da 14 anni è sceso in politica un “signore” che ha troppi interessi personali (conflitto d’interesse), e che possiede un potere comunicativo di mezzi straordinari (Mediaset). Avendo mezzi economici sostanziosi, ha la facoltà di chiamare intorno a sè molti personaggi di parte che aspirano ad occupare posizioni sociali di rilievo (Ferrara, Fede, Feltri, Belpietro, Rossella…), foraggiare circoli (Dell’Utri, Brambilla…), legali ben pagati, personaggi di spettacolo, politici benprestanti, che non disdegnano di supportarlo ovunque. Ciò, ha creato una stortura evidente nella nostra democrazia, perchè il cittadino (labile) non è in grado più di distinguere nettamente l’informazione virtuale da quella reale (es. sondaggi personalizzati), subisce una pubblicità martellante, che ha lo scopo di indirizzare la mente verso una idea della società percepita come realizzabile per tutti (es. ricchezza e benessere per chiunque), che realmente non può mai accadere. Ha distorto la filosofia che la sinistra è la negatività assoluta, invece c’è bisogno dell’uomo forte (Berlusconi) che deve poter governare con il 100 per cento di voti o col partito unico, così da realizzare il programma che lui ha concepito per tutti. Si comprende, quindi, che lo sforzo di Prodi di attuare un programma di risanamento (sacrifici), lotta all’evasione (contro i furbi), ridistribuzione delle risorse (togliere qualcosa ai ricchi per dare ai poveri), sicurezza sul lavoro (esborso maggiore per le imprese), una magistratura più attenta (falso in bilancio, corruzione…), lotta più severa alla criminalità, riceveva un diniego da tutte quelle forze, che non sono portate ad accettare troppi vincoli di correttezza democratica. Allora, la famosa spallata, che alla fine c’è stata, con la complicità di alcuni personaggi (instabili), che oggi si accorgono in ritardo, di aver fatto i conti senza l’oste, rimanendo con un sacco vuoto ma pieno di promesse illusorie. Che ci sia d’insegnamento a non fare ricadute, potrebbe diventare incurabile!

Commento su L'espresso "Qualcuno mi aiuti a votare". (Cosimo Iannella)

Raffaele Innato ha scritto: 5 Marzo, 2008 22:24
Il voto è l’espressione di un a scelta democratica. Colui che vota o non vota si assume, comunque, una responsabilità. Se non voti lasci agli altri una scelta che diventa anche la tua. Se voti ti assumi una responsabilità di una tua scelta. Il fatto che hai da fare una scelta è già di per sè positivo. Perchè se non avessi possibilità di scelta significherebbe accettare un obbligo imposto. In campo ci sono differenti scelte di partiti (forse troppi) e di programmi, anche se possono sembrare uguali, conviene sempre leggere tra le righe, per capire se un programma può essere buono, possibile, veritiero e di sani principi, e se realmente si vuole attuare. Dopodichè, conviene informarsi sui candidati se sono affidabili, preparati e capaci di portare i problemi a soluzioni accettabili. Poi, conviene farsi un buon esame di coscienza, per capire se noi elettori stiamo votando per il bene del Paese per cambiare in meglio, o se, invece, votiamo per puro interesse personale di qualche favore o raccomandazione…? A te la scelta!

Commento su L'espresso "Solo i ricchi piangono". (Fabio Sicari)

Raffaele Innato ha scritto: 5 Marzo, 2008 12:43
C’è la famosa frase: “I soldi non fanno la felicità ma con i soldi si è più felici”. In un mondo di mercato e consumistico, purtroppo, il danaro lo fa da padrone. Questo non vuol dire che chi possiede ricchezza sta meglio di chi non la possiede. A parità di condizioni fisiche e salutari, sta meglio chi ha più ricchezza. Detto questo, secondo il mio punto di vista, ci sono troppe società che si occupano di indicatori e d’indagini sociali, dove ognuno dice la sua, oggi va bene una cosa domani ne va bene un’altra. La verità è che si va alla ricerca della felicità a tutti i costi, senza mai trovarla, perchè non si è capita una cosa basilare che la felicità è la “vita”. La natura è perfetta, non bisogna combatterla, ma adeguarsi ai suoi cambiamenti, prendere con delicatezza tutto quello che ci fa bene con le dosi giuste e stare attenti a tutte le sue pericolosità, senza mai strafare e con molta umiltà, perchè se le procuriamo dei gravi danni, facciamo dei grossi danni a noi stessi, in quanto noi siamo parte di essa. Se vogliamo essere veramente felici dobbiamo amare la nostra vita perchè è la nostra ricchezza.

Commento su L'espresso "Le foreste e gli incapaci messi lì". (Angelo Zurlo)

Raffaele Innato ha scritto: 6 Marzo, 2008 16:50
Caro Angelo, pensa che io diplomato da tantissimi anni in elettrotecnica, non ho mai lavorato da elettrotecnico se non per fare l’impianto elettrico nella mia casa. Ho fatto diveri mestieri: il garzone di bottega, lavoratore nei campi, rappresentante di prodotti alimentari, rappresentante di libri, rappresentante di prodotti dentistici, assicuratore sulla vita, collaudatore di materiali non distruttivi, gestore di palestra, ufficiale dell’esercito italiano, idraulico, operatore d’impianti petroliferi, supplente di scuola media, magazziniere, scrittore… Purtroppo, non sempre le ciambelle nascono con il buco. L’importante che si faccia un lavoro che dia soddisfazioni e che dia da vivere dignitosamente. E non perdere mai la speranza di migliorare, continuando a studiare, a informarti ed a lottare, per dare una migliore speranza ai tuoi figli, alle nuove generazioni, perchè si premi la meritocrazia per il benessere di tutti e non la raccomandazione, grande difetto degli italiani.

Commento su L'espresso "Sfogo di un elettore plebeo". (Franco Lucon)

Raffaele Innato ha scritto: 5 Marzo, 2008 13:00
Se i Plebei capissero quanto è grande il loro potere, farebbero capire ai Patrizi quanto poco furbi essi sono!

Commento su L'espresso "Part time per neo mamme". (Michela Mihich)

Raffaele Innato ha scritto: 4 Marzo, 2008 19:34
Il problema potrebbe nascere proprio dalla frase: una donna part time lavora più di un uomo full time o donna full time. L’impresa potrebbe pretendere dalla donna a mezzo servizio un servizio intero, pagandola a mezzo servizio e metà tutele. Come succede per i neo assunti che dovrebbero fare prima formazione, ma che invece, dopo pochi giorni, prendono subito la mansione. Però l’idea della signora Michela, la condivido perchè può essere una buona soluzione per la famiglia, ma con le giuste tutele delle neo mamme nel rispetto delle regole e delle leggi.

Commento su L'espresso "Quanto mi costi, sindacato mio". (Franco Bertolino)

Raffaele Innato ha scritto: 4 Marzo, 2008 19:10
Il sindacato nasce da grandi e combattute lotte dei lavoratori, perchè sfruttati dal padrone. Nel corso degli anni con le conquiste sociali è diventato sempre più presente e più forte. Questo è certamente un bene per i lavoratori ed anche per le imprese, come le stesse riconoscono, avendo anch’esse le loro rappresentanze. Come in ogni buona famiglia, ci sono sempre quelli che non sono d’accordo. Infatti, non si è obbligati all’iscrizione al sindacato perchè volontaria, ricevendo comunque la tutela sindacale(diritti dei lavoratori): il contratto è collettivo. Se un lavoratore cade e muore da una impalcatura, un motivo ci deve essere stato. Se, come penso, il lavoratore non aveva motivo di suicidarsi, evidentemente, la causa bisogna ricercarla sulla mancata sicurezza del luogo, delle protezioni e della non solida impalcatura, altrimenti, se non si prendono i dovuti provvedimenti qualche altro lavoratore ci lascerà la pelle. Se i responsabili dell’impresa non si curano dei dipendenti e delle stesse strutture, è chiaro che il sindacato è chiamato a bloccare l’attività lavorativa, proprio perchè se è successo ad un settore può succedere, purtroppo, ad altri settori. Caro Franco, se lei dovesse sentirsi male per strada, cade a terra sull’asfalto, nessuno ci pensa a soccorrerla perchè hanno fretta di andare a lavorare, come le descrive queste persone?

Commento su L'espresso "Bertinotti poco global". (Marco Alberici)

Raffaele Innato ha scritto: 1 Marzo, 2008 16:53
La filosofia con la quale, se condanniamo o chiediamo pene severe per chi non rispetta la legge (morti sul lavoro per poche decine di Euro al giorno), allontaniamo dal nostro Paese investitori stranieri, porta a significare che l’importante per noi è che gli stranieri investano capitali nel nostro paese, per il resto dei nostri lavoratori possono scegliere la insucurezza che più gli aggrada, tanto abbiamo previsto nel nostro codice solo pene amministrative, che si calcolano a seconda della sottopaga contrattata unilateralmente dall’impresa investitrice. Prodi avrà potuto fare l’errore di non prevedere una globalizzazione selvaggia di un mercato gestito da pochi ma, caro Marco, mi sembra che lei sia andato molto più in là di Prodi, nell’accettare l’idea che, dopotutto, questa “normale” globalizzazione le dà un piacere di rivalsa, verso una filosofia che, invece, nella sua indagine critica porterebbe gli operai in paradiso.

Commento su L'espresso "Gravina e gli enti locali". (Ludovico Baracco)

Raffaele Innato ha scritto: 1 Marzo, 2008 18:58
Ormai è abitudine della gente vedere le storture della nostra società, quando un accadimento, una tragedia viene alla ribalta della cronaca. A giusta ragione se ne parla, dopo qualche giorno, massimo una settimana e tutto ritorna nella cosidetta normalità. Una passeggera riflessione, un suggerimento a eliminare o a risolvere un problema, per poi cadere nella nostra quotidiana negligenza. Siamo tutti presi dal lavoro, dagli affari, dai problemi personali e dal nostro egoismo, che ci porta sempre a guardare cosa potrebbero fare gli altri, dimenticandoci che gli altri siamo anche noi, perchè le tragedie o le disgrazie non sono solo problemi degli altri. Se io ho la sensibilità di vedere un ostacolo od un pericolo, non devo aspettare che qualcuno se ne occupi. Prendo il famoso telefonino con cui siamo abituati a complicarci la vita (raramente lo usiamo quando necessita), chiamo i responsabili interessati e faccio in modo che l’ostacolo o il problema venga rimosso. Altrimenti, facciamo come la famosa scenetta di un film con Totò “Un turco napoletano”, nella quale Totò dà uno schiaffo ad un prepotente, il quale rivolgendosi ai testimoni presenti domanda: “Avete visto? Ma avete visto? Ma avete visto?” Si hanno visto risponde Totò, e tu invece l’hai sentito.

Commento su L'espresso "La 194 e la mia vita di donna". (Emilia Monzo)

Raffaele Innato ha scritto: 29 Febbraio, 2008 21:55
Mi associo a quanto scritto dalla signora Emilia, alla quale va il mio sincero sentimento di stima. La verità è che c’è troppa gente che vuole cavalcare i drammi degli altri per specularci sopra, invece, di trovarvi delle soluzioni che possano agevolare persone che soffrono nel proprio silenzio con la propria dignità. E che desiderano solo di poter decidere la propria sorte dolorosa lontano da clamori, esigendo con umiltà di aver rispetto delle proprie scelte e delle proprie azioni, dote di chi sa amare e affrontare la vita al di fuori dei salotti e delle nicchie di potere.

Commento su L'espresso "Il partito degli astenuti". (Francesca Gavelli)

Raffaele Innato ha scritto: 29 Febbraio, 2008 23:16
Astenersi dal voto è la condizione naturale dell’antidemocrazia. La democrazia si fonda sulla scelta del popolo a delegare i rappresentanti eletti ad amministrare e decidere un percorso, fatto di norme e leggi condivise, che influiranno nel bene e nel male sulla società civile dello stato. Il paradosso della democrazia è che la gente ha la scelta del non voto, che vuol dire non voler partecipare alle sorti di quello stato. Quindi, ci si sente in diritto di dissentire attraverso il non voto, lasciando però agli altri l’ingrato doveroso compito. Tanto le cose non cambiano, e se dovessero cambiare sono fatti degli altri, io mi sento di starne fuori e voglio vedere. Ma vedere che cosa? Ammettiamo, non sia mai, che nessuno o pochi andassero a votare, ci sarebbe un vuoto di potere o rappresentanti di un potere debole, che vorrebbe dire che qualcuno potente economicamente e militarmente potrebbe approfittarne per compiere una bella “marcetta” che ha portato già i disastri che sappiamo! Sarebbe opportuno e salutare, invece, che ci senta obbligati civilmente e costituzionalmente ad andare a votare, essere partecipi ad una scelta condivisibile e lavorare insieme per costruire, col nostro corretto comportamento delle regole da noi stessi accettati e voluti, una società sana di valori e di diritti e doveri, che non giudichi solo ciò che fanno gli altri, ma si prodighi a criticarsi su quello che non fa da sè.

Commento su L'espresso "Il computer e la quaresima". (Daniele Damele)

Raffaele Innato ha scritto: 26 Febbraio, 2008 15:57
Se l’Arcidiocesi o il Clero imparassero a digiunare di politica della materia e imparassero a nutrirsi di bene dello spirito, farebbero cosa sana e giusta. Altrimenti, il rischio che corrono è di confondere il virtuale col reale, e per la Chiesa in generale sarebbe un grande problema. Per quanto riguarda noi peccatori, preferisco che siamo noi a scegliere i valori dell’etica, pur commettendo degli errori (errare è umano). Sempre meglio di una penitenza dettata da chi da una rivelazione ereditata ne ha fatto un mestiere, con le dovute eccezioni.

Commento su L'espresso "L'accanimento è laico". (Alberto Ferraguti)

Raffaele Innato ha scritto: 25 Febbraio, 2008 21:24
Non si può disconoscere che in nome di un dio, l’uomo ha sempre combattutto le guerre dichiarandosi di stare dalla parte giusta. Quanti famosi condottieri nel combattere il nemico e uccidendolo, dichiarano: “E’ Dio che mi dà la forza ed è Dio che mi porterà alla vittoria”. Ma la stessa frase viene pronunciata dal nemico. Il problema dell’incitamento alle cattive azioni, purtroppo nasce dalla convinzione di essere dalla parte di una verità unilaterale, e se questa non può essere confutabile diventa più pericolosa, perchè non riesce a vedere, priva della sapienza del dubbio, che forse il giusto non sta nè da una parte e nè dall’altra, ma sta nella convinzione di una coscienza etica sana, libera dalla infallibilità.

Commento su L'espresso "Ero convinto di essere di destra". (Giacomo Giacalone)

Raffaele Innato ha scritto: 25 Febbraio, 2008 22:01
Caro Giacomo, nella vita arriva sempre il momento di ravvedersi, tu oggi godi di questo perchè qualcuno, inconsapevolmente, ti ha fatto capire che anche la sinistra e il centro fa parte del corpo (elettorale). “Abbattiamo il muro della contrapposizione a tutti i costi e forza al cambiamento…viva la democrazia!”.

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